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ENHANCEMENT OF THE LATIUM’S RUPESTRIAN HERITAGE SUSANNA SALCINI TROZZ

2. CASISTICA ED ESEMPI PRATIC

La catalogazione dei beni architettonici ha fino ad oggi privilegiato strutture quali chiese, palazzi, castelli, case, rispetto all’architettura rupestre che è stata meno stu- diata e catalogata dell’architettura di tipo tradizionale,

pur presentando proprio nel Lazio una varietà di esempi e testimonianze con caratteristiche di unicità ed origi- nalità che specialmente nella Tuscia a causa delle pre- esistenze etrusche e particolarmente nella zona di Sutri hanno dato luogo a emozionanti pagine di architettura medievale sorta su grotte scavate nel tufo come la chie- sa rupestre della Madonna del Parto, ricca di affreschi votivi databili al XIV e XV secolo, la cui struttura in- terna a pilastri sorgenti da un podio continuo suggerisce l’adattamento di un mitreo di epoca romana in forma di chiesa ed è un esempio mirabile di ricorso a grotte già utilizzate come luoghi di culto in epoca antecedente. Analogo esempio è costituito dal mitreo esistente nei sot- terranei della chiesa di S. Clemente a Roma, benché non riutilizzato come luogo di culto cristiano ma sul quale sono state costruite in fasi successive due diverse basili- che sovrapposte.

Uguale carenza di dati è constatabile nella zona di Latina per quanto riguarda esempi come il santuario della SS.ma Trinità presso la Montagna Spaccata di Gaeta, noto per la leggenda secondo cui la spaccatura nella roccia sarebbe avvenuta al momento della morte di Gesù Cristo contem- poraneamente alla volta del Tempio di Gerusalemme e per la presenza di altre testimonianze leggendarie come l’impronta della mano di un marinaio saraceno impressa nella roccia da cui il nome di “Grotta del Turco”.

I motivi di queste lacune possono essere di ordine pratico data la difficoltà di accesso a strutture rupestri, ma sono anche attribuibili alla necessità di sintetizzare le notizie raccolte, cosa non sempre possibile quando ci si trova in presenza di monumenti complessi, la scarsità di fondi ne- cessari per la catalogazione completa infine un quadro già problematico, determinando di fatto una preferenza nei confronti di strutture più semplici.

Occorre considerare inoltre la eventuale interferenza di- sciplinare tra architettura ed archeologia in caso di strut- ture costruite su preesistenze di tipo archeologico, poiché la schedatura dei Beni Culturali presenti nella Regione Lazio prevede nel suo ambito interdisciplinare schede re- lative a beni archeologici, storico artistici e demoetnoa- tropologici oltre che architettonici.

In alcuni casi però la sovrapposizione nella costruzione pertinente l’ambito archeologico è tale da giustificare la schedatura dell’edificio come bene architettonico o da prevedere comunque la catalogazione in entrambi gli ambiti disciplinari con richiamo reciproco tra le schede attraverso la apposita voce “riferimento ad altre schede”. Ne è esempio la Grotta dei Massacci a Frasso Sabino in provincia di Rieti (scheda AP n. 12/00780103), in cui la costruzione della cosiddetta Osteria Nuova o Osteria dei Massacci nel XVII secolo si è sovrapposta al preesistente complesso funerario di tipo ciclopico risalente ai secoli dal VII al V a.C.

Altro esempio di architettura rupestre schedata è la chiesa di S. Lucia in Paterno a Castiglione in Teverina in pro-

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vincia di Viterbo (scheda AP n. 12/00841588) nota anche come “Cripta del Paradiso”, costruzione ipogea attual- mente in stato di abbandono, strutturata come una sala a tre absidi annessa ad una chiesa ora scomparsa e sulla quale è stato costruito un casale colonico.

Le fonti ne parlano dal XIII secolo ma sembra che la costruzione risalga ad un’epoca antecedente essendo la costruzione attribuita a un insediamento di monaci bene- dettini nell’alto medioevo.

Dalle immagini si possono evincere le condizioni in cui versano queste strutture, preziose testimonianze di epo- che passate in stato di abbandono e di incuria, la cui co- noscenza costituisce un primo passo, anche se piccolo, verso la conservazione e la valorizzazione.

Sempre nel viterbese è stata schedata la grotta di S. Pro- colo a Lubriano (scheda AP n. 12/00841608), in una re- lazione storica prodotta dal Comune di Lubriano, allegata in copia alla scheda, si riportano notizie relative al santo, vissuto a cavallo tra i secoli XIII e XIV, alla tradizione to- ponomastica del luogo, conosciuto come Valle S. Procolo dal 1363 e alla presenza di un romitorio presso la grotta databile all’inizio del XVI secolo.

Una iscrizione al disopra della grotta, datata 1930, ricorda il 5° centenario della prima traslazione delle spoglie del santo, pastore e confessore, terziario francescano, presu- mibilmente eremita, che visse nella grotta.

3. CONCLUSIONI

La struttura della scheda permette di distinguere le fasi costruttive dell’edificio schedato con l’inserimento del- le notizie storiche entro record distinti facenti parte della stessa tabella, nei quali sono riportate le notizie in ordine cronologico come fogli successivi di una stessa cartella. Nella scheda è previsto inoltre l’inserimento di notizie sullo stato di conservazione e sui restauri operati sull’edi- ficio con indicazione della data iniziale e conclusiva dei lavori, mentre nella parte dedicata ai vincoli sono ripor- tati gli strumenti legislativi che interessano l’edificio e la zona di piano regolatore entro cui ricade.Le fotografie che corredano la scheda costituiscono uno strumento di identificazione insieme alla scansione del foglio catastale dove è evidenziata la particella di pertinenza. Il record relativo alle note infine può contenere eventuali osserva- zioni e tutte le informazioni che non hanno trovato collo- cazione nelle voci principali della scheda.

RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI/REFERENCES :

[1] COLONNA DI PAOLO, Elena (a cura di). Necropoli rupestri del

Viterbese. Novara: 1978, pp. 62-64.

[2] Teverina, storia, arte e cultura. Spoleto: s. d., p. 120. [3] CORRADINI,Cesare. I Farnese a Castiglione in Teverina. Sto-

ria dell’indipendenza di un popolo tra il XII e il XVII secolo. Viterbo: 1994, p. 40.

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THE MITHRAEA OF ROME AND THE LAZIO REGION