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Campi africani più piccoli situati lungo il limes nord africano

Nel documento L'accampamento romano (pagine 122-134)

Nella stessa regione della Numidia che ha restituito i resti di importanti accampamenti militari, sono venuti alla luce anche castra di dimensioni più piccole ma non meno importanti.

Nella pianura dell’Oued El Kantara, a sud di Mesarfelta, è venuto alla luce un campo che costituisce l’opera più importante e più settentrionale di questa regione.

E’situato sulle pendici sud-est del Djebel-Melach (Montagna del Sel), un chilometro a nord-est di El-Outaja, su un terreno leggermente incurvato, con una visuale estremamente libera, in una posizione molto favorevole, situata tra la grande strada di comunicazione del sud che passava ad ovest del castrum e quella di nord-est Mesarfelta-Djemorach-menal che passava nelle immediate vicinanze.

Grazie alla sua posizione, il castrum du Confluent/della Montagna del Sel controllava, dunque, un crocevia di strade molto importanti per le comunicazioni. (Figura16)

113 FIGURA 16 - Posizione geografica del Castrum du Confluent/Mesarfelta

114 Il campo, di forma rettangolare, non seguiva l’orientamento canonico e la porta praetoria si apriva sul lato est; certo le due strade di grande comunicazione che si incrociavano vicino al campo, guidarono i castrametatori nell’orientamento della loro opera che misurava 81m x 125m e dunque rispondeva alle migliori proporzioni preconizzate da Igino: larghezza pari a due terzi della lunghezza.

Il praetorium, posto in posizione leggermente elevata, aveva la forma di un rettangolo di 22m di lato, la porta sud-ovest era inquadrata da due torri.

La cinta muraria costruita con ciottoli arrotondati prelevati forse dal vicino Oued, di soli 80cm di spessore, dava l’impressione di una costruzione rapida, elevata in tempi brevi. Date le sue dimensioni, il castrum di El-Outaja sarebbe stato costruito per accogliere una sola coorte e siccome il suo piano e il suo tracciato sono particolarmente armoniosi, esso si avvicina, per molti aspetti, al campo-tipo preconizzato da Igino.

E’ difficile dire per opera di chi sia stato fatto costruire questo campo e da chi fu occupato: Baradez142 pensa che possa essere stato occupato dalla Legio IV Ferrata nel momento in cui essa fu chiamata in Siria per aiutare una parte degli componenti la Legio III a far fronte alla guerra che Antonino Pio terminò vittoriosamente nel 144-152.

Fu occupato pure dalla coorte VI dei Commageni che nel 174 d.C. compì una brillante spedizione nel sud-ovest, si spinse fino ad Aflan dove risultò vittoriosa e lasciò come prova della sua presenza la dedica trovata nel canale di un mulino ad un chilometro di distanza.

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Il castrum di Thabudeos

Ancora in Numidia, nella regione della Thouda, Baradez ha riportato alla luce un castrum dalla forma inusuale in quanto trapezoidale143.

La regione di Thouda è una regione collinare nella quale si trova il villaggio di Thouda- Thabudeos che domina la pianura per almeno 15m e che, dal lato nord-ovest, lascia trasparire le fondamenta delle antiche mura della città.

A sud-ovest invece, appare una cinta di forma trapezoidale che misura più di 100m sul lato grande, al cui centro era posta l’entrata principale del castrum e dove terminava la strada proveniente da Gemellae.

Un’altra strada rasentava il piede della collinetta e si dirigeva verso nord-ovest in direzione di Mesaerfelta-castrum du Confluent; da nord arrivava invece la strada dell’Oued el-Abiad. La città di Thouda-Thabudeos ha restituito le ultime testimonianze dell’antica città: basamenti di mura cingono il villaggio dal lato nord ed ovest ed altri si dirigono verso la cinta del castrum, così che la cinta del campo e quella della città avevano formato un unicum, separato solo dalla strada proveniente da Mesaerfelta-Castrum du Confluent che si prolungherà, poi, fino a Badias e ad Majores.

Quanto alla forma del campo vero e proprio, sorretto da un piccolo zoccolo certamente artificiale che domina la pianura di qualche metro, esso è un trapezio che misurava, secondo Baradez144, 118m a sud, 100m a nord sui lati paralleli e 65m su quelli laterali, modificate recentemente da Hadji secondo queste dimensioni: 106m nella parte sud, 100m nella parte nord.

143 BARADEZ 1949, p. 286. 144 BARADEZ 1949, p. 282. HADJI 2005, p. 327.

116 I muri esterni avevano uno spessore di 190cm con angoli arrotondati provvisti di torri quadrate di cui, quella di nord-est, ben conservata misurava 5,50m di lato; era presente una camera centrale di 3,30m alla quale si accedeva dall’angolo del campo grazie ad un corridoio diagonale.

Il lato sud-ovest del campo doveva essere quello più importante in quanto provvisto di una porta inquadrata forse da due torri, come la porta principale del castrum della Montagna del Sel, sporgenti all’esterno di 4m e regolanti un’apertura di 3,50m.

Nella parte interna dell’angolo nord sono visibili resti di una costruzione di 14m x 26m, forse corrispondente alle terme, la cui camera principale misura 6,20m x 14m, dotata di un piano al di sopra del livello medio attuale e di uno al di sotto di esso.

Si è detto che la forma di questo campo è trapezoidale: è certo il primo, se non l’unico, tra quelli esaminati, a possedere tali dimensioni che contrastavano con le regole dettate da Igino, secondo cui i campi di forma diversa da quella rettangolare erano da evitare perché comportavano svantaggi nell’uso di strumenti che ritmavano la vita interna ad esso145. Viene spontaneo chiedersi che cosa abbia spinto i costruttori del campo a scegliere questa forma così inusitata.

Considerato che il campo di Thouda-Thabudeos poggia ed è parte integrante di un insieme che sostiene la piattaforma sulla quale fu costruito anche il villaggio di Thouda, è possibile che tale piattaforma non avesse tutti i requisiti utili a costruire tanto il villaggio quanto il campo di forma quadrata o rettangolare, per cui i castrametatori furono costretti ad applicare a questo sito regole non del tutto canoniche per la costruzione di una posta difensiva ed a cercare di sfruttare il terreno nel migliore dei modi.

Ne è risultato questo castrum, di per se’ anomalo quanto a forma ma non certo privo di importanza e di interesse per il ruolo di difesa che esso deve aver svolto. (Figura 17)

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117 FIGURA 17 - Castrum di Thabudeos

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La fortezza di Bu-Ngem

Se il limes numidico è quello che ha restituito più di altre linee difensive africane un numero di castra tutti cronologicamente contemporanei e risalenti al II-III secd.C., è opportuno dire che anche sul limes tripolitano sono venuti alla luce due castelli assai ben conservati, quello di Bu Ngem e quello di Gheriat el- Garbia146.

La fortezza di Bu Ngem si estendeva 200km. a sud di capo Misurata, l’antico Cephalae promunturium, limite occidentale del Golfo della Sirte, e insieme a Gheriat el Garbia era stata eretta in prossimità di oasi, tappa obbligata sui grandi percorsi tra il Fezzan e la costa. Misurava 91m x 136m, la cinta muraria possedeva angoli arrotondati su cui, presumibilmente, erano presenti torri angolari. (Figura 18)

La costruzione delle porte mostra molta accuratezza nella loro messa in opera e se si tiene conto della lontana regione dove questo forte sorse, bisogna certo pensare che gli architetti ed i costruttori che facevano parte integrante della legione, riuscirono assai bene nella loro opera di costruzione.

Grazie alle iscrizioni rinvenute sulle quattro porte, il forte di Bu Ngem è opera di Quinto Anicio Fausto nell’anno 200-201 e risale dunque al regno di Alessandro Severo147:

Imp(eratori) Caes(ari) L(ucio) Septimio Seuero Pio Pert(inaci) Aug(usto) tr(ibunicia) p(otestate) IX imp(eratori) co(n)s(uli) II p(atriae) et Imp(eratori) Caes(ari) M(arco) Aurel(io) Antonino Aug(usto) tr(ibunicia) p(otestate) IIII et L(ucio) Sept( imio) [Getae] Caes(ari) Aug(usto) Q(uinto) Anicio Fausto leg(ato) Aug(ustorum) co(n)s(ulari) [leg(inois) III Aug(ustae) p(iae) u(ndicis)].

146 ROMANELLI 1970, p .48. GOODCHILD 1954, pp. 56-68. 147 IRT, PBRSCHR 1952, n. 914-916.

119 Imp(eratori) Caes(ari) L(ucio) Septimio Seuero Pio Pert(inaci) Aug(usto) tr(ibunicia) p(otestate) IX imp(eratori) XI co(n)s(uli) II p(atriae) et Imp(eratori) Caes(ari) M(arco) Aurel(io) Antonino Aug(usto) tr(ibunicia) p(otestate) [IIII et L(ucio) Sept( imio), Getae Ca[es(ari) Au]g(usto) Q(uinto) Ani[c]i[o] Fausto leg(ato) Aug(ustorum) co(n)s(ulari) leg(inois) III Aug(ustae) p(iae) u(ndicis).

Imp(eratori) Caes(ari) L(ucio) Septimio Seuero Pio Pertinaci Aug(usto) tr(ibunicia) pot(estate) VIIII imp(eratori) co(n)s(uli) II p(atri) p(atriae) et Imp(eratori) Caes(ari) M(arco) Aurelio Antonino Aug(usto) tr(ibunicia) p(otestate) IIII et [L(ucio)] Septimio [ Getae ] Ca[es(ari) Aug(usto) Q(uinto) Anicio Fausto leg(ato) Augustorum consulare leg(inois) III Aug(ustae) p(iae) u(ndicis).

All’interno il campo era diviso secondo le regole usuali: la via principlalis e la via praetoria si interesecavano, il centro era occupato dai principia ed immediatamente a nord di esso sono stati trovati i resti dei bagni in cui, nel 1927, fu scoperta l’iscrizione metrica di quinto Avidio Quintiano, centurione della legio III Augusta, alla dea Salus148.

E’ probabile che l’acqua fornita al forte provenisse da un laghetto posto in una profondità naturale in mezzo ad una vegetazione lussureggiante, tre chilometri a nord-est del campo. Un’altra iscrizione rinvenuta nello stesso edificio ricorda che l’erezione del forte avvenne nel 210-202 d.C. ad opera di una vexillatio delle stessa regione149:

Imp(eratori) Caes(ari) L(ucio) Septimio Seuero Pio Pertinaci Aug(usto) Arab(ico) Adiab(enico) Parth(ico) pont(ifici) max(imo) tr(ibunicia) pot(estate) X imp(eratori) XI co(n)s(uli) III p(atri) p(atriae) et Imp(eratori) Caes(ari) M(arco) Aurelio Antonino Aug(usto) tr(ibunicia) p(otestate) III co(n)s(uli) et [L(ucio)] Septimio Getae Caes(ari) Aug(usto) per vexillationem leg(inois) III Aug(ustae) .

148 BARTOCCINI 1928, pp. 50-58 . IRT, nn. 918-919. 149 IRT, n. 913.

120 Fuori del campo, verso nord-ovest, sono venuti alla luce resti di canabae, mentre a sud si estendeva un cimitero le cui iscrizioni sepolcrali indicavano che qui dovevano essere sepolti i familiari dei legionari.

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La fortezza di Gheriat el-Garbia

La fortezza di Gheriat el-Garbia, misurava esattamente il doppio di quella di Bu Ngem: misurava infatti 183m x 132m ed occupava uno sperone che correva verso l’oasi principale e che scendeva a strapiombo da tutti i lati, eccetto quelli dalla parte di nord-est.

Della cinta muraria costruita con angoli arrotondati e provvista di torri, manca la parte di sud-ovest; solo nella parte nord si conserva per un’altezza notevole e con uno spessore di 2,50m e risulta costruita, nella parte inferiore, con pietre di notevoli dimensioni, in quella superiore con pietre più piccole. (Figura 19)

Goodchild arriva a supporre che questa non fosse mai stata costruita perché ritenuta superflua di fronte alle difese naturali offerte dal terreno su questo lato150.

Delle quattro porte, la meglio conservata risulta essere quella di nord-est, la più importante, la porta pretoriana: presentava tre passaggi e quello centrale era largo il doppio degli altri, era inquadrata da torri a cinque facce, dato che la fronte era divisa in due segmenti, e ad angoli smussati con tre passaggi.

Sulla chiave dell’arco è visibile un’iscrizione dentro una corona d’alloro, di sicura lettura ma di significato oscuro “ PRO/AFR/ILL”151.

Un blocco recante un’iscrizione che offriva i titoli ad Alessandro Severo e che ricorda pure che il costruttore del forte fu il praepositus della vexillatio della Legio III Augusta, ha fatto per molto tempo credere che la costruzione del forte risalisse ad Alessandro Severo152: Imp(eratori) Caes(ari) M(arco) Aurel(io) Seue[r]o [Alexandr]o Pio Fe[l]ic[i] Aug(usto) [et Iuliae] [Mamaeae Augustae matri Aug(usti)] et castrorum M(arcus) A[..c20..] [c(enturio) leg(ionis) III Aug(ustae) p(iae) u(indicis) S[e]verian(a)e pr(a)epositus uex[ill]ationis eiusdem burgum [a] solo per eandem vexillationem instituit.

150 GOODCHILD R.G. 1954, p. 64. 151 IRT, n. 897. 152 IRT, n. 895.

122 In realtà, un’altra iscrizione scoperta nel 1965 poco distante dall’angolo sud dell’accampamento, assicura che Settimio Severo assegnò la costruzione del forte ad una vexillatio della III legio Augusta tra il 198 e il 201 d.C., quando era governatore Anicio Fausto, 153 anche se Goodchild ipotizza che Gheriat fosse stata progettata sotto Settimio Severo e completamente costruita sotto Alessandro Severo.

I]mp(eratoribus) Caes(aribus) L(ucio) Se[ptimio Severo Pio Perti/na]ce Aug(usto) et M(arco) Aur[elio Antonino Aug(usto) et L(ucio) Se/ptimio Geta Caes(are) Aug(usto) Q(uinto) Anicio Fausto leg(ato)] / Aug(storum) pr(o) pr(aetore) co(n)u(alari)…..

Il campo di Gheriat el- Garbia somiglia assai a quello di Bun Ngem, quanto a superficie, (risulta esattamente il doppio) e si può affermare che questo castrum, anche se costruito circa trenta anni dopo quello di Bu Ngem facesse parte di un singolare programma di difesa militare istituito da Settimio Severo lungo il limes tripolitano, in cui Gheriat el- Garbia aveva un ruolo più importante di quello ricoperto da Bu Ngem.

E’ probabile che durante il regno di Diocleziano essa sia stata abbandonata forse perché troppo lontana e che la responsabilità della difesa del territorio fosse stata delegata ai limitanei o a forze di federati154.

. 153 DI VITA 1966, pp. 107-109. 154 GOODCHILD 1954, p .65.

123 FIGURA 19 -Fortezza di Gheriat El-Garbia

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CAPITOLO SETTIMO

Nel documento L'accampamento romano (pagine 122-134)