• Non ci sono risultati.

Il ne bis in idem come uno dei diritti umani

3. Il ne bis in idem internazionale ed il suo mancato riconoscimento

3.2. Il ne bis in idem come uno dei diritti umani

Una delle ragioni dell'esistenza del principio del ne bis in idem, importante in particolare nei sistemi di common law è la garanzia di un diritto essenziale dell'individuo. Non stupisce che anche nell'ambito dei diritti umani si riscontrino voci contrarie al riconoscimento del diritto di non essere sottoposti a processo o incriminazione più volte per gli stessi fatti. Nonostante ciò, evidentemente il ne bis in idem è presente nei principali documenti e convenzioni internazionali sui diritti umani e rappresenta una delle fondamentali garanzie aventi ad oggetto il mantenimento di un certo minimum standard di diritti che spettano all'imputato nel processo penale, ovvero il cd. right of due process of law169.

Come si è detto, il ne bis in idem fu inserito nell'articolo 14 (7) del Patto Internazionale su diritti civili e politici, e nell'articolo 8(4) della Convenzione Interamericana dei diritti Umani. Infine, esso si trova nell'articolo 4 del settimo protocollo alla Convenzione Europea dei Diritti dell'Uomo di Roma sottoscritto il 22 novembre 1984. Proprio quest'ultima disposizione merita un più approfondito esame ai fini del nostro discorso.

Similmente al caso del Patto internazionale, anche il settimo protocollo fu aggiunto solo in un momento successivo rispetto all'approvazione del testo della Convenzione che risale alla fine degli anni 40. Come si legge nell'Explanatory report l'idea dell'inserimento del protocollo scaturiva proprio dal fatto di aver aggiunto la

169Cfr Mc Namara L., Human Right Controversies, Routledge Cavendish, 2007, p. 37.

disposizione corrispettiva al Patto Internazionale. Si volevano così evitare discrepanze fra i due documenti, per mantenere la chiarezza nel sistema internazionale dei diritti umani170.

Prima dell’adozione del settimo protocollo si cercava di dedurre il principio del ne bis in idem proprio dall'articolo 6 (1) che elenca i fondamentali diritti che spettano all'imputato nel processo penale, in particolare dal diritto di non autoincriminazione. Nonostante delle voci contrarie, alla fine si è arrivati alla conclusione che il ne bis in idem rappresenta non un diritto contenuto nei diritti dell'equo processo, bensì il distinto diritto di non essere processati un'altra volta171.

L'articolo 4 del Protocollo n. 7 così dispone: Nessuno può essere perseguito o condannato penalmente dalla giurisdizione dello stesso Stato per un reato per il quale è già stato assolto o condannato a seguito di una sentenza definitiva conformemente alla legge e alla procedura penale di tale Stato.

Dunque, ciò che deve essere immediatamente sottolineato è che, anche qui, il ne bis in idem si limita soltanto all'ordinamento giuridico di un Paese parte della Convenzione. Lo stabilisce espressamente l'articolo 4 indicando che si tratta di giurisdizione dello stesso Stato172. Inoltre, nell'Explanatory report si sostenne che l'applicazione del ne bis in idem interstatale è adeguatamente garantita dagli altri trattati quali European Convention on Extradition del 1957, European Convention on the International Validity of Criminal Judgments del 1970, European Convention on the Transfer of Proceedings in Criminal Matters del 1972. In realtà, le summenzionate convenzioni si concentrano sull'aspetto procedurale, in particolare,

170Bockel V W. B., The ne bis in idem principle in EU Law A conceptual and jurisprudential analysis, 2009, p. 17.

171 Trechsel S., Human Rights in Criminal Proceedings, Academy of European Law, European University Institute, Oxford, 2005, p. 385.

172Ibidem, p. 385, così anche Young D., Corker D., Abuse of process in Cirminal Proceedings, Lexis Nexis, 2003, p. 219.

di cooperazione inter-statale piuttosto che sul garantire il diritto di non essere processati due volte in due giurisdizioni diverse173.

Si sostiene comunque, che il ne bis in idem di cui all'articolo 4, Prot. n. 7, è appunto limitato alla concezione processuale, piuttosto che sostanziale. In una sentenza della Corte Europea dei Diritti Umani di Strasburgo, i giudici conclusero che nella situazione in cui una condotta può essere qualificata sotto più di una norma penale (concorso ideale) non vi è una violazione della norma convenzionale in quanto questa preclude il secondo processo per gli stessi fatti, e non la duplicazione della valutazione giuridica174 . Nel caso di due procedimenti consecutivi, la Corte deve valutare se nel secondo processo, il crimine per il quale si procede ha degli elementi essenziali diversi rispetto al primo. Nel caso contrario ci sarebbe una violazione del principio del ne bis in idem175 . Dunque, la Corte ha usato il criterio di specialità reciproca.

Secondo la disposizione sul ne bis in idem la sentenza è definitiva se ha acquisito l'effetto di res iudicata, dunque nei casi in cui la procedura vigente nello stato non prevede nessuna forma di impugnazione ordinaria, ovvero le parti hanno esaurito tali rimedi ordinari oppure è scaduto il termine per esperirli176. Questo esito ha comunque una rilevanza limitata in quanto, come detto sopra, l'articolo 4 si applica soltanto all'interno di una stessa giurisdizione e non tra i diversi Stati (sovrani).

173Coffey G., The principle of ne bis in idem in Criminal Proceedings, Irish Criminal Law Journal, Vol. 18, 2008, p. 3-4.

174La sentenza della Corte EDU nel caso Olivieira v. Svizzera del 30 luglio 1998, 84/1997/868/1080, p. 22, nella verione ufficiale inglese segue: That is a typical example of a single act constituting various offences (concours idéal d’infractions). The characteristic feature of this notion is that a single criminal act is split up into two separate offences, in this case the failure to control the vehicle and the negligent causing of physical injury. In such cases, the greater penalty will usually absorb the lesser one. There is nothing in that situation which infringes Article 4 of Protocol No.

7 since that provision prohibits people being tried twice for the same offence whereas in cases concerning a single act constituting various offences (concours idéal d’infractions) one criminal act constitutes two separate offences.

175La sentenza della Corte EDU nel caso Fisher v. Austria del 29 maggio 2001, 37950/97, p. 35.

176 Explanatory Report, Protocol no. 7 to the Convention for the Protection of Human Rights and Fundamental Freedoms, p. 22.

Inoltre, l'articolo 4 non può essere in nessun modo derogato o soggetto a riserve177. Indubbiamente, tale scelta rafforza il suo valore e importanza dal punto di vista dei diritti dell'imputato.

Negli ultimi anni, la Corte EDU si è pronunciata varie volte sulle questioni relative alla violazione del principio del ne bis in idem: particolare importanza riveste la recente sentenza Grande Stevens del 4 marzo 2014 in cui l'Italia è stata condannata per la violazione del principio per la previsione di una doppia sanzione (penale e amministrativa) per lo stesso illecito finanziario178. Occorre notare che in generale, la giurisprudenza della Corte EDU in merito al principio del ne bis in idem è molto ampia e pertanto ad essa si farà più volte riferimento in seguito.