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delle caratteristiche sociali del paese

Nel documento La nostra idea di Universitas (pagine 75-78)

ospitante”

”Universitas” documenta il mondo dell’istruzione superiore dal 1980. Che cosa succedeva negli anni passati? Cosa è cambiato rispetto a oggi? Siamo andati a vedere quello che i nostri autori hanno scritto su alcuni temi di cruciale importanza per l’università. Abbiamo estratto i punti salienti dei loro con- tributi e li riproponiamo in questa nuova rubrica come spunto di riflessione. Sono state attuate tante promesse? E in che modo? O qualche volta le buone intenzioni sono rimaste tali e a distanza di anni si continua a dire le stesse cose senza raggiungere mai l’obiettivo?

Venticinque anni fa stava per prendere il via il programma europeo di mobilità Erasmus. Questo arti- colo spiega le ragioni e gli obiettivi di un Programma che avrebbe arricchito il curriculum universitario degli studenti, ma che soprattutto li avrebbe aiutati a guardare il mondo con occhi nuovi.

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ieri e oggiieri e oggi

Definizione e obiettivi della mo- bilità universitaria

[…] La mobilità universitaria in senso stretto […] consiste nell’integrare al proprio cur- riculum nazionale un periodo significativo e riconosciuto di studi compiuti all’estero. […] A questo tipo di mobilità è as- similabile quella di coloro che – conseguita una laurea in pa- tria – effettuano all’estero studi di specializzazione congruenti con il titolo ottenuto.

Come si vede, la mobilità così intesa è cosa ben diversa dal- lo snobismo accademico – pur rispettabilissimo – che alcuni (pochi) si possono permettere andando a laurearsi all’Mit o ad Oxford, come pure non va confusa con un certo “turismo culturale” estivo gestito da nu- merose agenzie pseudo-univer- sitarie.

La mobilità universitaria tende a formare laureati e ricercato- ri che – restando portatori di una genuina cultura superiore propria della loro tradizione accademica nazionale – abbia- no sperimentato, mediante un serio periodo di studi all’estero, l’appartenenza a una comuni- tà universitaria internazionale

con il conseguente arricchimen- to professionale, culturale e umano.

Una sfida per l’Europa

[…] anche sul terreno universi- tario l’Europa non potrà soprav- vivere e conservare una sua au- tonomia se incontrerà in ordine sparso gli altri colossi mondiali; le università d’Europa devono riscoprire la loro vocazione so- vranazionale diventando “uni- versità europee”. […]

In fondo, il Programma Erasmus della Cee è un tentativo – intel- ligente, perché giocato sulle au- daci aspirazioni dei giovani, che bene o male saranno gli europei di domani – di rinverdire senza utopie l’internazionalità spon- tanea degli atenei medievali; staremo a vedere se i governi dei Dodici e le burocrazie acca- demiche sapranno adeguarsi con la indispensabile flessibilità. […]

Il riconoscimento degli studi fatti all’estero

Una delle ragioni fondamenta- li per cui la mobilità universita- ria può svilupparsi solo in base a programmi organizzati col concorso ufficiale di governi e autorità accademiche, riguar- da proprio il riconoscimento degli esami; considerata infatti la rigidità della maggior parte delle legislazioni universitarie europee, è molto raro che uno studente isolato riesca a farsi convalidare in patria corsi

ed esami superati all’estero. […] Si evidenzia qui un altro aspet- to dello sforzo di innovazione culturale che questo tipo di mo- bilità vuole indurre; essa in re- altà non è che un provocatorio cuneo pragmatico infitto – ci si passi il paragone – nella rigidità della burocrazia universitaria, per causare un salutare risveglio a una indilazionabile circolarità internazionale.

Altri problemi: il ruolo delle “agenzie”

[…] Ci sono paesi i quali hanno rivestito il servizio d’accoglienza allo straniero che arriva di vera e propria professionalità, con tan- to di studi e di istituzioni specia- lizzate; ce ne sono altri – come il nostro – che in genere fanno affidamento sulla innata capa- cità dell’uomo di adattarsi, e in casi estremi sul buon cuore degli italiani di fronte alle disav-

venture del pros- simo. […]

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ieri e oggiieri e oggi

L’accoglienza va dal ricevimen-

to in aeroporto (in certi casi necessario) all’assistenza per il bagaglio trafugato, per le ur- genze sanitarie, per le pratiche assicurative, per il tempo libero. Per l’alloggio, si tratta ovvia- mente di trovare soluzioni ab- bastanza spartane ed economi- che; trattandosi di gente giova- ne, il pensiero va subito a pen- sionati studenteschi o collegi universitari.

Quando però, ad esempio qui da noi, si affronta il problema concreto ci si imbatte in una giungla di situazioni eteroge- nee da città a città, anzi meglio da regione a regione, visto che la competenza relativa alle case dello studente è stata attribuita dal 1977 alle amministrazioni regionali. […]

Molti governi ricorrono alle agenzie specializzate in campo educativo lasciando alle univer- sità compiti prettamente acca- demici e di docenza. […]

L’agenzia educativa si caratte- rizza per la presenza di una tipi- ca figura professionale, quella del “coordinatore” che si occu- pa dei problemi logistici e di be- nessere dello studente; mentre all’università resta il compito di

designare, per ogni programma di mobilità, dei tutor che seguo- no esclusivamente le questioni accademiche degli studenti. L’esperienza consiglia che il co- ordinatore abbia almeno un’in- farinatura di conoscenze psi- cologiche e una forte carica di umanità; è bene altresì che co- ordinatori e tutor dello stesso programma abbiano fra loro periodici scambi di idee.

[…] Un programma ben costrui- to di mobilità universitaria deve quindi prefiggersi, fra gli altri scopi, anche quello di facilita- re negli studenti che si recano all’estero l’assimilazione della cultura, del costume e delle caratteristiche sociali del paese ospitante […]. Occorre quindi che gli organizzatori dei programmi ponga- no mente al tempo libero dei ragazzi, fornendo loro oc- casioni di incontri e manifestazioni culturali extrau- niversitarie, e in luoghi diversi dalla città di abituale resi- denza.

Nessun programma na-

sce perfetto, ma si perfeziona in cammino; ciò vale a mag- gior ragione quando si ha tra le mani una materia delicata come la formazione di giova- ni, esseri preziosi e irripetibili […].

a cura di Isabella Ceccarini

“Laureati e ricercatori

che abbiano

sperimentato

l’appartenenza a

una comunità

universitaria

internazionale”

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dimensione internazionaledimensione internazionale

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