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Campagna Lupia e il suo territorio.

4. L’ALLUVIONE DEL 1966.

4.1. Campagna Lupia e il suo territorio.

Il Comune di Campagna Lupia si trova in provincia di Venezia ed è costituito dalle frazioni di Lugo, Lova e Lughetto; ha una popolazione di 7206 abitanti1 e confina con i Comuni di Mira, Chioggia, Codevigo, Piove di Sacco, Campolongo Maggiore e Camponogara (Fig. 25). Nella parte orientale del territorio si trovano le valli lagunari.

L’origine del territorio – come per la Pianura Padana – è di tipo alluvionale ed è il risultato di inondazioni che nei millenni hanno creato un terreno fertile per lo sviluppo di

1 ISTAT, Popolazione residente al 1° Gennaio 2017 per età, sesso e stato civile. Comune: Campagna Lupia

(http://demo.istat.it/pop2017/index.html consultato il 01/08/2018).

Figura 25. Campagna Lupia e i territori limitrofi. Fonte: Google Maps (https://www.google.it/maps/@45.37029,12.1173872,11.25z consultato il 01/08/2018).

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flora e fauna. Un contributo alla formazione territoriale è stato dato dal fiume Brenta e si può supporre che, in passato, tutta la zona di Campagna Lupia costituisse una parte del Delta del Brenta.

Storicamente si trova traccia di Campagna Lupia già nell’anno 819, in un atto notarile, in cui si descrive la donazione di un canale a Luva alla chiesa di Sant’Ilario; poi, nel 863, un documento dell’imperatore Ottone I elenca i possedimenti del monastero di S. Zaccheria di Venezia a Lupa – traduzione latina di Lova2. Il centro abitato più grande

era proprio Lova, che adesso è frazione. Nel Medioevo si registra uno spostamento da parte dei gruppi famigliari verso Campagna – Lupia venne aggiunto in seguito – dove nel 1281 vi troviamo 75 famiglie contro le 10 di Lova e le 6 di Lugo – dal latino lucus; quest’ultimo era una zona boschiva che sorgeva ai margini settentrionali del territorio di Lova3. Campagna divenne Campagna Lupia nella seconda metà del 1400, quando il prete si trasferì da Lova – soggetta ad impaludamento – a Campagna, divenendo così Arciprete di Campagna e Lova. Campagna fino a poco prima era, appunto, la zona “di campagna” del territorio di Lova e, una volta che la figura religiosa si trasferì nella nuova chiesa, si spostò in quella che era ancora conosciuta come Campagna di Lupa4; Lupia probabilmente è una variazione dialettale o uno storpiamento di Lupa. Ufficialmente, però, Campagna Lupia divenne il nome del Comune nel 1867, quando il consiglio comunale ne fece richiesta al re Vittorio Emanuele II.

2 Bellamio A. 1997, pag. 11. Per tutto il periodo delle invasioni barbariche e nell’Alto Medioevo, non ci

sono documenti scritti che parlino di Lova e del suo territorio, della sua gente e delle sue tradizioni, se non alcuni atti notarili di donazione come quello fatto nel maggio 819 alla chiesa di S. Ilario dai dogi Agnello e Giustiniano Patecipazio, dove si accenna a un “canale di Luva”; oppure il documento del 26 agosto 863 dell’Imperatore Ottone I che conferma al monastero di S. Zaccheria di Venezia, i suoi possedimenti presso “Lupa” (traduzione latina di Lova).

3 Ibidem, pag. 19. Il centro abitato era Lova (in latino chiamata Lupa) che aveva il territorio a ovest

coltivato a cereali e quindi chiamato “campagna”; a nord il terreno coltivato a bosco, che in latino si dice “lucus” dal quale proviene il nome “Lugo” e a est si estendeva la laguna con tutti gli acquitrini, le barene, e i canali che un simile territorio comporta.

4 Ibidem. Anticamente fino la fine del 1400 Campagna si chiamava solo “Campànea”, ma verso il 1480

l’Arciprete di Lova (Lupia) a motivo delle cattive condizioni ambientali del suo territorio e della sua chiesa, dopo avere fatto costruire una nuova chiesa, a Campagna, si è trasferito nel nostro paese. Mantenendo la sua giurisdizione su Lova, veniva ad essere contemporaneamente Arciprete di Campagna e di Lova […].

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Dalla posizione di crocevia tra le strade che portavano verso nord ad Aquileia e verso ovest a Padova e l’accesso al mare ad est, si può supporre – come dice Bellamio5 – che, nonostante la mancanza di documentazione, le condizioni di vita nel territorio di Campagna Lupia fossero buone fino, almeno, alle invasioni barbariche del V secolo6. Nel

1102 la situazione peggiorò ulteriormente a causa di movimenti tellurici che fecero avanzare il mare, e di conseguenza la laguna, che arrivò ad impaludare parte del territorio di Lova e Lugo, facendo fuggire la popolazione7.

Il problema idrogeologico ha sempre interessato il territorio di Campagna Lupia per la presenza delle valli lagunari sul lato est e per la presenza dei fiumi Cornio e Brenta; quest’ultimo è sempre fonte di preoccupazione in caso di abbondanti precipitazioni, vista la pericolosità della quantità di acqua che arriva a convogliare. Per quanto riguarda, invece, il fiume Cornio, oggi non è niente più di un piccolo canale, ma nel 1281 si legge che il suo alveo doveva essere 12 piedi onde le acque potessero scorrere liberamente al mare8.

5 Bellamio A. 1997, pag. 22. […] c’erano vie di comunicazione come l’antica via Popolia e la laguna

prospiciente al mare che metteva facilmente la nostra terra in un facile rapporto con tutte le popolazioni dell’Adriatico.

6 Gloria A. 1869, pag. 14. Come la popolazione così la floridezza e ricchezza del Municipio padovano e

perciò anche del Comune di Campagna venne meno negli ultimi secoli dell’impero di Roma per le improvvide leggi e soverchie angherie di esso, per l’abbandono d’Italia fatto dai Cesari col trasporto della loro sede a Bisanzio, per le conseguenti irruzioni, per li saccheggi e devastamenti operati dai barbari più volte nella Venezia terrestre e sovra tutti Attila cogli Unni (452), onde gran parte della popolazione riparò nelle lagune.

7 Ibidem, pag. 23. Per orribile terremoto del 1102 si profondò la massima parte del lido di Malamocco e

scomparve la città che in esso esistea […]. Col lido di Malamocco crediamo siasì abbassato anche il suolo attiguo della laguna verso il margine di Sant’Ilario. Bellamio A. 1997, pag. 22. A questo si aggiunse il movimento tellurico del secolo decimo secondo che peggiorò l’aspetto geologico del paese provocando un’0avanzata del mare e della laguna e una conseguente fuga della popolazione.

8 Bellamio A. 1997, pag. 37. In una legge del 1281 ordinava [il Comune di Padova] che il Cornio doveva

essere mantenuto largo piedi 12 “onde le acque potessero scorrere liberamente a mare”, e imponeva questo compito ai villaggi attraverso i quali il fiume passava, fra i quali sono nominati […]. Nel nostro territorio c’erano anche altri torrenti che scaricavano le acque sul Cornio o direttamente in mare; sono nominati nella legge del 1281 del Comune di Padova che obbliga il nostro paese alla loro manutenzione (pulire il fondo) e al loro buon funzionamento per quanto riguardava lo scarico delle acque.

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