2° canale 1° canale Canale non considerato
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Come per la domanda precedente è stato proposto un elenco di canali che possono essere utilizzati per mettersi in contatto con il cliente. È stato chiesto agli intervistati di indicare i due metodi che utilizzano maggiormente, solo in un caso non è stata fornita risposta a questa domanda. Ciò che emerge dall’analisi è che a pari merito, come primo canale, sono stati scelti il passaparola e il sito web.
Per quanto riguarda il primo metodo, ossia il passaparola, si tratta della forma più antica di marketing, rientrante nella categoria del marketing non convenzionale, e che solo negli ultimi tempi è stata presa in considerazione anche dalle grandi aziende. Mentre negli anni passati si cercava di compiere grandi campagne di marketing, ora si cerca di utilizzare metodi meno convenzionali e meno costosi per raggiungere il consumatore, incuriosendolo e informandolo. Il passaparola, nel caso analizzato, è un canale completamente gratuito, che permette all’agriturista di farsi conoscere attraverso le chiacchere dei clienti. Un cliente soddisfatto, che ha trascorso un piacevole soggiorno presso la struttura, trasmetterà la sua esperienza ad amici e parenti, i quali riferiranno ad altre persone, creando così una rete di scambio d’informazioni e anche nuovi clienti per l’agriturista. Tuttavia, per quanto positivo sia è anche poco controllabile, e quindi contrariamente, un cliente poco soddisfatto, manifesterà il suo disappunto verso la struttura ospitante, generandone una pubblicità diffamante quanto incontrollabile per il titolare. Un’altra considerazione da portare alla luce è che una struttura non deve basarsi solo sul passaparola perché può essere profittevole a livello locale ma poco efficacie a livello nazionale/internazionale. Inoltre è più indicato come canale per far conoscere la propria cucina, piuttosto che l’alloggio. È infatti più facile che un cliente si rechi a sperimentare una cena per sentito dire, piuttosto che un soggiorno anche di una sola notte.
L’altro metodo indicato, è il sito web, nell’era di internet anche l’agriturismo sta iniziando ad utilizzare il mondo virtuale. Così gli agrituristi cominciano a formulare un sito, e attraverso questo a far conoscere la propria offerta. La tecnologia è ormai nella vita quotidiana del consumatore moderno, dove il web è utilizzato anche per la spesa quotidiana, ma soprattutto per documentarsi, per cercare informazioni su qualsiasi cosa. Per questo motivo il sito dell’agriturismo dovrebbe essere il più completo possibile,
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presentando in maniera dettagliata la propria struttura ad esempio attraverso delle foto, ma anche i servizi offerti, l’ubicazione, i recapiti, e il territorio nel quale s’inserisce, poiché il consumatore per effettuare la propria scelta non confronta solo il prezzo, ma tutto il pacchetto completo.
Il secondo canale che viene indicato come maggiormente utilizzato è, per l’appunto, sempre il sito web. Questo consolida nuovamente la teoria che l’agriturista bellunese stia diventando sempre più tecnologico. Tuttavia, durante l’intervista, circa il 40% dei rispondenti ha specificato che utilizzano non solo il proprio sito web per farsi conoscere, ma anche altri siti come quelli di settore. Il singolo sito non sempre può dare notorietà, infatti, la sua visibilità nella rete può dipendere da differenti fattori, come ad esempio le key words, ossia le parole chiave associate al sito, un agriturismo può comparire digitando “agriturismo Belluno” ma non comparire se si digita “agriturismo sinistra piave”. Spesso l’associazione a queste parole è a pagamento, e quindi un investimento che i titolari non si sentono di sostenere. Per aumentare la propria visibilità e quindi la possibilità per il cliente di individuare il sito, l’agriturista ha iniziato a utilizzare i siti di settore: sono delle piattaforme nelle quali le strutture sono raggruppate a livello locale, regionale ma anche nazionale, offrendo così la possibilità al turista di scegliere ciò che più si avvicina alle proprie esigenze.
Tuttavia, in 5 casi su 20 sono stati indicati anche altri canali, oltre ai già citati siti di settore anche l’attività di volantinaggio, le associazioni, e il sistema di Carta Qualità inerente l’iscrizione al Parco delle Dolomiti Bellunesi possono essere degli strumenti a basso costo per farsi conoscere.
Durante la somministrazione del questionario, è stato rilevato che questa è una delle domande che ha suscitato maggiori commenti tra gli intervistati, facendo registrare numerose critiche verso l’operato degli enti locali. Gli agrituristi sostengono che la pubblicità dovrebbe essere fatta in maniera diversa e in luoghi diversi, rispetto a quelli utilizzati in questo momento, rimarcando che far conoscere la struttura con iniziative rivolte all’interno della provincia, è poco incisivo in termini di attrazione del turista, poiché quest’ultimo proviene in prevalenza al di fuori del territorio bellunese. A parere
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di chi scrive questa che viene mossa è una critica costruttiva, che fa emergere l’attenzione dell’agriturista verso la ricerca del cliente, ma anche un interesse per gli enti ai quali sono associati. Tuttavia, sempre a parere di chi scrive, anche l’agriturista dovrebbe sforzarsi di farsi conoscere, e non avanzare pretese verso gli enti, solo perché associati. È nell’interesse del singolo farsi conoscere, ed è esso che dovrebbe muovere il primo passo per attrarre il cliente. Poiché si è appena visto che il web è uno dei canali maggiormente utilizzati, ma anche il canale che il consumatore predilige, l’attenzione pubblicitaria potrebbe essere rivolta verso questa direzione. La ristrutturazione del sito web, l’iscrizione (spesso gratuita e/o a pagamento) in siti di settore a livello nazionale ma anche europeo, può essere un buon inizio per far conoscere la propria struttura al di fuori del territorio bellunese.
Diverse sono poi le azioni che possono essere intraprese a livello collettivo, ad esempio da parte degli enti possono essere prese in considerazione le fiere di settore al di fuori della provincia, o qualche azione pubblicitaria anche virale, nelle confinati province trivenete, si porta come esempio il piccolo aereo che sorvola la costa jesolana, sfoggiando lo slogan “Se vedi Treviso ti innamori”. Oppure, cosa che gli agrituristi dovrebbero sviluppare, è uno spirito di cooperazione e coordinamento tra loro, non è detto che una struttura voglia sottrarre clienti all’altra, anche se lo scopo principale è attrarre il consumatore presso il proprio agriturismo, dovrebbe nascere uno spirito di unione tra quei soggetti almeno appartenenti alla stessa zona, lo stesso paese, e piccole azioni di marketing possono essere fatte insieme piuttosto che da soli, abbattendo i costi. Un esempio che si porta è una piccola inserzione pubblicitaria di due o tre strutture in un volantino di un’altra città. È capitato di trovare agriturismi della vicina provincia trevigiana nel depliant dedicato al Palio di Feltre, ma nessuna struttura del feltrino o della zona di Belluno che pubblicizzasse la propria cucina.
L’ultima domanda proposta per questa sezione va ad analizzare l’importanza di alcuni fattori ambientali per lo sviluppo dell’attività agricola e dei prodotti. Anche in questo caso, come nella domanda numero 15 è prevista, per valutare le risposte, una scala likert, dove il valore 1 indica un fattore per niente importante nello sviluppo dell’attività agrituristica e contrariamente il valore 4 un fattore estremamente importante.
115 0 0,5 1 1,5 2 2,5 3 3,5 4 Im p or ta n za f at tor e Fattori ambientali