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Brevi considerazioni in ordine all’impatto sistematico delle obbligazioni ex lege all’interno dell’originario code civil e nell’avant-

projet di riforma del diritto delle obbligazioni francese.

Da quanto si è potuto evincere dall’analisi delle speciali ipotesi previste dall’art. 1370 come obbligazioni ex lege stricto sensu, l’importanza di tali figure è, a livello sistematico, molto relativa92, in quanto le stesse

90 cfr. App. Roma, 19 maggio 1959, in Temi rom., 1960, 509

91 Vedi DE FILIPPIS, CASABURI, Il giudice tutelare nella dottrina e nella giurisprudenza, Padova, 1999, 165

obbediscono in effetti alle regole che governano le altre obbligazioni extracontrattuali, laddove il legislatore non abbia precisato lo statuto particolare di ciascuna di esse.93

Anche l’obbligazione alimentare, che univocamente viene ricondotta tra le obbligazioni ex lege, è disciplinata da norme che deviano dalla disciplina generale sull’obbligazione, certificandone la peculiarità e la posizione autonoma.

Si può, peraltro, ritenere che la molteplicità delle ipotesi di questo tipo di obbligazione e la varietà dell’ordine dei rapporti che le concerne sia ostacolo ad uno studio sistematico di questa fonte dell’obbligazione. L’interprete desideroso di approfondire tale figura sfoglierebbe invano le pagine del Code Napoleon, se volesse trovarvi l’oggetto di uno sviluppo autonomo, considerato che le stesse sono collocate in ogni libro del codice, avendo la posizione non confortevole di appartenere a tutti ed a nessuno.94

Obligations Théorie générale, 1998, p. 47

93 In tal senso, peraltro anche PLANIOL-RIPERT, Traité pratique de droit civil français, t. VI, Obligations, Paris, 1930, p. 15-16, che affermava “il convient de remarquer qu’en cas d’inexécution des obligations dites légales, le sanction est une action en vue d’obtenir l’exécution en nature ou le rétablissement de l’état de fait indûment modifié, lorsque la chose est possibile, sinon, et le plus souvent, une action en dommages-intérêts. Or cette sanction est celle des art. 1382 et ss., c.c., et la responsabilità civile consacrée par ces textes est la sanction de la violation de l’obligation légale de ne pas nuire à altrui par des actes illicites. Obligations légales et responsabilità civile sont donc deux notions intimement unies. La jurisprudence et la doctrine invoquent d’ailleurs couramment l’art. 1382 pour justifier la condamnation à des dommages-intérêts pour violation d’une obligation légale: ainsi pour réparer le dommage qui est causé par un adultère, violation du devoir de fidélité coniugale; ou celui qui est causé par une faute d’un officier ministériel constituant une violation de ses devoirs professionnels légaux. Finalement les obligations légales paraissent si normalement trouver leur sanction dans la mise en jeu de la responsabilité civile des art. 1382 et ss., qu’il faut, pour carter celle-ci, que la réglementation du rapport envisagé s’y oppose formellement: il en est ainsi dans le régime des accidents du travail, l’employeur ayant une obligation légale de réparation indépendemment de toute faute commise”.

94 Cfr. però DOUCHY, La notion de quasi-contrat en droit positif français, 1997, 215, secondo cui è possibile cogliere elementi comuni dalla disciplina delle varie obbligazioni ex lege. E a conferma di ciò ricorda che il contratto stesso ha un suo ruolo nella materia dei diritti reali, in quello della famiglia ed in altri contesti. Inoltre, la responsabilità extracontrattuale, oggetto di uno studio autonomo al titolo del diritto delle obbligazioni, riesce a toccare tante

Sembra seguire questa visione, da ultimo, l’Avant-projet de reforme du droit des obligations (articles 1101 à 1386 du code civil) et du droit de la prescription (articles 2234 à 2281 du code civil) presentato al Ministro de la Justice Clément il 22 settembre 2005,95 il quale nello specificare all’art.

1101 che “Certaines obligations naissent également de l’autorité seule de la loi, comme les obligations de voisinage et les charges publiques dont il est traité dans les matières qui les concernent”, chiaramente nega un’importanza sistematica di queste obbligazioni, che esuli dalla materia che le riguarda direttamente.

Tale progetto nasce dal rifiuto di molti giuristi francesi di aderire al progetto del codice europeo dei contratti. Nell’intenzione di contrastarlo, essi hanno deciso di redigere questo documento teso alla ricodificazione.96 Ma è stato soprattutto l’avvicinarsi della ricorrenza del bicentenario del code civil, di poco successiva all’entrata in vigore della ricodificazione tedesca, che ha acceso il dibattito nella dottrina civilistica francese in materia di obbligazioni e circa l’opportunità di una sua “modernisation.”97

Aspetto singolare di questa tentata ricodificazione concerne, però, l’incoerenza delle scelte fatte in tema di classificazione delle fonti.

Il titolo III intitolato “Des obligations” raccoglie il contratto, il quasi- contratto e la responsabilità civile. Vengono regolate queste tre fonti dell’obbligazione, ma non ne viene prevista una disciplina comune, come accade nel BGB e nel nostro codice civile, se non in tema di responsabilità.

Sulla soglia di questa parte principale, viene prevista la divisione

sfaccettature della vita giuridica.

95 Cfr. J.BEAUCHARD, La projet de reforme du code civil français, in Europa dir. priv., 2006, 903 ss.

96 Si vedano ALPA, La lettura del code civil in Italia e le proposte di ricodificazione in Francia, in Nuova giur.civ. comm., 2005, p. 6 ss. e gli interventi di prestigiosi giuristi francesi, in ordine ad una auspicata ricodificazione del diritto delle obbligazioni, pubblicati nella Revue des contrats, 2004, 1145 ss. spec. pag. 1176

97 CATALA, Présentation général de l’avant-projet, in Rapport sur l’avant-projet de reforme du droit des obligations, 2005, p.2

maggiore degli atti giuridici e dei fatti giuridici.

Si tratta di una riutilizzazione amplificata e di una valorizzazione della disposizione dell’attuale articolo 1370 c.c..98

Questa introduzione alle fonti principali delle obbligazioni colloca il contratto nella categoria più generale degli atti giuridici e i quasi contratti e degli altri fatti generatori dell’obbligazione nell’insieme dei fatti giuridici.

L’avant-projet, quindi, consacra ed integra formalmente la teoria degli atti e fatti giuridici che il code civile attuale ignora.

L’article 1101-2 mette in evidenza l’eterogeneità dei fatti giuridici: possono essere azioni (individuali o collettive) o avvenimenti (fatti economici, politici, naturali, etc), fermo restando che è sempre la legge che ricollega loro l’effetto di diritto (Art. 1101-2 Les faits juridiques sont des agissements ou des événements auxquels la loi attache des effets de droit).

In questo sistema che segue chiaramente i ragionamenti della dottrina dominante, viene inspiegabilmente riproposta la categoria delle obbligazioni ex lege, pur con la precisazione che esse sono confinate nella materia che le riguarda.99 Se si riconosce che tra i fatti giuridici sono annoverabili pure i fatti naturali, come è possibile sostenere che determinate obbligazioni sorgono per la sola forza della legge? Si tratta di un pesante tributo da pagare alla logica per onorare la tradizione? Quale che sia la risposta a tali quesiti, non sembra dubbia l’incongruenza di tale scelta.

98 Cfr., in tal senso, il rapporto al Ministro della Giustizia sull’introduzione al libro terzo delle obbligazioni di Gérard Cornu, p. 8

99 Questa previsione sembra riecheggiare quanto sostenuto autorevolmente alcuni decenni fa “Nella classificazione tradizionale il gruppo delle obbligazioni legali appare come una sorta di residuo nel quale si lascia alla rinfusa tutte quelle che non ha potuto trovare posto nelle altre categorie. E si può ammettere che il codice civile, cui l’oggetto è essenzialmente pratico, si limita a menzionare l’esistenza delle obbligazioni che non rientrano in alcuna categoria, obbligazioni che devono razionalmente essere studiate per l’ordine dei rapporti relativi: il regime della proprietà per i rapporti tra vicini; il regime della famiglia per le obbligazioni alimentari (M.PLANIOL E G.RIPERT, Traité pratique de droit civil français, T. VI, 2 ed., LGDJ 1952, n. 2, p. 15).

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