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4. Definizione del corpus

1.1 Georges Rodenbach

1.1.1 Bruges-la-Morte

Il romanzo pubblicato da Georges Rodenbach nel 1892 è forse una delle più celebri opere della letteratura belga in lingua francese.

Egli è stato studiato soprattutto per le sue opere in versi con l’eccezione però di questo romanzo, che ha avuto una certa fortuna presso la critica. Il romanzo è abbastanza breve e dall’intreccio piuttosto lineare; tuttavia esso, per le tematiche trattate e per lo stile, entra nel solco della letteratura decadente e del simbolismo dei Petits poèmes en prose di Charles Baudelaire.

1 Per una completa biografia su Georges Rodenbach si veda Paul Maes, Georges Rodenbach, 1855-1898,

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Ricostruiremo in breve la vicenda narrata da Georges Rodenbach: Hugues Viane, vedovo benestante, si è stabilito a Bruges dove risiede da quasi cinque anni, subito dopo la morte della sua amatissima moglie. A Bruges, Hugues ha infatti trovato un luogo in armonia con il suo lutto, in rapporto di analogia con il suo stato d’animo. Da qui il sintagma del titolo che suggerisce come Viane percepisce la città.

Hugues esce sempre sul calare del giorno, quando la città è vuota e silenziosa. Una sera, mentre cammina malinconico lungo i canali di Bruges, incontra una donna in tutto e per tutto simile alla moglie defunta. La giovane è attrice e interpreta il ruolo di una delle suore indemoniate nel dramma di Meyerbeer Robert le Diable.

La donna non esita a legarsi a Hugues. Ben presto si fa evidente però, come il rapporto di somiglianza sia solo superficiale: Jane (questo è il nome della donna) è volgare e di facili costumi, e soprattutto è interessata al denaro del vedovo.

Hugues pensa dunque di interrompere la sua relazione, ma Jane, avvertendo il pericolo della perdita di una così ricca preda, riesce a tenerlo accanto a sé e a vivere con lui un’infelice passione carnale a cui il vedovo, nonostante conosca le molteplici infedeltà di Jane, non riesce a sottrarsi.

Nel giorno della processione del «Saint-Sang» Jane riesce finalmente a farsi invitare a casa di Hugues dove farà letteralmente irruzione, penetrando nei saloni in cui il vedovo ha raccolto tutte le reliquie e i ricordi della moglie. Vedendo i ritratti che popolano le stanze, la ragazza scopre l’incredibile somiglianza tra lei e la defunta. Hugues le strappa dalle mani uno dei ritratti, ma Jane, come sempre spregiudicata e irrispettosa, apre la teca che contiene la treccia della defunta, che il vedovo conserva come una reliquia, e avvolgendosela intorno al collo, ride con gesto di sfida. Hugues, reso folle da questa provocazione sacrilega, in preda ad una rabbia omicida, raggiunge la donna e la strangola proprio con la treccia. Solo allora, allo sguardo ormai allucinato di Viane, le due donne davvero si possono confondere, esse si assimilano nella morte. Hugues, infine, si sente di nuovo in armonia con la sua sposa e con la città2.

Come si evince dalla trama del romanzo le tematiche sono quelle legate al lutto e alla morte; ma non mancano spunti caratteristici della letteratura fiamminga come il beghinaggio e il grottesco.

2 Cfr. Marco Modenesi, Il malinconico incantesimo. La narrativa di Georges Rodenbach, Vita e Pensiero.

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Come afferma lo stesso Rodenbach nell’avertissement al lettore, che precede il romanzo, il protagonista principale dell’opera è la città di Bruges:

Dans cette étude passionnelle, nous avons voulu aussi et principalement évoquer une Ville, la Ville comme un personnage essentiel, associé aux états d’âme, qui conseille, dissuade, détermine à agir

Ainsi, dans la réalité, cette Bruges, qu’il nous a plu d’élire, apparaît presque humaine… un ascendant s’établit d’elle sur ceux qui y séjournent3

.

Già da queste prime righe vediamo come il romanzo produrrà un continuo riflesso tra lo stato d’animo del personaggio Hugues Viane e la città di Bruges. Questa città viene definita dall’autore come un personaggio essenziale, determinante nel definire l’azione, come si evince dal passaggio seguente:

Voilà ce que nous avons souhaité de suggérer : la Ville orientant une action, ses paysages urbaines, non plus seulement comme des toiles de fond, comme des thèmes descriptifs un peu arbitrairement choisis, mais liés à l’événement même du livre4.

Dobbiamo ricordarci che la scelta della città non è stata dettata dal caso: il vedovo sceglie di stabilirsi a Bruges perché la città emana, con i suoi colori, i suoi canali immobili ed i suoi riti un senso di morte perenne5. Nell’avertissement si legge «elle les [ceux qui y séjournent] façonne selon ses rites et ses cloches»6; proprio per questa influenza più avanti troviamo il vero e proprio avvertimento diretto al lettore:

C’est pourquoi il importe, puisque ces décors de Bruges collaborent aux péripéties, de les reproduire également ici, intercalés entres les pages: quais, rues désertes, vieilles demeures, canaux, béguinage, églises, orfèvrerie du culte, beffroi, afin que ceux qui nous liront subissent aussi la présence et l’influence de la Ville, éprouvent la contagion

3 Georges Rodenbach, Bruges-la-morte (Marpon-Flammarion, Paris 1892), Éditions Jacques Antoine, Bruxelles

1977, p. 9.

4 Ibid.

5 Cfr. Franca Franchi, Les villes célibataires, in Marc Quaghebeur (éd.), Les villes du Symbolisme, Peter Lang,

Bruxelles 2007, pp. 77-78.

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des eaux mieux voisines, sentent a leur tour l’ombre des hautes tours allongée sur le texte7.

Quindi viene enunciato in maniera esplicita il ruolo fondamentale della città di Bruges che non rappresenta mai uno sfondo inerme e neutro del racconto, ma è l’entità che regge la possibilità del racconto stesso8. È possibile affermare ciò, non soltanto grazie alle parole scritte espressamente da Rodenbach a tal proposito, ma anche analizzando il numero di incidenze della parola «Bruges» all’interno del romanzo. Abbiamo registrato la parola trentatre volte. Risulta pertanto che Bruges sia nominata una volta ogni tre pagine; un’incidenza abbastanza alta, tanto più che non abbiamo compiuto un’analisi specifica rispetto ai vari epiteti o pronomi che fanno riferimento nel testo alla medesima città.

Anche quando non è nominata comunque Bruges stabilisce continue corrispondenze con il personaggio principale del romanzo, Hugues Viane:

Pour lui, la séparation avait été terrible: il avait connu l’amour dans le luxe, le loisirs, le voyage, les pays neufs renouvelant l’idylle. Non seulement le délice paisible d’une vie conjugale exemplaire, mais la passion intacte, la fièvre continuée, le baiser à peine assagi, l’accord des âmes, distantes et jointes pourtant, comme les quais parallèles d’un canal qui mêle leurs deux reflets9

.

In questo passaggio, la città non viene nominata ma è tuttavia presente. I sentimenti di dolore e angoscia sono resi ancor più vivi dall’enumerazione dei momenti felici insieme e lo stato d’animo viene ad esplicitarsi attraverso l’immagine delle due sponde di un canale, che non si incontreranno mai, ma all’interno delle quali si mischiano i due riflessi delle loro anime. Questo passo, posto in posizione iniziale, diviene emblematico dell’atmosfera dell’intero romanzo.

Il riconoscimento dell’anima di Hugues con la città viene continuamente rafforzato dal ricorso all’analogia, perlopiù assolutamente esplicita, come nel passaggio seguente:

7 Ibid.

8 Sul paesaggio come simbolo, cfr. Vittorio Roda, Decadentismo morale e Decadentismo estetico, Pàtron,

Bologna 1966, p. 58. Roda affronta il tema del paesaggio come simbolo nell’Andrea Sperelli de Il Piacere di Gabriele D’Annunzio. Si riscontrano non pochi punti in comune con l’atmosfera simbolista fiamminga.

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Il se décida pourtant à sortir, non pour chercher au-dehors quelque distraction obligée ou quelque remède à son mal. Il n’en voulait point essayer. Mais il aimait cheminer aux approches du soir et chercher des analogies à son deuil dans de solitaires canaux et d’ecclésiastiques quartiers10

.

La pace e il silenzio di Bruges sono sempre presenti; la città non smette neanche per un attimo di essere «Bruges-la-morte»; semmai sarà il vedovo a non riconoscersi più in Bruges quando vivrà i momenti della passione con Jane.

Bruges è esplicitamente triste e silenziosa:

Et comme Bruges aussi était triste en ces fins d’après-midi! Il l’aimait ainsi! C’est pour sa tristesse même qu’il avait choisie et y était venu vivre après le grand désastre. Jadis, dans le temps de bonheur, quand il voyageait avec sa femme, vivant à sa fantaisie, d’une existence un peu cosmopolite, à Paris, en pays étranger, au bord de la mer, il y était venu avec elle, en passant, sans que la grande mélancolie d’ici pût influencer leur joie. Mais plus tard, resté seul, il s’était ressouvenu de Bruges et avait eu l’intuition instantanée qu’il fallait s’y fixer désormais. Une équation mystérieuse s’établissait. A l’épouse morte devait correspondre une ville morte. Son grand deuil exigeait un tel décor. La vie ne lui serait supportable qu’ici. Il y était venu d’instinct. Que le monde, ailleurs, s’agite, bruisse, allume ses fêtes, tresse ses mille rumeurs. Il avait besoin de silence infini et d’une existence si monotone qu’elle ne lui donnerait presque plus la sensation de vivre11.

La poetica che regge il romanzo è dichiarata apertamente dal narratore onnisciente. Tutto si svolge all’interno della dicotomia dentro/fuori. Il mondo esterno è rappresentato nei momenti vissuti insieme alla moglie defunta, quando l’ambiente circostante non poteva contaminare la loro gioia; dopo la morte (qui definita «le grand désastre»), il mondo esterno diventa completamente estraneo; ciò che rappresenta il polo positivo del rumore, della folla e del movimento si trasforma, per Hugues Viane, in polo negativo nel quale non riuscirebbe a vivere. È così che la città di Bruges non viene più recepita come ambiente esterno ma proprio come spazio interno nel quale c’è una stretta corrispondenza con il suo stato d’animo e la sua

10 Ivi, p. 18.

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possibilità di vita che si può attuare soltanto nel silenzio e nella monotonia12. Anche questi elementi, normalmente associati al polo negativo, in un’ipotesi di non-vita nella quale vive Hugues Viane si trasformano in elementi positivi.

Tuttavia sarebbe impensabile ipotizzare che tutto il romanzo si regga soltanto sulla corrispondenza tra Hugues Viane e Bruges. Le corrispondenze sono molteplici e a più livelli tra tutti gli elementi del romanzo. Hugues Viane si riconosce nella propria casa come luogo dell’in, così come affermato da Modenesi13

che sostiene come quello sia il luogo deputato alla venerazione della moglie defunta e diventi quindi il luogo in cui la vita è possibile. Questa considerazione si riflette nelle idee della Poétique de l’Espace di Bachelard14, in cui l’autore francese concentra buona parte del suo studio sull’analisi delle dimore come entità interne al nostro essere15.

La casa si identifica anche come luogo della morta; non solo come unico luogo possibile di riconoscimento del dolore, ma anche dal punto di vista fisico, visto che è in casa che Hugues Viane venera la defunta attraverso i suoi ritratti e attraverso una parte del corpo della moglie morta. La treccia dei suoi capelli tenuta sotto una teca di vetro come una vera e propria reliquia santa e immacolata non è corruttibile da mani sacrileghe e perciò è intangibile. Attraverso una parte importante del suo corpo, come lo sono i suoi capelli, unico tratto di lei che sfugge alla putrefazione della morte, Hugues la tiene in vita nei suoi ricordi e nell’ambiente che riflette il suo animo16.

Pensiamo tuttavia che la corrispondenza tra Hugues e la casa non si esaurisca soltanto in un riconoscimento estetico della malinconia che pervade entrambi, ma prosegua ben oltre estendendo la corrispondenza anche tra la casa e la città; non c’è infatti passaggio dal dentro al fuori tra la casa e le strade di Bruges, non vi è dicotomia tra interno ed esterno; ed è quindi in questo senso che la città si pone come luogo dell’intérieur, proprio per le caratteristiche di solitudine e melanconia che distinguono la cittadina fiamminga.

Questo turbinio di corrispondenze si chiude con l’identificazione della città con la morta stessa:

12 Paul Gorceix, Symbolisation, suggestion et ambiguïté, G. Rodenbach, M. Elskamp, M. Maeterlinck, in AA.VV.,

Centenaire du Symbolisme en Belgique. Elskamp – Maeterlinck – Mockel – Rodenbach - Van Lerberghe – Verhaeren, «Les Lettres Romanes», N° 3-4, Université Catholique de Louvain, 1986, p. 216.

13 Marco Modenesi, op.cit., pag. 92.

14 Gaston Bachelard, La poétique de l’espace, PUF, Paris 1957.

15 Cfr. Liana Nissim, Storia di un tema simbolista, Gli interni, Vita e Pensiero, Milano 1980.

16 Sul ruolo dei feticci, cfr. Massimo Fusillo, Feticci. Letteratura, cinema, arti visive, Il Mulino, Bologna 2012, pp.

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La ville, elle aussi, aimée et belle jadis, incarnait de la sorte ses regrets. Bruges était sa morte. Et sa morte était Bruges. Tout s’unifiait en une destinée pareille. C’était Bruges- la-morte, elle-même mise au tombeau de ses quais de pierre, avec les artères froidies de ses canaux, quand avait cessé d’y battre la grande pulsation de la mer17

.

L’immagine della moglie defunta viene ad identificarsi totalmente con quella della città; che al contempo si materializza come entità antropomorfa. La metafora corporea è assolutamente pregnante: un cuore che ha cessato di battere e ha lasciato fredde le arterie.

Secondo Modenesi18 le entità antropomorfe presenti nell’opera di Georges Rodenbach non sono altro che traduzione del concetto rodenbachiano secondo il quale gli oggetti sono dotati di una vita interiore, segreta, veicolo di «corrispondenze di tipo intimistico- psicologico»19 che sottolinea la visione del mondo dell’autore.

Non ci dovrebbero essere più dubbi quindi, sulla completa identificazione e unione dei seguenti elementi che costituiscono il romanzo: Hugues Viane, la defunta, la casa e la città di Bruges; tutti interconnessi tra loro.

La città rappresenta anche un percorso di morte e desolazione durante le passeggiate serali del protagonista; mai essa viene descritta in un momento gioioso di partecipazione comunitaria, e ciò può sorprendere se teniamo conto della duplice anima fiamminga di una piccola cittadina come Bruges, legata al misticismo, ma allo stesso tempo anche alla gioiosa goliardia dei carnevali e del commercio. La camminata serale del vedovo può condurre soltanto alla morte, alla quale lui anela nel più disperato dei modi. La fede lo tiene lontano da un possibile tentativo di suicidio, che gli precluderebbe per sempre di ricongiungersi con la moglie amata, tuttavia le acque calme dei canali di Bruges gli offrono l’immagine di un’Ofelia distesa sulle acque: emblema stesso del gesto estremo.

Une impression mortuaire émanait des logis clos, des vitres comme des yeux brouillés d’agonie, des pignons décalquant dans l’eau des escaliers de crêpe. Il longea le Quai Vert, le Quai du Miroir, s’éloigna ver le Pont du Moulin, les banlieues tristes bordées de

17 G. Rodenbach, Bruges…, op. cit., pag. 24. 18 M. Modenesi, op. cit., pag. 170.

19 Ibid.; cfr. Liana Nissim, Il simbolismo belga di Georges Rodenbach, in AA. VV., Réalités et perspectives

francophones dans une Europe plurilingue, Actes du XIXe Colloque de la «Società Universitaria per gli Studi di

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peupliers. Et partout, sur sa tête, l’égouttement froid, les petites notes salées des cloches de paroisse, projetées comme d’un goupillon pour quelque absoute.

Dans cette solitude du soir et de l’automne, où le vent balayait les dernières feuilles, il éprouva plus que jamais le désir d’avoir fini sa vie et l’impatience du tombeau. Il semblait qu’une ombre s’allongeât des tours sur son âme, qu’un conseil vînt des vieux murs jusqu’à lui ; qu’une voix chuchotante montât de l’eau – l’eau s’en venant au-devant de lui, comme elle vint au-devant d’Ophélie, ainsi que le racontent les fossoyeurs de Shakespeare20.

Il suicidio non può essere compiuto ma è presente21; in fondo, la città di Bruges offre a Hugues Viane la possibilità di trascorrere un periodo della sua vita in una sorta di limbo terrestre, in attesa che si compia il suo destino. Il suo rifiuto alla vita è totale e ciò, riflettendosi nella città, non lascia spazio a una rappresentazione più vivace e realista della città di Bruges22.

Se le due anime del Belgio rivivono nelle pagine de Le Carillonneur23, romanzo del 1897, come abbiamo avuto modo di analizzare, Bruges si caratterizza invece in quest’opera come città di silenzio e di solitudine. Manca del tutto, per le strade di Bruges, l’elemento di gioiosa materialità del popolo delle Fiandre, da sempre diviso tra il misticismo delle sue chiese e la volgarità e il grottesco dei suoi carnevali.

Il romanzo presenta una Bruges cattolica:

En cette Bruges catholique surtout, où les mœurs sont sévères! Les hautes tours dans leurs frocs de pierre partout allongent leur ombre. Et il semble que, des innombrables couvents, émane un mépris des roses secrètes de la chair, une glorification contagieuse de la chasteté. À tous les coins de rue, dans des armoires de boiserie et de verre, s’érigent des Vierges en manteaux de velours, parmi des fleurs de papier qui se fanent,

20 G. Rodenbach, Bruges-la-Morte, op. cit., p. 24. 21

Cfr. Gaston Bachelard, L’eau et les rêves, José Corti, Paris 1942. «L’eau est l’élément de la mort jeune et belle, de la mort fleurie, et, dans les drames de la vie et de la littérature, elle est l’élément de la mort sans orgueil ni vengeance, du suicide masochiste». p. 113.

22 «On pourrait de même interpréter Bruges-la-Morte de Georges Rodenbach comme l’Ophélisation d’une ville

entière. Sans jamais voir une morte flottante sur les canaux, le romancier est saisi par l’image shakespearienne». Ivi, p. 121.

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tenant en main une banderole avec un texte déroulé qui, de leur côté, proclament : «Je suis l’immaculée»24

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Bruges quindi è cattolica per definizione e non può fare a meno di mostrare il suo animo nelle strade; le edicolette delle Vergini piazzate negli angoli delle vie sono un monito verso gli abitanti della città soprattutto timorosi delle pudicizia e della peccaminosità della carne:

Les passions, les accointances des sexes hors mariage y sont toujours l’œuvre perverse, le chemin de l’enfer, le péché du sixième et du neuvième commandement qui fait parler bas dans les confessionnaux et farde de confusion les pénitentes25.

Bruges non è sensibile ai peccati in generale, ma vive la religione nel suo lato bigotto e pruriginoso26. Il richiamo continuo alla castità è uno degli elementi che ben si accordano con lo stato d’animo del vedovo; è come se Hugues Viane abbia cercato un approdo sicuro per non incorrere nella debolezza della carne e per poter vivere la sua castità come qualcosa di normale e quotidiano.

Il momento in cui scorge la figura di una donna che sembra essere sua moglie e decide di seguirla per le strade di Bruges si pone come punto di rottura tra lui e la città:

Hugues marchait toujours, aimanté, comme dans un rêve, aux côtés de l’inconnue ou derrière elle, sans même s’apercevoir qu’après les quais solitaires, ils avaient atteint maintenant les rues marchandes, le centre de la ville, la Grand’Place où la Tour des Halles, immense et noire, se défendait contre la nuit envahissante avec le bouclier d’or de son cadran.

La jeune femme, svelte et rapide, l’air de se dérober à cette poursuite, s’était engagée dans la rue Flamande – aux vieilles façades ornementées et sculptées comme des poupes – apparaissant plus nette et d’une silhouette mieux découpée chaque fois qu’elle passait devant la vitrine éclairée d’un magasin ou le halo répandu d’un réverbère27

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24 Id., Bruges-la-Morte, op., cit., pp. 42-43. 25 Ivi, p. 43.

26 M. Modenesi, op. cit., pag. 47.

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Bruges continua ad essere la città austera e malinconica che il vedovo aveva scelto per