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CAPITOLO V – Commento alla traduzione

5.2. Problemi e strategie traduttive

5.2.9. Le canzoni, le poesie e le filastrocche

In quest’opera c’è una forte presenza di canzoni, oltre che di poesie e filastrocche. Volta per volta ho adottato soluzioni diverse, a seconda del tipo di testo/componimento che mi si presentava davanti nel corso della lettura. Per esempio, nel caso delle canzoni poetiche inventate e declamate dal menestrello Reinaldos, ho rispettato il significato e la struttura delle rime, ma non il numero e la struttura delle sillabe. Ad ogni modo, adesso andremo ad analizzare i casi uno per uno, cominciando dalla nota canzoncina per bambini della regina Berenguela.

Le diverse opzioni di traduzione per la canzoncina erano state discusse già nel corso del seminario tenutosi nel marzo 2018 alla presenza dell’autore. La prima possibilità era scegliere una canzone per bambini molto nota agli italiani, visto che quella citata nel libro a p. 23 è molto conosciuta e amata dai bambini spagnoli, e adattarvi un testo. La seconda era mantenere la stessa musica e semplicemente tradurre il testo spagnolo, cercando di rispettarne il significato e soprattutto il ritmo. Insieme all’autore, abbiamo optato per

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quest’ultima opzione perché più fedele al testo originale, tenendo conto del fatto che chi legge non ha effettivamente la possibilità di ascoltare la musica di riferimento. Mi sono quindi basata sulla canzone nella versione cantata da Rosa León e ho tentato una traduzione italiana che, cantando, si adattasse al ritmo dell’originale. Questo è stato il risultato:

La reina Berenguela güi, güi, güi, como está loca trico, trico, trí como está loca

lairó, lairó, lairó, lairó, lairó. No tiene más que aire güi, güi, güi,

bajo la toca trico, trico, trí, bajo la toca

lairó, lairó, lairó, lairó, lairó (p. 23).

La bella Berenguela ui, ui, ui,

lo sai, è un po’ matta piro, piro, pi,

lo sai, è un po’ matta porò, porò, porò, porò, porò. La bella Berenguela

ui, ui, ui,

è proprio mentecatta piro, piro, pi, è proprio mentecatta

porò, porò, porò, porò, porò.

Le filastrocche inventate e cantate da bambini e bambine del quartiere a Santiago non avevano, invece, una musica nota, per cui ho deciso di rispettarne il più possibile il significato, le rime e mantenere la musicalità generale del testo. Inoltre, come suggerito nel succitato seminario, ho tenuto conto del fatto che per i bambini italiani non è molto naturale leggere parolacce in un libro, quindi mierda si è trasformato in ‘caccole’, qualcosa di disgustoso ma sicuramente più familiare al lessico di un bambino italiano:

Mierda y piojos y muchos rastrojos recoge a montón el viejo simplón (p. 25).

Caccole e pidocchi e molti altri pastrocchi raccoglie tutto il giorno il vecchio perdigiorno. Mierda y piojos

en pelo y en ojos, en pies y en manos del viejo marrano (p. 26).

Caccole e pidocchi tra i capelli e negli occhi sul piede e sulla mano del vecchio marrano.

Per quanto riguarda le canzoni composte e cantate dal menestrello Reinaldos, anche in quel caso non conoscendo la musica che le accompagnava, ho preferito mantenerne rime e ritmo e, quanto più possibile, il significato. Il risultato è riportato qui di seguito:

Por los caminos que llevan a la Villa del Rey

cabalga el juglar Reinaldos del que yo algo me sé. No hay en todos los reinos

Per le strade che portano fino a Villa del Re

cavalca il menestrello Reinaldos. Non lo conosci? Vabbè...

164 voz que se le pueda comparar,

ni hay tañedor de cítara que como él sepa musicar.

Pero el alma de este juglar Reinaldos doliente está y enamorada

desde que en su corazón no cabe nadie más que su dama amada... (p. 35)

una voce simile puoi trovare, miglior suonatore di cetra è impossibile incontrare.

Ma l’anima di questo menestrello è afflitta e innamorata

da quando nel suo cuore è entrata la sua amata... En el palacio de Villa del Rey,

de nuestro reino cabecera, vive la flor que yo más adoro, rosa de estirpe señera.

Berenguela es su nombre, Barcelona su nación, su madre, la hija del Cid, su padre, el conde Ramón. No es ella solo condesa, reina es para general delicia pues casó con el rey Alfonso, señor de León, Castilla y Galicia. Mas a la dueña de mi corazón algo hay que la aflije y hace penar, pues sus ojos garzos y sinceros, no saben sino llorar.

El rey está preocupado; la corte murmura sin cesar, diciendo que doña Berenguela

cansada está de tanto reinar (p. 42-43).

Nel palazzo di Villa del Re, del regno capitale abbagliante, vive il fiore che io adoro, della stirpe più importante. Il suo nome è Berenguela, la sua patria Barcellona, e dal Cid, niente di meno, le deriva la corona. Non solo lei è contessa,

ma regina, per generale delizia, poiché sposa di re Alfonso,

signore di León, Castiglia e Galizia. Ma la padrona del mio cuore è afflitta e continua a tribolare i suoi occhi azzurri e sinceri non fanno altro che lacrimare. Il re è preoccupato;

la corte continua a mormorare, tutti dicono che Berenguela è stanca e non vuol più regnare. Presagios hay en el cielo

que envuelven Villa del Rey palomas volando aviesas, por una causa que yo no sé. Metida en su alta torre

vive la reina doña Berenguela, de luz de luna se alimenta

y de los destellos de alguna estrella. Berenguela, Berenguela

de todo el reino la más bellida, apagar querría con este canto

los dolores de vuestra herida (p. 60-61).

Ci sono presagi nel cielo che Villa del Re circondano: colombe che volano impazzite, le cause non si comprendono. Nell’alta torre nascosta

vive Berenguela, bella fra le belle, la illumina la luce della luna e il luccichio di tutte le stelle. Berenguela, mia Berenguela che le tue angosce siano bandite, vorrei tanto che questo canto lenisse tutte le tue ferite.

Un altro discorso, totalmente diverso, vale per l’unica canzone declamata dalla regina Berenguela. Di nuovo non conoscevo la musica che accompagnava tale canzone, ma ho subito notato che lo stile era differente, più stringato ed enigmatico rispetto a quello di Reinaldos. Ho cercato quindi, anche in italiano, di rispettare questo elemento. Inoltre, come già segnalato, la canzone era ricca di allitterazioni e assonanze, con suoni come s e n che si ripetono spesso. In alcuni punti è risultato davvero complicato interpretare le parole di Berenguela, infatti ho chiesto delucidazioni a Neira Cruz, che mi ha spiegato che i soggetti della canzone sono sí y no e vida y muerte, cosa che inizialmente non mi era chiaro. Mi ha poi dato delle indicazioni ulteriori, come per esempio il fatto che abbia utilizzato perdición

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con il significato di ‘smarrimento’, proponendo lui stesso di fare un riferimento alla Divina

Commedia, creando un gioco con il famoso incipit della “via smarrita”. Mi ha inoltre

spiegato che destierro ha un significato più forte di exilio, quindi insieme siamo giunti alla conclusione ‘confino’. Va segnalata anche la presenza di un verso in meno per adattare la traduzione ai cambiamenti a cui ho appena fatto riferimento. La traduzione è riportata nel paragrafo 5.2.4.