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L’occupazione a un anno dalla laurea

Nel documento La nostra idea di Universitas (pagine 56-59)

L

e indagini dell’iniziativa interuni- versitaria Stella sulla situazione oc-

cupazionale dei laureati forniscono dati sul rapporto fra laureati di un determinato anno e la percentuale di occupazione a 12 mesi dalla laurea1.

In questo articolo prendiamo in esame l’inda- gine che confronta la situazione occupazio- nale dei laureati del 2008 e quelli del 2009 a 12 mesi di distanza dal conseguimento del ti- tolo.

L’indagine è parziale, in quanto le interviste ai laureati del terzo quadrimestre 2009 sono ancora in corso; questa prima parte è stata presentata il 10 dicembre 2010 presso l’Uni- versità degli studi di Milano-Bicocca dai cura- tori del rapporto, Nello Scarabottolo (Univer- sità degli studi di Milano), Luigi Ballardini e Claudia Montalbetti (Coordinamento tecni- co-organizzativo del Cilea).

Hanno partecipato all’indagine 8 atenei: Ber- gamo, Brescia, Milano Statale, Milano Bicoc-

ca, Pavia, Pisa, Palermo e la Scuola Superiore S. Anna di Pisa.

L’indagine ha confrontato la situazione occu- pazionale dei laureati nei primi due quadri- mestri del 2008 con quella dei laureati nei pri- mi due quadrimestri del 2009, con un’analisi dettagliata dell’andamento globale nelle due annate per quanto riguarda la risposta del mercato del lavoro.

Il primo ambito di confronto ha riguardato le scelte dei laureati (triennali, magistrali e a ci- clo unico) a un anno di distanza dal consegui- mento del titolo.

Dai dati raccolti si segnala un aumento di lau- reati che preferiscono proseguire negli studi e ritardare l’ingresso nel mondo del lavoro. Per i laureati triennali è diminuita la percen-

1 Sulle precedenti indagini Stella cfr.: Indagini Istat, Stella, Almalaurea/Lau-

reati sempre più occupati, in “Universitas” n. 113 (settembre 2009), pp. 17- 22; I laureati e l’occupazione, in “Universitas” n. 116 (giugno 2010), pp. 22-26.

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rapporti e studirapporti e studi

tuale di chi dichiara di lavorare (dal 36,9% al 34,4%) mentre è aumentata la percentuale di chi prosegue negli studi (dal 45,7% al 47%).

Invariate o ininfluenti sono le percentuali di chi non studia e non lavora (5,5%) e di chi è in cerca di occupazione (13,1%). Per quanto riguarda i laureati magistrali, è calata anche in que- sto caso la percentuale di laure- ati che lavorano (dal 60% del 2008 al 56,6% del 2009) e anche di quelli che proseguono gli studi (dal 14% al 13,2%).

È aumentata di circa quattro punti percentuali la quota di lau- reati magistrali che a un anno di distanza non studiano e non cercano (dal 10,3% del 2008 al 14,2% del 2009).

Tra i laureati a ciclo unico si se- gnala la diminuzione di coloro che, a un anno di distanza dal ti- tolo, lavorano (53% dei laureati 2008, 49,6% dei laureati 2009), mentre sono rimaste stabili le percentuali di coloro che pro- seguono negli studi (21,6% del 2009) e di coloro che sono in cer- ca di occupazione (10,4%).

Aumentano di quasi cinque punti percentuali coloro che non sono né occupati o in cer-

ca di occupazione né studenti (dal 13,7% del 2008 al 18,5% del 2009).

L’indagine comparativa Stella si

è soffermata principalmente sui laureati 2008 e 2009 occupati a tempo pieno a 12 mesi dalla laurea.

Come si vede dalla tabella 1, i laureati triennali e magistrali del 2009 hanno registrato un allun- gamento dei tempi medi per tro- vare un’occupazione.

Secondo i curatori del rapporto, una delle cause del ritardo nell’i- nizio dell’attività lavorativa è stata la diffusione di forme con- trattuali come gli stage che, pur avendo pochissima influenza sui laureati triennali, hanno assor- bito il 4% dei laureati magistrali del 2009 (nel 2008 erano l’1,4%) e il 5,3% dei laureati a ciclo unico del 2009 (1,1% nel 2008).

Sempre in merito ai laureati oc- cupati a tempo pieno, l’indagi-

ne Stella si è concentrata sulla

forma giuridica di occupazione prevalente e sul settore di occu- pazione.

Sono diminuite le percentuali d’inserimento mediante contrat- ti a tempo indeterminato sia per i laureati triennali (29,9% rispetto al 34,6% del 2008) che per quelli

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magistrali (25% rispetto al 28,4% del 2008), mentre la percentuale è aumentata per i laureati a ciclo unico (19% contro il 16,5% dei laureati 2008).

Sono scese per tutte e tre le ca- tegorie le percentuali di inseri- mento con contratti a tempo de- terminato, mentre sono aumen- tate le percentuali delle forme contrattuali più deboli (contratti a progetto, contratti di appren- distato e contratti di formazione lavoro).

Per i laureati a ciclo unico è rima- sta alta la percentuale di inseri- mento tramite lavoro autonomo (31,9%, + 4% rispetto al 2008), percentuale che si è conferma- ta bassa per le altre tipologie di laureati.

Il settore di occupazione preva- lente è risultato il settore priva- to, con percentuali in incremen- to fra il 2008 e il 2009 per tutte e tre le categorie (cfr. tabella 2): ciò sembra dovuto principal- mente al blocco delle assunzioni in molti comparti del pubblico impiego.

Altri due aspetti di comparazio- ne hanno riguardato il livello retributivo dei neolaureati e la soddisfazione per il lavoro tro- vato.

Per i laureati triennali c’è stata una riduzione di quindici euro fra gli stipendi medi di quelli del 2008 e di quelli del 2009 (da euro 1.162 a euro 1.147) mentre per i laureati magistrali c’è stato un incremento di quattro euro (da euro 1.129 del 2008 a euro 1.133 del 2009).

Negativa la situazione per i lau- reati a ciclo unico, tra i quali è cresciuta la percentuale di chi ha percepito meno di mille euro al mese (dal 29,2% del 2008 al 40%

dal 2009) e il reddito medio è sce- so da euro 1.215 a euro 1.138. Il confronto fra 2008 e 2009 ha rivelato la crescente insoddisfa- zione dei laureati triennali e ma- gistrali, mentre i laureati a ciclo unico continuano ad essere ab- bastanza soddisfatti.

In tutte e tre le categorie è de- cresciuta la percentuale di lau- reati “molto soddisfatti” (per i triennali dal 23% al 18%, per i magistrali dal 31% al 26,6%, per i laureati a ciclo unico dal 39% al

34,5%). L’indagine, come abbiamo detto all’inizio, è solo parziale. Le con- c l u s i o n i p e r ò sono già deline- abili nel senso di un persistere de- gli effetti della crisi economica sulle prospettive occupazionali dei giovani, con peg- gioramenti più o meno marcati di tutti gli indicatori occupazionali ri- levati dalle inda- gini Stella.

Sarà interessante confrontare i ri- sultati attuali con quelli completi dell’andamento nel terzo qua- drimestre 2009, per vedere se ciò confermerà quanto emerso nel 2008 oppure darà prova di una lenta ripresa economica e di rin- novate prospettive occupaziona- li che una fonte come il Rapporto Excelsior dà come tendenza sicu- ra per i prossimi anni.

Per avere tutte le informazioni complete e scaricare il rapporto

http://vulcanostella.cilea.it.

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note italiane note italiane

ateneiatenei

P

rogettato sul modello dei campus universitari anglosassoni, l’ateneo romano di Tor Vergata, 25 anni di attività compiuti nel 2007, occupa un’estensione territoriale di circa 600 ettari. Sei facoltà: Economia, Giurispru- denza, Ingegneria, Lettere, Medicina, Scienze. Presenti all’interno dell’area importanti istitu- zioni di ricerca, come il Cnr e l’Agenzia Spa- ziale Italiana, che fanno di “Tor Vergata” una delle più dinamiche aggregazioni del paese. In prossimità del campus gravitano, inoltre, al- tri centri di ricerca come l’Enea, l’Esa - Esrin, l’I- stituto Nazionale di Astrofisica, l’Osservatorio di Monte Porzio Catone e l’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare.

I rettori delle Università Tor Vergata e Roma Tre hanno siglato una convenzione quadro in rispo- sta alle nuove e più impegnative domande che il quadro generale del sistema universitario na- zionale e internazionale pone agli atenei. La convenzione, tra l’altro, ha lo scopo di:

• valorizzare il lavoro dei giovani ricercatori convogliando risorse nella loro direzione;

• potenziare la dimensione internazionale dei due atenei;

• mettere in comune la disponibilità di infra- strutture di ricerca e di studio;

• consentire una più ampia e integrata di of- ferta formativa.

Il policlinico universitario e il parco scientifico

Nel campus è presente una delle strutture ospedaliere più moderne d’Italia, centro assi- stenziale e di ricerca per tutta la regione, con attrezzature di assoluta avanguardia e dove opera anche la facoltà di Medicina.

Il parco scientifico è il settore dell’Ateneo fi- nalizzato a promuovere l’incontro tra il mon- do della ricerca scientifica universitaria, il territorio e il mondo delle imprese, al fine di sviluppare iniziative imprenditoriali innova- tive e processi di valorizzazione dei risultati della ricerca. Il parco scientifico è anche un in- cubatore di imprese innovative, spin over: un ambiente dotato di infrastrutture flessibili e dedicate, in grado di offrire tutti i servizi tec- nici, logistici e informatici di promozione, for- mazione, internazionalizzazione, supporto e consulenza necessari ad incentivare la ricerca, lo sviluppo e l’innovazione tecnologica.

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