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6. IL TORNADO SULLA RIVIERA DEL BRENTA NEL 2015.

6.2. Il tornado del 2015.

È proprio in uno scenario tranquillo e pittoresco come quello appena descritto che si abbatte, l’8 luglio del 2015, un tornado. Quattro giorni prima dell’evento, mi trovavo ad attraversare il Passo Falzarego e, ad un’altezza di 2.105 m. s.l.m, il termometro dell’auto segnava la temperatura esterna di 26° C. Sono rimasto sorpreso, in quanto in quasi trent’anni che frequento quelle zone, mai mi era capitato di trovare temperature così elevate ad alta quota.

I giorni successivi, soggiornavo in Val Badia e trascorrevo le ferie con mia moglie e il nostro cane, ma nonostante la località montana, le alte temperature e l’elevato tasso di umidità non erano molto dissimili a quelle che avevamo lasciato quando eravamo partiti da casa. Il giorno 8 luglio 2015 ci trovavamo in passeggiata non lontano, fortunatamente, da dove alloggiavamo. In direzione nord, verso la città di Brunico, si andava accumulando un fronte nuvoloso che, man mano che i minuti trascorrevano, passava dal colore grigio, al blu, fino a diventare viola. Durante il poco tempo necessario a tornare all’alloggio, il fronte temporalesco era ormai sopraggiunto, con forti raffiche di vento e pioggia, che faceva quasi male per la forza con cui colpiva. La piccola strada di servizio sterrata, che correva davanti alla casa e che viene utilizzata per lo più dai mezzi agricoli, si era trasformata in un vero e proprio torrente. La forza del vento era tale che, nell’ultimo centinaio di metri prima di varcare la soglia di casa, il nostro cane Thor, un meticcio del peso di 12 kg, veniva sollevato da terra.

La prima cosa che abbiamo fatto una volta rincasati è stata quella di avvisare le famiglie che stava arrivando qualcosa di brutto. Mentre a Campagna Lupia, dove abitiamo, a parte qualche forte raffica di vento, non è caduta nemmeno una goccia di pioggia, nella zona della Riviera del Brenta e dei Comuni limitrofi, la situazione è stata ben diversa.

Il sig. Massimiliano Catalano – che ringrazio per aver condiviso il ricordo di quei tragici giorni – vive a Sambruson (VE) e la sua abitazione si trova a qualche centinaio di metri dal percorso effettuato dal tornado (Fig. 41). Nel primo pomeriggio non si trovava a casa, bensì a Mestre per un corso di formazione. Visto l’approssimarsi di quello che sembrava inizialmente un forte temporale, in un momento di pausa, ha voluto accertarsi

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che a casa non ci fossero stati gravi danni: Il mio primo pensiero è stato “chissà a casa con l’orto…” ‘ste robe qua… avevamo piantato… le cose erano in piena produzione15.

Le notizie non erano per nulla allarmanti, perché la madre gli disse che, a parte qualche sventolata e un po’ di pioggia, non era successo nulla.

Qualche ora più tardi, mentre stava tornando a casa, il sig. Massimiliano cominciò a capire che qualcosa non andava. Il pullman che lo avrebbe dovuto accompagnare all’automobile parcheggiata lungo via Nazionale a Mira – via principale che costeggia il Naviglio del Brenta e che è stata investita in pieno dal passaggio del tornado – aveva fatto scendere tutti i passeggeri, perché un albero abbattuto dalla forza del vento aveva bloccato la strada. Una volta sceso, il sig. Massimiliano aveva incontrato un conoscente che, in maniera concitata, gli chiedeva dove avesse parcheggiato l’auto. Il suo primo pensiero era stato che un albero, cadendo, avesse colpito l’automobile16. La macchina parcheggiata

15 Appendice 4, pag. I.

16 Ibidem, pag. II. “Vuoi che sia caduto l’albero sopra la mia macchina…” cioè questo è stato il mio

pensiero! Per carità, usata, vecchia, da cambiare… però sempre una macchina, mi andava anche bene! Mi fa “la macchina”, gli ho detto che macchina avevo, mi fa “Ma è quella grigia, familiare?” “Sì…perché?” e fa… mi mette il braccio intorno alle spalle “Vieni con me, vieni con me…”

Figura 41. L’area interessata dal Tornado dell’8 luglio 2015. Le aree in verde sono state colpite da un fenomeno

di intensità F1 (venti fino a 180 km/h); quelle in giallo da un fenomeno di classe F2 (venti fino ai 253 km/h); in arancione e rosso rispettivamente F3 e F4 (fino a 332 km/h e fino a 418 km/h). (Fonte European Severe Storm Laboratory, https://www.essl.org/cms/ consultato il 27/08/2018). Il punto in azzurro indica la residenza del sig. Massimiliano.

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in prossimità di Villa Ducale – poco distante da dove l’autobus aveva fatto scendere i passeggeri – era letteralmente tagliata in due dal palo della fermata degli autobus. Lo stupore e la rabbia iniziali, provocati dalla vista del danno al veicolo, divennero incredulità quando il sig. Massimiliano mise a fuoco lo scenario che lo circondava e che definisce come da post guerra. La forza del tornado aveva sollevato acqua e fango dal Brenta ed aveva imbrattato i muri delle case; un’auto era accartocciata attorno al tronco di un albero e tutt’intorno erano disseminati vetri di finestre esplose e calcinacci degli edifici distrutti.

Nel Naviglio del Brenta erano presenti automobili e tronchi d’albero portati anche dalle zone limitrofe. Lo shock era talmente forte che gli abitanti sembravano non essersi resi conto di quello che era capitato e si muovevano per via Nazionale come automi17. Anche alcuni alberi che costeggiavano il Naviglio erano scomparsi, tanto che chi percorreva il tragitto abitualmente si sente mancare il fiato quando in seguito si sarebbe trovato a dover percorrere quel tratto di strada. La riva del canale era costeggiata da platani che precludevano la vista dei tralicci dell’alta tensione in lontananza. Con la loro scomparsa c’era la sensazione di non essere nemmeno più negli stessi luoghi, ma addirittura in un’altra città18. Il paesaggio, infatti, è un insieme di relazioni che legano

l’uomo alla natura, all’ambiente ed alla società in cui vive. In esso sono presenti dei significati che esprimono il legame di una determinata cultura con un ambiente e che lo rendono riconoscibile a chi vi abita. Si consideri il disagio psicologico che si prova quando si arriva in un luogo sconosciuto, completamente diverso da quello a cui si è

17 Appendice 4, pag. II. Alzo gli occhi, guardo un po’ in giro, la macchina è diventato un ricordo… cioè

non pensavo più alla macchina, ho detto… scenario da post guerra. Vuol dire case, edifici color marrone, grigio insomma, perché alla fine, poi, siamo venuti a sapere che è stato il tornado che tirando su l’acqua e schizzando dappertutto aveva imbrattato tutte le pareti degli edifici e delle case di terra, per cui lui passando sopra l’acqua, lui tira su il canale, l’acqua, la terra, il fango poi là, forza centrifuga, la butta dappertutto e oltre al colore del terriccio, anche tutti i frammenti di sassi e quant’altro, insomma. Vetri, pezzi di alberi e altra roba… ho visto macchine in canale, una macchina accartocciata proprio sul… attorno al tronco di un albero, gente disperata per le strade, proprio…automi! Io vedevo robot, non vedevo persone, con l’aria persa, che non sapeva neanche cosa pensare, dove guardare, cosa guardare…

18 Ibidem, pag. VIII. C’è un continuo ricordo, un continuo magone quando passi per quel punto lì e i primi

giorni, finché non sono stati, comunque… sono stati impiantati nuovi alberi, o nel frattempo quelli che erano stati bastonati hanno fatto in tempo a riprendersi, quando passavi in macchina e arrivavi, avevi come un senso di vuoto. Ti mancava il respiro, perché vedevi che ti mancava qualcosa, mancava tutto, lungo il canale, con gli alberi, la riva, tutto ombreggiato, era anche, ripeto, bello da vedere, passava il Burchiello, comunque anche una zona turistica e piacevole da vedere anche da quel punto di vista. Passare in macchina e vedere vuoto e davanti di te hai i tralicci dell’alta tensione, ti sembrava di essere a Marghera, per dire… era cambiato lo scenario. Quasi non riconoscevi, in quel punto in particolare.

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abituati19. Turri sostiene che ogni cultura vive in un dialogo continuo con la natura; ma cosa succede se questo dialogo viene interrotto da un evento straordinario ed improvviso che modifica di colpo il paesaggio a cui si è abituati?

Recentemente è stato dato un nuovo nome a questo fenomeno: solastalgia. Essa si manifesta come un’esperienza psicologicamente dolorosa provocata dalla percezione di un avvenuto attacco ad un luogo in cui si risiede o a cui si è legati in qualche modo, come, ad esempio, un paesaggio. Non si tratta, quindi, della perdita del ricordo dei bei tempi andati – nostalgia – ma del venir meno del conforto procurato da luoghi rassicuranti e a cui si collega il concetto di “casa”20. Quando il sig. Massimiliano dice che quando si

passava in quei luoghi veniva a mancare il respiro, ci si trova di fronte, quindi, ad un disagio provocato dal cambiamento del paesaggio a cui si è abituati, un luogo in cui sembra essere stato messo in atto il fenomeno distruttivo per eccellenza: la guerra.

19 Turri E. 2008, pag. 138-139.

20 Albrecht G., Sartore G., Kelly B., Stain J.H. 2007, pag. 45. Solastalgia, in contrast to the dislocated

spatial and temporal dimensions of nostalgia, relates to a different set of circumstances. It is the pain experienced when there is recognition that the place where one resides and that one loves is under immediate assault (physical desolation). It is manifest in an attack on one’s sense of place, in the erosion of the sense of belonging (identity) to a particular place and a feeling of distress (psychological desolation) about its transformation. It is an intense desire for the place where one is a resident to be maintained in a state that continues to give comfort or solace. Solastalgia is not about looking back to some golden past, nor is it about seeking another place as ‘home’. It is the ‘lived experience’ of the loss of the present as manifest in a feeling of dislocation; of being undermined by forces that destroy the potential for solace to be derived from the present. In short, solastalgia is a form of homesickness one gets when one is still at ‘home’.

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Dopo essersi reso conto dell’entità dei danni provocati dal tornado, il sig. Massimiliano avvisa la madre, che una volta arrivata da Sambruson, vedendo lo scenario da post guerra, scoppia a piangere21. Villa Fini, che aveva ospitato a metà del Settecento il nobile milanese Federico Borromeo, non esisteva più (Fig. 42).

La notizia di quello che era accaduto non aveva ancora raggiunto i Comuni limitrofi, né tanto meno gli organi istituzionali; la notizia, tra l’altro, si è sparsa, c’è voluto un po’ che si spargesse anche nella stessa zona limitrofa… il Sindaco che era nel padovano, gli hanno telefonato “Torna a Dolo”. “Sto tornando a casa, cos’è successo?” “Torna a

21 Appendice 4, pag. IV.

Figura 42. Vista dall’alto di Villa Fini prima e dopo il tornado del 2015. (Fonte

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Dolo, ci sono case che sono andate giù!” “Come ci sono case che sono andate giù?” “C’è stato il disastro, torna a casa!” … lui non sapeva22.

Il tornado ha fatto anche una vittima, il sig. Claudio Favaretto di 63 anni, che a bordo della sua auto è stato scaraventato all’interno di un vivaio ed è stato rivenuto dopo un’ora sotto alle macerie e ai materiali edili trasportati dal vento e prelevati dalla vicina impresa di costruzioni Nalon23. Il pensiero, col senno di poi, nella tragedia siamo stati

anche fortunati perché, dispiace per quel morto, ma poteva esserci veramente una strage mi dice il sig. Massimiliano, e se il tornado avesse fatto un percorso diverso, o fosse passato in un orario di punta, probabilmente sarebbe stato così.

Rileggendo l’intervista, un passaggio mi ha colpito: L’hai vista nei film, l’America, sappiamo benissimo eccetera eccetera, ma finché non la vivi… poi dici “In Veneto, vuoi che succeda un tornado!” la tromba d’aria! Quante ce ne sono state anche a Mira, qualche anno fa… un po’ de vento, do tegoe parte, l’albero cade, però va ben… ea matina dopo ghe xe i omeni del Comune… questo è un tornado! Non è mai successo e, se è successo, è successo anni e anni fa e non ne abbiamo più memoria di questo. In meteorologia, parlare di tromba d’aria e tornado è riferirsi con due nomi diversi allo stesso fenomeno24: il tornado è, a tutti gli effetti, una tromba d’aria ed è esplicativo vedere quale sia la traduzione di tromba d’aria dall’italiano all’inglese: tornado.

È mia opinione che, molto probabilmente, questa confusione sia generata dal linguaggio mediatico, che porta a considerare i fenomeni di lieve entità come trombe d’aria, mentre i tornado come quelli che provocano danni e morti oppure avvengono in zone in cui non è possibile misurarne la forza – solitamente al largo delle coste. Questa considerazione, del tutto personale, deriva da una ricerca di rassegna stampa, utilizzando

22 Appendice 4, pag. XV.

23 Il Mattino di Padova, Tornado in Riviera del Brenta: un morto e 72 feriti del 09/07/2015

(http://mattinopadova.gelocal.it/padova/cronaca/2015/07/09/news/tornado-in-riviera-del-brenta-un-morto- e-30-feriti-1.11747772?refresh_ce consultato il 27/08/2018)

24 ANSA.IT, Tornado e tromba d'aria: facciamo chiarezza! (http://meteo.ansa.it/meteo/news/tornado-e-

tromba-d%27aria-facciamo-chiarezza_66560.html consultato il 27/08/2018);

CentroMeteo.com, Trombe d'aria e tornado (che sono la stessa cosa) spiegati dal Capitano Paolo

Sottocorona (http://www.centrometeo.com/articoli-reportage-approfondimenti/angolo-sottocorona/5025-

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entrambi i termini. Cercando tromba d’aria si ottengono, ad esempio, questi risultati25: PadovaOggi.it, Maltempo, I primi danni nel Padovano: tromba d’aria a Vigonza, alberi caduti in strada26 o ancora La Stampa, Ultime ore di caldo, in arrivo tempo autunnale con forti temporali. Tromba d’aria a Catanzaro27; ci si trova, quindi, di fronte a fenomeni

che hanno causato danni di moderata entità a cose. Cercando tornado i risultati si limitano a un paio di casi, il primo dei quali al largo di Siderno (RC), per cui non possono essere riportati danni materiali28; il secondo, invece, è riportato in un solo articolo da un solo

quotidiano online – a distanza di una settimana dall’accaduto29.

Tromba d’aria e tornado vengono, quindi, usati a livello giornalistico, in base all’entità dei danni o della violenza con cui colpiscono determinate zone; quello che ha colpito la Riviera del Brenta, a prescindere da quale dei due nomi si decida di usare, aveva una forza F4 su una scala che arriva a 5. La scala in questione si chiama Fujita e prende il nome dal suo ideatore, il dottor Theodore Fujita, che la propose nel 197130. Un tornado F4 fa registrare venti fino a 418 km/h, con danni devastanti che vanno dall’abbattimento di case in muratura, all’asportazione di quelle con le fondamenta deboli che vengono inghiottite dal vento, al sollevamento di automobili che vengono scagliate anche a lunga distanza31. La cosa certa, però, è che poco importa se quello che si è verificato l’8 luglio 2015 sia stato chiamato tornado o tromba d’aria. Nel momento in cui si vede un container

25 Mi sono limitato a riportare i primi due risultati che mi si sono presentati utilizzando le parole chiave

“tromba d’aria” nel motore di ricerca di GoogleNews.

26 PadovaOggi.it, I primi danni nel Padovano: tromba d’aria a Vigonza, alberi caduti in strada del

24/08/2018 (https://www.padovaoggi.it/cronaca/maltempo-danni-padova-24-agosto-2018.html consultato il 27/08/2018).

27 La Stampa, Ultime ore di caldo, in arrivo tempo autunnale con forti temporali. Tromba d’aria a

Catanzaro del 22/08/2018 (http://www.lastampa.it/2018/08/22/italia/ultime-ore-di-caldo-in-arrivo-un-

weekend-autunnale-con-forti-temporali-Cfg5gS5sriDF8VyG1rYcVL/pagina.html consultato il 27/08/2018).

28 Strettoweb.com, Maltempo, situazione critica a Reggio Calabria: Scilla devastata, tornado a Siderno, è

emergenza del 24/08/2018 (http://www.strettoweb.com/2018/08/maltempo-reggio-calabria-11/744313/

consultato il 27/08/2018).

29 LatinaOggi.eu, Apocalisse a Velletri: un tornado devasta la città. Case danneggiate del 22/08/2018

(https://www.latinaoggi.eu/news/cronaca/65861/apocalisse-a-velletri-un-tornado-devasta-la-citta-case- danneggiate consultato il 27/08/2018). Immettendo le chiavi “tornado” e “Velletri” non si sono reperiti altri articoli.

30 La Scala Fujita per la classificazione dei tornado non è più utilizzata negli Stati Uniti, mentre continua

ad esserlo nel resto del mondo. Negli USA è stata sostituita da una versione più dettagliata che prende il nome di Enhanced F-scale, che arriva a contare 28 livelli di intensità basati sui danni alle strutture che vengono rilevati (Wind Science and Engineering Center 2004, pag. 7).

31 NOAA, Storm Prediction Center, Fujita Tornado Damage Scale

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per il trasporto merci prendere il volo sollevato dal vento e abbattere un traliccio dell’alta tensione a 400 metri di distanza, si spera solo di rimanere in vita, almeno per poterlo raccontare32.