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Casa circondariale di Forlì

Nel documento relazione annuale delle attività svolte (pagine 138-141)

Si è potuta constatare una situazione di sovraffollamento contenuta.

Alla data dell’ultima visita (28 novembre 2013) si è verificato che il numero dei detenuti presenti (157) è leggermente diminuito, mentre è sempre elevato (87) quello degli stranieri. Quelli con condanna definitiva (58) erano meno degli imputati (64); 32 i tossicodipendenti, 23 le donne recluse.

La struttura carceraria si presenta molto vecchia e dovrà essere dismessa.

Il carcere dovrebbe essere trasferito nel 2015 in un’area periferica della città, uscendo così dall’area urbana (una condizione che ha fin qui favorito una forte presenza del volontariato e della società civile).

All’interno, invece, gli ambienti mostrano un certo decoro, anche grazie al contributo del lavoro dei detenuti.

Le celle non sono tutte a norma quanto a dimensioni e a ciò va incontro, come è noto, il regime di apertura delle celle per alcune ore al giorno (regime in parte già sperimentato a Forlì).

E’ previsto il ripristino della sezione di custodia attenuata per persone tossicodipendenti, che era stata chiusa per la necessità di lavori di ristrutturazione, e di cui l’Ufficio del Garante aveva sollecitato la riapertura, in considerazione del numero dei tossicodipendenti reclusi.

E’ inoltre presente una sezione a custodia attenuata per persone in semilibertà e per chi è in procinto di essere dimesso, a regime aperto, con un sistema di videosorveglianza.

Si sono potuti registrare grande condivisione di intenti e particolare sinergia fra la Direzione, lo staff dei responsabili delle varie aree e le associazioni di volontariato, che concretamente si traduce nell’organizzazione di molte attività a favore delle persone detenute: per esempio attività lavorative come attività di assemblaggio elettrico e di riciclo della carta in due laboratori interni; attività culturali come un laboratorio di pittura; e trattamentali di gruppo come il teatro.

Si segnala ancora un progetto, promosso dal volontariato, rivolto all’accoglienza dei familiari in attesa di

colloquio.

Si registra inoltre il coinvolgimento dei detenuti nell’attivazione del progetto RAEE per lo smaltimento dei rifiuti elettronici, consistente nello smontaggio e pretrattamento di piccoli elettrodomestici, con la sede del laboratorio all’esterno del carcere, gestito da una cooperativa sociale, che assume e remunera i detenuti, in collaborazione con un’agenzia formativa.

L’intenso lavoro della Direzione, già da tempo orientato a caratterizzare la pena in termini di umanizzazione, ha comportato negli anni la progressiva riduzione degli episodi di autolesionismo.

L’Ufficio del Garante si è inoltre recato presso l’istituto penitenziario di Forlì al fine di sostenere colloqui individuali con i detenuti. Gran parte delle segnalazioni hanno riguardato i rapporti con il Magistrato di Sorveglianza territorialmente competente, con particolare riguardo: ai lunghi tempi di attesa per le risposte alle istanze volte ad ottenere la liberazione anticipata, talvolta anche relativamente all’ultimo semestre maturato e per i permessi; ai lunghi tempi di attesa per la fissazione delle camere di consiglio per la concessione delle misure alternative alla detenzione.

Comunicato stampa 05/12/2013

Carcere. Dati aggiornati e valutazioni della Garante dopo la visita all’istituto di Forlì

Nei giorni scorsi Desi Bruno, Garante delle persone sottoposte a limitazioni della libertà personale, ha effettuato una delle sue periodiche visite alla struttura penitenziaria di Forlì, verificando che il numero dei detenuti presenti (157) è leggermente diminuito, mentre è sempre elevato (87) quello degli stranieri. Quelli con condanna definitiva (58) sono meno degli imputati (64); 32 i tossicodipendenti, 23 le donne recluse.

Dal punto di vista strutturale, il carcere di Forlì è un edificio molto fatiscente all’esterno; all’interno, invece, gli ambienti mostrano un certo decoro, anche grazie al contributo del lavoro dei detenuti. Di recente, si sono prodotti miglioramenti per i lavori alla cucina, mentre permangono evidenti criticità nella zona nelle docce. Il carcere dovrebbe essere trasferito nel 2015 in un’area periferica della città, uscendo così dall’area urbana (una condizione che ha fin qui favorito una forte presenza del volontariato e della società civile). Il responsabile dell’Azienda Usl ha sottolineato come da anni non si verifichino né suicidi né atti di autolesionismo. È evidente che gli istituti di piccole dimensioni favoriscono l’attenzione per le persone e aiutano a prevenire certi rischi. Le celle non sono tutte a norma quanto a dimensioni e a ciò va incontro, come è noto, il regime di apertura delle celle per alcune ore al giorno (regime in parte già sperimentato a Forlì).

Permangono le situazioni critiche rispetto all’organico della polizia penitenziaria, destinato, pare, ad una ulteriore riduzione, che sembrerebbe in contrasto con la riapertura della sezione a custodia

Casa circondariale di Forlì

attenuata. Da tempo, per la mancata sostituzione del medico titolare, manca anche una parte dell’assistenza psicologica prevista. Presto dovrebbero partire i lavori per il ripristino della sezione di custodia attenuata per persone tossicodipendenti, che registra il favore degli operatori del Ser.T. e del personale dell’area trattamentale e della sicurezza.

La sezione di custodia attenuata era stata chiusa per la necessità di lavori di ristrutturazione e l’ufficio del Garante regionale aveva sollecitato la riapertura, in considerazione del numero dei tossicodipendenti reclusi, persone che devono vedere affermato il diritto alla cura. Lo stesso Dpr 230/2000 (Regolamento di attuazione dell’Ordinamento penitenziario) prevede all’art. 115 l’istituzione di sezioni a custodia attenuata per detenuti affetti da problemi di tossicodipendenza e alcol dipendenza: norma da sempre disattesa o solo parzialmente attuata.

Proprio su questo argomento, il 28 novembre si è svolta un’iniziativa - voluta dalla direttrice del carcere, Palma Mercurio, in collaborazione con il Ser.T. - che si è occupata del rapporto tra cura e pena. Originale, la forma scelta: la simulazione di un processo. La domanda essenziale a cui la giuria è stata chiamata è: in che misura l’efficacia della pena è legata all’efficacia della cura? La giuria era formata da funzionari delle istituzioni, rappresentanti della stampa, rappresentanti dei detenuti, dei sindacati, degli operatori sanitari e delle forze dell’ordine.

La questione relativa al taglio dei dirigenti penitenziari

Nel documento relazione annuale delle attività svolte (pagine 138-141)