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4.1 la logica dell’intervento FSE sul mercato del lavoro

Gli interventi FSE hanno come obiettivo il raggiungimento dell’occupazione per chi non ce l’ha, specie se svantaggiato, e il mantenimento dell’occupazione per chi è a rischio di perderla per obsolescenza professionale o crisi settoriale o territoriale.

Intervengono dal lato dell’offerta (capitale umano), sui flussi di occupazione o disoccupazione, più che sugli stock; sugli stock, infatti, agiscono maggiormente i fattori di domanda, quali il livello dei consumi e degli investimenti.

L’intervento del FSE avviene attraverso incentivi, bonus o fornitura di servizi reali (formazione, consulenza) per migliorare le probabilità di occupazione di una persona svantaggiata a seconda che sia disoccupata o occupata. Le modalità di finanziamento sono contenute nel Manuale A “costi reali”, Allegato A della DGR n.802 del 4/6/2012. Tali modalità contengono sia i parametri di costo/ora allievo per ogni tipologia d’azione, sia la specificazione delle spese ammissibili. Queste ultime comprendono le attività ammissibili dirette e indirette del beneficiario, comprese le indennità di frequenza dei destinatari, le spese di vitto e alloggio o di viaggio, le assicurazioni. Pertanto la spesa impegnata è l’indicatore preciso – in quanto onnicomprensivo - del costo diretto funzionale allo svolgimento della politica attiva del lavoro (comprende i costi diretti e indiretti del beneficiario). A questo costo diretto (impegnato) va aggiunto il costo indiretto della politica attiva, consistente nelle attività senza destinatari finanziate a supporto del funzionamento del programma (comunicazione, assistenza tecnica, studi e ricerche ecc.).

A questi due tipi di costo FSE specifici e generali vanno poi aggiunti (v.oltre) i costi diretti del personale regionale e degli organismi intermedi preposti all’amministrazione e gestione della complessa macchina organizzativa che presiede lo svolgimento del programma, nonché i relativi costi pro-capite di struttura (telefono, pulizie, pc, sedi ecc).

Le politiche oggetto dell’ACB sono le seguenti:

- Work-experience (borse lavoro o studio) - Occupazione attraverso la creazione d’impresa - Incentivi alle assunzioni

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31 - Formazione giovani post-obbligo e post-diploma

- Formazione per il reinserimento (disoccupati lunga durata, ecc).

Su tali interventi sono già state svolte analisi controfattuali e per essi si dispone di stime di impatto occupazionale7. Poiché si tratta di tipi di svantaggio differenti - ai quali corrispondono livelli diversi di salario di riserva e livelli diversi di impulso a trovare lavoro fornito dalle politiche - un punto critico dell’analisi sarà la misurazione dei benefici dell’output. Essendo nota la durata dell’occupazione a 12-24 mesi dalla conclusione dell’intervento, si sperimenterà il ricorso ai dati Istat-Silc per l’attribuzione dei benefici salariali e ai dati INPS per eventuali indennità di disoccupazione.

Tabella 1 Le principali caratteristiche dei destinatari delle politiche attive oggetto di analisi

caratteristiche workexperience reinserimento post-obbl

dipl creazione incentivi

impegnato 40.316.099 11.775.903 5.196.007 10.686.582 10.848.018

destinatari 6.597 9.611 2.924 2.415 2.289

Fonte: Siform.

Per queste politiche, si è detto, è stata effettuata la valutazione dell’impatto, ovvero il cambiamento effettivo rispetto a quanto sarebbe successo in assenza di intervento. Si richiamano in breve gli elementi essenziali degli esperimenti valutativi e i risultati di tali valutazioni, al fine di comprenderne le condizioni di validità.

Workexperience (facilitare l’ingresso di persone non occupate). Nel 2010 furono presentate 1.796 domande, di cui ammesse 940 (i trattati). I non trattati hanno costituito il gruppo di controllo. I risultati misurati sono: avere o no conseguito un lavoro nel periodo successivo; il numero di giornate di lavoro; la probabilità di ottenere un lavoro e il tipo di contratto. Il periodo di osservazione dei risultati per i due gruppi è sfalsato di un anno: per i NT inizia alla presentazione della domanda (2010), per i T alla fine dell’esperienza (2011-2012). Si tenga presente

7 I singoli rapporti di valutazione sono pubblicati sul sito POR FSE Regione Marche

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32 che nel frattempo il tasso di disoccupazione passa dal 5,5% del 2010 al 12% del 2013, quindi che col passare del tempo aumentano le difficoltà di inserimento nel mercato del lavoro. Il risultato principale è che la probabilità di lavorare nei 12 mesi successivi è comunque superiore del 16% per i trattati rispetto ai non trattati; tale probabilità è più forte dopo 6 mesi mentre dopo 12 tende a scomparire. Le giornate di lavoro per i T sono 167 e per i NT 122 (+37%).

Formazione per l’inserimento professionale (16 corsi, di cui 9 per il reinserimento degli adulti e 7 post-obbligo formativo e post diploma). I corsi si sono conclusi prevalentemente nel 2011. Rispetto alle domande presentate, gli ammessi (trattati) furono 779 e i non ammessi (non trattati) 548. I risultati della valutazione d’impatto sono che i trattati impiegano meno tempo per trovare una occupazione (30 giorni in media, ma se poco istruiti 90 giorni in meno rispetto ai non trattati). Per quanto riguarda la probabilità di occupazione, essa è del 16-17% maggiore per i T dopo sei mesi, e a 12% mesi tende a rimanere più elevata solo per i partecipanti a corsi di reinserimento.

Creazione d’impresa (incentivi all’impresa al fine di creare occupazione). Il contributo massimo era di 25mila euro (30mila per disabili o disoccupati). La valutazione ha misurato l’impatto sull’occupazione e sulla sopravvivenza.

Rispetto alle 746 imprese finanziate, si è ristretta l’analisi a quelle osservabili per un periodo di almeno due anni (435). Il gruppo di controllo era formato da imprese simili utilizzando gli archivi delle Camere di Commercio. I principali risultati sono che hanno sperimentato chiusure o fallimenti il 17% tra le imprese T e il 30% fra quelle NT. La probabilità di cessare l’attività è più bassa del 9-12%

a seconda della tecnica di stima usata. Vi è piena corrispondenza tra impegno all’occupazione e occupazione effettiva nelle imprese trattate (2,9 addetti in media). L’impatto occupazionale è pertanto pari alle 746 imprese finanziate moltiplicato per la più bassa probabilità di cessazione (12-13%%), a sua volta moltiplicato per il numero medio di addetti: in totale circa 260 occupati aggiuntivi rispetto all’andamento normale del mercato.

Incentivi alle assunzioni (incentivi per le imprese che assumono con contratto a tempo indeterminato fino a tre persone precedentemente occupate con contratto a tempo determinato o atipico ). Sono stati valutati due bandi tra il 2011 e il 2012 in cui tutte le imprese aventi diritto e che hanno fatto richiesta hanno ricevuto l'incentivo pari a circa € 7.000 per lavoratore occupato con contratto a tempo indeterminato. Il gruppo di controllo è stato quindi selezionato nell'universo di tutte le imprese marchigiane che non hanno fatto domanda tenendo conto del settore, della dimensione, del tipo di società e del comportamento nelle assunzioni per il periodo precedente all'intervento. La

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33 misura ha mostrato un effetto positivo sul numero di lavoratori a tempo indeterminato. Le imprese che hanno ricevuto l'incentivo hanno trasformato più lavoratori temporanei in lavoratori con contratti permanenti rispetto al gruppo di controllo, in misura di circa il 60%. La mancanza di un gruppo di controllo formato da imprese che hanno fatto domanda induce a considerare con cautela il risultato, per la probabile sovrastima dovuta all’autoselezione. Infatti lo stesso esperimento condotto in regioni vicine, usando come controllo le imprese che hanno fatto domanda ma non sono state finanziate, ha evidenziato percentuali di successo notevoli ma più contenute (30%). Si terrà conto di queste evidenze partendo dall’ipotesi più prudente nell’analisi di sensibilità.

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5. La determinazione dei parametri di costo necessari