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CAPITOLO II – La noche de la reina Berenguela: analisi del testo originale

2.6. I temi principali

La noche de la reina Berenguela tratta diversi temi, tra cui i principali sono

sicuramente degli argomenti letterari che potremmo definire universali, quali l’amore e il desiderio di essere amati, la solitudine, l’anelito di libertà e la tragicità della morte. Sono universali perché fanno parte del bagaglio umano di ognuno di noi, ma anche perché moltissime opere letterarie se ne sono occupate nel corso dei secoli. Tuttavia risulta piuttosto singolare che dei temi che possono essere anche complessi, se visti da una certa angolazione, vengano trattati in un’opera destinata a dei bambini. Infatti, il pubblico target di questo libro è composto, almeno secondo le case editrici che l’hanno pubblicata, da bambini intorno ai 10-11 anni. Per altri aspetti è un’opera che rientra pienamente nei canoni della letteratura per l’infanzia: c’è l’immancabile lotta tra il bene e il male, la compresenza di parti umoristiche e di parti comiche, la magia, la fantasia, ecc. Il fatto se sia presente o meno il classico “lieto fine”, invece, è una questione un po’ più ambigua: interpretando da un certo punto di vista si potrebbe dire che c’è, perché la regina trova finalmente la libertà e Paloma arriva alla fine del racconto del Viejo de las palomas con nuove certezze, ma dall’altra abbiamo la morte di Berenguela, che può essere considerata tutt’altro che un finale lieto.

Tutti i temi principali dell’opera sono declinati in base al contesto storico e culturale della vicenda, tenendo conto del fatto che si svolge su due piani, tanto temporali quanto geografici. Sia Berenguela che Paloma, i due personaggi speculari all’interno dell’opera, provano delle sensazioni di solitudine, tristezza, un anelito di libertà (privilegio che è loro

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negato) e soffrono con la stessa intensità, indipendentemente dal periodo storico in cui vivono. Berenguela, in particolare, vive in un’epoca in cui era difficile concepire una regina che non volesse essere tale, quindi facilmente considerata come una pazza. Il tema della pazzia si associa al timore del “diverso”, alla fatica del comprendere il “diverso”, visto quasi come una minaccia, tranne da chi l’apprezza per quello che è.

Pervasivo nel testo è il tema della libertà, che per Berenguela coincide con il forte desiderio di essere amata: nel monologo all’inizio del terzo atto lei stessa afferma che le poesie che le manda Reinaldos tramite Rula la fanno sentire più libera e felice perché le dicono “que soy hermosa, que soy soñada, pero sobre todo, que soy querida”, che c’è qualcuno che vede in lei qualcosa che va al di là del suo rango nobiliare (2005: 95). Verso la fine dell’opera una didascalia che spiega le modalità della scena in svolgimento, cioè il volo di Berenguela, ci dice che “se oye la risa de cascabel de doña Berenguela, libre y feliz por primera vez en su vida, y para siempre” (ibid.: 108). Neira Cruz dà quindi voce a una figura femminile poco citata nei libri di storia, ma che ha avuto un grande impatto sulla storia. Berenguela, infatti, fu una figura chiave nella storia spagnola, poiché influenzò molto l’operato del marito e, comportandosi in un determinato modo e prendendo certe decisioni, fu in grado di cambiare le sorti della storia.

La tragicità della morte, altro tema cui si accennava prima, entra di getto proprio nell’ultimo atto, quando la povera regina, per un tragico incidente o per una scelta consapevole, o forse per entrambe le ragioni, perde la vita dopo un bellissimo volo fatto grazie alle ali costruite per lei da Fray OdranoeL. Vista nell’ottica di un possibile suicidio, la morte di Berenguela più che un evento tragico rappresenta una liberazione oppure, semplicemente, la storia va vista per quel che è, ovvero quella di una donna bella e buona che fa una tragica fine, e il suo ricordo rimane sempre nella storia e nella cultura del popolo che l’ha amata, arrivando a essere d’ispirazione per un’altra piccola donna afflitta da tristezza e solitudine simili alle sue.

Tutti questi temi sono ricorrenti nelle opere di Neira Cruz, in primis ne El armiño

duerme in cui la giovane protagonista muore, proprio come Berenguela. Tuttavia, ne La noche de la reina Berenguela libertà, amore e morte si intrecciano illuminando non solo il

personaggio della giovane regina, ma anche tutti gli altri, uno su tutti la piccola Paloma. Alla fine, nonostante le loro difficoltà in due mondi diversi ma profondamente simili allo

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stesso momento, risultano in un certo senso entrambe vincitrici, perché riescono a perseguire la loro volontà piuttosto che quella degli altri.

Un altro tema presente nel libro è il potere della parola che emerge dalle numerose canzoni e poesie declamate da Reinaldos, oltre che dalla canzone della regina Berenguela nel terzo atto e dai suoi discorsi sempre molto forti e poetici, tutti elementi che dimostrano quanto la capacità di saper usare le parole possa cambiare la vita di una persona (si pensi anche alla grande importanza che Berenguela attribuisce alle poesie scritte per lei dal menestrello). Inoltre non vanno dimenticate le canzoncine e le filastrocche cantate dai bambini e dalle bambine di Santiago all’inizio del libro: alcune sono inventate, ma spicca la canzone della regina Berenguela (ibid.: 23), realmente esistente e conosciuta ancora oggi. La rima, i giochi di parole e le canzoncine popolari assumono particolare rilievo nella letteratura per bambini e ragazzi poiché si tratta di un “conjunto lingüístico trashumante que pone en evidencia el valor lúdico de la lengua”, e il gioco è uno degli elementi più importanti nella vita di un bambino (Chillemi de Lucero e Martínez de Urquiza, 1997: 51). Come spiega Cerrillo (2005), esistono molti tipi di cancioneros infantiles e tutti presentano delle caratteristiche profondamente letterarie, anche se spesso sopravvivono solo nella letteratura orale. Neira Cruz esce da questo cliché e ne inserisce uno nella sua opera, dimostrandoci ancora una volta quanto sia unico e valido il suo contributo alla letteratura infantile e giovanile.

Anche il pettegolezzo continuo delle dame di corte Eleonora e Isidora ha un certo peso nella storia: le due, forse neanche rendendosene conto, pronunciano parole che fanno male alla regina. Ancor di più fanno questo effetto le parole maligne pronunciate dall’arcivescovo e dal conte. In generale, nei suoi confronti vengono dette moltissime cattiverie che la fanno sembrare e sentire una pazza o addirittura una strega: la sua tragica fine dimostra che le parole possono pesare come macigni sull’animo di chi le ascolta (o subisce), quindi vanno impiegate con cautela.