3. I CITTADINI SCENDONO IN CAMPO: I COMITATI AMBIENTALI.
3.3. Onlus Spiritus Mundi e il ripristino dei boschi autoctoni.
Parlando del disboscamento, al quale si era accennato in precedenza riportando quanto aveva detto Marino Zamboni sul taglio degli alberi e l’intervento dei cittadini, vale la pena spendere due parole sull’associazione Spiritus Mundi, che, oltre a collaborare con il Comitato Intercomunale Brenta Sicuro, Lega Ambiente e altre associazioni, si occupa del ripristino di zone boschive autoctone. Ho avuto il piacere di ascoltare l’esposizione di un loro progetto durante una delle serate informative organizzate da Marino Zamboni, il 10 maggio, nella quale hanno parlato de “Il Bosco di Polverara” (Fig. 23), un’iniziativa in collaborazione con il Comune di Polverara (PD), con lo scopo di ricostituire un bosco, piantando specie autoctone fornite dal Vivaio Regionale Veneto64, e di coinvolgere e sensibilizzare la popolazione sull’argomento. Questo progetto boschivo, partito nel 2017 in un’area di 15000 m2, arriverà tra qualche anno ad ospitare 2000 alberi65.
63 Citando Marino Zamboni: bisogna fare scelte drastiche altrimenti no se fa innovazione, no se cambia!
Appendice 1, pag. 14.
64 Il Vivaio Regionale è gestito da Veneto Agricoltura ed è un ente strumentale della Regione del Veneto,
che svolge attività di supporto alla Giunta Regionale nell’ambito delle politiche per i settori agricolo, agroalimentare, forestale e della pesca. Si occupa di ricerca applicata e sperimentazione finalizzate al collaudo e alla diffusione delle innovazioni tecnologiche e organizzative volte a migliorare la competitività delle imprese e delle filiere produttive, la sostenibilità ambientale, nei comparti agricolo, agroalimentare, forestale e della pesca, come si legge sul sito istituzionale (http://www.venetoagricoltura.org/chi-siamo/
consultato il 23/07/2018).
65 Ecopolis, Newsletter Socio-Ambientale di Padova, Sostenere il respiro del pianeta: piantiamo la
rinascita dei boschi di pianura del 19 ottobre 2017 (http://ecopolis.legambientepadova.it/?p=17483
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Il patrimonio forestale della Regione del Veneto costituisce solamente il 25% della totalità del territorio66. In questo caso, è da riconoscere l’impegno della Giunta Comunale di Polverara, che ha messo a disposizione un terreno in disuso all’associazione Spiritus Mundi, impegnandosi a non modificarne la destinazione dopo la piantumazione degli alberi ed in futuro. I ragazzi dell’Associazione, che hanno seguito corsi di giardinaggio per affrontare l’impegno preso – alcuni di loro sono laureati all’Agripolis di Padova e possiedono le competenze per la gestione del progetto – si occupano della cura delle piante che stanno crescendo con ritmo regolare; provvedono, inoltre, allo sfalcio dell’erba, alla prevenzione nella formazione di parassiti e malattie e tengono aggiornato chiunque lo desideri, attraverso la loro pagina Facebook67, organizzando visite ed incontri.
Il “Bosco di Polverara”, una volta ultimato, sarà messo a disposizione della popolazione, con un’area verde in cui passeggiare ed una zona per eventi come letture o
66 Veneto Agricoltura, Foreste venete: un patrimonio da “far fruttare” del 23/03/2018
(http://www.venetoagricoltura.org/2018/03/news/foreste-venete-un-patrimonio-da-far-fruttare/ consultato il 23/07/2018).
67 Spiritus Mundi Onlus, pagina Facebook dell’associazione
(https://www.facebook.com/spiritusmundi.onlus/ consultata il 23/07/2018).
Figura 23. Elaborazione in 3D del Bosco di Polverara una volta che gli alberi saranno cresciuti.
Nell’immagine si vedono le due radure preposte per scopi di svago (la più grande sulla sinistra) e per l’organizzazione di eventi come l’osservazione delle stelle o incontri con autori di libri (sulla destra). Fonte: pagina Facebook dell’associazione Spiritus Mundi Onlus del 21/03/2018 (https://www.facebook.com/spiritusmundi.onlus/photos/pcb.310299099498497/18756135824 62618/?type=3&theater consultata il 23/07/2018).
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iniziative, oltre che fornire un rifugio per le specie faunistiche aviarie e non; sarà presente anche uno stagno.
Inoltre, nella prospettiva di cambiamento climatico come quella in cui viviamo e che ci accompagnerà, purtroppo, anche per il prossimo futuro, l’aumento di zone boschive sarebbe un’ulteriore soluzione ai fenomeni alluvionali ed agli allagamenti; questi ultimi, in particolare, non sono provocati solamente da un corso d’acqua che tracima, bensì da un insieme di fattori come la scarsa capacità di assorbimento del terreno, specie in situazioni di siccità prolungata e dal grado di impermeabilizzazione del suolo dovuto alla cementificazione. Uniti ad abbondanti piogge, che specie nell’ultimo periodo si presentano sotto forma di “bombe d’acqua” – un grosso quantitativo di pioggia che cade in un arco temporale molto ristretto –, generano fenomeni devastanti, che arrivano a creare gli scenari di cui abbiamo parlato finora e di cui si dirà.
Una zona boschiva influisce direttamente sulle precipitazioni (Fig. 24) attraverso il fenomeno dell’evapotraspirazione – l’evaporazione dell’acqua dal suolo e dalla
Figura 24. Gli effetti delle zone boschive influiscono direttamente sulle precipitazioni, per via del fenomeno
dell’evapotraspirazione, sulle temperature, generando zone più fresche dove crescono e sulla quantità di acqua convogliata a valle dai fiumi, attraverso la loro capacità di rendere il terreno maggiormente permeabile (Ellison D. et
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superficie delle piante e la traspirazione delle piante attraverso la fotosintesi68 – ma aumenta anche la permeabilità del terreno, facendo in modo che una grossa parte dell’acqua caduta con le piogge venga assorbita dal suolo, oltre che diminuire i fenomeni di siccità, desertificazione e salinizzazione del suolo69.
I terreni coperti da vegetazione di tipo arboreo ed arbustivo hanno un’alta capacità nel trattenere l’acqua; possono trattenere i quantitativi di piogge caduti in eccesso e convogliarli nel suolo, a differenza di un terreno in cui la presenza di cemento stia dilagando in maniera incontrollata, come è il caso del Veneto visto dal rapporto ISPRA. I boschi da soli non bastano. Devono essere mantenuti costantemente e devono essere eseguite anche opere di canalizzazione per convogliare le acque in eccesso nei fiumi più grandi o direttamente in mare; le aree boschive hanno la capacità di ridurre i fenomeni di allagamento, non di eliminarli del tutto70. Il ripristino di zone boschive autoctone dovrebbe, quindi, diventare assieme alle opere di sicurezza idraulica, una delle priorità di un territorio come il Veneto, dove il rischio idrogeologico è alto. Se si vogliono limitare i danni, specie in uno scenario come quello descritto da Destro, bisogna agire subito ed in fretta.
Voglio concludere con un’affermazione detta da uno dei ragazzi dell’associazione Spiritus Mundi: Noi nella nostra vita ci muoviamo all’indietro come i gamberi…il nostro sguardo è rivolto al passato, mentre il futuro è alle nostre spalle e ci muoviamo in quella direzione, alla cieca. Possiamo solo vedere il passato e fare tesoro di quello che ci è
68 Ellison D. et al. 2017, pag. 53. Forests play a large role in regulating fluxes of atmospheric moisture and
rainfall patterns over land. Earth’s land and ocean surfaces release water vapor to the atmosphere. On continental surfaces, this process is aided by forests and other vegetation through evapotranspiration (ET) – evaporation from soil and plant surfaces and transpiration of water by plants. The resulting atmospheric moisture is circulated by winds across the Earth’s continents and oceans. The upwind and cross-continental production and transport of atmospheric moisture – “precipitation recycling” – can, in the appropriate circumstances, promote and intensify the redistribution of water across terrestrial surfaces.
69 Zal et al. 2015, pag. 9. The main focus is to enhance and preserve the water retention capacity of aquifers,
soil and ecosystems and improve their status. Water retention is a regulatory ecosystem service. Water stays in the environment and is available for human well-being and for other ecosystems for a longer time. This helps to improve the capacity of other ecosystems to provide ecosystem services.
70 Ellison D. et al. 2017, pag. 57. Integrating forests into the landscape for flood mitigation, particularly in
heavily deforested regions, represents a viable and potentially cost-effective solution (Jongman et al., 2015). In water-rich areas, fast growing, high water-consuming tree species will likely reduce – but not eliminate – flood risk. And in water-limited areas, slow growing, low water-consuming tree species can increase infiltration and help moderate flooding.
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successo per comportarci di conseguenza e preparare un futuro migliore per noi, i nostri figli e le generazioni future71.
71 Incontro “I nostri fiumi, la nostra terra” del 10 maggio 2018, presso il Chiostro del Santuario della
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