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La chiusura dei CIE di Modena e di Bologna

Nel documento relazione annuale delle attività svolte (pagine 169-175)

I centri di identificazione ed espulsione

radicamento in Italia, a volte una famiglia, incensurate ed in relazione alle quali una minore rigidità della legislazione attualmente in vigore permetterebbe una pronta regolarizzazione;

- la presenza significativa di richiedenti asilo;

- la non infrequente presenza di stranieri tossicodipendenti o affetti da patologie di dubbia compatibilità con la detenzione amministrativa in relazione ai quali l’Ufficio del Garante si è attivato perché fossero svolti tutti gli accertamenti necessari e trovate, se necessario, idonee soluzioni a salvaguardia del diritto alla salute singola e collettiva;

- la provenienza della gran parte delle donne straniere trattenute dal mondo della prostituzione e dello sfruttamento sessuale.

A ciò si aggiunge il fatto che la permanenza sino a 18 mesi (termine di trattenimento così ulteriormente aggravato dal D.L. 23 giugno 2011, n.89, convertito, con modificazioni, nella L. 2 agosto 2011, n.129), e ciò avviene quando la procedura di espulsione non si realizza per la mancata cooperazione del paese di rimpatrio o per il ritardo nell’ottenimento dei documenti richiesti al paese di provenienza, ha aumentato la conflittualità, i gesti di autolesionismo, i danneggiamenti. Ci sono poi persone , come detto, che non vengono identificate, perché il paese di provenienza non le riconosce, e restano al Cie per poi uscire e rientrare, in un

“girone infernale” che rende queste persone prive di qualunque riferimento. Queste persone non hanno futuro né qui né altrove.

Il tempo attuale di possibile permanenza rende i CIE luoghi di detenzione a tutti gli effetti e dovrà essere ripensata la gestione affidata a privati.

Elemento di drammatico peggioramento delle condizioni di vita nelle due strutture esistenti in Regione è risultato essere la decisione del Ministero dell´Interno di affidare la gestione prima del Centro di Modena e poi quello di Bologna attivando la procedura di assegnazione con un bando di gara al massimo ribasso, con un importo a base d’asta di 30 euro per persona. Ciò ha creato scadimento delle condizioni di vita per le persone trattenute e ha suscitato numerosi interventi perché fosse ripensata questa modalità di assegnazione, tenuto conto che la Confraternita della Misericordia, che ha per un decennio gestito i centri, aveva a disposizione euro 75,00 per ogni trattenuto.

La preoccupazione era fondata, e le condizioni di vita delle persone sono scadute a tal punto, che per il CIE di Bologna, l’Ufficio del Garante ha dovuto sollecitare l’intervento della USL per verificare le condizioni igienico-sanitarie del centro, richiedendo alla Prefettura di Bologna, che ha dimostrato particolare sensibilità ed attenzione, l’autorizzazione ad una visita ispettiva ell’USL. La visita è stata effettuata in data 14 gennaio 2013, confermando la situazione di inaccettabile degrado in cui vivevano le persone trattenute, sia per quanto riguarda va la necessità di interventi di ristrutturazione dell’immobile, in particolare i servizi igienici, sia per quanto riguardava l’assenza di beni di prima necessità. Per i dettagli degli interventi si vedano i comunicati stampa che seguono.

Analoga richiesta è stata poi inoltrata in data 25 luglio 2013, per il CIE del territorio modenese di Modena, alla Prefettura di Modena, alla USL di Modena e al Sindaco di Modena quale autorità sanitaria locale.

Fino alla data di chiusura del CIE di Bologna ha continuato ad operare lo sportello legale, in virtù di un pregresso protocollo con la Prefettura di Bologna del maggio 2012 , nonché l’attività dell’associazione SOS

Donna per dare assistenza alle donne vittime di tratta presenti nella struttura.

L’ attività di informazione e consulenza giuridica dello sportello legale nel 2013 ha visto la presa in carico di 26 persone trattenute all’interno dei Centri di Identificazione ed Espulsione rispettivamente di Bologna (22) e Modena (4). Le vicende sanitarie sono quelle che maggiormente hanno interessato l’intervento dell’Ufficio.

Dal referente lo sportello è stata altresì costantemente monitorata la situazione dei Centri di identificazione e di espulsione presenti in Italia attesa l’attenzione che gli stessi sollevano da parte delle Istituzioni e delle agenzie che si occupano della difesa dei diritti umani.

Tavola sinottica delle attività svolte

Data

intervento Struttura Destinatari

intervento Contenuti segnalazione e intervento 14.01.2013 CIE Bologna Prefetto e ASL

Bologna

Richiesta visita ispettiva su condizioni igienico sanitarie dopo richiesta della Garante e nulla osta prefettura.

Rischio accertato per la salute dei ristretti e degli operatori. Serie carenze strutturali.

18.02.2013 CIE BO Direzione Segnalazione di errori nell’assegnazione di spese trattenute dai conti personali degli stranieri.

Assegnazioni improprie.

Aprile 2013 CIE Modena Mittente lettera Direzione Oasi

Incontro con operatore psicoterapeuta e segnalazione a Direzione in merito a interruzione di sportello di assistenza psicologica per mancata corresponsione emolumenti

03.05.2013 Tutti istituti Provveditore Sollecito e attenzione in merito a procedure di

identificazione dei detenuti extracomunitari in attesa di espulsione già nel periodo detentivo.

Segnalazione gravi criticità di ordine igienico-sanitario;

in merito a interruzione di prestazioni per mancanza della corresponsione degli emolumenti; mancanza di risorse per assistenza agli stranieri ristretti, cattiva gestione ente gestore

25.07.2013 CIE Modena Prefetto; Azienda USL; Sindaco

Segnalazione gravi carenze igienico-sanitarie e strutturali nel CIE di Modena. Degradanti condizioni di vita dei ristretti; difficoltà lavorative degli operatori.

Richiesta sopralluogo ASL.

19.12. 2013 CIE Ministero Interni Quesito in merito a delega collaboratori per i colloqui con i ristretti nei CIE

Dicembre

2013 Diritto

Immigrazione A richiedenti Espressione parere in merito a rimpatrio volontario degli immigrati

Casi individuali

11.01.2013 CIE BO R. M. Igienico-Sanitario

I centri di identificazione ed espulsione

Casi individuali

11.01.2013 CIE BO B. G. Vicenda Sanitaria

11.01.2013 CIE BO K. K. Igienico-Sanitario

11.01.2013 CIE BO M. F. Igienico-Sanitario

11.01.2013 CIE BO M. A. Vicenda Sanitaria

11.01.2013 CIE BO R. M. Riconoscimenti e documenti

28.01.2013 CIE BO Minorenne Vicenda Sanitaria

04.02.2013 CIE BO F. H. Richiesta asilo politico

04.02.2013 CIE BO N. O. Vicenda Sanitaria – richiesta asilo per motivi umanitari

19.02.2013 CIE BO Medico Segnalazione problematiche relative all’assistenza sanitaria in CIE e mancata corresponsione emolumenti per attività professionale

27.02.2013 CIE BO B. K. Improprio trattenimento

04.03.2013 CIE BO O. L. Protesta con cucitura labbra

04.03.2013 CIE BO R. O. Protesta con cucitura labbra

04.03.2013 CIE BO A. B. Vicenda sanitaria

04.03.2013 CIE BO R. A. Vicenda sanitaria e incompatilità con struttura

04.03.2013 CIE BO S. A. Rinnovo PdS

04.03.2013 CIE BO A. B. Richiesta asilo

10.03.2013 Ex CIE BO 5 stranieri trasferiti a altri CIE

Segnalazioni varie ad altri garanti territoriali in seguito a trasferimenti per la chiusura CIE Bologna per ristrutturazione

24.05.2013 CIE MO A. M. Vicenda sanitaria

12.07.2013 CIE MO D. M. Vicenda sanitaria

12.07.2013 CIE MO D. S. Vicenda sanitarie e incompatibilità con struttura 11.11.2013 CIE MO W. S. Notizie in merito a trasferimento ad altro CIE (TP)

Va sottolineato che dall’entrata in vigore della nuova normativa (termine di trattenimento fino a 18 mesi) si sono registrati più atti di autolesionismo e aumento della conflittualità interna, con scioperi della fame, danneggiamenti e momenti di aperta ribellione. E ciò nonostante, fino ad un recente passato, il CIE di Via Mattei si era strutturato, nel corso del tempo, in modo unico in Italia, dotandosi di un Progetto sociale che, in sintonia con gli enti locali e con importanti realtà associative, assicurava maggiore attenzione alle persone, in

una prospettiva di riduzione del danno. Erano forniti servizi di sostegno, dai mediatori culturali agli psicologi, dagli sportelli informativi all’assistenza sanitaria continuativa, fino ai corsi di formazione e alfabetizzazione.

Nel mese di dicembre 2012 è avvenuto il passaggio della gestione del centro dalla Confraternita della Misericordia al Consorzio Oasi, vincitore della gara al massimo ribasso con una offerta di Euro 28 e la situazione è precipitata,sono mancati a volte i generi di prima necessità e di assistenza, nonché si è registrato un progressivo scadimento delle prestazioni sanitarie, psicologiche, della mediazione culturale, con riduzione del personale peraltro non regolarmente retribuito e con una gestione del centro sempre più improvvisata e assente. Chi scrive ha dovuto constatare di persona che più persone, malate di scabbia, vivevano in una allarmante promiscuità , con pericolo per gli altri trattenuti e per il personale impiegato a vario titolo.

Per la precisa descrizione di quanto personalmente visto e denunciato si rimanda ai comunicati stampa che fotografano la situazione in divenire.

Per dovere di verità si deve anche rappresentare che lo scadimento delle condizioni di vita all’interno del CIE di Bologna era iniziato negli ultimi mesi di gestione della Misericordia, a cominciare dal cibo somministrato.

Alla data del 7 marzo 2013 il CIE di Bologna è stato temporaneamente chiuso per lavori di ristrutturazione, ma già da mesi il Centro veniva sotto utilizzato e al momento della chiusura erano presenti 25 donne (trasferite a Roma) e 28 uomini (trasferiti a Crotone). Non ha mai riaperto e la Prefettura di Bologna ha revocato l’appalto al Consorzio Oasi. E’ possibile che intervenga la riapertura del Centro.

Il contrasto all’immigrazione irregolare attraverso i CIE è costoso, inumano e inefficace.

Solo una quota infinitesimale di stranieri irregolari viene effettivamente espulsa a fronte di risorse economiche importanti che potrebbero essere diversamente investite.

Alcuni numeri esemplificativi

I CIE in Italia sono 12 di cui 5 ancora effettivamente funzionanti.

Nel 2012 le presenze quotidiane sono state in media 925 a fronte di una capienza di 1775 posti.

Il costo altissimo a carico delle casse dello Stato Italiano è di 55 milioni all’anno e 163 euro al giorno il costo per ogni trattenuto nei CIE. Il dato è ricavato dalla ricerca “criminalizzazione dell’immigrazione irregolare”

della Scuola superiore Sant’Anna di Pisa e considera i costi di gestione, quelli per l’attività legale, quelli di ricostruzione e ristrutturazione degli edifici.

Tra i costi evidenziati nella ricerca circa 20milioni di euro l’anno vengono spesi per la gestione complessiva di tutti i CIE italiani, 350 euro il gratuito patrocinio a spese dello Stato nei procedimenti di convalida davanti al al giudice di pace, 10 euro servono per l’emissione di ogni provvedimento di convalida di trattenimento da parte del giudice di pace, 20 euro è il costo del giudice per ogni udienza.

Il trattenimento, che funziona con il sistema delle proroghe fino al limite dei 180 giorni di permanenza, potrebbe avere fino a 4 udienze.

Su 169.126 persone transitate nei CIE tra il 1998 e il 2012 soltanto 78.081 sono state effettivamente rimpatriate (il 46,2%).

I centri di identificazione ed espulsione

E per finire 1.500 tra agenti di polizia e militari sono i numeri delle forze dell’ordine impegnati al controllo o accompagnamento degli stranieri.

I Medici per i diritti umani (MEDU) segnalano, pubblicando e commentando i dati della Polizia di Stato, che nel 2013 i trattenuti sono stati 6.016 (5.431 uomini e 585 donne), ma solo 2.749 (il 45,7%) è stato rimpatriato. Un tasso di efficacia inferiore a quello, già fallimentare, del 2012, quando la percentuale era del 50,5%.

E comunque rappresenta meno dell’1% dei 294.000 immigrati che l’ISMU (Istituto per lo Studio della Multietnicità) stimava fossero presenti in Italia.

Per approfondire: http://www.mediciperidirittiumani.org/centri-di-identificazione-ed-espulsione-dati-nazionali/

Fonte: Medici per i Diritti Umani. Elaborazione su dati della Polizia di Stato

La chiusura dei CIE di Bologna, che ha capienza di 95 persone, e quello di Modena, capienza 60, consentono di risparmiare risorse oltre 900.000 euro all’anno, che possono essere utilmente riconvertite in attività di accoglienza e assistenza al rimpatrio volontario degli stranieri irregolari nel nostro Paese, progetti di cooperazione con i paesi terzi in materia di immigrazione. La perdita del lavoro per la crisi produttiva e il non riconoscimento dello “ius soli” continuano ad alimentare la presenza di “irregolari” sul territorio.

Nel documento relazione annuale delle attività svolte (pagine 169-175)