ParCHEGGio
ConGiardino
intErMEdio
intEssErE
ColtivatE
di mathieu Gontier, François Vadepied/ Wagon landscaping (traduzione e adattamento dei testi dal francese di Anna Lambertini)strumento / progetto-installazione permanente nell’ambito di un festival di giardini urbani
luogo / Kortrijk, belgio
progettisti / Wagon Landscaping (Mathieu Gontier, François Vadepied)
committente / Comune di Kortrijk (Secret Gardens Kortrijk)
realizzazione / François Vadepied, Mathieu Gontier, atelier Pré carré - Sylivie Dacosta, Hannifa benmeziane
cronologia / 2009
estensione / 500 metri quadrati
costo / 25.000 euro
parole chiave / de-paving, asphalt garden, infiltrazioni botaniche, giardinaggio urbano tattico, festival di giardini
perché è stato scelto / una parte di un parcheggio pubblico viene trasformata in un inaspettato e tenace giardino intermedio, adottando la tecnica del de-paving. Un intervento a basso costo e realizzato in pochi giorni, che dimostra come l’arte dei giardini urbana low-fi sia in grado di combinare abilmente sguardo estetico, sensibilità ecologica, tecniche dolci e maniere decise
a Kortrijk, in belgio, in occasione del festival di giardini Secret Garden, ci venne affidata una parcella alberata in un vuoto al margine di un parcheggio. era ciò che restava del sistema degli antichi fossati della città, riempiti con l’andar del tempo per rispondere alle nuove necessità urbane. Quel vuoto era magni- fico: un giardino era già lì.
il vero problema si trovava a lato della nostra parcella: un par- cheggio occupava l’argine e nascondeva il giardino infossato. così mettemmo in discussione il perimetro dell’intervento e ci ponemmo la sfida di come riciclare quest’angolo di parcheg- gio, per rendere visibile il giardino sotto l’argine e immaginare un altro futuro per l’antico fossato. alla base di questo tipo di approccio, ponemmo l’obiettivo di attuare metodi di lavoro po- tenzialmente sostenibili ed economici: ciò avrebbe permesso di modificare radicalmente gli usi e le qualità del luogo, senza doverne attuare una costosa tabula rasa.
[park]ing è quindi un progetto sperimentale, basato sul rici- claggio dei materiali, il riuso del suolo esistente, la conser- vazione di un canale d’acqua per il mantenimento o la messa a dimora delle varietà botaniche da adattare. il giardino che
abbiamo realizzato ricicla sia la superficie e il suolo del par- cheggio, sia la sua forma. come modulo di riferimento per il suo disegno è stato preso quello di un posto auto, ed è stata riutilizzata la stessa scansione regolare e ripetitiva degli alli- neamenti degli stalli.
È un intervento solo in apparenza minimale, in cui abbiamo ap- plicato gli strumenti di metodo propri del progetto di paesag- gio e in cui si riflette la peculiarità del modo di lavorare che in seguito abbiamo consolidato, e che applichiamo a tutti i nostri lavori. una peculiarità che consiste nel saper gestire due fasi di solito distinte e anche tenute chiaramente separate nell’am- bito delle procedure amministrative del mestiere del paesag- gista in Francia: la fase di ideazione e quella di costruzione del progetto.
in effetti, possiamo dire che i nostri attrezzi di lavoro quotidia- ni sono, di volta in volta, matita, computer, pala e sega circola- re. in questo tipo di approccio, la mano conserva la sua doppia funzionalità: disegna e costruisce.
durante tutto il processo progettuale, dalla sua ideazione alla sua realizzazione, la mano mantiene la memoria di tale am- bivalenza. costruisce già mentre disegna e disegna ancora mentre costruisce.
Questa libertà permette di accorciare considerevolmente le fasi di realizzazione del progetto. l’accento è posto nelle fasi “prima del cantiere”, sulla comprensione del sito, la formula- zione di uno schizzo e di una narrazione progettuale. lo schiz- zo è sufficiente per proporre un budget. permette di definire gli aspetti decisivi delle modalità di realizzazione e delle quanti- tà. le fasi di descrizione dettagliata del progetto, necessarie ma troppo lunghe, sono tralasciate. l’attenzione al dettaglio può essere trasferita direttamente alla fase di costruzione. Questa stessa mano è anche la mano del giardiniere. attua ge- sti e saperi che sono fonte d’ispirazione e producono risparmio economico. così possiamo investire l’80% del nostro tempo nel ricreare un suolo vivente, un lavoro invisibile ma fonda- mentale. in ogni diversa situazione facciamo molta attenzione all’arbusto o all’albero lasciato a se stesso che non chiedono altro che una potatura di incoraggiamento, alla pianta spon- tanea che costituisce spesso la migliore testimonianza del
successo del nostro intervento. Questo atteggiamento non si pone affatto in contraddizione con il vero piacere dato dall’atto del piantare e da una “fantasia” vegetale fondata sul senso del lussureggiante, dell’esotico e di abbondanza.
il modo con cui siamo intervenuti nel contesto di Secret Gar- den racconta di come non ci sia da parte nostra una particolare rivendicazione del valore dell’effimero e del micro-intervento. al contrario: quando è possibile, lavoriamo su tempi lunghi e grandi spazi. molti dei nostri progetti hanno carattere plurien-
Reinventare vuoti minori Reinventare vuoti minori pagina 125 pagina
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nale, e possono coprire qualche metro quadrato come decine di ettari. in questo secondo caso, adottiamo le tecniche delle pratiche agricole o forestali, che ci permettono di impiegare al massimo l’energia di ciascuno, per una breve durata del can- tiere (mai più di cinque giorni).
nel nostro lavoro, la mano è anche quella degli altri. i cantieri sono spesso realizzati con l’aiuto di altri professionisti (pae- saggisti, architetti, illuminotecnici) o di studenti che intendono sviluppare pratiche analoghe alle nostre. la libertà del disegno iniziale lascia molto spazio all’evoluzione del progetto, nutrito da altri savoir-faire. per contro, questa flessibilità operativa non significa che il progetto si deforma a seconda dei deside- rata di ciascuno. la discussione è supportata dal confronto con il progetto disegnato e con le necessità specifiche di cantiere. il cantiere, tra l’altro, per noi è qualcosa di aperto a tutti coloro che hanno voglia di darci una mano. accogliamo gli abitanti di quartiere, le associazioni locali. consideriamo la partecipazione delle persone nella sua manifestazione più concreta. Si tratta di mettere mano alla vanga e di vivere insieme la vita del cantiere, nelle fasi di costruzione e nei momenti di convivialità che implica. il programma non è al centro delle nostre preoccupazioni, tut- tavia vorremmo che i nostri progetti fossero portatori di un’e- nergia propria che fa vivere un luogo; per assecondare questa possibilità, ci affidiamo all’arte e alla scoperta dell’ambiente
www.wagon-landscaping.fr materiale iconografico: Wagon Landscaping vivente. non essendo né degli artisti né degli ecologi, cerchia-
mo di lavorare il più spesso possibile con artisti che concepi- scono gli spazi come osservatori delle dinamiche viventi e che possono essere adatti a tutti.
con [park]ing abbiamo lavorato su un vuoto di margine: i nostri interventi si sviluppano spesso in luoghi al limite della città, negli interstizi in attesa. in effetti, è qui che troviamo gli essen- ziali ingredienti nutritivi del progetto: disponibilità di spazio, dinamiche vegetali spontanee, usi nascosti, libertà di inter- vento. tuttavia, la necessità di aderire al terreno e l’esperien- za diretta di un lavoro fatto con le mani, influenzano il nostro approccio al mestiere, che cerchiamo di trasmettere in tutti i nostri progetti.