Emanuela Stefani, Direttore della Crui
Gian Tommaso Scarascia Mugnozza Gian Tommaso Scarascia Mugnozza
Il 28 febbraio è scomparso all’età di 86 anni il professore Gian Tommaso Scarascia Mugnozza, fondatore e primo rettore dell’Università della Tu- scia di Viterbo e per sette anni (1987-1994) presidente della Conferenza dei Rettori delle Università italiane.
Personalità di spicco nel panorama accademico italiano e nel mondo della ricerca internazionale, Scarascia Mugnozza svolse importanti ricer- che in materia di genetica delle piante, biodiversità vegetale e biotec- nologie per la conservazione e valorizzazione di un’agricoltura ecoso- stenibile dove fosse possibile un risparmio nell’utilizzo di risorse idriche. Nel 1974, con un gruppo di ricercatori del Cnen (Comitato Nazionale per l’Energia Nucleare) - Enea, indusse una mutazione genetica nel grano duro esponendolo ai raggi gamma di un reattore nucleare per ottene- re una mutazione genetica e incrociandolo con una varietà americana. Questa varietà di grano duro, denominato Creso, mutato geneticamen- te -ma non Ogm-, è attualmente usato per la preparazione di ogni ge- nere di pane, pasta, dolci, pizze, capsule per farmaci, etc.
Il prof. Scarascia Mugnozza fu un convinto sostenitore della coopera- zione internazionale nel settore dell’istruzione superiore e della ricerca: mise le sue conoscenze a beneficio dei paesi in via di sviluppo, parte- cipando direttamente ad importanti progetti in numerosi paesi, fra i quali il Mozambico, il Cile (nel programma di scienze ambientali deno- minato EULA), l’India (a lui è intitolato il Centro indiano delle risorse ge- netiche per l’agricoltura ecocompatibile presso la città di Chennai). Della collaborazione con la nostra rivista, di cui fu anche membro del co- mitato scientifico, ricordiamo che l’ultimo contributo, pubblicato nel nu- mero di dicembre scorso, era dedicato a commentare la riforma Gelmini. Il 28 febbraio è scomparso all’età di 86 anni il professore Gian Tommaso Scarascia Mugnozza, fondatore e primo rettore dell’Università della Tu- scia di Viterbo e per sette anni (1987-1994) presidente della Conferenza dei Rettori delle Università italiane.
Personalità di spicco nel panorama accademico italiano e nel mondo della ricerca internazionale, Scarascia Mugnozza svolse importanti ricer- che in materia di genetica delle piante, biodiversità vegetale e biotec- nologie per la conservazione e valorizzazione di un’agricoltura ecoso- stenibile dove fosse possibile un risparmio nell’utilizzo di risorse idriche. Nel 1974, con un gruppo di ricercatori del Cnen (Comitato Nazionale per l’Energia Nucleare) - Enea, indusse una mutazione genetica nel grano duro esponendolo ai raggi gamma di un reattore nucleare per ottene- re una mutazione genetica e incrociandolo con una varietà americana. Questa varietà di grano duro, denominato Creso, mutato geneticamen- te -ma non Ogm-, è attualmente usato per la preparazione di ogni ge- nere di pane, pasta, dolci, pizze, capsule per farmaci, etc.
Il prof. Scarascia Mugnozza fu un convinto sostenitore della coopera- zione internazionale nel settore dell’istruzione superiore e della ricerca: mise le sue conoscenze a beneficio dei paesi in via di sviluppo, parte- cipando direttamente ad importanti progetti in numerosi paesi, fra i quali il Mozambico, il Cile (nel programma di scienze ambientali deno- minato EULA), l’India (a lui è intitolato il Centro indiano delle risorse ge- netiche per l’agricoltura ecocompatibile presso la città di Chennai). Della collaborazione con la nostra rivista, di cui fu anche membro del co- mitato scientifico, ricordiamo che l’ultimo contributo, pubblicato nel nu- mero di dicembre scorso, era dedicato a commentare la riforma Gelmini.
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per il pionierismo dei suoi inter- venti nell’ambito della politica universitaria.
Avventura che si apre ufficial- mente con l’assemblea genera- le della Crui del 29 settembre 1987, quando l’allora rettore di Viterbo, già segretario generale dell’Associazione dei Rettori, vie- ne nominato presidente.
Da quel momento, e per quasi un decennio, la storia dell’univer- sità in Italia verrà, in un modo o nell’altro, influenzata dal suo ca- risma e dalla sua autorevolezza. Sarebbe impossibile in questa sede ripercorrere tutti i passi del- la significativa evoluzione che il sistema universitario ha attraver- sato nei tumultuosi anni che van- no dalla metà degli Ottanta alla metà dei Novanta.
Cercherò quindi di illustrare quelli che, alla luce dell’assetto attuale, si sono rivelati essere i segnali più evi- denti della propensione all’inno- vazione e al coraggio nei confronti del cambiamento che rappresenta- no i caratteri salienti dello Scarascia Mugnozza presidente della Crui. È a lui, infatti, che si deve la prima significativa revisione dello statuto della Conferenza dei Rettori in cui l’associazione viene traghettata verso la modernità.
Da sodalizio di illustri funziona- ri pubblici iniziò proprio in que- gli anni quel cammino che solo recentemente ha trasformato la Crui nell’associazione di rap- presentanza delle autonomie universitarie. Ed è proprio l’au- tonomia uno dei temi attorno ai quali si organizzò il lavoro di que-
gli anni. Fra alti e bassi i rettori, affiancarono i vari ministri, che da Ruberti in poi si alternarono alla guida dell’appena costituito Murst, nell’elaborazione legisla- tiva di quella che sarebbe diven- tata l’autonomia, prima finanzia- ria e poi complessiva degli atenei. Un percorso articolato, elaborato
per quasi un decennio nella con- vinzione che un sistema di auto- nomia finanziaria e gestionale non possa che poggiarsi sul con- tratto-programma e sulla valuta- zione della produttività ed effi- cienza degli atenei.
Concetto quest’ultimo che anco- ra oggi stenta ad affermarsi pro- ceduralmente e a radicarsi nella cultura accademica.
Il che non fa che ribadire l’inno- vatività della visione di Scarascia Mugnozza e rende comprensibile la sofferenza che in lui provoca- rono la caduta della X legislatu- ra e la conseguente interruzione dell’iter legislativo della legge sull’autonomia.
L’apertura internazionale
Un altro dei temi che l’allora pre- sidente pose al centro delle pri- orità e l’internazionalizzazione. È un fatto che in quel periodo la Crui si vide investita di compe- tenze crescenti, fino a svolgere un ruolo istituzionale tutto suo e specifico, diventando punto di ri- ferimento fisso per la crescita del sistema universitario italiano in una prospettiva internazionale. L’Europa divenne il nuovo terre- no di gioco e Scarascia Mugnozza accettò la sfi da, guidando in pri-ò la sfi da, guidando in pri- la sfida, guidando in pri-
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Il grano, oggetto delle ricerche di Scarascia Mugnozza (foto Ciocchetti)
Il grano, oggetto delle ricerche di Scarascia Mugnozza (foto Ciocchetti)
ma persona la Commissione In- ternalizzazione.
Fu grazie a lui che vennero imposta- ti i programmi di scambio di ricerca- tori “Vigoni”, fra Italia e Germania, e “Galileo”, fra Italia e Francia, che recentemente hanno dato vita alle due università binazionali italo-te- desca e italo-francese.
Fu la sua iniziativa che, nel perio- do successivo alla firma del Trat- tato di Maastricht, fece emergere la necessità di elaborare un docu- mento della Crui che presentasse meglio e difendesse, in ambito co- munitario, le esigenze del debo- le sistema universitario italiano, nell’ineludibile processo di inte- grazione europea. Inoltre, risale agli anni della sua presidenza la formalizzazione dei rapporti con le altre Conferenze dei Rettori europee che aprì la strada a tutti quegli accordi che oggi rappre- sentano uno degli assi portanti del lavoro istituzionale della Crui. Il coraggio con il quale introdus- se nell’agenda della politica uni- versitaria temi talvolta scomodi e all’avanguardia si manifestò an- che nella nuova immagine del si- stema degli atenei nel nostro pa- ese della quale si fece promotore. Mettendo all’ordine del giorno temi quali lo sviluppo degli ate-
nei meridionali e uniformando la quota di adesione alla Confe- renza dei Rettori, volle fin dal suo primo mandato porre l’accento sull’uguaglianza, il riequilibrio, la solidarietà e la forza che nasce dalla collaborazione.
Le università, alcune delle qua- li erano ancora deboli soggetti territoriali, si vedevano così rico- nosciuto un ruolo significativo, come sistema, nella formazione
delle nuove generazioni e nella produzione di saperi innovativi. Scienziato di livello internazio- nale. Presidente con un altissimo senso dello Stato e dei ruoli istitu- zionali che ricopriva. Coraggioso innovatore in tutti i campi in cui fu attivo. Gian Tommaso Scara- scia Mugnozza fu tutto questo. Eppure a me piace ricordarlo come un grande valorizzatore di talenti. Come il professore che si
circondava di schiere di collabo- ratori dei quali sapeva scoprire e mettere in luce doti e poten- zialità. Come un uomo che sape- va ispirare e motivare, ottenen- do il massimo da chiunque ebbe l’opportunità di lavorare con lui, come da ciascuno dei chicchi del suo prodigioso grano.