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Scrambling: evidenze contro un nodo T strutturale.

Morfosintassi e Pragmatica

2.18. Scrambling: evidenze contro un nodo T strutturale.

Bošković (2008, 2009) sostiene la generalizzazione che le lingue prive della cate- goria D sono prive anche di T. A sostegno dell'ipotesi che un nodo T strutturale non è pre- sente nelle strutture sintattiche del capoverdiano, possiamo richiamare la proprietà di dislo- care certi elementi lessicali in una posizione più alta dell'albero frasale, cioè sotto C. Se un nodo T fosse presente come default, secondo le teorie correnti dovrebbe impedire il movi- mento dell'elemento dalla posizione di partenza. Le evidenze empiriche mostrano che il movimento è opzionale. Il termine in uso nella grammatica generativa è scrambling (Ross 1967) e viene di solito parafrasato con un nome meno pittoresco come free word order, per far riferimento a regole stilistiche opzionali che permettono a certi elementi lessicali nella frase di raggiungere posizioni non canoniche. Generalmente, i test di scrambling servono per verificare la presenza o meno di certi nodi funzionali, ad es. T ma anche C D, ecc. Agli inizi della ricerca, certi autori consideravano lo scrambling come un risultato generato basicamente, altri autori vedevano piuttosto un'operazione sintattica di movimento. Nel primo caso, l'idea più generale era che le lingue si potevano dividere in due grandi gruppi (semplificando): quelle configurazionali e quelle non configurazionali. Queste ultime esibi- rebbero una struttura gerarchica piatta e free word order, mentre le prime esibirebbero struttura gerarchica (cfr. Saito 1985 sempre sul giapponese). Nel secondo approccio che prevede un'operazione sintattica di movimento, l'idea centrale è che gli avverbi hanno posi- zioni fisse nella frase, pertanto lo scrambling di certi elementi frasali alla sinistra degli avverbi indicherebbe per quegli elementi un movimento dalla posizione di partenza. Suc- cessivamente, la teoria del movimento esamina diversi tipi di scrambling sulla base di movimenti argomentali e non argomentali (A– e A'–movement). In breve, A–movement è un'operazione locale che muove una espressione sintagmatica in una posizione marcata dal Caso, e quindi lo specificatore di IP nelle teorie precedenti o TP nel recente minimalismo (es. passivo, raising verbs). Il movimento–A' è una operazione non locale che muove un elemento in posizione senza Caso come lo specificatore del nodo C, oppure in una posi- zione di aggiunto (Wh–movement). Una serie di test diagnostici vengono usati per testare i due tipi di movimento (lasciamo da parte), ciò che importa è che, in questa prospettiva, il movimento argomentale muove un elemento in una posizione di specificatore di una testa funzionale Spec, FP per ragioni legate all'assegnazione di Caso. Se non è il Caso a moti- vare l'operazione, avremo un movimento non argomentale che risulta in una posizione di aggiunto ad una proiezione massimale, oppure in posizione di Spec, XP non funzionale.

Studi più recenti individuano però proprietà simili per entrambi i movimenti riconducendo lo scrambling nella teoria più generale del Movimento, sulla base di evidenze che scram-

bled elements possono legare anafore e un parasitic gap allo stesso tempo (Deprez 1994).

Tuttavia, il lavoro originale di John Robert Ross (1967) sulle restrizioni alle variabili in sintassi, suggeriva che lo scrambling fosse una operazione opzionale e vacua portata avanti alla Forma Logica. L'opzionalità però nel minimalismo (cfr. Chomsky 1995, e succ.) è una nozione problematica per il semplice fatto che nella teoria non ci sono “opzioni” e il movi- mento sintattico è permesso soltanto se sostenuto da fattori morfologici come la ricerca di Caso o tratti–Wh. In questa prospettiva, Saiko e Fukui (1998) così come Bošković (2008, 2009) sostengono che lo scrambling è il risultato dell'operazione Merge di unione di due oggetti sintattici in un oggetto più complesso – nel senso di Chomsky (1995)9. Quest'ap- proccio però deve spiegare le ragioni della variazione linguistica, e cioè perché certe lingue permettono dislocazioni brevi e lunghe e certe altre lingue permettono soltanto alcuni movimenti o nessuno. In altre parole, come si fa a derivare una proprietà parametrica? Per rendere conto della differenza dell'ordine delle parole in inglese e giapponese, Fukui (1993) propone un criterio legato al “costo” del movimento, una nozione presente già in Chomsky (1993) legata al principio di economia, combinato al Parametro della Testa. Fukui suggerisce che un movimento è meno costoso se rispetta il valore del parametro del posizionamento della testa in una lingua. Il Parametro Testa chiarirebbe il perché lo scram-

bling è tipico nelle lingue con verbo finale: il dominio preverbale in queste lingue è meno

costoso. In oltre, l'aggiunzione è compatibile con il Parametro Testa, dato che l'inglese è testa iniziale allora permette heavy NP–shift, mentre dato che il giapponese è testa finale permette lo scrambling. Sia come sia, non è sempre vero che soltanto lingue SOV permet- tono lo scrambling, tutta una serie di lingue SVO permettono la dislocazione a sinistra. Tuttavia, ci sono anche lingue che sono SVO e che permettono lo scrambling, come il polacco e il russo – l'ordine libero delle parole post-verbale non è inoltre confermato da dati empirici. Una ipotesi sostenuta più volte è quella che sia l'EPP – cioè un tratto D su T che richiede ad una frase di esprimere un soggetto – a motivare lo scrambling argomentale. Lo scrambling non argomentale, di breve e lunga distanza, invece potrebbe essere motivato da fattori funzionali come il Focus (cfr. Kiss 1995, 2006, in stampa). In questi termini, la doppia natura, EPP e Focus, del fenomeno di scrambling indicherebbe che la dislocazione a sinistra della frase può essere legata ad un movimento–A oppure ad un movimento–A'. In questa luce, la posizione di atterraggio del movimento argomentale viene individuato nella posizione di specificatore della testa flessiva, Spec, IP (=TP), mentre il movimento non

argomentale posizione l'elemento mosso nello specificatore di una testa funzionale del tipo Focus. Su queste basi, l'idea che lo scrambling sia un'operazione semanticamente vacua non è allora sostenibile.

Gli approcci più recenti legano lo scrambling alle proprietà prosodiche di riaggiu- stamento dell'ordine delle parole (Miyashita et al. 2003), oppure dopo Kayne (1994), nel quadro della teoria antisimmetrica della sintassi che vuole l'ordine universale delle parole sul tipo SVO, ordini diversi come SOV viene riconsiderato nei termini di scrambling. Ad ogni modo, come alcuni autori sostengono, se lo scrambling è guidato da proprietà specifi- che come EPP, Topic e Focus, il problema teorico della opzionalità del movimento spari- sce. Tuttavia, la variazione dell'ordine delle parole viene considerato un'opzione per certe lingue, come ad es. DP definiti in olandese (de Hoop 2003) e ordine post-verbale delle parole in ungherese (Kiss 1995).

In realtà, l'approccio basato sull'ordine delle parole (SOT) non regge per il fatto che a parità di lingue SVO, come ungherese e inglese, soltanto la prima permette un ordine libero post-verbale mentre la seconda no. Senza volere ripercorre tutte le posizioni soste- nute dai vari autori sull'argomento, vediamo alcune questioni che ad oggi rimangono inso- lute e che riguardano da vicino la situazione del capoverdiano rispetto a certi nodi funzio- nali, in particolare al nodo T. É noto che lo scrambling non argomentale (A') è distinto dal movimento non argomentale (A'), per alcune ragioni. Primo, lo scrambling di lunga distanza permette lo spostamento del quantificatore (quantifier floating), che è una pro- prietà tipica del movimento argomentale (A) e non del movimento non argomentale (A'). Inoltre, soltanto la copia originale di un'anafora entra in una relazione di legamento in una lingua con scrambling, mentre tipicamente il movimento – A' permette a tutte le copie compreso l'antecedente di entrare nella relazione (cfr. which pictures of himself did Bill say

John thought Mary sold last Friday – in cui l'anafora è coindicizzata con tutti e tre i D).

(144) a. John believed that Mary was ill

a'. John believed that Mary is ill

b. Jovan je vjerovao da je Marija bolesna

Jovan is believed that is Mary ill “Jovan believed that Mary is ill

(145) a. e fla m' e dimingu p' e diskansa

3SG √.dire C √.essere domenica P 3SG √.riposare

b. dimingu e fla m' E

domenica 3SG √.dire C √.essere