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CAPITOLO II – La noche de la reina Berenguela: analisi del testo originale

3.3. La letteratura drammatica: un genere per tutte le età

Quando si pensa al teatro come forma d’arte, viene naturale immaginare un palcoscenico e degli attori che vi recitano. Si tende spesso a dimenticare che in scena viene rappresentato un testo scritto, da cui poi parte tutta la rappresentazione scenica:

Non è come leggere un libro normale, perché [...] ci sono [...] i dialoghi tra i personaggi e [...] delle didascalie che descrivono sinteticamente il contesto. Ma anche nei testi con le didascalie più ricche, come ad esempio quelli di Pirandello, c'è una parte fondamentale che viene lasciata all'immaginazione. L'ambientazione, le luci, i movimenti degli attori, le intenzioni con cui vengono pronunciate le battute, le pause, il ritmo del dialogo... tutto questo, quando si legge il copione, si perde. [...] D'altra parte, le opere teatrali sono sempre dei testi letterari e ci sarà un motivo se si studiano anche a scuola: vuol dire che leggerli non è proprio inutile. [...] La lettura ha il pregio di mettere in luce degli aspetti particolari a cui non avremmo fatto attenzione se avessimo visto lo spettacolo in scena. Ad esempio, i diversi registri linguistici scelti dall'autore per i vari personaggi, oppure i rimandi al contesto storico dell'epoca, o ancora le citazioni letterarie di altre opere precedenti o contemporanee.10

Per spiegare meglio cosa sia il teatro in letteratura, è fondamentale citare Oates (1995: 8- 13) che, descrivendo il nuovo teatro americano, spiega cosa distingua il teatro in generale dalla prosa e dalla poesia. Anche la studiosa sottolinea che è un vero e proprio esercizio di immaginazione, proprio come la poesia, solo che in maniera completamente diversa. Poesia e prosa fissano sempre sulla carta qualcosa del passato, anche qualora se ne parli al presente, mentre l’opera teatrale è un evento che sta accadendo in quel momento: né prima, né dopo: “poetry is a compact language, a heightened and accelerated form of communication, and what is omitted is an integral part of its meaning, just as plays are ‘narratives’ severely reduced to human voices and gestures” (ibid.: 8).

Leggere un’opera teatrale è costruire nella propria mente un palcoscenico dove essa viene rappresentata: ecco perché per molti è un’esperienza più appagante leggere un’opera teatrale che vederla in scena, perché c’è più libertà e più immaginazione. Oates (ibid.) non nega che ci siano alcune opere che vadano lette più che viste rappresentate in scena, come quelle dell’antichità classica, o quelle di Shakespeare, Shaw, Calderón de la Barca, Lorca,

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ecc. La caratteristica principale che invece distingue le opere teatrali dai romanzi è, sempre secondo Oates (ibid.), il fatto che questi hanno una voce univoca, quella dell’autore, che parla a un individuo, il lettore, mentre le prime parlano con più voci, quelle dei vari personaggi, che vengono messi in scena da attori che a loro volta parlano tra di loro, rivolti a un gruppo di persone che assiste allo spettacolo, creando così una pluralità unica in letteratura.

Per Oates (ibid.), tuttavia, il teatro non si riduce a essere un insieme di dialoghi, è qualcosa di più che va al di là della lingua: coscienza, relazioni umane, una sorta di magia che va oltre le parole, perché il teatro è presente, mentre tutto ciò che è parola stampata è passato. Tanto più che negli ultimi anni le regole aristoteliche del teatro classico vengono sovvertite ogni giorno, indipendentemente dal tipo di teatro che si scrive e mette in scena (realista, surrealista, musicale, ecc.).

Prendendo in considerazione la letteratura drammatica degli ultimi anni (andare troppo indietro nel tempo non è utile ai fini di questa tesi), si può notare che la storia e il contesto culturale dell’Europa, cambiando, hanno a loro volta mutato profondamente il quadro di questa letteratura. Fischer-Lichte (2002) ne fa una panoramica, che si può riassumere dicendo che il teatro è partito da essere principalmente religioso, con poche eccezioni, fino ad arrivare al barocco del Siglo de Oro, che scendeva dal cielo all’inferno. Successivamente, passando dall’italianissima commedia dell’arte, considerata come un prodotto del tardo Rinascimento italiano, si sono verificati dei grandi cambiamenti, come l’entrata delle donne nel mondo del teatro. Tra la fine del ‘700 e l’inizio dell’800 emerge poi iniziano a mescolarsi individualismo e idealismo: così, autori come Schiller non riuscendo a separare il generale dal particolare utilizzavano il contesto storico come un modo per tenerli efficacemente insieme (es. Mary Stuart). Negli anni successivi aumenta l’enfasi sulla persona, in perfetta linea con il Romanticismo (trascinato dal

Bildungsroman). Si è poi passati alla distruzione e allo smontaggio della personalità

dell’individuo nella storia e il teatro ha cominciato a focalizzarsi su temi come la famiglia e la battaglia dei sessi. Con l’avvento del ‘900 si è tornati al mito della personalità, con una profonda ricerca del sé, vista la crisi d’identità dell’epoca.

Sempre secondo Fischer-Lichte (ibid.), a cavallo tra l’800 e il ‘900, si è verificata la fine del cosiddetto “teatro borghese dell’illusione”, soprattutto in ambito russo, mentre a partire dal XX secolo si è verificata una “deletterarizzazione” del teatro. Il teatro infatti, è

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fatto sì di parole, ma anche di movimento, disegno scenico, voci e rumori: ciò che si voleva fare in quel periodo era proprio recuperare questi ultimi elementi, più tecnici, “riteatralizzando” così il teatro. Senza dimenticare l’avvento della Prima e della Seconda Guerra Mondiale, delle ideologie naziste e fasciste, che sicuramente hanno cambiato anche il teatro. Le opere teatrali di Pirandello, in particolare Sei personaggi in cerca d’autore, sono state estremamente innovative perché rompevano la quarta parete (cioè eliminavano la separazione tra scena e pubblico), divenendo un’opportunità per rinnovare e riformare il teatro. Ecco che si è avuto uno smembramento del teatro e una sua conseguente rinascita rispetto a com’era inteso fino a quel momento.

Oggi il teatro è molto cambiato rispetto alle sue origini sia dal punto di vista tecnico che letterario. Viene meno rivolto al pubblico, è più dialogato, scenograficamente più ricco, ha testi meno retorici, più simili al modo di parlare di tutti i giorni.11

È proprio da queste caratteristiche che si può partire per parlare più specificatamente del teatro scritto appositamente per bambini e ragazzi, sensibilmente diverso da quello fin qui descritto.

3.4. Le opere teatrali nella letteratura per bambini e ragazzi: storia e