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E IL DIRITTO ITALIANO DEI CONSUMATOR

Nel documento Polizze unit linked e index linked (pagine 152-157)

Il saggio espone e discute i meccanismi giuridici finalizzati a rendere effettivi i diritti dei consumatori brasiliani, contenuti ne Código de Defesa do Consumidor (l.

8.078/1990) - che nel 2011 ha compiuto ventun'anni. diMARTA BRITTO DE AZEVEDO

1. Introduzione

Negli ultimi decenni il diritto dei consumatori trova sempre più spazio negli ordinamenti giuridici dei paesi occidentali, come risultato dell'esigenza di equilibrare le relazioni di consumo di fronte al fenomeno della globalizzazione.1 L'allargamento dei mercati e la produzione in serie hanno portato vantaggi (come la possibilità di accesso ai beni e ai servizi con comodità e prontezza), ma come contropartita hanno dato origine ad abusi da parte dei professionisti. La moltiplicazione delle offerte e lo sviluppo delle tecnologie hanno contribuito all'aumento della vulnerabilità economica, giuridica e tecnica dei consumatori nei confronti dei professionisti.2

Quest'ultimi, di regola, possiedono più potere economico, oltre alle informazioni e alle conoscenze dettagliate sui prodotti ed i servizi. Ed è per questo che il legislatore ha previsto un trattamento diverso, più favorevole al consumatore, basato sulla

1 Sull'universalità del diritto, v. FRANCESCO GALGANO, La globalizzazione nello specchio del diritto, Bologna, 2005, il quale osserva che “la globalizzazione dei mercati reclama una regolazione uniforme dei traffici internazionali”, tuttavia, prosegue l'autore, “globalizzare il diritto non significa necessariamente dare vita ad un unico diritto planetario, questo varrà per i rapporti transnazionali.”. Per le frasi richiamate v. alle pp. 52 e 88, rispettivamente.

2 Nella letteratura brasiliana sul punto v. CLAUDIA LIMA MARQUES, Contratos no Código de Defesa do Consumidor: o novo regime das relações contratuais, 5. ed., São Paulo, Revista dos Tribunais, 2005, p. 330 ss.

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presunzione della sua vulnerabilità. Il rapporto fra vulnerabilità e possesso di informazione e conoscenza non è accidentale: basti pensare a come l'assenza di informazioni precise si impedisca al consumatore di operare scelte consapevoli, a danno talvolta di diritti costituzionalmente protetti, come la sicurezza e la salute3. Pertanto, non si tratta di un vero e proprio 'trattamento favorevole', bensì di un meccanismo destinato ad equilibrare il rapporto fra consumatore e professionista.

Tuttavia, prendere in esame la produzione legislativa non è sufficiente. Oggi dobbiamo occuparci non solo della previsione dei diritti dei consumatori, ma ancora di più della loro concretizzazione. Il presente articolo si dedicherà pertanto all'esposizione e discussione dei meccanismi giuridici finalizzati a rendere effettivi i diritti dei consumatori, alla luce della legislazione brasiliana, e in particolare del Código de Defesa do Consumidor (l. 8.078/1990) - che nel 2011 ha compiuto ventun'anni - e della giurisprudenza rispettiva, che verrà esaminata in parallelo col diritto dei consumatori italiano.

2. La legislazione

Come accennato, il Código de Defesa do Consumidor ha compiuto più di due decenni d'esistenza. La disciplina delle relazioni di consumo, inizialmente basata sul codice civile brasiliano del 1916 e sul codice commerciale, è stata sostanzialmente modificata nel 1990 con la promulgazione del Código de Defesa do Consumidor. In quel momento, il mercato nazionale si apriva e l'economia brasiliana si rafforzava con l'ingresso di marchi internazionali. L'industria nazionale affrontava, dunque, una grande sfida, non soltanto dal punto di vista competitivo, ma anche legislativo.

Creato in forza dell'art. 48 dell'ADCT4 della costituzione brasiliana (Constituição da República Federativa do Brasil del 1988), che imponeva l'elaborazione di un codice di tutela dei consumatori entro centoventi giorni dalla sua promulgazione, oggi il Código de Defesa do Consumidor è considerato la principale fonte regolatrice delle relazioni di consumo. A condizione che non entrino in conflitto con le proprie disposizioni, il Código de Defesa do Consumidor autorizza, all'art. 7, il ricorso ad altre fonti, come i trattati internazionali e l'attuale codice civile brasiliano (l. 10.406/2002, Código Civil), entrato in vigore nel 2003.

3 Sul punto v. MARTA BRITTO DE AZEVEDO, O consumidor consciente: liberdade de escolha e segurança, Revista de Direito do Consumidor, ano 17, n. 67, São Paulo, Revista dos Tribunais, jul. - set. 2008, p. 197 ss; Anche in Coleção Doutrinas Essenciais - Responsabilidade Civil, v. 8, Direito à informação, a cura di Nelson Nery Junior e Rosa Maria de Andrade Nery. São Paulo, Revista dos Tribunais, 2010, p. 215 ss.

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Nel caso del Código Civil, è curioso notare che il suo progetto legislativo è stato elaborato prima del Código de Defesa do Consumidor e includeva disposizioni per l'epoca innovative sulla relazione di consumo. Il progetto del Código Civil è però rimasto fermo in Parlamento (Congresso Nacional)5 per 27 anni, ed è diventado legge quando le disposizioni del Código de Defesa do Consumidor erano ormai in vigore.

Un'altra illustrazione interessante, questa volta riguardante i trattati internazionali, è che la giurisprudenza brasiliana, in materia di responsabilità civile nel trasporto aereo, di solito applica il Código de Defesa do Consumidor al posto della Convenzione di Varsavia del 19296 poiché quest'ultima prevede una limitazione del quantum indennizzabile mentre il Código de Defesa do Consumidor non lo fa (prevalendo così la disposizione più favorevole al consumatore).7 La situazione sopra descritta mette in luce lo scopo ultimo del legislatore brasiliano in materia di diritto dei consumatori: tutelare i diritti della parte più debole.8

Come si evince dalla lettura dell'art. 1°, il Código de Defesa do Consumidor stabilisce norme d'ordine pubblico e di interesse sociale, in osservanza degli artt. 5°, inciso XXXII, e 170, inciso V, della Constituição da República. Questi articoli costituzionali considerano la difesa del consumatore come un compito dello Stato, oltre che come un principio dell'ordine economico9.

Ancora nell'ambito costituzionale, altri articoli fanno riferimento diretto alla figura del consumatore, ad esempio l'art. 24, inciso VIII, che regola la competenza

5 Il Congresso Nacional è composto dalla Camera dei Deputati e dal Senato Federale. 6 Con le alterazioni portate dalla Convenzione di Montreal del 2003.

7 Superior Tribunal de Justiça. AgRg. Recurso Especial n. 262687-SP, 4ª turma, 22.02.2010.

8 A proposito, la dottrina brasiliana suggerisce il cosiddetto “dialogo delle fonti”, cioè la considerazione di due o più norme, emanate da fonti diverse, allo stesso caso, perché si raggiunga la disciplina giusta nella relazione fra professionista e consumatore. Per un ampio sguardo, v., sopratutto, CLAUDIA LIMA MARQUES, Contratos no Código de Defesa do

Consumidor, cit., p. 667 ss. Così anche BRUNO MIRAGEM, Direito do Consumidor, São Paulo, Revista dos Tribunais, 2008, p. 53 ss.

9 “Art. 5. Tutti sono uguali davanti alla legge, senza distinzione alcuna, garantendo ai brasiliani e agli stranieri residenti nel paese l'inviolabilità del diritto alla vita, alla libertà, all'uguaglianza, alla sicurezza e alla proprietà, nei seguenti termini: (...) XXXII. lo Stato promuoverà, nella forma della legge, la difesa del consumatore.”; e “Art 170. L’ordine economico, fondato sulla valorizzazione del lavoro umano e sulla libera iniziativa, ha il fine di assicurare a tutti un’esistenza degna, conforme ai dettami della giustizia sociale, osservati i seguenti principi: (…) V. difesa del consumatore”, Constituição da República. Traduzione dal portoghese dell'autrice.

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legislativa nel campo della responsabilità per danni contro il consumatore (fra gli altri) e l'art. 150, § 5º, che tratta dell'obbligo di informare il consumatore sugli oneri fiscali applicabili alla circolazione di merci o servizi.

A parte gli articoli costituzionali che si occupano espressamente dei diritti dei consumatori, tali diritti permeano diverse altre disposizioni costituzionali, come l'art. 175, parágrafo único, inciso II, che tratta dei diritti degli utenti (i.e. consumatori10) dei servizi prestati dal potere pubblico, sia direttamente sia indirettamente11.

Per quanto riguarda la Costituzione italiana (1947), impegnativo appare il compito di individuare le norme in difesa dei consumatori. Ciò perché, a dispetto delle regole sul mercato e sulle attività commerciali da essa previste, la Costituzione italiana non contiene disposizioni espressamente rivolte ai consumatori. La loro tutela, quindi, risulta dall'interpretazione estensiva di alcune norme come l'art. 41, il quale prevede che l'iniziativa economica privata è libera, ma che non può svolgersi in maniera contraria all'utilità sociale o in modo da recare danno alla sicurezza, alla libertà e/o alla dignità umana. Inoltre, il medesimo articolo prevede l'intervento del legislatore perché l'attività economica (pubblica e privata) possa essere “indirizzata e coordinata a fini sociali”.12

D'altra parte, e nonostante l'edizione del c.cons. (d.lgs. 206/2005) risalga al 2005, i diritti dei consumatori erano già in precedenza oggetto di norme sparse13 interne

10 Cfr. JOSÉ GERALDO BRITO FILOMENO,in Código Brasileiro de Defesa do Consumidor: comentado pelos autores do anteprojeto, Ada Pelegrini Grinover et. al, 8. ed., Rio de Janeiro, Forense Universitária, 2005, p. 22.

11 “Art. 175. Spetta al potere pubblico, nella forma della legge, direttamente o in regime di concessão o permissão (...), il compito di fornire i servizi pubblici. Parágrafo único. La legge disporrà in merito a: (…) II. i diritti degli utenti.”, della Constituição da República. Traduzione dal portoghese dell'autrice.

12 “A partire dagli anni '70, la dottrina, in conformità al modello individualistico o 'personocentrico' accolto dalla Costituzione, avvertiva l'esigenza di enucleare un humus costituzionale all'interesse del consumatore quale persona umana, interpretando estensivamente gli artt. 2, 3, 32, 41 secondo e terzo comma, 43, 47 Cost.”. M. SANNIA,Art. 1469 bis, comma 2, in Clausole vessatorie e contratto del consumatore (artt. 1469-bis e ss.), a cura di E. Cesàro, Padova, 1998, p.76 ss., per la frase richiamata p. 81.

13 “Il Codice del consumo nasce dalla necessità, segnalata da tempo e non solamente in Italia, di raccogliere e sistemare le diverse disposizioni regolatrici dei rapporti tra consumatori e operatori professionali, per dare coerenza alla normativa in materia di consumo”. L'osservazione è diLUCIA DELOGU, Leggendo il Codice del consumo alla ricerca della nozione di consumatore, in Sei voci sul “codice del consumo” italiano, Contratto e impresa/Europa, Padova, 2006, p. 87. Così anche testo precedente tratto dalla stessa LUCIA DELOGU, Anche in Italia un Codice del consumo?, Contratto e impresa/Europa, Padova, 2003, p. 1349 ss.

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e comunitarie14: dalle convenzioni15 alle direttive di diversa portata16, dagli (abrogati) artt. 1469 bis a 1469 sexies del codice civile italiano17 agli altri codici di settore18, fino ad una delle leggi più recenti e significative, l. 281/30.7.1998, sui diritti dei consumatori, degli utenti e delle loro associazioni19.

Una volta chiarita l'origine del Código de Defesa do Consumidor e il suo rapporto con le prescrizioni costituzionali brasiliane, nelle pagine che seguono si esaminerà come il Código de Defesa do Consumidor disciplina la relazione del consumo e le sue definizioni più rilevanti.

14 È interessante osservare che la legislazione del consumo “ha seguito e rispecchiato l'evoluzione generale dell'ordinamento comunitario”. Per i riferimenti essenziali sul progressivo sviluppo della politica consumeristica comunitaria in questo senso, v. i commenti di A.M. MANCALEONI, in Commentario breve al diritto dei consumatori (Codice del consumo e legislazione complementare), diretto da Giovanni de Cristofaro e Alessio Zaccaria, Padova, 2010, p. 8 ss., per la frase richiamata v. alla nota 8, p. 10.

15 Ad es. la Convenzione di Roma del 1980 sulla legge applicabile alle obbligazioni contrattuali, che tuttavia ha ricevuto delle critiche. In questo senso si veda, specialmente, CARLO FERDINANDO EMANUELE, Sui contratti conclusi dai consumatori nella convenzione di Roma del 1980 sulla legge applicabile alle obbligazioni contrattuali, Giustizia Civile, Milano, 1996, II, p. 19 ss.

16 Le direttive relative ai diritti dei consumatori riguardano tre principali settori: sicurezza e tutela della salute; informazione ed educazione; e tutela degli interessi economici e giuridici. Così, ad es., la dir. 85/374/CEE (modificata dalla dir. 99/34/CE) sulla responsabilità per danno da prodotti difettosi; la dir. 85/577/CEE sui contratti negoziati fuori dei locali commerciali; la dir. 1993/13/CEE sulle clausole abusive nei contratti con i consumatori; la dir. 97/7/CE sui contratti a distanza; la dir. 98/27/CE sulle azioni inibitorie (poi sostituita dalla dir. 2009/22/CE); la dir. 1999/44/CE sulle garanzie nella vendita di beni di consumo; la dir. 1998/6/CE sull'indicazione dei prezzi nei prodotti al consumatore; la dir. 2000/31/CE sul commercio elettronico, e ecc.

17 I riferiti dispositivi si ritrovavano nel Capo XIV-bis del Titolo II, del libro quarto del c.c. in attuazione della dir. 93/13/CEE sulle clausole abusive nei contratti con i consumatori. Con la loro abrogazione dall'art. 142 c.cons. (che li ha sostituiti per un solo articolo, l'attuale 1469 bis c.c.), oggi la materia è trattata dagli artt. 33 a 37 c.cons.

18 Per es. il codice della privacy, d.lgs. 30.6.2003, n. 196; e codice delle comunicazioni elettroniche, d.lgs. 1.10.2003.

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