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La Buona Fede

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1573 ELEMENTI DEL RAPPORTO DI CONSUMO E CONTROVERSIE

4. ALCUNI ISTITUTI DEL CÓDIGO DE DEFESA DO CONSUMIDOR

4.1 La Buona Fede

La disciplina dettata dal Código de Defesa do Consumidor ha rappresentato un passo avanti: oltre ad aver veicolato, in base alla Costituzione del 1988, istituti inediti nel campo delle relazioni di consumo (e.g., buona fede oggettiva e responsabilità civile oggettiva), ha suscitato nuove discussioni teoriche e giurisprudenziali su istituti consolidati nel diritto brasiliano.

Alcuni di questi istituti, secondo la giurisprudenza, conferiscono equilibrio e/o protezione in tutte le fasi della relazione di consumo: precontrattuale, contrattuale e post-contrattuale. Altri disciplinano soltanto una di tali fasi. Il principio della buona fede oggettiva si inserisce nella prima ipotesi, in quanto esige un atteggiamento leale dalle parti per tutta la durata della relazione di consumo37.

In altre parole, sulla base della tradizionale disciplina delle obbligazioni e, quindi, considerando il complesso vincolo che lega le persone, come soggetti di diritto,

37 Sull'attuazione del principio della buona fede come regola generale nelle attività commerciali prevista nell'art. 39, c.cons., v. i commenti di ENRICO MINERVINI, Codice del

consumo e direttiva sulle pratiche commerciali sleali, in Le pratiche commerciali sleali, direttiva comunitaria ed ordinamento italiano, a cura di Enrico Minervini e Liliana Rossi Carleo, Milano, 2007, p. 75 ss., ove si legge che tale disposizione “fa riferimento non ad atti o contratti, ma all'attività commerciale: la norma rinvia all'intera attività, e non ad una fase negoziale, e prescinde quindi dalla sussistenza di un rapporto contrattuale, volendo tutelare il consumatore in ogni fase del processo di consumo. Da questo punto di vista, l'art. 39 del codice del consumo è perfettamente in linea con la direttiva sulle pratiche commerciali sleali: la direttiva trova applicazione alle pratiche commerciali sleali tra imprese e consumatori poste in essere prima, durante e dopo un'operazione commerciale relativa ad un prodotto” (in specie v. alla p. 76).

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in un rapporto giuridico, il principio di buona fede con riguardo ai contratti di consumo si applica: a) alla fase della nascita dei doveri giuridici, quando ad esempio il venditore è tenuto a fare un'offerta sufficientemente precisa, chiara, corretta, e a vincolarsi ad eseguirla (artt. 30 e 31 del Código de Defesa do Consumidor); b) alle trattative; c) alla formazione e esecuzione del contratto; d) alla fase ancora successiva dell'adempimento contrattuale, che include gli eventuali doveri rimanenti, come le garanzie di conformità38 e addirittura il recall39.

A differenza della buona fede soggettiva, che è un stato psicologico attribuito alla persona al quale sono collegati certi efetti giuridici, e che dipende, oltre che dall'ignoranza (o dalla mancanza di intenzionalità) di ledere un diritto altrui, dall'assenza della consapevolezza di un fatto giuridico40, la buona fede oggettiva è piutosto un dovere che, come si è visto, impone una condotta corretta/leale e il rispetto degli interessi altrui.

Si osserva in proposito, inoltre, che la buona fede oggettiva comporta una serie indefinita di obblighi giuridici in capo alle parti. Non solo perché la buona fede oggettiva è richiesta, come è stato evidenziato, nelle diverse fasi del rapporto giuridico delle obbligazioni. Ma perché la sua osservanza è dovuta non solo in relazione alla prestazione principale, ma anche a molti altri doveri connessi al contratto (doveri generali di condotta), vale a dire, doveri di informazione, cooperazione, diligenza e ecc.41.

Si tratta di doveri, però, che in generale non vengono individuati dalla legge o dal contratto, o meglio, “il principio generale della correttezza e della buona fede

38 A proposito delle garanzie dei beni di consumo post-vendita nella dottrina italiana v. Sette Voci sulla direttiva comunitaria riguardante le garanzie nella vendita di beni di consumo, Contratto e impresa/Europa, Padova, 2000, in particolare, ROSSELLA FADDA, Il contenuto della direttiva 1999/44/CE, p. 410 ss., in specie alle p. 424 ss. Al riguardo v. anche LUCIA DELOGU,

Le garanzie convenzionali, in Trattato di diritto commerciale e di diritto pubblico dell'economia, diretto da Francesco Galgano, vol. 31, Padova, 2003, p. 503 ss.

39 Il recall, cioè la convocazione dei consumatori per il riparo di un difetto, risulta dal dovere del professionista previsto nell'art. 10, § 1º, del Código de Defesa do Consumidor. Secondo tale articolo, il professionista che, dopo aver introdotto prodotti e servizi nel mercato di consumo, viene a conoscenza della loro pericolosità, deve comunicare il fatto alle autorità competente e ai consumatori.

40 Nel diritto privato, buoni esempi sono le regole del possesso di buona fede (soggettiva) contemplate tanto dall' art. 1147, c.c. quanto dagli artt. 1201 ss. Código Civil.

41 Sul dovere di informazione nello svolgimento delle trattative contrattuali, si veda, nella letteratura italiana, FRANCESCO GALGANO, Il negozio giuridico, in Trattato di diritto civile e commerciale, Milano, 2002, p. 499 ss., in specie v. alla p. 508.

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consente di identificare altri divieti e altri obblighi oltre a quelli previsti dalla legge”, dato che non è possibile stabilire tutte le ipotesi. In tal caso, e nella mancanza di un'interpretazione esplicita di ciò che significa agire con lealtà e correttezza così come richiesto dal principio della buona fede oggettiva, si deve formulare un giudizio di valore, prendendo in considerazione i comportamenti di correttezza (abitualmente) adottati all'epoca e nel contesto dell'attività svolta o nell'ambito sociale concernente il rapporto contrattuale.42

Sino al Código de Defesa do Consumidor del 1990, alcuni articoli di legge, e.g. artt. 130 e 131 del Código Comercial e art. 85 del Código Civil del 1916, prescrivevano la buona fede soltanto come riferimento all'interpretazione contrattuale (che nella pratica, allora, non veniva applicata) o alla dichiarazione di volontà. Ossia, fino al 1990 la buona fede prevista dalla legislazione brasiliana non era ancora intesa in senso oggettivo.

Sulla significativa distanza fra le legislazioni italiana e brasiliana circa la buona fede oggettiva, basti dire che, nel 1942, nel codice civile italiano erano già presenti articoli che imponevano la buona fede come regola di comportamento ad entrambi le parti, debitore e creditore (art. 1175 c.c.) e, più avanti nel codice, come norma da osservare nello svolgimento delle trattative, nella formazione precontrattuale (art. 1337 c.c.) e ancora nell'esecuzione e interpretazione del contratto (artt. 1374, 1375 e 1366 c.c.)43. Più tardi, è stato il c.cons. ad assorbire la regola della buona fede oggettiva (art. 2, comma 2, c-bis; art. 39; art. 52, comma 2, ecc.).

Invece, in Brasile il principio di buona fede oggettiva è stata introdotto con l'avvento del Código de Defesa do Consumidor e poi, nel 2002, incluso nel Código Civil (artt. 113, 187, 422), il cui progetto di legge, è bene ricordare, risale al 1975.

Nel Código de Defesa do Consumidor, la buona fede viene prevista all'art. 4º, inciso III, come principio basilare della politica nazionale delle relazioni di consumo, e all'art. 51, inciso IV, come causa di nullità di clausole contrattuali (vessatorie). Oggi però le situazioni previste dal Código de Defesa do Consumidor vengono estese dalla dottrina e soprattutto dalla giurisprudenza, le quale hanno attribuito alla buona fede altre funzioni: protezione del consumatore (nonostante l'obbligo di comportarsi con

42 Cfr. FRANCESCO GALGANO, Il negozio giuridico, in Trattato di diritto civile e commerciale, cit. Per la frase richiamata v. alla p. 500. Sul metodo di indagine per individuare quello che rientra nella clausola di buona fede, v. anche GIORGIO STELLA RICHTER, La responsabilità precontrattuale, Torino, 1996, in specie v. alla p. 3.

43 “L'abolito art. 1124 del Codice di 1865 prendeva in considerazione la buona fede in riguardo alla esecuzione del contratto. Gl'interpreti ne estesero l'osservanza anche alla formazione”. ANTONIO BUTERRA, Il Codice Civile Italiano: libro delle obbligazioni parte prima, Torino, 1943, p. 331.

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correttezza e lealtà sia reciproco), fonte di doveri giuridici, criterio di interpretazione giudiziaria del contratto, clausola generale ecc.44

In questo modo la buona fede – in quanto dovere imprescindibile di condotta – fa il suo ingresso (e si espande) nell'ordinamento giuridico brasiliano.

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