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Casi trattati ed i loro esit

Per quanto riguarda la presenza di complici, come è stato rilevato per il GIP, si riscontra che nell’81% dei reati il ragazzo ha agito da solo e nel 14% con l’aiuto di un complice. La presenza di due o più complici (fino a 7) riguarda il 5 % dei casi. Si è cercato di cogliere le possibili relazioni tra il tipo di reato e l’iter giudiziario. Per facilitare la lettura, i possibili percorsi giudiziari sono state accorpati all’interno di alcune grandi categorie (Tab. 9)

Tab. 7 - Numero casi trattati dal Giudice per l'udienza preliminare per tipolo-

gia di reato. Trentino. Anni 1994 - 1997.

Tipo di delitto Casi trattati % Casi trattati

Delitti contro il patrimonio 342 52

Delitti contro la persona 103 16

Delitti contro la libertà sessuale 11 2

Delitti connessi con gli stupefacenti 26 4

Altri delitti 176 27

Totale 658 100

Fonte: Elaborazioni TRANSCRIME di dati del Tribunale per i Minorenni di Trento

Tab. 8 - Numero casi trattati dal Giudice per l'udienza preliminare per esito

degli stessi. Trentino. Anni 1994-1997.

Esito Casi trattati % Casi trattati

Perdono giudiziale 177 27

Irrilevanza del fatto 126 19

Rinvio a giudizio 102 16

Estinzione del reato per esito

positivo della prova 42 6

Non aver commesso il fatto 32 5

Remissione/mancanza di querela 31 5

Il fatto non sussiste 30 5

Incapacità di intendere e di volere 29 4

Il fatto non costituisce/non è previsto come reato 23 3

Pendente 18 3

Reclusione e multa 14 2

Messa alla prova 13 2

Reclusione 6 1

Incompetenza 3 -

Estinto per oblazione 3 -

Non luogo a procedere per morte del reo 3 -

Il fatto non è punibile 2 -

Non punibilità per età inferiore ad anni 14 1 -

Autori del reato ignoti 1 -

Sospensione 1 -

Non luogo a procedere per reciprocità delle offese 1 -

Totale 658 100

Fonte: Elaborazioni TRANSCRIME di dati del Tribunale per i Minorenni di Trento

*) : sotto la voce “Altri casi di proscioglimento o improcedibili- tà” sono stati aggregati:

- Non aver commesso il fatto - Remissione/mancanza di querela - Il fatto non sussiste

- Il fatto non costituisce/non è previsto come reato

- Estinto per oblazione - Non luogo a procedere per

morte del reo - Il fatto non è punibile

- Non imputabilità per età inferio- re ad anni 14

- Autori del reato ignoti - Non luogo a procedere per

reciprocità delle offese

Si può osservare come la prosecu- zione dell’iter giudiziario mediante il rinvio al dibattimento davanti al Tribunale per i Minorenni riguardi quasi esclusivamente i reati contro il patrimonio o contro la persona. Inoltre più di un quarto dei reati contro il patrimonio ottengono il perdono giudiziale, mentre poco più

Tab. 9 - Relazione tra il tipo di reato e l'esito del procedimento giudiziario (valori percentuali). Trentino. Anni 1994-1997.

Tipo di delitto Delitti contro Delitti contro Delitti contro Delitti connessi

Altro Totale

il patrimonio la persona la libertà sessuale agli stupefacenti

Esito del procedimento % v.a.

Rinvio a giudizio

(dibattimento) 20,8 17,5 - 3,8 6,9 15,5 102

Incapacità di intendere

e volere 6,4 3,9 18,2 - 0,6 4,4 29

Altri casi di proscioglimento

o improcedibilità *) 15,2 35 9,1 26,9 17,8 19,3 127

Irrilevanza del fatto 15,5 7,8 18,2 19,2 32,7 19,0 125

Messa alla prova.

Estinzione per esito positivo messa alla prova. Pendente.

Sospensione. 12,3 11,7 27,3 17,4 6,9 11,1 73 Perdono giudiziale 27 22,3 9,1 30,8 30,4 27,0 177 Sanzioni sostitutive (reclusione; reclusione e multa). Incompetenza 2,92 1,9 18,2 3,8 4,6 3,5 23 Totale 100 100 100 100 100 100 656

Fonte: Elaborazioni TRANSCRIME di dati del Tribunale per i Minorenni di Trento

di un terzo dei reati contro la perso- na rientrano nella categoria dei casi di proscioglimento oppure in quella del “non luogo a procedere”. Va sottolineato anche il numero signifi- cativamente alto di casi per i quali viene applicato l’istituto della messa alla prova.

Dibattimento

Le udienze di dibattimento si svolgo- no davanti al Tribunale per i Mino- renni riunito in collegio. Al dibatti- mento giungono sia i casi che sono stati rinviati a giudizio da parte del GUP, sia (più raramente) quelli per cui viene chiesto il giudizio abbre- viato o il giudizio immediato, per direttissima. Questo tipo di rito può essere infatti attivato qualora il minore viene colto sul fatto e conte- stualmente arrestato.

L’età media dei minori è di 17 anni e mezzo. La distribuzione per sesso è diversa rispetto al GIP ed al GUP, in quanto si nota un aumento percen- tuale delle femmine (39%) rispetto al 61 % dei maschi.

Per quanto riguarda la presenza di complici, nel 78% dei reati il ragaz- zo ha agito da solo e nel 15% con l’aiuto di un complice. La presenza di due o tre complici riguarda il 7 % dei casi.

Tab. 10 - Numero casi trattati dal Tri-

bunale per i Minorenni. Tren- tino. Anni 1994-1997.

Anno Casi trattati

1994 29

1995 43

1996 42

1997 13

1994-1997 127

Fonte: Tribunale per i Minorenni di Trento

Tab. 11 - Numero casi trattati dal Tribunale per i Minorenni per tipologia di

reato. Trentino. Anni 1994-1997.

Tipo di delitto Casi trattati % Casi trattati

Delitti contro il patrimonio 87 69

Delitti contro la persona 20 16

Delitti contro la libertà sessuale 3 2

Delitti connessi con gli stupefacenti 7 6

Altri delitti 10 8

Totale 127 100

Fonte: Elaborazioni TRANSCRIME di dati del Tribunale per i Minorenni di Trento

Tab. 12 - Numero casi trattati dal Tribunale per i Minorenni per esito degli

stessi. Trentino. Anni 1994-1997.

Esito Casi trattati % Casi trattati

Reclusione e multa 37 29

Perdono giudiziale 26 20

Reclusione 18 14

Non aver commesso il fatto 14 11

Remissione/mancanza

della querela 8 6

Il fatto non sussiste 7 6

Estinzione del reato per esito

positivo della prova 5 4

Irrilevanza del fatto 3 2

Assoluzione 3 2

Incapacità di intendere e di volere 2 2

Pendente 2 2

Incompetenza 2 2

Totale 127 100

La tabella seguente mostra l’esito giudiziario in rapporto al tipo di reato.

*) : Sotto la voce “Altri casi di proscioglimento o improcedibili- tà” sono stati aggregati:

- Non aver commesso il fatto - Remissione/mancanza di querela - Il fatto non sussiste

Tab. 13 - Relazione tra il tipo di reato e l’esito del procedimento giudiziario (valori percentuali). Trentino. Anni 1994-1997.

Tipo di delitto Delitti contro Delitti contro Delitti contro Delitti connessi

Altro Totale

il patrimonio la persona la libertà sessuale agli stupefacenti

Esito del procedimento % v.a.

Assoluzione 3,4 - - - - 2,4 3

Incapacità di intendere

e volere 1,1 5 - - - 1,6 2

Altri casi di proscioglimento

o improcedibilità *) 19,5 45 - - 30 22,9 229

Irrilevanza del fatto 1,1 5 - - 10 2,4 3

Estinzione per esito positivo

della prova 2,3 - - 14,3 020 3,9 5 Perdono giudiziale 18,4 30 66,7 - 20 20,5 26 Reclusione. Reclusione e multa. Incompetenza 52,9 15 33,3 85,7 10 44,9 57 Pendente 1,1 - - - 10 1,6 2 Totale 100 100 100 100 100 100 656

Sul versante penale, la situazione del Tribunale dei Minorenni di Trento presenta alcune caratteristiche funzionali nettamente positive, soprattutto per ciò che riguarda la possibilità di mantenere un rapporto personale diretto con il ragazzo, diversamente da quanto avviene negli altri Tribunali per i Minoren- ni dei grandi centri urbani, dove la mole di lavoro non consente tale rapporto. Nella realtà locale, per i magistrati è possibile così esercitare, nei confronti dei minori che abbiano commesso reati, anche quell’azione educativa prevista come il principale obbiettivo dal codice penale minorile. Ad esempio, quando il GIP dichiara “il non luogo a procedere per irrilevanza del fatto”, la decisio- ne viene pronunciata nell’ambito di un udienza cui partecipano direttamente il minore, famiglia, l’avvocato ed il servizio sociale. In quella sede, che pure presenta caratteristiche meno strutturate rispetto ad altri tipi di udienza, il magistrato può spiegare al ragazzo che, nonostante la pronuncia di irrilevan- za, il reato esiste e quindi sottolineare la valenza negativa della sua condotta, invitandolo a non ripeterla. Ciò evita distorsioni nell’invio dei messaggi educativi, come ad esempio succede quando il ragazzo viene a conoscenza della decisione solo attraverso la notifica della sentenza (è il caso delle realtà metropolitane), in quanto tale circostanza può portare il minore a ritenere che il fatto commesso non ha avuto alcuna rilevanza penale.

Un altro aspetto distintivo della realtà trentina riguarda il numero esiguo dei casi di recidive, che sono per lo più riferiti ai minori che provengono da realtà familiari o sociali più disagiate.

A fronte del problema relativamente poco oneroso sul piano qualitativo riguardo la criminalità minorile in provincia di Trento, rimane invece il lavoro, più cospicuo a livello delle decisioni, riferito alla tutela del minore, nelle tre grandi aree del disagio, del maltrattamento e dell’abuso.

Ciò che si riscontra frequentemente è il fatto che, anche quando il minore è autore di reato, dietro di lui c’è una storia di disagio personale, familiare, sociale, a volte culturale (v. caso degli immigrati). Quando il disagio del minore è riferito a incapacità educative dei genitori, il Tribunale apre un intervento civile a tutela del ragazzo. In tali casi la commissione del reato diventa per il magistrato solo l’occasione per iniziare a lavorare con queste realtà familiari problematiche.

Infine, va segnalata la frequenza con cui si ricorre a provvedimenti di messa alla prova. La messa alla prova è un provvedimento che prevede la sospensio- ne del processo penale, mentre viene concordato un progetto di lavoro con il ragazzo da parte del servizio sociale, sulla base delle esigenze specifiche. In questo tipo di intervento viene a cadere la dimensione coercitiva e viene invece ricercato il consenso del minore rispetto ad un impegno che egli può accettare e portare avanti. I contenuti possono essere vari: esperienze di lavoro, la realizzazione di impegni scolastici o di socializzazione nell’ambito

Continua a pag. 149

Ufficio servizio sociale minoren- ni

È uno dei servizi dell’Ufficio Centra- le per la giustizia minorile di Vene- zia, che ha competenza per tutto il Triveneto. I servizi della Giustizia presenti sul territorio provinciale sono l’Ufficio Servizio Sociale per i Minorenni ed il Centro Prima Acco- glienza.

Composizione 1 Direttore

3 Assistenti Sociali 1 Educatore

1 Consulente psicologo a con- venzione

4 Obiettori di coscienza

3 Agenti di polizia penitenziaria

Funzioni

Il servizio sociale si propone il compito di sostenere i ragazzi e le famiglie, attraverso un processo di razionale consapevolezza, in un percorso di cambiamento, consen- tendo di sviluppare le proprie risorse singole e di gruppo e di conoscere, interpretare ed utilizzare quelle istituzionali e comunitarie. A questo scopo il servizio modula la funzione di aiuto e quella di controllo in relazione alle esigenze educative dei ragazzi, alle fasi processuali ed ai contesti di appartenenza.