Lo schema dell’analisi è relativamente semplice da comprendere. La difficoltà principale sta però nell’individuazione dei parametri necessari a quantificare costi e benefici, al fine di non fornire informazioni irrealistiche e/o inutili.
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Figura 1 La struttura dell'analisi costi benefici applicata ai programmi per l'occupazione
Il primo passo è effettuare l’analisi costi-efficacia ACE, in cui si punta ad ottenere una misura fisica di risultato (ad es. il numero degli occupati generati dall’intervento) senza preoccuparsi di monetizzare tale risultato in termini di beneficio per la società e beneficio fiscale. Si tratta di uno step intermedio dell’analisi che fornisce una informazione in sé rilevante, ovvero la comparabilità di misure tra loro differenti. In pratica, conoscendo il costo totale degli interventi e rapportandolo all’unità di efficacia (in questo caso l’effetto del programma, dato dal numero netto di occupati) si può costruire una prima misura capace di comparare diversi interventi. Poiché l’AdG Marche ha richiesto al valutatore indipendente la misurazione dell’effetto di molti interventi (formazione e work-experience, creazione di impresa, aiuti alle assunzioni ecc), la conoscenza del risultato permette un confronto tra diverse misure a parità di costo.
Rispetto a questo primo obiettivo dell’analisi, l’ACB – come accennato nell’introduzione – punta a individuare i benefici netti di un intervento, esprimendo i benefici totali non in unità di efficienza ma in valore in euro.
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27 La fasi dell’analisi sono sintetizzate di seguito6:
a. Descrizione dello status quo. Qual è lo stato del mondo in assenza del infrastrutture: trattandosi dell’impulso di una politica attiva, forse l’arco temporale può essere limitato ai sette anni in cui si sono svolte le attività, controllando con le Comunicazioni Obbigatorie la durata dell’occupazione. Infine il livello geografico; esso va limitato alla Regione Marche, un ambito che consente di escludere gli effetti fiscali generali (tasse riscosse a livello nazionale) ma anche di tener conto degli effetti di spillover delle politiche.
ii. Costi e benefici diretti vs indiretti
iii. Costi e benefici tangibili (occupati) e intangibili (il valore dell’ambiente o della comunità)
iv. Costi e benefici finanziari (voucher o borse pagate) vs.
sociali (effetti dell’intervento)
d. Monetizzare i costi. In questa fase si dovrà chiarire la natura dei costi-benefici, cioè come questi sono misurati: se si tratta di informazioni da budget del programma; se sono costi-opportunità; se costi di capitale, quale deprezzamento; se si tratta di sunk-costs (ricerca e sviluppo), di costi indiretti o sociali, ecc.
e. Quantificare e monetizzare i benefici. Le misure di efficacia devono consentire la comparazione tra interventi diversi, e qui si dovrebbe adottare la capacità di promuovere occupazione. Contano solo gli occupati attribuibili al programma, cioè l’effetto casuale del programma sullo status quo. Da questo punto di vista aiutano gli esperimenti controfattuali indicati dall’AdG al valutatore negli ultimi anni. Il problema è la monetizzazione di tali benefici, in cui si incontrano diversi problemi:
6 Rielaborazione tratta da J. Wholey, H.Hatry, K.Newcomer, Handbook of Practical Program Evaluation. Wiley&Sons, S.Francisco,2010.
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28 i. non si può ricorrere direttamente ai prezzi di mercato,
ma a prezzi ombra
ii. i costi risparmiati sono spesso un beneficio: se un occupato a seguito del programma era in carico ai servizi sociali, ciò determina un risparmio in altri programmi iii. tempo risparmiato: il tasso di salario riflette il valore di
un’ora di tempo di un individuo
iv. l’aumento della produttività dovrebbe riflettersi in un aumento dei profitti e dei salari
v. le tasse sono un trasferimento per cui i benefici del governo sono una perdita degli individui che pagano e di solito non si considerano.
vi. Problema della reazione a catena: se si valutano molto i benefici indiretti (ma non i costi indiretti) ogni progetto può ottenere un impatto positivo. Vanno individuati solo quelli più significativi.
f. Attualizzare costi e benefici per ottenere il valore attuale. Il denaro ha un costo opportunità che nella programmazione non incide ma di cui va tenuto conto; anche se negli ultimi anni l’inflazione è stata sotto controllo e quasi irrilevante, il costo-opportunità del denaro mantiene una forte rilevanza causa presenza di sofferenze e carenza di credito. Di solito si usa comunque un tasso di sconto sociale attorno al 3%-5%. La
g. Impostare l’analisi di sensitività. Le principali assunzioni dell’analisi devono essere sottoposte alla verifica alternativa di variazione dei loro valori.
h. Fornire raccomandazioni. I risultati, illustrati con semplicità e trasparenza, dovranno tener conto non solo della somma dei costi e benefici ma anche – se vi sono – delle forti conseguenze redistributive del programma (chi beneficia e chi paga), specialmente se è coinvolta la popolazione a basso reddito.
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Figura 2 - Schema riassuntivo dei costi e benefici
COSTI
1 Costi di partecipazione al programma Costo opportunità degli studenti/disoccupati di partecipare alla formazione
2 Costi per la società Consulenti per formare gli insegnanti, software, accreditamento
3 Costi di investimento Costi continui di processo. Software bandi gare . assistenza tecnica e valutazione
4 Costi correnti Insegnanti, manutenzioni, materiali, costi
generali e assicurativi, trasporti
BENEFICI
1 Personali Guadagni più elevati (meno tasse)
2 Sociali Diminuzione dei sussidi welfare
Aumento tasse pagate dai partecipanti Diminuzione del crimine o di problemi sociali
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