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Il rapporto tra passato e presente in letteratura e ne La noche de la reina

CAPITOLO II – La noche de la reina Berenguela: analisi del testo originale

3.6. Il rapporto tra passato e presente in letteratura e ne La noche de la reina

La noche de la reina Berenguela non va considerata solo nella sua natura di opera

teatrale per bambini, ma anche di opera con un’importante ambientazione storica. Infatti, come si diceva nel capitolo precedente di questo elaborato, dal punto di vista temporale l’opera si costruisce su due archi: uno dei giorni nostri e l’altro del Medioevo.

Tutti gli scrittori che si confrontano con un’epoca passata in un momento o nell’altro si trovano in difficoltà nel descriverla, nonostante un’accurata documentazione previa. Quindi è importante che trovino dei legami tra il passato di cui intendono scrivere e il presente, dal momento che chi scrive tende inevitabilmente a fare riferimento alla propria modernità, anche se sta parlando di un’epoca passata, e ad alludere alle sue idee e al suo credo, anche senza volerlo: ciò finisce per influenzare il testo che ne scaturisce (Wilson, 2011).

Si tratta comunque di un processo naturale, in quanto l’autore non può riuscire a “ofrecer un testimonio certo y exacto de la época que trata”, anche se vorrebbe farlo, perché “el salto atrás en el tiempo es imposible” (Merino, 2014).

Secondo Butler e O’Donovan

historical fiction is haunted by the demand for, and the impossibility of, authenticity in its representations of the past. [...] Any modern representation of the experiences of those who lived in the past must necessarily be a ventriloquistic performance, given in terms designed to be understood by a modern audience. The dead are not here to speak for themselves, [...] a fact that can only add to the responsibility of the historical writer even as it makes that responsibility harder to fulfil. The ethical obligations [...] are especially acute where authors are writing for an audience, such as children, unlikely

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to have an extensive background knowledge against which to measure any account of the past (2012: 73).

Gli anacronismi sono inevitabili e vanno semplicemente accettati per ciò che sono, ossia prodotti di un’opera scritta in un’epoca completamente diversa, a meno che non siano intenzionali, come il linguaggio di Dorotea nell’opera qui analizzata. In termini generali, ogni opera letteraria è figlia del suo tempo e si rivolge innanzitutto a un pubblico di lettori del suo tempo, ed è soprattutto questo a rendere molto complesso il rapporto con il presente in presenza di un’ambientazione storica. Ciò avviene a maggior ragione se l’opera è di per sé complessa, esattamente come La noche de la reina Berenguela che, come si commentava più sopra e in altri punti di questo studio, non solo appartiene a un genere letterario minoritario, ossia il teatro per bambini, ma fa anche dei salti temporali non indifferenti e descrive e rappresenta alcuni luoghi di una città che esiste davvero, ossia Santiago de Compostela. L’opera si rivela non comune proprio per l’intreccio tra passato e presente e tra realtà e finzione che la pervade, e il tempo diviene un vero e proprio tema cardine di quest’opera.

Ciò accade con molta frequenza in letteratura, in cui “time [...] always refers to elements of time as given in experience” (Meyerhoff, 1955). Ma il tempo non è solo una componente psicologica, ma anche un’unità di misura, cioè una componente scientifica (ibid.). Un altro aspetto è la “spazializzazione” del tempo (Hillis Miller, 2003), secondo cui, spesso, gli autori e gli scrittori ricorrono a metafore o altre figure retoriche particolari per parlare del tempo.

Sempre per Hillis Miller (ibid.) l’analisi del tempo e della temporalità nella letteratura prevede le tre categorie del trivio medievale: grammatica, logica e retorica. La prima si concentra sull’uso dei tempi verbali e dei deittici temporali; la seconda si focalizza sulla rappresentazione tematica dell’esperienza temporale; la terza analizza il linguaggio figurativo con cui in letteratura ci si riferisce alla temporalità. Ciò che interessa di più ai fini di questo lavoro è la seconda, ossia il modo in cui il tempo viene trattato dal punto di vista tematico. Ecco che, in buona parte della letteratura, il tempo non è che uno strumento per far arrivare determinati messaggi. Ad esempio, i salti temporali presenti nell’opera teatrale di Neira Cruz sono un pretesto per dimostrare al lettore che tra il momento storico odierno e il Medioevo, apparentemente due epoche completamente diverse, non ci sono poi così tante differenze quando ci si riferisce a temi legati a sentimenti universali: la tristezza,

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la solitudine e le discriminazioni, così come l’amore e la libertà esistevano nel Medioevo ed esistono ancora oggi, solo che sono declinate in maniera diversa. Così, il passato diventa un ottimo modo per parlare del presente, come succede, ad esempio, nei romanzi storici (si pensi a El armiño duerme dello stesso Neira Cruz).

Come è emerso dagli incontri avuti con lo stesso autore, per lui ambientare una parte de La noche de la reina Berenguela nel passato era necessario, visto che la regina è realmente vissuta nel Medioevo, ma collegarvi una trama ambientata nel presente era un ottimo modo per far sentire il giovane lettore più vicino ai fatti storici e all’epoca narrata, cioè per creare un ponte. Secondo Neira Cruz, c'è sempre una connessione tra le varie epoche storiche per personaggi, eventi e sentimenti: in fondo, gli esseri umani vivono esperienze e provano sentimenti simili, indipendentemente dall'epoca e dallo status sociale. Il fatto poi della presenza di un’ambientazione “fisica” molto precisa, come la città di Santiago de Compostela con forti legami con il passato, contribuisce a rafforzare questa dimensione: “el rico entramado medieval en el cual se cruzan las fuentes históricas y literarias [...] se pone al alcance del lector [...], contribuyendo con ello a su formación” (Martín Rogero, 2004: 123). Ecco che i riferimenti a un passato così importante si trasformano in un’occasione per maturare e prepararsi a nuove letture, anche più mature.

Ne La noche de la reina Berenguela vi sono poi degli elementi di modernità sapientemente introdotti nella parte storica, come l’allusione ai Rolling Stones, le invenzioni di OdranoeL, oggetti che esistono davvero al giorno d’oggi, e il modo di parlare di Dorotea. Essi fungono da veri e propri quenotipos, ossia

cualquier elemento del mundo moderno introducido en textos ambientados en otra época (o en mundos fantásticos) que permiten situar al niño lector [...] en un contexto familiar en el que se siente cómodo y tranquilo, lo que le permite adquirir y asimilar mejor nuevos conceptos (Lorenzo e Rodríguez, 2015: 119).

La noche de la reina Berenguela si configura, quindi, come una sorta di viaggio nel tempo,

esattamente come può succedere con il romanzo storico, con la differenza che il teatro è più “vero”:

existe [una] dimensión en el género dramático que afecta al espectador. En el curso de la actuación, el espectador pierde de vista enseguida el espectáculo. Lo que este tiene de ficción pasa, en su imaginario, a segundo plano. [...] Sucede que lo que acaece en el escenario se hace creíble, el personaje encarnado se vuelve reconocible como persona, es otro al que se mira, con el que se vive una peripecia, se participa en un

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conflicto. [...] Ver a los personajes en carne y hueso fuerza una sensación incalculable de verismo (Freire Pérez e Tejerina Lobo, 2008: 286).

Il fatto, inoltre, che si tratti di un’opera per bambini e ragazzi fa sì che gli argomenti e i temi che costruiscono il rapporto e il continuo intreccio fra passato e presente vengano trattati in maniera particolare, proprio perché il pubblico a cui ci si rivolge è di bambini dell’età di circa 11 anni e può imparare molto da ciò che sta leggendo (o vedendo, oppure mettendo in scena).