FarCrEsCErE
unBosCodiFaGGi
aMalMö
di thorbjörn andersson (breve introduzione e traduzione dall’inglese di Tessa Matteini)strumento / progetto di paesaggio su incarico pubblico per vincita di concorso di progettazione
luogo / Malmö, Svezia
progettisti / Sweco architects ab, thorbjörn andersson (paesaggista)
team di progettazione / PeGe Hillinge, Johan Krikström, Marianne randers, andreas Johansson, niklas Ödmann (consulente per l’illuminazione)
cronologia / progettazione e realizzazione 2009-2010; inaugurazione 2011
estensione / 14.000 metri quadrati
costo / 10 milioni di euro
parole chiave / faggio, bosco urbano, naturalità programmata, cielo digitale
perché è stato scelto / la costruzione di una nuova piazza come occasione per inventare un bosco urbano
vamo a disposizione e avrebbe richiesto un supporto specifico e specializzato.
in natura la crescita del faggio dipende dalla disponibilità di terreno libero che consente alle sue radici uno scambio attivo di ossigeno e ossido di carbonio. Ha bisogno di humus in con- tinuo rinnovamento e trae vantaggio dai residui organici che cadono al suolo, tipici dell’ambiente forestale. È molto sensi- bile alla mancanza di acqua. malgrado tutte queste difficoltà realizzative, il motto del concorso era ormai stato definito e, arrivati a questa fase, gli obiettivi della proposta progettuale non erano più negoziabili.
ebbe allora inizio una fase di intensa ricerca scientifica che richiese il supporto multidisciplinare di numerosi esperti: era necessario trovare una soluzione ad alta tecnologia che po- tesse assicurare la sopravvivenza del bosco dei faggi di Hyllie. in primo luogo è stato realizzato un gigantesco letto di pian- tagione, pari alla dimensione della piazza soprastante. la cavità è stata riempita per uno spessore di 80 cm da elementi lapidei (di dimensioni pari a un pallone da calcio) in modo da Quando la luce filtra attraverso la chioma di un faggio, le foglie
sembrano trasparenti, con tonalità delicate che suggeriscono una sensazione di freschezza. col progredire del tempo, nel corso dell’anno, le foglie diventano spesse e coriacee, contri- buendo a formare un contrasto netto tra le aree di luce e d’om- bra ai piedi dell’albero.
il concorso per la sistemazione della nuova piazza del distret- to Hyllie a malmö è stato vinto con un progetto identificato proprio dal motto Fagus, il nome scientifico del genere a cui appartiene il faggio. l’idea centrale della proposta era quel- la di creare una foresta di faggi sulla piazza, o disegnare una piazza in forma di foresta di faggi. il fatto che si trattasse di una specie così caratterizzante della regione avrebbe conferi- to una identità riconoscibile a un luogo ancora privo di una sua specifica personalità. il faggio sarebbe diventato l’immagine iconica della nuova piazza.
più tardi avremmo imparato che l’intuizione originale del pro- getto era tanto straordinaria quanto poco informata: il faggio non riesce a crescere nelle condizioni offerte dal sito che ave-
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www.sweco.se/ sv/Sweden/Temp/ Verksamhet/Arkitektur/ Landskapsarkitektur/ Hyllie-torg thorbjorn-andersson.com thorbjorn-andersson.com/ downloads/Hyllie.pdf materiale iconografico: Thorbjörn Andersson
un punto blu sul tronco documentava l’orientamento dell’al- bero nel vivaio, informazione vitale per il successo della sua ri- piantagione in Svezia. un sensore all’interno della corteccia di ciascuno degli alberi registra in tempo reale il trasporto di linfa attraverso i tessuti cellulari. più che il prodotto di una foresta naturale, i faggi di malmö possono essere considerati come dei veri e propri “neonati allevati in una incubatrice”.
il posizionamento delle alberature forma una serie di radure all’interno della piazza che ospitano diverse tipologie di se- dute, alloggiate su superfici pavimentate di blocchi di legno. undici “alberi” metallici, ciascuno alto 16 metri, definiscono i bordi della piazza: tra questi elementi verticali si estende una trama di 1800 metri di cavi di acciaio, disposti in un intreccio che ricorda la tela di un ragno. i cavi supportano un sistema di 2800 diodi led programmati secondo quattro scenari stagiona- li che, con il buio, creano un cielo digitale.
la piazza è stata inaugurata nel giugno 2010 e il primo relatore è stato il direttore del parco di malmö, incoronato da una ghir- landa di foglie di faggio.
formare un suolo strutturale, composto per il 60% da vuoti. il volume di base, integrato con terriccio e abbondantemente irrigato, è stato successivamente coperto con una pavimenta- zione in granito svedese ad alta densità (in totale 12.000 metri quadrati). ciascuna lastra misura 2 metri per 1 metro e 12 cm di spessore, è rifinita a sega sui lati e a taglio termico alle due estremità ed è posata con i giunti ben visibili.
Sulla superficie in granito sono state incise dodici fasce paral- lele, ciascuna delle quali è stata piantata con due, tre o quat- tro esemplari di faggio. all’interno di ciascuna fascia il terreno di piantagione è stato arricchito con pomice e mycorrhiza: la pomice è cenere vulcanica pietrificata con una significativa capacità di trattenere l’umidità; la mycorrhiza è una miscela costituita da funghi che agisce sulle radici della pianta miglio- rando il ricambio delle sostanze nutrienti attraverso il proces- so della simbiosi.
le piante di faggio sono ventotto e hanno tutte trenta anni di età. Sono state acquistate in un vivaio a nord di berlino, zollate in sito e trasportate a malmö con il pane di terra congelato.
il parco di catene, dopo quasi trent’anni di attesa, definisce l’uso pubblico di un frammento agricolo di circa 8 ettari, assolvendo a un programma funzionale concordato in incontri partecipati con le rappresentanze del quartiere e le associazioni territoriali. il parco giace in un ambito, intercluso tra la viabilità tangenziale di mestre e zone residenziali a bassa densità, prolungamento della città-giardino di marghera, che evidenzia le caratteristi- che dello sviluppo postbellico delle zone dell’interland venezia- no: scarsa qualità edilizia, assenza di centralità e servizi, forma urbana fortemente condizionata dalle grandi infrastrutture ter- ritoriali e una totale assenza di parchi e spazi pubblici. l’area ha uno sviluppo nord-sud di circa 400 metri e una lar- ghezza quasi costante di circa 200. il terreno, in parte coltivato e in parte a riposo, era contraddistinto dalle diverse “baulatu- re” dei suoli agricoli, da un sistema nord-sud di canali di scolo e da “capifossi” per lo smaltimento delle acque meteoriche, dove nel tempo si sono sviluppate interessanti associazioni vegetali con specie ad alto fusto.
il progetto ha preso avvio da tale matrice agricola per trovare le ragioni del nuovo disegno di suolo nella filigrana dei tracciati idraulici, così come nella disponibilità di terreno derivante dal- la realizzazione dei nuovi insediamenti residenziali d’iniziativa privata, di cui il parco costituisce la parte di cessione pubblica. la conversione dell’area e degli elementi del precedente pae- saggio agricolo in parco urbano è stata realizzata a partire dal sistema delle acque, rispondendo anche alle esigenze dettate dall’emergenza idraulica, che interessa l’intero territorio vene- ziano a seguito degli eventi alluvionali del 2007 e ha comporta- to l’applicazione del principio dell’invarianza idraulica a tutti gli interventi che prevedono una riduzione di permeabilità dei suoli.
la scelta di preservare per quanto possibile il sistema idrau- lico, ha determinato le azioni principali del progetto. al con- tempo, il mantenimento dei fossati agricoli e dei corrispon- denti impianti vegetali, la conservazione di circa 6.000 metri quadrati di prati umidi (costitutivi di un esempio ormai raro di ambito eco-tonale in aree antropizzate) e il riutilizzo dei terreni di scavo per la costruzione dei nuovi terrapieni del parco hanno fissato il palinsesto dell’organizzazione successiva del proget-