• Non ci sono risultati.

unasPHaltGardEn

PEraPPliCarE

iPrinCiPi

dEll’EConoMia

invEntiva

di Véronique Faucheur/ atelier le balto (traduzione dal francese di Anna Lambertini)

strumento / progetto di parco per committenza privata

luogo / rehau, Germania

progettisti / atelier le balto

architetto e coordinatore del progetto / Weber Würschinger

committente / società industriale rehau

cronologia / progettazione 2009-2010; realizzazione 2012

estensione / 6.000 metri quadrati

costo / 300.000 euro

parole chiave / economia inventiva, de-paving, parco comune

perché è stato scelto / un esercizio inventivo di arte del giardino, che combina senso del luogo, sensibilità progettuale e capacità del fare, per comporre in una sequenza diversificata di spazi, spessori e materiali, un nuovo paesaggio del quotidiano

il parco di prolin nasce dalla volontà delle industrie rehau di of- frire ai giovani che frequentano il suo centro di formazione, non solo una sede rinnovata (una vecchia filanda restaurata e am- pliata con un intervento contemporaneo), ma anche un contesto di qualità, un luogo dove potersi rilassare prima, durante e dopo le lezioni. tuttavia, è grazie alla lungimiranza dell’amministra- zione del piccolo comune che si è potuto realizzare un parco, considerato che il progetto ha beneficiato di un considerevole finanziamento da parte dell’ente pubblico locale.

Gli architetti incaricati del restauro del complesso avevano az- zardato la proposta di aprire l’edificio verso la città per realizzare un parco: l’idea era stata accolta con entusiasmo dal commit- tente privato e dall’amministrazione comunale. il comune ave- va così dato la sua disponibilità a contribuire finanziariamente all’operazione, a condizione che il parco non fosse stato consi- derato come una pertinenza del centro di formazione, ma come uno spazio a disposizione di tutti gli abitanti di rehau. Situato al bordo dell’insediamento urbano, il parco avrebbe potuto contri- buire a creare una connessione verde tra il centro e la periferia cittadina, attraverso il prolungamento di un percorso pedonale e ciclabile, ancora da realizzare ma già previsto dagli strumenti di pianificazione. dato che l’edificio si trova in un’area di margine fluviale, il nuovo percorso avrebbe seguito il fiume.

Reinventare vuoti minori Reinventare vuoti minori pagina 137 pagina

136 Azioni/Luoghi Azioni/Luoghi

competenze e a uno schizzo che presentava a grandi linee una proposta di trasformazione spaziale.

c’erano da considerare, oltre all’architettura di pregio e alla at- trattiva del sito (di valore storico e collocato in un bel contesto paesaggistico in prossimità del fiume), un grande parcheggio asfaltato e alcune costruzioni prive di qualità che sarebbero state demolite.

nel nostro primo schizzo, avevamo preso in considerazione al- cuni grandi alberi ai bordi del lotto: degli ontani, dei pioppi e dei salici allineati sul margine fluviale, un vecchio acero con rami alti e contorti sul ciglio della strada, poi un tiglio e due castagni, che dovevano essere stati piantati dal comune su un triangolo verde tra la strada e il parcheggio. il resto del lotto era costituito da un ampio spazio in leggera pendenza sia verso il fiume, a sud, che verso la strada a nord e verso la proprietà adiacente, a est. il pro-

getto interveniva su una composizione di spazi posti in relazione con tre lati dell’edificio, cioè con le facciate anteriore e posterio- re della vecchia filanda e con quella del nuovo ampliamento, che veniva a formare una specie di prua.

mentre si poteva facilmente immaginare che sarebbe stato il caso di riportare terreno fertile sulle superfici liberate degli edi- fici demoliti, ci sembrava poco sensato fare una tabula rasa del piano asfaltato del parcheggio. non solo perché quella superfi- cie pavimentata presentava una notevole qualità di esecuzione (brillante con la pioggia, liscia, perfetta per andarci con lo skate- board o i pattini), ma anche perché avremmo potuto risparmiare una parte del budget e utilizzarla per inserire altri elementi, al- beri più grandi o più arredi (panchine, tavoli da ping-pong, punto barbecue).

lo spessore dell’asfalto, di 20 cm, era ideale per effettuare dei tagli senza rischiare di veder sbriciolare i bordi. abbiamo taglia- to delle sagome che ricordano quelle delle barche, le abbiamo riempite di terriccio buono e ci abbiamo piantato dei salici, tra- sformando così il parcheggio in un giardino d’asfalto. l’atmosfe-

ra lì cambia a seconda dell’ora del giorno, del tempo, della luce e del livello di umidità. Quando piove, il giardino asfaltato sembra una grande superficie d’acqua, da cui emergono delle isole pian- tate con salici e buddleie, gli alberi delle farfalle.

Questo paesaggio si apprezza con particolare piacere dalla scala del nuovo corpo edificato, collocata nella punta di vetro, la sera, al tramonto. i salici ondeggiano più o meno dolcemente, a seconda del vento. per descrivere i principi che hanno gui- dato questo progetto, possiamo riprendere un termine intro- dotto da alexandre chemetoff: economia inventiva. Significa osservare e valutare gli elementi presenti in un luogo prima di decidere cosa farne. l’obiettivo non è realizzare un progetto che costa il meno possibile, ma piuttosto approfittare di quello che esiste in maniera intelligente. Sul sito si trovava un numero consistente di grandi lastre di granito. erano state sepolte dal tempo. ne abbiamo ricavato un patchwork, realizzando un luo- go intermedio collocato tra il percorso di accesso all’edificio e una mail alberata con i pioppi. i pioppi tremuli (Populus tremu- la), scelti per la musica piacevole che producono le loro foglie

quando sono toccate dalla brezza, sono stati messi a dimora adottando la stessa griglia usata per le pioppete, dove gli alberi sono piantati per la produzione e la vendita del legno. Questa zona del parco evoca la storia industriale del luogo e asseconda le sue caratteristiche naturali, dato che si tratta di un terreno di margine fluviale e i pioppi amano i suoli umidi. la terza par- te del parco prolunga e ingrandisce il triangolo alberato tra la strada e il parcheggio. in mezzo alle alberate urbane più vec- chie (tigli e castagni), abbiamo piantato dei cespugli fioriti e dei piccoli alberi da frutto.

un po’ frutteto, un po’ piantagione ornamentale, questa parte del parco corrisponde al ruolo del sito, spazio di transizione tra città e campagna. in mezzo alle zone abbondantemente pian- tate abbiamo realizzato dei percorsi stretti che conducono al giardino d’asfalto e lo attraversano. percorrere interamente il parco consente di passare da un’atmosfera all’altra, lungo la strada e lungo il fiume, tra la città e il centro di formazione. il parco migliora l’ambiente quotidiano degli studenti e i bordi della città.

materiale iconografico: atelier le balto, foto di Philip Winkelmeier, atelier le balto

Reinventare vuoti minori Reinventare vuoti minori pagina 141 pagina

140 Azioni/Luoghi Azioni/Luoghi

Parcheggio