nel Parco di
Villa Strozzi
PErCorsinarrativi
EGEstionEinvEntiva
PErEduCarEallo
sGuardosuun
PaEsaGGiostoriCo
strumento / ricerca applicata, progetto realizzato grazie al finanziamento di uno sponsor privato
luogo / Firenze, Italia
progettisti / anna Lambertini, tessa Matteini (limes architettura del paesaggio) con la collaborazione di Marco Pacini e Francesca Granci
team di ricerca/progetto / alessandro Parenti (coordinatore); DeIStaF Università di Firenze); Ciro Degli Innocenti (Comune di Firenze); anna Lambertini, tessa Matteini (Università di Firenze / limes)
committente / Università degli Studi di Firenze / Società Guccio Gucci Spa
cronologia / ideazione, progettazione 2010-2011; prima fase lavori ottobre 2011-aprile 2012; inaugurazione primo percorso 2012; seconda fase lavori ottobre 2012-luglio 2013
estensione / 9 ettari
costo / 100.000 euro
parole chiave / ricerca applicata, gestione inventiva, percorsi ludici, parco storico, narrazione
perché è stato scelto / come esempio di sperimentazione di un metodo di gestione inventiva di un parco storico, resa possibile grazie alla collaborazione tra università, ente pubblico locale
e sponsor privato
il progetto del bosco cantastorie nasce da una convenzione, stipulata nel 2010, tra il dipartimento di economia, ingegneria Scienze e tecnologie agrarie e Forestali dell’università degli Studi di Firenze (responsabile alessandro parenti), il Quartiere 4 del comune di Firenze (responsabile ciro degli innocenti) e la Società Guccio Gucci, sulla base di un progetto di ricerca ideato da anna lambertini e tessa matteini.
l’idea progettuale consiste nella sperimentazione di un metodo di gestione inventiva di un parco pubblico storico, attraverso la definizione di itinerari tematici con valenze didattico-ricreative. il luogo scelto per la sperimentazione ha una biografia e una struttura paesaggistica speciali.
con un’estensione di nove ettari e inserito all’interno del com- plesso storico-ambientale del monteoliveto, il parco di Villa Strozzi al boschetto ha una posizione strategica nel sistema degli spazi aperti del quartiere e della città e, al tempo stesso, costituisce un’interfaccia tra il tessuto costruito e il paesaggio agricolo collinare. configurato nel suo assetto attuale dall’archi- tetto Giuseppe poggi (artefice delle trasformazioni ottocente- sche di Firenze capitale), che ci lavorò su incarico dell’allora pro- prietario Ferdinando Strozzi, il parco viene ricordato come uno dei più bei parchi suburbani della seconda metà dell’ottocento. dopo vari passaggi di proprietà, il parco di Villa Strozzi con le sue “fabbriche” giunge in possesso del comune di Firenze negli anni Settanta e nel 1975 viene aperto ai cittadini.
poiché gestire un sito storico come spazio pubblico significa non solo tutelarlo e mantenerlo in quanto bene culturale, ma
li all’interno del parco, dove si è intervenuti con operazioni di rafforzamento dei caratteri presenti o con semplici lavori di manutenzione. È il caso del Prato volante, un pendio erboso su cui è stato creato un percorso per correre in mezzo ad un pra- to fiorito, alla cui semina sono stati coinvolti simbolicamente i bambini delle scuole elementari di quartiere, nel corso di una giornata di inaugurazione del primo percorso.
le Stanze sono spazi raccolti e disegnati dalla struttura ve- getale, percepiti appunto come vere e proprie “stanze verdi”, destinate a laboratori en plein air di educazione ecologica e botanica. per esempio, la Stanza delle achillee, caratterizzata da un prato fiorito spontaneo racchiuso da masse sempreverdi esistenti, ai cui piedi è stata messa a dimora una bordura di achillee, potrà facilmente fornire “materiale” per la composi- zione di erbari.
le Soste invece sono concepite come pause attrattive conte- nenti elementi o arredi minimali legati al tema tecnologico, di- sposte in forma sparsa nel sistema generale delle connessioni del parco.
in alcuni casi, può succedere che uno stesso luogo del parco possa funzionare insieme come Stazione, Stanza e Sosta. la so- vrapposizione tematica corrisponde alla definizione di un nodo chiave, dove i tre percorsi si incrociano, rafforzandosi a vicenda. in sostanza, gli interventi e le “macchine ludiche” ideati per la composizione dei percorsi intendono attivare nuovi filtri di lettura su quello che già c’è. il parco pubblico di Villa Strozzi diventa così un paesaggio poetico da esplorare e conoscere giocando, a partire dalla capacità di adulti e bambini di inven- tare ogni volta storie e racconti, di suggerire approfondimenti culturali e didattici sulla storia del parco, di sperimentare la- boratori creativi.
in questo senso il bosco cantastorie funziona come un’opera aperta, un intreccio narrativo mai finito e ogni tappa dell’iti- nerario complessivo, ogni nodo di ciascuno dei tre percorsi, costituiscono un capitolo da scrivere, riscrivere, reinventare nel tempo in modo diverso, a partire dai suggerimenti offerti. anche orientarne nel tempo le trasformazioni in relazione al mu-
tare delle esigenze della collettività, individuare modelli di ge- stione inventiva dinamici, capaci di recepire nuove istanze so- ciali e al contempo di preservare l’identità del luogo, costituisce una importante sfida tecnica e culturale con cui confrontarsi. il progetto attua una lettura del parco di Villa Strozzi attraverso tre principali filtri: quello del bene storico ambientale di inte- resse collettivo da curare, mantenere e tutelare; quello dello spazio pubblico, luogo della quotidianità e di attività ricreative; quello di paesaggio straordinario da far conoscere e ricono- scere agli abitanti.
l’idea di costruire un sistema di percorsi di lettura di caratte- re ludico-didattico, rivolto soprattutto ai bambini, è sembrata la più efficace sia per poter attivare una serie di interventi che potessero comprendere alcune operazioni di manutenzione ordinaria e straordinaria, sia per incoraggiare modalità di frui- zione utili a rendere lo sguardo dei fruitori meno distratto e più consapevole della profondità storica del loro parco.
i percorsi del bosco cantastorie sono tre: della memoria Sto- rica, naturalistico-ambientale e tecnologico, e si appoggiano sul sistema della viabilità e dei collegamenti interni esisten- ti. i percorsi si compongono di una sequenza di tappe chiave, definite Stazioni, Stanze e Soste, che ne rappresentano i nodi spaziali e narrativi portanti.
le Stazioni sono ambiti spaziali ben definiti e riconoscibi-
www.studiolimes.wix.com/ studiolimes
materiale iconografico: limes architettura del paesaggio