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Vasilij Vlasij, senza però conoscerne le date precise (Lebedev, Esa- kov 1971: 83); alcuni riferiscono, non sappiamo però su quali ba- si, che Dm. Gerasimov avrebbe navigato per ben tre volte verso la Danimarca e la Svezia, compiendo Finterò giro della Scandinavia (Bodnarskij 1947: 23; Efimov 1950: 7).

1.3.1. La carta di G. B. Agnese

Nel già citato libello (cfì1.2 § .־.З.З.), frutto delle frequenti e dotte conversazioni con l ’ambasciatore russo, Paolo Giovio affer- ma di voler descrivere brevemente la posizione geografica dalla Russia, poco nota ai geografi dell’antichità, e promette che essa sarà accompagnata da una carta28. Ma la promessa non viene man- tenuta, che nel libello, uscito nel 1525, non si trova alcuna cartina (Adelung 1846: 189; Rybakov 1977: 216).

Nell’autunno dello stesso anno Giovan Battista Agnese prepara a Venezia una cartina, provvista di una legenda nella quale compa-

re il nome del Nostro: MOSCHOVIAE TABULA relatione dime-

trii legati descripta sicuti ipse a pluribus accepit cum totam pro- vinciam minime peragrasse fateatur anno MCXXV octobris29; si

è generalmente inclini a ritenere che Agnese si sia servito delle in- formazioni ricevute, direttamente о indirettamente, dall’ambascia- tore russo durante il soggiorno romano di quest’ultimo nel 1525 (Licini 1988: 54).

Alcuni studiosi ritengono che questa sia effettivamente la carta mai trovata di Paolo Giovio, о meglio una copia di questa; ma tale ipotesi fino ad oggi non ha ricevuto conferma oggettiva (Bagrow

2s Paolo G iovio [1525/1571: 158]: «R egionis primo situs, quem Plinio, Stra- bonique et Ptolemaeo parum notum fuisse perspicimus, pressa brevitate describetur ct in tabula typis excusa figurabitur».

29 Pubblicata in Kordt [1899: tavola 111], Bagrov [1918: 27 e 1962: fig. 3], e

Rybakov [1974: 72-73]. Sulla carta di G. B. A gn ese si vedano anche Bodnarskij [1947: 223, nota 37] e ЕЛ тоѵ [1950: 36].

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1962: 40; Rybakov 1974: 71-74 e 1977: 216; cfr. anche Michów 1882-83: 119-120 e Licini 1988: 73, nota 26). Adelung [1840:22] sostiene che la carta si trovasse effettivamente nella prima edizione (da lui erroneamente datata 1537, anziché 1525, come anche in O- gorodnikov 1913: Vili), e che in seguito sarebbe andata perduta.

Kordt [1899: 4], rifacendosi a Michow [1882-1883: 120] spie- ga la mancata pubblicazione della carta con la carenza di incisori in Italia a quel tempo (cfr. anche Rybakov 1974: 77).

Questa spiegazione non ha però convinto Licini [1988: 74], la quale, sulle orme di Bagrow [1962:41], non esclude che «[.״ ] for- se Giovio, avendo capito in tempo quanto i dati riportati dalla carta manoscritta di Agnese fossero scarsamente attendibili, avesse poi preso la decisione di non farla più incidere, escludendola così, contrariamente a quanto annunciato, dalla pubblicazione del Libel- lus. Questo, a sua volta, ha in effetti molti meno toponimi rispetto

alPopera cartografica, quasi che i più indecifrabili o i meno con- vincenti o i più inverosimili fossero stati cancellati di proposito dal testo gioviano».

Le argomentazioni di Bagrow [1962: 40] e Licini [1988: 73], relativamente all ,impossibilità che Dm. Gerasimov possa aver se- guito direttamente le fasi di stesura della carta, о che gliene sia sta- to presentato un abbozzo, condivisibili in toto per quel che concer-

ne i dati geografici ivi contenuti, muovono dal falso presupposto che Dm. Gerasimov fosse già partito dall’Italia nell’estate del 1525, e non, come invece provano le testimonianze di Sanuto, nel- l’anno successivo: il periodo giugno-luglio si riferisce solo al sog- giorno deH’ambasceria russa nella città di Roma, dato che egli fece ritorno a Mosca nel luglio del 1526 (Michow 1882-83 119, nota 54; Gamel’ 1865: 177; Bagrow 1962: 39); forse, ipotizza Ryba- kov [1977: 261], Dm. Gerasimov non voleva consegnare questa carta, ma fame preparare una più precisa.

Comunque stiano effettivamente le cose, non sembra più soste- nibile l’ipotesi che Dm. Gerasimov sia direttamente coinvolto in

quest’impresa, come dimostra tutta una serie di circostanze, ben il- lustrate ed esposte da Licini: se infatti teniamo conto delle forti tensioni tra la Mosco via e l ’impero ottomano di Selim I (1512- 1520), deciso e aperto sostenitore del khanato ribelle di Kazan’ e delle frequenti incursioni compiute nei territori russo e polacco dal khan di Crimea Mehmet Giraj (1514-1523), dobbiamo ritenere piuttosto inverosimile che un alto fiduciario del Gran Principe, da lui inviato in missione diplomatica in Occidente, fornisse ragguagli dettagliati su regioni ritenute di vitale importanza strategica per il regno moscovita (Bagrow 1962: 40), e che nel 1520 non era stato concesso di attraversare a Paolo Centurione, latore, come già ricor- dato, di una lettera di Leone X e intenzionato, per motivi commer- ciali, a raggiungere le Indie attraversando il territorio russo. In ogni caso si deve porre in serio dubbio l’eventualità che Dm. Gè- rasimov conoscesse direttamente le regioni meridionali e orientali, e finanche centrali della Russia; manca infatti, nel racconto auto- biografico dell’ambasciatore russo a Paolo Giovio, qualsiasi riferi- mento concreto in tal senso. Stupisce inoltre l’assoluta imprecisio- ne dei dati riguardanti le zone nord-occidentali della Russia, sicu- ramente ben note a Dm. Gerasimov, che le aveva visitate e percorse personalmente. Diventa pertanto inverosimile sostenere che la car- ta di Agnese del 1525 sia «la prima carta europea della Moscovia alla cui compilazione abbia preso parte un russo in modo diretto, almeno su questa porzione di territorio russo» (Licini 1988: 72).

Resta tuttavia da spiegare la notevole corrispondenza, per non dire coincidenza, fra le informazioni contenute nel Libellus di Pao- lo Giovio e la carta veneziana, che non si possono ritenere casuali; senza dunque escludere che la carta di Agnese sia stata tratta dal li- bello30, si notano, in essa come nel testo di Giovio, tutta una serie

B io-bigliogratla del traduttore 3 5

30 Dal confronto accurato condotto da M ichow 1882-83 non sono em erse di-

vergenze sostanziali (Licini 1988: 73, nota 28); di diverso avviso è invece Ba- grow [1962: 41], il quale ricorda com e nella carta siano arbitrariamente inclusi una serie di dettagli non m enzionati, о appena indicati, nel testo di Paolo G iovio.

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di imprecisioni ed errori davvero madornali, dunque difficilmente imputabili ad un russo, per di più esperto come il Nostro. Tutto ciò ci porta ad escludere anche che Dm. Gerasimov volesse infor- mare Paolo Giovio sul proprio paese, così come è inevitabile e- scludere che egli sia la fonte dei dati contenuti nella carta di Agne- se e assenti invece nel Libellus: infatti balzano immediatamente al-

rocchio le infelici traslitterazioni e/о traduzioni (così Licini 1988: 74) dei toponimi russi in latino, lingua che l’ambasciatore russo, anche a detta dei suoi autorevoli interlocutori, conosceva bene (Ba- grow 1962: 42). Si è giunti persino a ipotizzare che Dm. Gerasi- mov «abbia voluto “rifilare” a Giovio una carta ormai obsoleta della Russia per liberarsi da una richiesta divenuta troppo assillan- te» (Licini 1988: 74); tutto questo dunque spiegherebbe la decisio- ne, da parte di Paolo Giovio, di non far più incidere una carta rive- latasi di fatto inattendibile.

Rybakov [1974: 75], invece, ritiene di poter identificare le fonti della carta di Agnese, ridondante rispetto agli scarni dati fomiti da Paolo Giovio, oltre che in Dm. Gerasimov, in due disegni della Moscovia risalenti agli anni 1497 e 1523, in particolare nel secon- do e più recente; lo studioso russo continua (pp. 77-78) afferman- do che: «[...] посол Василия III привез ко двору Климента VII новей- ший чертеж Русского государства, изготовленной примерно в 1523 г. На этом чертеже были отраж ены все успехи русского оруж ия, закрепленны е миром с Сигизмундом 1523 г. Демон- страция чертеж а в Риме подтверж дена как интересной о- ш ибкой Павла Иовия (об истоках Волги), так и наличием 30 дополнительных (по отнош ению к тексту записей) объектов на карте Лпьезе. Вполне вероятное отсутствие па общем рус- ском чертеже северных земель было компенсировано допол- нительным чертеж ом , автором которого следует считать са- мого Д митрия Герасимова, образованного дипломата, знато- ка Русского Севера. Все это объясняет нам помещение имени Д м итрия Герасимова и заголовке карты Баттисты Аньезе 1525 г.».

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