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Capitolo 3. Dimensione spaziale: itinerari, mobilità e connessioni

3.4 A Bergamo: un panorama complesso

3.4.1 Categorie associative

Di che cosa si occupano le associazioni senegalesi di Bergamo? Si può forse pensare che 22 associazioni nel solo territorio provinciale di Bergamo si occupino delle medesime attività? Quali scopi hanno? A queste domande si cercherà di dare una risposta in questo paragrafo.

Non si può immaginare che i migranti senegalesi partecipino dedicando il proprio tempo e denaro alle attività di molteplici associazioni contemporaneamente, se non perché esse diversificano il loro impegno. Queste caratteristiche emergono, innanzitutto, a partire da un elemento osservabile in superficie, ovvero il nome delle associazioni e divengono ancora più chiare indagando le ragioni per cui sono state fondate e i loro attuali obiettivi. Attraverso tali questioni possiamo comprendere quale sia la tipologia dell’associazione stessa, consapevoli della riduzione della complessità cui essa porta.

Voler mettere tutti i senegalesi insieme è difficile…un conto è voler ragionare per tipologia di associazione, al contrario che credere nel mettere tutti in un’ottica unica è difficile, non tutte le associazioni hanno lo stesso obiettivo…non sono così semplici le cose…348

Osservando il nominativo delle associazioni349, ci si rende subito conto che la maggioranza di esse (12) rappresentano senegalesi residenti in Italia ma provenienti da una specifica località del Senegal, comprendendo villaggi, Comuni, Regioni, così come Comunità Rurali (ad esempio ADRECORDI: Associazione dei senegalesi della comunità rurale di Doiuckoul in Italia); sono invece 2 (entrambe miste) con nome simbolico senegalese (ad esempio Associazione Volontari “Diappo”, che significa unità); una è l’associazione che rappresenta tutti i senegalesi sul territorio bergamasco (Asso. S. B.) cui quindi, si può aderire sulla base della nazionalità di provenienza e due quelle su base etnico - culturale delle quali la prima esprime attraverso il nome il proprio senso (AFI: Associazione Fulbè in Italia) mentre l’altra, Sileymani Baal, prende il nome da un “eroe”, un uomo deceduto per la libertà della propria cultura. Anche Rendo ispira il proprio nome ad una personalità, un Marabut della Tijanyya, confraternita musulmana, pur non essendo un’associazione esclusivamente religiosa;

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Intervista a H. D., sostenuta il 15 aprile 2009, Cologno al Serio (Bg).

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sono tre le associazioni che rendono esplicito, attraverso il loro nome, direttamente il proprio obiettivo: Associazione per l’Integrazione, lo Sviluppo e l’Aiuto Reciproco; Rete di Interscambio e Cooperazione; Movimento per la solidarietà Italia - Africa.

Troviamo infine RASL (Rete delle Associazioni Senegalesi Lombarde) a mostrare quanto la questione dei legami sia fondamentale nella percezione delle associazioni senegalesi. Se infatti indaghiamo il motivo della nascita della rete, è immediata la relazione al suo nome: la rete ha lo scopo di arrivare a parlare una sola voce per tutta la Lombardia, sviluppare una forma di coordinamento fra i programmi delle diverse associazioni della Regione e farsi tramite delle loro voci con le Istituzioni italiane e senegalesi.

Se ci si riferisce alle ragioni fondative delle associazioni, si possono individuare delle caratteristiche comuni. Sono quattro le associazioni che nascono per risolvere un momento di criticità dovuto, per tre di esse, alla morte e alla necessità di rimpatrio delle salme di parenti o concittadini, fenomeno che era gestito con difficoltà negli anni ’90, e per la quarta alle inondazioni nel territorio d’origine. In questo senso possiamo infatti comprendere che anche a partire dalle motivazioni di fondazione, il versante d’intervento dei soggetti indagati è duplice: il luogo di residenza e quello di origine.

“…Per poterci trovare tra noi (…) è dura stare da soli, discutiamo dei problemi qua e anche dei nostri parenti in Senegal e di come possiamo partecipare alla risoluzione dei problemi..”350

Alcune associazioni hanno, fin dalla loro nascita, come scopo principale quello di mantenere il legame (ALDA, ARFENI), costruire progetti di sostegno (ASCOMI, ASFRI), risolvere dei problemi (Sédo Sébé, Taiba), raggiungere lo sviluppo della regione di provenienza (FADERMI, Njambur Self Help). Altre, come Arni, cominciano come casse di solidarietà e si evolvono in associazione, mantenendo quale scopo primario quello di farsi sistema di protezione, assicurazione e controllo delle persone che dal villaggio vengono in Italia e, solo in un terzo momento, sviluppano attività per il villaggio d’origine. Quattro sono le associazioni che si propongono come “ponte” fra i due paesi o fra le diverse esperienze (ASISAR, AVD, MSIA, RIC) e tre restano quelle con il solo scopo di tutelare e divulgare le specificità della lingua e della cultura Foulbé. Infine troviamo l’associazione Diokko, che nasce con il solo scopo dell’integrazione dei migranti in Italia.

Nonostante le ragioni che hanno portato le diverse associazioni alla creazione siano abbastanza variegate, a partire da tali informazioni e dagli scopi che i loro stessi rappresentanti riportano351 possiamo, in accordo con C. Daum, individuare alcune “tipologie associative”352.

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Intervista a S. M, il 16/07/09 a Ponte S. Pietro (Bg).

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Si veda la tabella in allegato 2, Categorie associative.

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Le classificazioni tipologiche delle associazioni di migranti tendono a basarsi sui criteri della membership, vale a dire le motivazioni alla base dell’adesione, oppure sugli obiettivi e le attività

L’autore, nel suo testo “Les associations des Maliens en France” ne individua 5: le associazioni di villaggio, le associazioni “intervillageoises”, le federazioni, le associazioni etniche, le associazioni d’integrazione.

La prima categoria, maggiormente rappresentativa, è quella delle associazioni cosiddette “di villaggio”. Essa comprende infatti tutte quelle organizzazioni che da un lato si occupano di mantenere l’aggregazione, l’aiuto reciproco, la tutela sul territorio di accoglienza dei cittadini con la medesima provenienza; dall’altro sviluppano attività in favore della risoluzione dei problemi o dello sviluppo del territorio d’origine. Alcune di esse sviluppano primariamente una delle due attività, come si vedrà in seguito, altre si dedicano ad entrambe nello stesso modo.

Tre sono le associazioni “etniche” volte, come AFI, alla tutela e alla reciproca protezione delle persone appartenenti alla cultura Foulbé. Essa è definita come etnica, anche se al proprio interno comprende anche persone che non hanno tali origini, ma che in qualche modo ne sono imparentate. Si potrebbe considerare tale associazione anche come mista visto che, in Italia, rappresenta persone che provengono da ogni parte dell’Africa, nonostante sia stata fondata da senegalesi. Alla stessa categoria appartengono anche le altre due associazioni Foulbé: l’una di fondazione religiosa ma che con il tempo ha acquisito un carattere culturale e l’altra essenzialmente culturale. Il loro scopo infatti è individuabile nella tutela degli esponenti della cultura Foulbé e nella tutela dei diritti delle persone che a tale cultura fanno riferimento (il diritto alla lingua in particolare). Anch’esse non vedono fra i loro aderenti esclusivamente persone provenienti dal Sénégal.

Nella categoria delle associazioni miste troviamo l’associazione Volontari Diappo, che nasce proprio allo scopo di occuparsi sia di integrazione che di cooperazione, unendo le esperienze di chi proviene dal territorio e di chi è impegnato nel volontariato italiano. Essa si potrebbe in qualche modo connettere alle associazioni di “interscambio”, così designate perché si sviluppano proprio allo scopo di mettere in contatto due o più territori, attraverso lo scambio reciproco: questa è per esempio l’intenzione della neonata MSIA, così come di RIC, associazione di interscambio e cooperazione.

In questo senso agisce anche ALDA, un’associazione che con Daum possiamo definire “intervillageois” che rappresenta ben 26 villaggi della regione di Agnam ed ha lo scopo di mantenere i legami fra luogo di provenienza e di accoglienza, senza sviluppare reti di aiuto

del gruppo (Tassinari 2005; Garcia 2003; Fava 2001; Carchedi 2000), come in questo caso. Le associazioni religiose, che comunque fanno parte del panorama associativo bergamasco, non sono state considerate all’interno dell’indagine soprattutto perché non disponibili a parteciparvi. Va evidenziato però il loro ruolo: per esempio il movimento Mourid “ha già mostrato la sua capacità di giocare il ruolo di una holding economica e quello di un sistema di protezione sociale a bassa scala, una lobby e un quadro di riferimento spirituale ed intellettuale”; Schmidt di Friedberg 1994 in Riccio B. Riccio, “Les associatios de Sénégalais en Italie. Construction de citoyenneté et potentialités de co-developpement”, articolo on line, www.terra.rezo.net.

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reciproco, ma esclusivamente indirizzandosi allo sviluppo di Agnam, località appartenente alla regione di Matam. Secondo Daum la caratteristica di questa tipologia è il fatto che “gli

immigrati superano la cornice del villaggio per agire su una scala regionale: si tratta di raggruppamenti di villaggi che riattualizzano in alcuni casi, grazie alle loro associazioni, antichi legami o che si riconoscono per l'appartenenza ad una stessa entità amministrativa”353.

Tali associazioni, secondo l’autore, si esprimono da un lato attraverso la creazione di una singola associazione che si organizza attorno a più villaggi, che a loro volta vanno a designare i propri delegati, come Alda; dall’altro si organizzano in Federazioni formate da più associazioni di villaggio, che spesso si aggregano iniziando da un progetto preciso: è il caso di Fadermi, che nasce con l’iniziale scopo della costruzione di un ospedale regionale e che comprende la portata della propria organizzazione solo in seguito, quando comincia ad orientare la propria attività nella direzione del “co-sviluppo”.

Totalmente differente è la federazione RASL, una rete che si propone come ente di rappresentanza a livello istituzionale nei due territori d’appartenenza. Essa è stata fondata attraverso l’impegno dei vertici dell’altra associazione di rappresentanza indagata, ovvero Asso. S. B. Quest’ultima è stata classificata quale associazione di integrazione, anche se ha sviluppato qualche attività nel territorio senegalese, perché il primo e fondamentale scopo è quello di risolvere le problematiche dei cittadini senegalesi sul territorio di accoglienza e facilitarne la vita e l’integrazione pur nel mantenimento delle tradizioni e delle caratteristiche del Paese d’origine. Infine l’associazione che si focalizza esclusivamente sul territorio d’adozione è Diokko, che non agisce minimamente nel campo dello sviluppo del territorio di partenza perché, come afferma il suo presidente:

“Prima si parte da qua e se riusciamo a inserire la gente,vedendo che ci sono persone che fanno fatica a compilare un foglio di carta o a capire cosa devono fare, allora abbiamo detto(…) forse è meglio che ci diamo da fare in questo ambito….354” Associazioni miste Associazioni di villaggio Associazione intervillageois Associazioni etniche Associazioni “di interscambio” Associazioni d’integrazione Federazioni 1 AVD 1ADRECORDI 2 ARETI 3 ARFENI 4 ARNI 5 ASCOMI 6 ASFRI 7 ASISAR 7SEDO SÉBÉ 8 PIKIN 1 ALDA 2FADERMI 3 NJAMBUR SELF HELP 1 AFI 2 RENDO 3SILEYMANI BAAL 1 RIC 2 MSIA 1 ASSO.S.B 2 DIOKKO 3 ASGRI 1 RASL

Tabella 1: Categorie associative.

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C. Daum, “Les associations de Maliens en France", Karthala, Paris 1998, p. 20.

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In conclusione, dunque, osservando i dati fin qui presentati, pur considerando la duplice o in alcuni casi anche triplice appartenenza delle persone senegalesi alle diverse associazioni355 e la difficoltà di classificare in modo esauriente le associazioni che assolvono contemporaneamente differenti funzioni, ciò che emerge con forza è la preponderanza delle associazioni che si occupano della tutela del gruppo d’origine, che rappresenta le formazioni maggioritarie.