Capitolo Terzo - La proprietà dei beni
Appendice 1 Carteggi inediti
1. Fondo Luigi Manna Roncadelli ed Erminia Manna Roncadelli Crippa, Carteggio Geremia Bonomelli, Cartella Ms. Civ. 33 - Biblioteca Civica di Cremona.
Il carteggio Manna Roncadelli contiene sette lettere di Vito D’Ondes Reggio dirette a mons. Geremia Bonomelli, vescovo di Cremona dal 1876 al 1883, nonché direttore spirituale del barone. Le lettere 5-6-7 sono state scritte, sotto dettatura, dalla seconda moglie Ida, poiché, come possiamo leggere, D’Ondes aveva perso quasi del tutto l’uso della vista.
Lettera n. 1
Eccellenza Reverendissima,
Ho ricevuto per mezzo di mio nipote, il Conte Manna Roncadelli ed accompagnato da sua veneratissima lettera, il dono che Sua Eccellenza Reverendissima si è degnata di farmi della sua opera “Summa totius Theologiae dogmaticae” i quattro primi trattati. Io ne rendo infinite grazie, la sua opera assai sa(p)iente mi sarà di assai utilità; imperocchè a combattere i nemici della nostra Santa Religione in questi tempi numerosi è [illegibile] necessario torna(re a) invocare le verità rivelate e specialmente quelle che concernono la potestà della Chiesa e del Sommo Pontefice. Superfluo certamente alcuno mio elogio alla sua opera, pure non lascio di dirle che nelle poche pagine che ho potuto leggere, poiché attento a pubblicare un mio discorso tenuto ad una accademia sulla vittoria di Legnano, oltre all’ampia dottrina ho trovati i concetti espressi con chiarezza e precisione mirabili. Mia moglie e mia figlia devotissimamente La ossequiano. Io Le sono gratissimo Eccellenza Reverendissima delle preghiere sue a Dio affinché mia figlia mi cresca con ogni virtù di mente e di cuore. Parlatore Le invia suoi umili omaggi e ringraziamenti della memoria [illeggibile] di lui. Mio nipote Manna ancora in Firenze mi incarica di significarle i suoi profondi rispetti. Mi conservi la sua preziosa stima e padronanza mentre io baciando le Sacre Mani con la massima osservanza e più cordiale stima mi onoro di rassegnarmi Firenze 6 giugno 1876
Lettera n. 2
Eccellenza Reverendissima,
mi duole di non avere avuto il bene d’ossequiare di persona l’Ecc. V.a Reverendissima al suo passaggio di ritorno da questa, che ho saputo quinci da Gigi. Debbo rendere grazie infinite a V. Ecc. Reverendissima d’avere, come mi ha significato con una veneratissima, fatto al Santo Padre l’omaggio degli articoli di che La aveva pregata; e sono compreso da
127
immensa gratitudine verso di Esso, che con assai clemenza l’accolse, e si degnò di chiedere di mia salute. Dio sia lodato! L’ingiusto ed insano disegno di legge nonostante la protervia e malvagità degli uomini e contro ogni umana previsione è stato rigettato. Bene ha detto l’Unità Cattolica, è stato per miracolo ottenuto dalle preghiere del Santo et invitto Pontefice. Ma altre proposte di leggi empie e inique dobbiamo attenderci; pende già presso il Senato quella che si addimanda dell’istruzione obbligatoria che suona attentato satanico di gettare nell’ateismo l’Italia. Non saprei se in questa sessione vi si parlerà. Io ho parlato a lungo dell’argomento nel 1° Congresso Cattolico Italiano ma vorrei scrivere ancora qualche cosa, se la mia salute e il mio tempo me lo concederanno.
Mia moglie, Erminia, Maria la rispettano profondamente, Gigi si è recato a Roma. La prego di confermarmi la sua personale stima preziosissima, mentre io bacio le sacre mani e [illegibile] mi onoro di rassegnarmi.
Firenze, 14 maggio 1877 Lettera n. 3
Eccellenza Reverendissima,
Mi [illegibile] a dovere di sottomettere all’alta sua dottrina i miei tenui lavori al Congresso Cattolico di Bergamo. La prego di accoglierli nella sua grazia e benevolenza; e sulla quale facendo sempre [illegibile] le sottometto [illegibile] altri due miei pezzi: uno sull’abolizione degli ordini religiosi in Roma, e l’altro il discorso al Parlamento contro la legge della conversione dei beni immobili della [illegibile] del quale i principii stabiliti sono applicabili alla conversione che ora si vuole fare dei beni parrocchiali e delle confraternite. Le restituisco i quattro fascicoli dell’insigne sua opera Somma Teologica, che formano il primo volume, mentre l’Eccellenza Vostra Reverendissima si è degnata di donarmeli legati in un volume, essendo che nel terzo fascicolo mancano le pagine 253-56. Recandomi da Grumone a Firenze, feci sosta a Bologna e fui ad ossequiare l’eccellentissimo signor Cardinale Arcivescovo, il quale mi accolse con molta cortesia, ed al quale dissi quello che sua Eccellenza Reverendissima mi incaricò di dire ed egli mi si dimostrò soddisfattissimo. Mi dolsi assai che il giorno che ebbi l’onore di desinare la Vostra Eccellenza Reverendissima, insieme agli altri due Reverendissimi Monsignor Giovanni e Guindani e [illegibile], non potei quindi prima di partire da Cremona altra volta ossequiarla e ringraziarla, poiché la sacra funzione non era finita e la sera era innoltrata, onde a me e a Manna parve di non potere più ritardare a muovere verso Grumone. Le rinnovo intanto con questa i miei più vivi ringraziamenti per tutte le benevolenze e le gentilezze di cui Vostra Eccellenza Reverendissima si è degnata di offrirmi largamente nella mia dimora nel cremonese. Accolga i sentimenti del più profondo rispetto di me, mia moglie e Gioachina, e ci dia la Santa Benedizione mentre io altamente mi onoro di rassegnarmi
Firenze, 27 novembre 1877 Lettera n. 4
128
Rispondo subito alla veneratissima sua. Non saprei punto prevedere se una rimostranza di venerabili Vescovi di Lombardia sugli orrori come mi ha scritto VER delle scuole liceali e ginnasiali potesse essere dal ministro Perez favorevolmente accolta, pure io consiglierei di farla poiché a me pare che qualche bene potrebbe venirne, e danno alcuno. Io non sono in relazione col Perez e quindi con mio vivo rincrescimento non posso nella bisogna prestare alcun servigio; io intanto grazio infinite a VER e agli Eccellenti Reverendissimi Vescovi del desiderio di adoperarsi in una santissima causa: prego VER di porgere a tutti i miei più profondi omaggi. Mia moglie è a VER obbligatissima dei suoi saluti e la ossequia profondamente. Di Gioachina Le dò questa buona nuova, ella il giorno di San Pietro dopo un ritiro di lunghi giorni nel venerabile monastero di Santa Maddalena de’ Pazzi di è fatta la prima santa Comunione, che nello stesso monastero prima di uscirne replicò altre due volte; ella ha compiuto anni 11 il 21 dello scorso luglio, ed essa e mia moglie ed io Le chiediamo la Benedizione. La prego di mantenermi sempre la sua padronanza e stima preziosissima mentre io con la massima ossequiosità, e concordiosissima stima mi do l’alto onore di rassegnarmi.
Firenze 21 agosto 1879
Lettera n. 5 (scritta dalla moglie) Eccellenza Reverendissima
Grato sempre all’EVR delle singolari cortesie e segni di stima con cui si degna di accogliermi, adempio un dovere e soddisfo un mio desiderio dell’animo nell’augurarle per queste Sante Feste Natalizie e per il nuovo anno ogni maniera (di) beni spirituali e temporali; i quali tornano a bene e prosperità del gregge che con dottrina e carità quale SER insegna e governa. Perdoni ER l’alieno carattere che è carattere di mia moglie a cagione della mia vista più che mai travagliata, onde curarla sono necessitato a non leggere né scrivere punto. Mi raccomandi al Signore che mi conservi almeno quella poca che mi rimane. Mia moglie [illegibile] per baciarle reverendissimamente le sue sacre mani. Colla più profonda osservanza e devotissima stima ho l’alto onore di rassegnarmi
Firenze 23 dicembre 1881
Lettera n. 6 (scritta dalla moglie) Eccellenza Reverendissima,
Ho letto nella Civiltà Cattolica che un libro aureo, come tutti i suoi, ha pubblicato Vostra Eccellenza Reverendissima. Verità sempre antiche e sempre nuove, raccolta di sue Pastorali. Le offro una copia di una mia lettera di brevi pagine sul Congresso Cattolico terminato testé in Napoli. L’accolga colla sua solita benevolenza.
Mi conservi la sua padronanza e stima preziosissime (senza data [1883])
Lettera n. 7 (scritta dalla moglie) Eccellenza Reverendissima,
129
Le rendo infinite grazie del pregiato dono che mi ha mandato: Verità sempre antiche e sempre nuove. Vi trarrò gran profitto. Sapientissima la sua proposizione che la luce della verità è mille volte più cara di quella del sole; ed io rassegnato alla volontà di Dio, voglio sperare che mi dia quella della verità, ma che si degni di non privarmi affatto dell’altra, che è sovente nutrimento con cui si acquista la prima. Si degni di pregare Iddio per me. Insieme a me le baciano le sacre mani mia moglie ed i miei figli. La prego di conservarmi la sua padronanza e stima, mentre io coi sensi del più profondo ossequio e devota servitù mi rassegno
130