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191bili innovazioni, uno spazio potenziale per la creatività de

Nel documento L'abitare sospeso (pagine 191-194)

designer. Essere consapevoli di approcci progettuali che soddisfano le esigenze locali e quelle più globali. Quello che è diverso, le differenze emerse dai contesti esistenziali specifici.

Approcci e metodologie partecipative, ricerche sul cam- po, via web, per sondare i bisogni e comprendere le ri- chieste delle persone, diventano necessarie per quanto definito dal ricercatore progettista. È necessario leggere generando temi e immagini che parlino di sfide culturali lo- cali. Stiamo affrontando problemi e bisogni che richiedono soluzioni urgenti.

I progetti di design che considerano il contesto culturale come punto di partenza e anche come punto di arrivo dovrebbero utilizzare o sviluppare risorse metodologiche e progettuali appropriate. Il co-design, lo User Experience o lo User/Human-Centered Design (Francesca Tosi, 2018), sono utili e appropriati a seconda del tipo di progetto o prodotto da sviluppare. In quanto e in quale parte del pro- cesso di progettazione l’utente può e deve essere coinvol- to dipenderà dal progettista e dallo scopo del progetto da realizzare.

Lo stare più a casa, tutti insieme a confronto nei rapporti in famiglia, in un tempo più dilatato di prima, essendo tenuti a confrontarsi ciascuno con gli altri e tutti con lo spazio e con quello che è contenuto dentro. In questo modo sono emerse le deficienze degli oggetti d’uso esistenti, le man- canze di oggetti specifici che si potrebbero avere a casa. Gli oggetti che non esistono ancora, oltre a quelli che c’e- rano già e non servono a niente. Gli oggetti inutili sia nel modo d’uso che nel modo decorativo.

Quello che si può si ordina online e viene consegnato a casa subito e quello che non serve a niente va subito but- tato. Ma quelli che hanno delle deficienze possono servire di base per svilluppare una efficienza migliorata. Serve la lista dei requisiti desiderati dagli utenti. E quelli che non esi- stono ancora, che sono apparsi come bisogni, che sono ancora un’idea, un concetto, questi sono i veri bisogni de- gli utenti da cui i designer devono partire per sviluppare nuovi prodotti mancanti ma necessari nelle varie discipline del design. Dagli oggetti d’uso, arredi, elettrodomestici, di- spositivi elettronici, ecc. Strategie di co-design tra designer e utente. È importante osservare gli aspetti emotivi nell’e-

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sperienza d’uso, ora più intensa e continua e non più finale come prima. In questo senso il design di superfici ha uno scopo rilevante, è in grado di donare importanti qualità di benessere agli oggetti. Offre una grossa sfumatura di gra- devolezza oltre alla capacità di pensare ai materiali più adatti agli spazi e ai prodotti. Una parete con un bel colore o una carta da parati stampata che dovrà essere coordi- nata con la giusta tenda, il rivestimento del sofà, il tappeto, i mobili e tutto quanto ci sia dentro allo spazio.

Per la cucina vale la stessa regola, ma ci saranno gli elet- trodomestici e le stoviglie da considerare e tutto quanto serve per cucinare e rendere questa esperienza più gra- devole. Più si rimane dentro allo stesso spazio, più è impor- tante che lo stesso sia adatto tanto quanto gradevole e, soprattutto, progettato in modo tale che favorisca la vita di chi vive gli spazi.

Tutto sommato, i designer hanno attualmente un ampio repertorio di elementi per sviluppare il proprio lavoro, in- novare, creare… Fayga Ostrower non considera la crea- tività esclusiva di alcuni eletti, ma piuttosto il potenziale di ogni essere umano che è anche correlato al contesto in cui vive. Un fattore molto importante che prende in con- siderazione è la materia con cui è realizzata la creazione. Collega l’idea di immaginazione creativa all’idea di un’im- maginazione specifica, legata alla specialità della materia in ogni campo della conoscenza. Ciascuno può sollevare ipotesi sulle configurazioni relative alla materialità di cui si occupa, che per l’essere umano comprende anche il li- vello simbolico. I processi creativi che vengono elaborati interconnettono due livelli dell’esistenza umana: il livello individuale e il livello culturale. Per Fayga Ostrower, “i com- portamenti creativi dell’uomo si basano sull’integrazione del cosciente, del visibile e del culturale. È coerente parla- re di creazione se questa è preceduta da un atto intenzio- nale e cosciente” (1999, p. 69). In qualsiasi attività, creare è dare forma a qualcosa di nuovo, nuove connessioni che si stabiliscono nella mente umana, è mettere in relazione fenomeni e comprenderli in nuovi termini. In questo palco- scenico designer e utenti possono interagire fianco a fian- co per trovare soluzioni ai problemi che spuntano dai loro contesti.

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Vivere sospesi, appesi alla tecnologia

Stiamo iniziando in questi giorni a intravedere la faticosa uscita da un’epoca di “sospensione”1 definita in questi

mesi in molti modi che rivelano, oltre ai diversi significati dei termini utilizzati, anche la loro diversa interpretazione, che descrive i fenomeni sociali e personali che caratterizzano questo periodo della nostra vita.

Chiusura (to lock down, letteralmente “chiudere”, “blinda- re”), distanziamento sociale (social distancing), confina- mento (confinement, sia in francese che in inglese) nella propria casa o comunque in uno spazio chiuso; definizioni che – prese alla lettera – risultano potenzialmente deva- stanti: chiusura della produzione, delle attività, delle re- lazioni, della normalità della vita; distanza non solo fisica, imposta dal necessario metro di distanza, ma sociale, dal resto del mondo e dalle relazioni umane; confinamento e reclusione tra le mura della propria casa o dei luoghi (al chiuso) dove ci si è trovati costretti a restare al momento del lockdown.

Definizioni e termini che descrivono quanto è oggettiva- mente avvenuto e descrivono anche, nel significato cor- rente, quanto è stato percepito e vissuto.

Le reazioni psicologiche di ognuno e dei gruppi familiari e sociali costretti a convivere (lavorare, studiare, distrarsi) per l’intera giornata sotto lo stesso tetto. L’esasperazione di tut- te le situazioni di criticità, economica, sociale, psicologica. Come si è detto, “si è esasperato ciò che già c’era”, con tutte le conseguenze dell’improvviso azzeramento della gran parte dei servizi di assistenza e di supporto sociale.

1 Questo testo è stato scritto nella sua versione definitiva nel dicembre 2020, momento nel quale la notizia del probabile avvio del programma di vaccinazione anti -SARS- CoV-2/Covid-19 per l’inizio del 2021 ha diffuso un relativo ottimismo sulla possibile uscita dall’emergenza sanitaria legata alla pandemia.

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