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Borik e Pratas (2008).

Morfosintassi e Pragmatica

2.10. Borik e Pratas (2008).

In un recente articolo sulla flessione del capoverdiano, Borik e Pratas (2008) assu- mono che la differenza tra stati ed eventi rispetto al riferimento temporale è formalizzabile in termini di struttura argomentativa a livello della rappresentazione lessicale – basandosi sull'approccio davidsoniano classico in Katz (1995, 2003a, 2003b). Predicati stativi sono legati direttamente al tempo, mentre i predicati dinamici hanno un argomento eventivo, come in (90 e 90') – citato in Borik & Pratas (2008) traduzioni aggiunte in italiano:

(90) a. N sabe risposta

“So la risposta”

b. [sabe]: λx.λy.λt [sabe (x,y,t)] (90') a. N kume katxupa

“Mangiai la cachupa”

b. [kume]: λx.λy.λe [kume (x,y,e)]

I predicati dinamici devono convertire la predicazione eventiva in una temporale, tramite una chiusura esistenziale.

L'operatore–λ cerca una valore da assegnare alla variabile ℮: (91) λ℮ [kume(℮, N, katxupa)]

che è dato da una chiusura esistenziale: (92) ∃℮[kume(℮, N, katxupa)]

Mentre nei predicati stativi, l'operatore–λ applicato alla variabile t assegna un valore direttamente in riferimento al tempo. Secondo le autrici, ci sono (almeno) due modi di convertire la variabile eventiva in una temporale, con risultato di dare una interpreta- zione o localizzazione dell'evento nel tempo. Tramite un marcatore progressivo, o imper- fettivo, ad esempio sata che da una lettura al presente oppure con un morfema Ø (zero) che risulta in una lettura al passato.

(93) a. PROG: λP.λt. e [P(e) & t tempo-di(e) & t =qui/ora]∃ ⊂ b. PST: λP.λt. e [P(e) & tempo-di(e) t & t < qui/ora]∃ ⊆

In parole, in (93a), l'esistenza di un evento con due argomenti, predicato e tempo, sotto l'operatore PROGressivo essi ricevono una valutazione che è di inclusione nel sot- toinsieme del tempo “attuale” dell'enunciazione. In (93b), l'operatore PaSsaTo ha la stessa portata su un evento esistente ed i suoi argomenti, ma il tempo di valutazione è un insieme proprio che è precedente il tempo di enunciazione. Queste operazioni sono escluse per gli stati, perché per definizione, gli stati prendono una variabile temporale e non una variabile eventiva. Ciò spiegherebbe l'osservazione classica sull'incompatibilità tra progressivo e predicati stativi (94) e il “fatto rilevante”, per le autrici, che nelle bare sentences gli stati hanno una interpretazione di default al presente (95):

(94) *N sata sabe risposta

io prg/impf √ risposta “*sto sapendo la risposta”

(95) N sabe risposta

io √ risposta “So la risposta”

La proposta di Borik e Pratas (2008) introduce altri elementi a sostegno della tesi “stato vs. evento” in relazione al riferimento temporale, in particolare la combinazione tra

ta e ba. Secondo le autrici, se –ba [anteriore] combina con verbi dinamici l'interpretazione

è equiparabile a “passato–nel–passato” o past perfect in (96) – una posizione sostenuta anche da Baptista (1999, 2002). Tuttavia, se –ba combina con verbi stativi, l'interpreta- zione è quella di passato o simple past (97):

(96) N Ø KUME –BA katchupa Sotavento

1SG Past mangiare Past katchupa 'Ihad eaten katchupa'

“Avevo mangiato la cachupa”

(97) N SABE –BA risposta Sotavento

1SG know Past answer 'I knew the answer'

“Sapevo la risposta”

Sulla base di queste osservazioni, la proposta di Borik e Pratas (2008) è che il con- trasto tra (90)-(90') e (96)-(97) costituirebbe una “key piece of evidence” per l'esistenza di una testa funzionale T retta da un morfema nullo con due tratti temporali da assegnare: + passato per le radici verbali dinamiche e – passato per gli stati (cfr. Déchaine 1991; 1993, Durrleman 2007).

Ciò che importante notare qui è che, nel paradigma neo–davidsoniano di Borik e Pratas (2008) applicato alla sintassi minimalista si escludono tutti i dati linguistici presen- tati in precedenza. L'argomento costruito sulla diversa lettura interpretativa (passato/passa- to-nel-passato) nel formativo ba + v stativo/eventivo verrà discusso più avanti. Antici- pando qui alcune conclusioni, si vedrà che se si assume per la particella ba la proprietà di codificare aspetto anteriore, e non di tempo passato, le diverse letture di tempo che si osservano non sono imputabili a (presunti) tratti +/– passato astratti. Più semplicemente, le letture di tempo sono interpretazioni che si ottengono sulla base della combinazione delle proprietà azionali del verbo (e i suoi argomenti) e l'aspetto anteriore codificato da ba.

In tutti i casi, nelle ipotesi precedenti non si tiene conto del fatto il progressivo può benissimo occorrere con verbi stativi del tipo sabe “sapere” ma anche con altri stativi come discusso nel Cap. 1. In aggiunta, l'esista di un morfema zero [+PST] che si applica soltanto alle radici evento è una pura stipulazione e non tiene conto del fatto che la natura di una variabile (eventiva o temporale che sia) è quella di legare non solo con espressioni referen- ziali del contesto grammaticale ma può essere chiusa anche da elementi “referenziali” tra-

mite inferenze. Una ipotesi molto promettente, se si assume che le radici verbali sono forme indicali simili ai pronomi (cfr. Partee 1973).

La gamma di interpretazioni temporali tra stati ed eventi è infatti incrociabile dando come risultato uno scenario molto più complesso rispetto alla dicotomia passato/non pas- sato, e che la stipulazione della TP–ipotesi non coglie. Anzi, deve escludere questi dati e assumere che l'interpretazione è sempre “predicibile e non ambigua”. Ad ogni modo, vediamo come i dati empirici possono contraddire le ipotesi precedenti. L'assunto basato sulla distribuzione complementare è stipulatovi, perché se è vero che che ta e sata (sta) non co-occorrono (98)

(98) N *ta *sta papia kriolu

Il pattern “ta +sta +ta” è attestato nel Sotavento così come “sa ta” [progressivo] oppure “ti ta”/“ta ta” nel Barlavento (cfr. Veiga 1982).

(99) N TA STA TA kume lagosta

1SG ASP ASP ASP v N

“Sto mangiando un'aragosta”

(100) Nhos TA STA TA gosta de pozia

2PL ASP ASP ASP v P poesia

“A noi ci piace la poesia”

Inoltre, come abbiamo visto nella paragrafo sulla distribuzione delle particelle aspettuali, ta + verbo eventivo non da sempre una lettura predicibile al “presente”, inoltre anche il pattern “ta + verbo non-stativo” può veicolare interpretazioni al passato abituale, rivediamo gli esempi – citati in Baptista (2002: 78, es. 8) variante di sotavento – trad. anche in originale.

(101) Nu TA KOMBERSA tudu dia, Brankinha TA KONTA–m,

1PL ASP conversare tutto giorno B. ASP raccontare.1SG

N TA KONTA–l

1SG ASP raccontare.3SG

“Parlavamo tutto il giorno, B. mi raccontava delle cose ed io le raccontavo a lui” La generalizzazione del riferimento temporale rispetto alla dicotomia tra stati ed eventi può essere mantenuta senza ricorrere alla stipulazione di tratti formali +/–Passato nelle strutture sintattiche, di cui non c'è nessuna evidenza empirica. Un altro approccio è possibile, assumendo che i tratti di “tempo” sulle radici verbali sono interpretabili. Tutta- via, il riferimento di tempo non viene interpretato soltanto a partire dalla semantica azio-

nale, ma è integrato con le informazioni del contesto non linguistico nel dominio delle inferenze e delle presupposizioni pragmatiche in atto nel processo comunicativo. In altre parole, la localizzazione degli stati e degli eventi nel tempo si configura come un feno- meno di interfaccia tra forma logica e pragmatica.

Nell'approccio adottato in questa dissertazione, il lessico è considerato non ridon- dante (cfr. Borer 2005; Manzini e Savoia 2005, 2007) e l'ambiguità degli elementi lessicali ad es. del marcatore ta deve dipendere non solo da configurazioni sintattiche distinte ma anche da inferenze del contesto pragmatico – escludendo quindi i sincretismi e ogni regola di riaggiustamento sintattico tramite cancellazione di un tratto morfologico (cfr. Halle e Marantz 1993, 1994; Embick e Marantz 2006). Su queste basi, le ambiguità temporali osservabili negli esempi precedenti con il marcatore di aspetto imperfettivo ta (te) non sono imputabili ad ambiguità semantiche, piuttosto sono interpretazioni contestuali.