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Le istituzioni local

In questo capitolo viene analizzato il sistema socio-assistenziale della Provincia Autonoma di Trento con riferimento al quadro istituzionale, agli enti convenzionati e a quelle realtà organizzate (associazioni, cooperative, comunità) che operano sul territorio per il recupero e la prevenzione degli stati di marginali- tà e devianza. Prevalente è il riferi- mento agli enti la cui attività è rivolta verso persone adulte. I dati riportati sono stati forniti dai servizi della Provincia Autonoma di Trento e, per quanto riguarda gli enti del privato sociale e le comunità terapeutiche sono stati raccolti direttamente attraverso apposite schede di rileva- zione.

Il sistema socio - assistenziale nella Provincia Autonoma di Trento

Il sistema dei servizi socio - assisten- ziali in Trentino è articolato su tutto il territorio provinciale e rientra nelle competenze di più Enti: Provincia, Comuni, Enti gestori (Comprensori), Ipab, Privato - sociale (Cooperative sociali, Associazioni, Fondazioni), Volontariato, Famiglia. Gli interventi del sistema socio - assistenziale sono orientati a:

- mantenere il più possibile la persona nel proprio ambiente di vita (minore, handicap, adulto, anziano);

- fornire o restituire autonomia alla persona e al nucleo famigliare; - coordinare e integrare costante-

mente l’azione con gli altri servizi sociali (salute, casa, istruzione, formazione, lavoro...).

Funzioni della Provincia Auto- noma

In ordine alle funzioni delegate, sulla base della L.P. 14/91, la Provincia, nell’ambito del sistema socio - assistenziale trentino, svolge le seguenti funzioni :

- programmazione e indirizzo; - finanziamento;

- consulenza, verifica e controllo; - sistema informativo a livello

provinciale e locale;

- formazione e aggiornamento degli operatori;

- supervisione;

- valutazione e programmazione delle famiglie affidatarie.

La Provincia ha, inoltre, la responsa- bilità gestionale di alcuni specifici interventi socio - assistenziali. Tra questi:

- l’erogazione dell’assistenza integrativa, di cui alle LL.PP. 4/73 - 28/83 - 11/90;

- il finanziamento in c/capitale a Enti pubblici e privati per la realizzazione di strutture socio- assistenziali e per la dotazione di attrezzature;

- a vigilanza e il controllo sulle istituzioni assistenziali e l’autoriz- zazione al funzionamento; - la gestione della L.P. 35/83

(rimozione degli stati di emargina- zione);

- la gestione della L.P. 8/92 (volon- tariato).

La Provincia, infine, mediante la legge 13/90 (interventi nel settore dell’immigrazione straniera extraco- munitaria) esplica le proprie compe- tenze nell’ambito della disciplina del fenomeno immigratorio. Tale legge è gestita dal S.R.P. della provincia Autonoma di Trento, il quale, per questa materia, si relaziona all’As- sessorato Attività Sociali e Sanità della Provincia stessa.

Funzioni degli Enti gestori Col termine Enti Gestori si fa riferi- mento ai Comuni di Trento e Rovere- to e agli 11 Comprensori che aggregano i numerosi Comuni , molti dei quali di piccole dimensioni, del Trentino. A seguito della delega ai Comuni (di cui alla L.P. 14/91) gli Enti gestori provvedono a:

- interventi di prevenzione e promo- zione sociale - (finanziamento: 1 miliardo di lire);

- interventi di aiuto e sostegno (assistenza economica di base, “minimo vitale”, sussidi straordina- ri, ticket indigenti, interventi a favore di portatori di particolari patologie - (finanziamento: 6,5 mld);

- interventi integrativi e di sostegno ai servizi a carattere:

- residenziale (istituti, comunità alloggio, gruppi appartamento, ecc.),

- semiresidenziale (centri diurni, centri socio-educativi, centri occupazionali, ecc.),

- domiciliare (assistenza domicilia- re, affido familiare, ecc.) - (finan- ziamento: 103 mld).

La struttura per la gestione tecnico- amministrativa dei servizi socio - assistenziali in Trentino è articolata su due livelli: un livello centrale che garantisce la direzione unitaria dei servizi e gli adempimenti amministra- tivi per la realizzazione delle attività e in un livello territoriale formato da

équipe interprofessionali costituite

da:

- assistente sociale con funzioni di coordinamento;

La Legge Provinciale 35/83: “Disciplina degli interventi volti a preve- nire e rimuovere gli stati di emarginazione”

La legge provinciale n. 35/83 stabilisce i compiti dell’Ente pubblico al fine di sostenere, promuovere e coordinare l’azione di organismi privati che svolgono interventi specifici per la rimozione degli stati di emarginazione.

La legge 35/83 è stata voluta per tutelare al meglio una serie di soggetti in situazione di marginalità sociale, per i quali non sussistono servizi istituzionali specifici e neppure specifiche leggi di settore.

I criteri guida prescelti sono i seguenti:

– temporaneità degli interventi, nel senso che devono mirare a ristabilire le condizioni essenziali di inserimento nel normale contesto di vita e devono favorire l’accesso e il sostegno dei servizi socio - assistenziali previsti per la generalità dei cittadini;

– individualizzazione del progetto operativo sulla base dei bisogni manifesta- ti dal singolo e valutati anche con la collaborazione degli operatori dei servizi socio - assistenziali e sanitari del territorio;

– globalità della persona, nel senso di interventi atti a promuovere l’autono- mia della persona, in tutte le sue componenti;

– intervento di rete (fra servizi, operatori, mondi vitali), ossia importanza, per gli Enti convenzionati, di andare oltre le semplici risposte, seppur a volte necessarie, da fornire a specifici bisogni, ma attivazione di relazioni significative fra il soggetto e le risorse informali e formali presenti nel contesto comunitario.

La tipologia di utenza, a cui fa riferimento la L.P. 35/83, è spesso caratterizza- ta da situazioni personali multiproblematiche; esse concretizzano uno stato di emarginazione sociale che è sovente l’esito del sommarsi nel tempo di alcuni problemi irrisolti (e quindi cronici), i quali possono risultare intrecciati a vari livelli: famiglia disgregata o conflittuale, disadattamento sociale, problemi alcoolcorrelati, disagio psichico, comportamento deviante, sanzione penale, carcerazione, ecc.).

L’elaborazione di un progetto di aiuto/sostegno alla persona comporta la necessità, da parte dell’Ente convenzionato, di rapportarsi, in molti casi, ad una serie di servizi che fanno capo, a loro volta, a più soggetti istituzionali. È allora evidente che la realizzazione degli obiettivi anche minimi, individuati nel progetto, dipende, in buona misura, dal grado di coordinamento tra i vari servizi coinvolti.

- assistenti sociali, educatori, assistenti domiciliari; - personale amministrativo; Le équipe garantiscono in uno specifico territorio:

- l’individuazione dei bisogni e delle risorse;

- l’informazione sui servizi, le prestazioni, le condizioni, i requisiti e le modalità di accesso; - l’analisi e la valutazione della

domanda e l’organizzazione della risposta;

Attività svolta nel 1997 a favore di utenza adulta dagli Enti convenzionati sulla base della L.P. 35/83

Gli interventi attuati, nel 1997, dagli Enti convenzionati sono stati com- plessivamente 6009; essi hanno riguardato un numero effettivo di 3220 utenti. Ciò significa che molte persone si sono rivolte allo stesso servizio più di una volta, nell’arco di un anno. Poiché un utente può rivolgersi contemporaneamente a più Enti, il numero reale delle persone assistite deve ritenersi sensibilmente inferiore al numero effettivo di utenti registrati da ciascun Ente.

Numero di utenti per tipo di attività

Problematica Pronta Accoglienza

prevalente Diurna segr. socialeaccoglienza residenziale Totale %

Gravi problemi di salute - 34 - 34 1,1

Disagio psichico 54 156 138 348 10,8

Disagio relazionale 25 109 18 152 4,7

Abuso di sost. alcoliche 8 78 28 114 3,5

Abuso di sost. stupefacenti - 118 19 137 4,3

Problemi familiari - 714 61 775 24,1

Problemi abitativi - 40 8 48 1,5

Ricerca di lavoro - 1041 - 1041 32,3

Ricerca di posto letto - 356 - 356 11,1

Emarginazione cronica - 104 28 132 4,1

Problematiche varie - 64 19 83 2,6

Totale 87 2814 319 3220

% 2,7 87,4 9,9 100

Fonte: Struttura operativa L.P. 35/83

I dati evidenziano un’attività preva- lente connessa a servizi cosiddetti a «bassa soglia», cioè aperti diretta- mente all’utenza che può accedervi quando vuole, quando ne ha biso- gno.

matiche. Fra di esse va segnalata la notevole incidenza delle «anomalie e rotture familiari» che concernono persone adulte (più spesso donne con prole) le quali hanno necessità di un sostegno e di una protezione temporanea anche di tipo residen- ziale.

Gli interventi di pronta accoglienza e di segretariato sociale, che rappre- sentano oltre l’80%, sono un preciso indicatore in questa direzione. L’attività diurna e l’accoglienza residenziale si iscrivono in un progetto finalizzato a rendere il soggetto il più possibile autonomo e integrato socialmente.

Gli utenti degli Enti convenzionati hanno situazioni in atto e/o pregres- se caratterizzate da problematiche multiple di disagio individuale e sociale. In particolare il problema della disoccupazione, che già da solo rappresenta una condizione prevalente in questo tipo di utenti, è spesso correlato con le altre proble-

Principali enti, associazioni e cooperative operanti nel Trenti- no in materia di prevenzione Nel quadro degli interventi volti alla prevenzione, riabilitazione e reinseri- mento sociale dei soggetti marginali e devianti nel territorio trentino, la realtà dei servizi sociali pubblici e privati è più ampia rispetto a quanto sinora delineato con riferimento al Servizio socio - assistenziale della Provincia Autonoma di Trento e alla L.P. 35/83 sulla prevenzione e rimozione degli stati di emarginazio- ne. Va infatti ricordato che la proble- matica della tossicodipendenza e quella dell’alcolismo sono affrontate,

a livello pubblico, con Unità operati- ve facenti capo all’Azienda sanitaria provinciale.

Il Servizio di Alcologia, sorto come Centro di Alcologia nel 1990, si occupa della prevenzione e della riabilitazione dei problemi alcool- correlati appoggiandosi e collabo- rando costantemente con i Club