gamento con una più ampia riflessione sulla sostenibilità delle nostre azioni. La rubrica social si è strutturata secondo tre filoni di narrazione: progetti di design, parole chiave e citazioni. Queste tre “categorie” di storytelling prevedono la pubblicazione di contenuti contingenti rispetto al perio- do attuale, utili come spunto di riflessione all’interno della design community così come della collettività in generale. Deliberatamente non vi è un ordine sistematico nella pub- blicazione dei progetti, delle parole chiave e delle citazio- ni, ma l’intera rubrica segue concettualmente il flusso di pensiero, entropico sì, ma con chiari intenti. Sono presen- tati contributi di designer contemporanei – da Neri Oxman a Giorgia Lupi; da Paolo Ulian a Studio Lievito; da Raffaella Fagnoni a Paolo Tamborrini, a Maddalena Vantaggi. Ma, più in generale, riflessioni interdisciplinari sul tema – parten- do da lontano: “Fintanto che l’uomo continua a distrugge- re tutte le forme di vita che considera inferiori, non saprà mai cos’è la salute e non troverà mai pace” (Pitagora di Samo) -, con l’obiettivo di tenere vivo ed alimentare il di- battito. Attraverso quindi il rilancio di progetti su questioni ecologiche, sociali e culturali, Sustainability Design Pills si propone allora di riflettere sul ruolo del design nel defini- re nuovi comportamenti, relazioni, comunità, presentando esempi di design per un futuro possibile.
Un piccolo contributo ad una difficile ripartenza.
Riferimenti
AA.VV. 1 (2020), C’è un posto nel mondo. Siamo noi, RCS, Milano.
AA.VV. 2 (2020), Il mondo che sarà. Il futuro dopo il virus, Gedi, Roma.
Boeri S. (2020), Risorgimento digitale, Stefano Boeri: “La cosa più preoccupante è il ritorno alla normalità”, www. video.repubblica.it
Ciotti L. (2020), La mia vita fatta di tante vite in attesa del riscatto, www.libera.it.
Cozzolino A. (2020), Papa Francesco e il Coronavirus: “Dio perdona sempre, la natura mai”, https://www.corriere.it/ pianeta 2020/20_aprile_11/
Ginori A. (2020), L’ex ministro e i dissidenti sfidano Macron sul virus: “Ora serve una svolta verde”, “la Repubblica” 9 maggio 2020.
Liotta E., Clementi M. (2020), La rivolta della natura, La nave di Teseo, Milano.
Riva G. (2020), Domande eco-logiche, “Donna”, “La Re- pubblica”, 11 aprile 2020.
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“L’organizzazione dello spazio e il rapporto dell’uo- mo con lo spazio che lo circonda, e il suo relazionare il pro- prio comportamento allo spazio che si organizza intorno a lui è una costante che ricorre in tutta la storia dell’arte mo- derna, dell’arte antica e non solo della storia dell’arte”1
Gianni Colombo
Premessa
L’emergenza implica una accelerazione dei tempi e tra- sforma le azioni quotidiane in atti nuovi che prima risulta- vano impensabili, funzioni dettate dagli imprevisti e dalle malattie, come il Covid-19, che si sovrappongono e spesso eliminano del tutto le funzioni che erano radicate nella vita di ognuno di noi.
L’uomo per sua natura ha la necessità, il bisogno di rela- zionarsi con i propri simili per vivere ed evolversi; il rappor- to con gli altri è una priorità di cui l’uomo non può fare a meno. Aristotele, 350 anni prima di Cristo, definiva l’uomo un “animale sociale” con un grande senso di appartenen- za ad un gruppo e ad un luogo, incapace di poter vivere isolato lontano dagli altri.
Nel 1995 R. Baumeister affermava che mantenere un nu- mero minimo di relazioni sociali è un bisogno universale di tutte le popolazioni e di tutte le culture; non è possibile che un individuo possa strutturare la propria vita in modo indivi- duale. Le persone si confrontano e si relazionano in modo stabile e continuo non solo per fini puramente fisici e mate-
1 Colombo G. (1967), Spazio Elastico Ambiente, intervista riportata da MA-GA, 14 agosto 2017 - https://www.youtube.com/watch?v=gA24n_wGuss.
Lo spazio elastico
Francesco Armato Ricercatore Nella pagina precedente: Gianni Colombo Lo Spazio Elastico Ambiente52
riali, come il nutrimento e la procreazione, ma soprattutto per realizzare la loro più intima natura, la ragione d’essere con se stessi e con gli altri nella realtà fisica reale e di tutte le cose che lo circondano.
Il Covid-19 ha impedito e impedisce in modo ferreo e dra- stico il rapporto di convivenza, investe, interrompe lo spazio e il tempo delle nostre vite, innescando un nuovo concet- to: il distanziamento sociale, un “suono” che disorienta per- ché contraddice il nostro modo di essere nel mondo. Essere nello stesso spazio distanziati impedisce le relazioni e crea disagio. Giustamente i governi impediscono il con- tatto fisico tra le persone con le misure di distanziamento sociale, misure definite di sicurezza, anti-droplet, sicurezza dovuta al passaggio del virus da un corpo all’altro, «goc- cioline» che possono superare anche i due metri e forse di più in condizioni di smog e inquinamento atmosferico. Il termine lockdown, il confinamento, entra a far parte del- la nostra vita, diventando un ingrediente fondamentale per sviluppare le nostre azioni, le pratiche sociali nello spa- zio pubblico e privato.
Il tempo e lo spazio subiscono variazioni importanti: il tem- po si dilata e lo spazio di movimento pubblico si restringe notevolmente; per svolgere le attività fisiche o fare una passeggiata per sgranchirsi le gambe, una distanza di soli duecento metri diventa una distanza importante e prezio- sa, in quanto è possibile uscire fuori dalle mura domestiche per pochissime volte durante la settimana.
Il Covid-19, il nemico invisibile, ha eliminato la stratificazio- ne culturale accumulata nel tempo dalla gente di tutto il mondo per riportarla ad uno stato di «monocultura», attra- verso l’arresto immediato imposto dall’emergenza. È difficile organizzare il proprio quotidiano, privato o pubbli- co, quando sei appeso ad un filo e speri che questo filo duri fino a quando l’emergenza sarà finita.
Lo spazio e il distanziamento
Queste nuove distanze cambiano i rapporti prossemici, quella distanza che ci fa comprendere il tipo di rapporto che dobbiamo avere con le persone che ci gravitano in- torno, intimo o di relazione pubblica. Il distanziamento so- ciale annulla la distanza intima, che non è detto sia quella di contatto: si può considerare distanza intima la conversa- zione privata tra amici, che può variare da zero a quaran- tacinque centimetri, e distanza personale quella che varia da quarantacinque centimetri a un metro (Edward T. Hall, 1968), distanze che nella cultura latina subiscono delle va- riazioni, che dipendono dal grado di parentela, diminuen-