di Véronique Faucheur/ atelier le balto (traduzione dal francese di Anna Lambertini)
strumento / progetto azione realizzato come parte integrante di una manifestazione di arte del giardino
luogo / berlino, Germania
progettisti / atelier le balto
committente / atelier le balto, con il sostegno dei Fonds Culturels de la Capitale et Hamburger bahnhof, Musée d’art contemporain
realizzazione / atelier le balto, con l’aiuto di 15 studenti dell’associazione eLaSa
cronologia / progettazione e realizzazione 2005
estensione / 1.000 metri quadrati
costo / 10.000 euro
parole chiave / arte del giardino, sguardo paesaggista, friche, poetica degli interstizi, temporalità
perché è stato scelto / un intervento leggero e poetico per rivelare la bellezza inconsapevole della natura evolutiva di uno spazio urbano dimenticato
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urbane, in un senso ecologico ed estetico: grandi cieli, piante, ter- reni permeabili, ombra, frescura.
Tafel in tedesco indica anche la grande tavola delle feste. il giar- dino ospita regolarmente piccoli gruppi riuniti per festeggiare un avvenimento attorno a un pic-nic o a un concerto.
ad anni di distanza dalla manifestazione, tafel-Garten è an- cora là, accessibile e visitato, mentre il suo contesto si tra- sforma a gran velocità. una torre di 30 piani è venuta su lì davanti nell’estate del 2012. Segna l’inizio di un quartiere che si estenderà su circa 10 ettari tra la stazione centrale e il quar- tiere di Wedding a nord. le gallerie d’arte che si erano insediate al momento della realizzazione del giardino nei vecchi magaz- zini stanno poco a poco scomparendo per lasciare il posto agli edifici residenziali.
il tafel-Garten resta protetto dai suoi muri e i suoi alberi delle macerie continuano a crescere. rimane un luogo di solitudine e di calma, allo stesso tempo pubblico e intimo.
il supporto dato dalla amministrazione comunale a Woisder- garten ha dimostrato che l’arte del giardino appartiene a buon diritto alla dimensione culturale. il secondo aspetto positivo della creazione (a basso costo) dei quattro giardini tempora- nei sta nel fatto che berlino ha beneficiato di due giardini che sembra adesso possano essere mantenuti per un periodo più lungo: il giardino della maison de la culture del quartiere mitte e il tafel-Garten.
eravamo in cerca di lavoro. avevamo l’idea che dei giardini avrebbero potuto “rendere bella” la città o, almeno, trasfor- mare quattro spazi urbani abbandonati del quartiere di mitte. degli spazi che ci interessavano molto, perché ci intravedeva- mo delle qualità che una persona non dotata di uno sguardo “informato” necessariamente vede.
in quell’epoca, il quartiere era ancora provvisto di numerosi vuoti urbani, di lotti edificabili situati in mezzo a due fabbri- cati. erano vuoti accessibili, ma raramente utilizzati. la vege- tazione spontanea ci cresceva tranquillamente: enotere e so- lidago ritornavano ogni primavera, poi gli ailanti, le betulle, gli olmi che divenivano sempre più grandi, a volte anche un susino selvatico, una robinia, un salice o un acero, per citare le specie presenti nel tafel-Garten.
avevamo un duplice obiettivo.
per prima cosa, identificare le qualità di tipo spaziale e vegeta- le ed evidenziarle attraverso una sistemazione in linea di mas- sima molto semplice: aggiungere del nuovo terreno, potare gli alberi, inserire una scala o una piattaforma, creare un percorso e un posto per rilassarsi. i nuovi elementi dovevano dare un senso: un senso geografico, estetico, sociale e forse filosofico. la sistemazione doveva sottolineare un punto di vista, un suo- no, un colore, un odore, una forma, delle forme, che esistevano già ma erano poco percepibili. un nostro amico artista ha detto che noi “riveliamo dei mostri, dei mostri amichevoli”.
come seconda cosa, volevamo trasformare lo sguardo degli abitanti e dei visitatori. erano stati invitati, tramite differenti modalità di informazione (locandine, cartoline postali, annun- ci nei giornali), a cercare i quattro giardini realizzati, e quindi ad attraversare il quartiere.
nel corso della passeggiata alla ricerca del giardino, lo sguar- do si affilava e permetteva di scoprire altri giardini insieme ad altri luoghi potenziali. proponevamo, in qualche misura, un’i- niziazione allo sguardo del paesaggista.
i quattro giardini realizzati nell’ambito dell’operazione Woisder- garten? dovevano rendere bella la città trasformando dei luo- ghi ma anche lo sguardo dei suoi abitanti, renderli più attenti, più sensibili. la trasformazione di questi luoghi in giardini ci ha permesso di vedere, di capire e di mostrare la ricchezza di friche
www.lebalto.de
materiale iconografico: atelier le balto, foto di Erik-Jan ouwerkerk, atelier le balto
afrikaanderplein è il principale spazio aperto di afrikaanderwijk, un distretto di case operaie caratterizzato dalla presenza di co- munità etniche di diversa provenienza.
il quartiere è stato realizzato ai primi del novecento su progetto di de Jongh: prima del 1914 la piazza era un grande spazio mo- nofunzionale, ma successivamente è stata conquistata dalle necessità e dai desideri degli abitanti, diventando così un luogo identitario e simbolico, con la creazione di un campo da football, dei playground con una piccola piscina per bambini e con l’isti- tuzione del giardino botanico e del centro per il recupero dell’a- vifauna Vogelklas Karel Schot.
in passato la sistemazione di quest’area ha impegnato diverse generazioni di progettisti e considerevoli risorse economiche, senza che si riuscisse a identificare una soluzione soddisfacen- te e condivisa con gli abitanti.
la piazza era stata ridisegnata nel 1930, nel 1947, nel 1970 e nel 1985, prima dell’assetto attuale, progettato da oKra tra il 1999 e il 2002, e realizzato attraverso un processo di condivisione con i residenti delle diverse etnie e i gruppi di interesse, coinvolti fin dalle prime fasi di definizione dell’idea progettuale.
afrikaanderplein
strumento / progetto di parco pubblico su affidamento diretto di incarico
luogo / rotterdam, Paesi bassi
progettisti / OKra
committente / Comune di rotterdam
cronologia / progetto1999-2002 ; realizzazione 2003-2005
estensione / 5,6 ettari
costo / 8,1 milioni di euro
parole chiave / vuoto, condivisione, multiculturalità, usi multipli, sunken garden
premi / nominato Progetto esemplare nel 2000 dal Ministero olandese per l’housing (VrOM) e dalla Fondazione per l’housing sperimentale (SeV); Primo premio al national Dutch Outdoor space architecture award (OaP) 2005-2006
perché è stato scelto / una piazza-parco di quartiere riconfigurato con successo in una tessera di paesaggio urbano attraverso un progetto condiviso con gli abitanti