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Centralità della persona e priorità educative

UNA PROPOSTA DI EDUCAZIONE CRISTIANA

IL MODELLO FONDATO SULLA PROGETTUALITÀ (Anni Settanta)

2. Centralità della persona e priorità educative

Il criterio della centralità della persona è largamente presente nei testi proposti dalla rivista negli anni Settanta. Questa attenzione prio-ritaria si specifica attraverso la proposta di articoli che affrontano te-matiche relative all’educazione della persona e in altri che, come nel ventennio precedente, cercano di promuovere le competenze psico-pedagogiche delle educatrici in merito alle diverse fasi della matura-zione umana.

50 MARIANI, La pastorale delle vocazioni oggi, in DMA 21 (1973-’74)17, F2, 18-19.

51 Cf ID., Collaborazione responsabile, in DMA 21 (1973-’74)6, F2, 164.

52 Cf SCARPA, Le scelte di fondo, in DMA 22 (1974-’75)18, F2, 53. L’autrice nelle note bibliografiche rimanda ad articoli delle riviste “Catechesi” e “Note di Pastorale Giovanile” e cita esplicitamente il documento “Il rinnovamento della catechesi”, vera e propria sintesi di principi teologici-pastorali ispirati al Concilio Vaticano II e al magi-stero della Chiesa. Documento che in Italia fonda il rinnovamento della catechesi e che la rivista segue con particolare interesse (cf CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA, Il rinnovamento della catechesi. Documento base per la redazione dei catechismi, Roma, 2 febbraio 1970, in Enchiridion della CEI 1[1954-1972], Bologna, Edizioni Dehonia-ne 1985, 2362-2973).

In questo paragrafo mi riprometto, inoltre, di evidenziare gli obiet-tivi indicati da DMA per l’educazione integrale della persona. Le mete specificate rappresentano vere e proprie priorità educative che si con-frontano continuamente con la cultura e il contesto sociale nel quale avviene il processo educativo-pastorale.

2.1. Attenzione alle fasi della maturazione umana e al contesto culturale Nel decennio degli anni Settanta risulta evidente l’interesse che DMA riserva alle diverse fasi del ciclo vitale. Infatti, in modo costante, offre contenuti che illustrano le caratteristiche delle diverse tappe del-la crescita umana.

Nel quinquennio 1970-’75 l’attenzione alle diverse fasi evolutive dei destinatari della missione è collocata nel fascicolo Catechesi.

Sulla relazione tra catechesi ed età della vita la rivista pubblica ar-ticoli molto interessanti, nei quali vengono tra loro collegate le carat-teristiche della crescita umana, il contesto sociale e l’azione specifica della catechesi.53 Riguardo alla fase evolutiva della fanciullezza tiene conto delle mutate condizioni sociali che minacciano lo sviluppo sere-no e armonico dei fanciulli. La frustrazione affettiva ad esempio, cau-sata da un nuovo modo di concepire le relazioni all’interno della fa-miglia, è indicata come disturbo che frena la crescita.54

DMA mette in guardia le educatrici dal giudicare inutile la cate-chesi nella fase dell’infanzia e della fanciullezza, che è ritenuta età pre-ziosa per l’educazione della fede, momento favorevole per formare convinzioni e abitudini di vita cristiana.

L’instabilità emotiva è considerata l’elemento caratterizzante della preadolescenza, di cui l’educatrice deve tenere conto. La necessità di fornire i fondamenti razionali della fede è la sfida da affrontare nel-l’azione educativa con le adolescenti.

53 Cf ad esempio CALOSSO, Il sacramento del perdono. 1a. Confessione, in DMA 19 (1971-’72)3, F1, 105-110; ID., Cresima sacramento della responsabilità cristiana, in DMA 19 (1971-’72)6, F1, 156-161; SCARPA, Un’anima attenta per la catechesi viva, DMA 19 (1971-’72)1, F1, 81-83. Sul rapporto catechesi e fasi evolutive cf Una cate-chesi per ogni età, in DMA 22 (1974-’75) F1.

54 Cf CALOSSO, Catechesi ai fanciulli “1970”, in DMA 17 (1969-’70)5, F1, 137-139.

Circa l’età adulta, DMA sottolinea l’importanza di promuovere una catechesi che aiuti a incarnare la fede nelle situazioni concrete della vita.55

Nella seconda parte del decennio i contenuti riguardanti le diverse fasi evolutive vengono collocati in rubriche o inserti di carattere psico-logico. Nel dicembre del 1977, ad esempio, la rivista pubblica un in-serto che si propone di rendere familiare il linguaggio della psicologia evolutiva per sostenere le competenze delle educatrici in questo cam-po. I contenuti presentati fanno riferimento alle opere di noti psicolo-gi come Allport, Erikson, Maslow, Sullivan. L’inserto descrive in for-ma sintetica le tappe più importanti della crescita dall’infanzia all’ado-lescenza.56

Nel corso del 1978 DMA approfondisce argomenti relativi allo svi-luppo intellettuale, emotivo, relazionale, morale e del senso religioso nelle fasi della crescita umana. Le puntualizzazioni maggiori sono at-tinenti alla preadolescenza e all’adolescenza. Della prima vengono af-frontati i problemi dello sviluppo psicosessuale, particolarmente in ri-ferimento al fenomeno della pubertà.57 Della seconda vengono presi in esame i fenomeni della desatellizzazione dalla famiglia, della crisi e ricerca d’identità, della realizzazione di sé nel gruppo e nell’amicizia.58

55 Cf SONAGLIA, Da persona a persona, in DMA 19 (1971-’72)19, F1, 56-58. In questo articolo l’autrice fa largo riferimento al Documento base e cita l’opera di K.

Rahner Missione e grazia.

56 Cf ZANNANTONI, Dall’infanzia all’adolescenza, in DMA 24 (1977)19, 1*-9* (la numerazione delle pagine dell’inserto ha l’asterisco). L’autrice indica per l’approfon-dimento dei contenuti proposti nell’articolo le seguenti opere ALLPORT G., Divenire, Firenze, Giunti-Barbera 1970; ID., Psicologia della personalità. Zurigo, PAS-Verlag 1969; ERIKSON E., Infanzia e società, Roma, Armando 1970; MASLOW A., Motivazione e personalità, Roma, Armando 1973; SULLIVAN H., Teoria interpersonale della psichia-tria, Milano, Feltrinelli 1972.

57 La tendenza all’isolamento, l’allergia al lavoro, la noia, l’instabilità, l’intensità emotiva, l’insicurezza, la fuga nel sogno, la carenza di fiducia, l’irrequietezza, l’ansia per le manifestazioni e gli impulsi sessuali sono gli elementi che vengono connessi alla crisi puberale (cf TERUGGI Giuseppina - ZANNANTONI Rosalba, La preadolescenza [11-14]. Prima parte, in DMA 25 [1978]7, 42* - 44*. Per la completezza dei contenuti proposti dalla rivista sulla preadolescenza cf anche ID., La preadolescenza [11-14]. Se-conda parte, in DMA 25 [1978]9, 49*-54*).

58 Cf ID., Verso la costruzione di un’immagine definitiva di sé, in DMA 25 (1978) 15, 57*-64*; L’adolescenza - «Io sono Io!», in DMA 25 (1978)17, 65*-72*; L’adolescen-za verso un’identità psico-sociale, in DMA 25 (1978)19, 73*- 80*.

Nel 1979, nell’inserto Linguaggi infantili, la rivista mira ad appro-fondire le conoscenze delle educatrici sul disegno infantile e sugli sta-di sta-di sviluppo dell’infanzia, sulla comunicazione verbale (rasta-dici affet-tive del linguaggio, tappe evoluaffet-tive, disturbi), sulla lettura e sulla scrit-tura, sul linguaggio corporeo (psicomotricità) e sul gioco.59

In occasione dell’anno internazionale del fanciullo, DMA pubblica alcuni articoli dedicati alla situazione dell’infanzia e ai diritti del fan-ciullo. Un’attenzione particolare viene data al diritto alla vita e all’edu-cazione.60

Al termine del decennio presenta una lettura sociopedagogica dei problemi dell’adolescenza, richiamando l’importanza del punto di vi-sta sociologico per una corretta lettura della realtà. L’articolo, prima di descrivere i processi di socializzazione e di educazione che interes-sano l’adolescenza, traccia le linee di un quadro problematico entro cui tali eventi si iscrivono: crisi strutturale del sistema sociale, del mo-dello di sviluppo, del momo-dello politico, tramonto delle culture tradi-zionali, contestazione radicale della cultura borghese. Il quadro de-scritto mette in evidenza la progressiva disgregazione sociale caratte-rizzata dalla crescente insicurezza degli adulti nell’assunzione del pro-prio ruolo educativo, dalla privatizzazione delle esperienze sociali e dalla crisi delle agenzie di socializzazione.

L’adolescente, inserito in un contesto in cui i processi di socializza-zione sono estremamente difficili, possiede uno status essenzialmente dipendente sia dal punto di vista economico che da quello psicologi-co. Molti ragazzi e ragazze vengono coinvolti in situazioni di emargi-nazione e sfruttamento (inadempienza scolastica, lavoro nero, droga e delinquenza minorile) ed esiste da parte degli adolescenti stessi una reale difficoltà di elaborare valori nuovi e di tentare di costruire nuove reti sociali. L’articolo, facendo riferimento alle comunità ecclesiali, af-ferma che purtroppo, nonostante le tentate innovazioni, le parrocchie offrono molto poco agli adolescenti.61

DMA, sempre nell’anno 1979, pubblica anche una serie di articoli

59 Cf Linguaggi infantili, in DMA 26 (1979).

60 Cf BARBERI, 1979: anno internazionale del fanciullo, in DMA 26 (1979)3, 87-91.

61 Cf MILANESI Giancarlo, I problemi dell’adolescenza. Appunti per una lettura so-cio-pedagogica, in DMA 26 (1979)1, 13-18.

riferiti al periodo della giovinezza, centrati, più che sulle caratteristi-che psicologicaratteristi-che di tale età, sull’inserimento sociale dei giovani. Alle soglie degli anni Ottanta la rivista costata che l’epoca della contesta-zione è ormai conclusa, la nuova generacontesta-zione giovanile può essere considerata post-contestataria. L’immagine che viene data di questa generazione include luci e ombre: ateismo e indifferenza religiosa da una parte e dall’altra nuove sensibilità. «I giovani [...] sono ormai co-smopoliti. Si mostrano contrari alla proprietà privata non tanto per motivi ideologici ma perché sentono che non ha senso avere il proprio giardino, se la terra non sarà più un giardino».62

Prendendo in esame i comportamenti trasgressivi della gioventù, la rivista li interpreta come vuoto educativo e ne cerca le cause nella mancanza di dialogo, nella profonda sfiducia negli altri e in se stessi che nasce in seno alla famiglia e si amplifica nella scuola e nell’impatto con la vita sociale.63

Al termine degli anni Settanta DMA scrive: «Se ci chiediamo il si-gnificato di questi dieci anni, notiamo che i giovani – istintivamente – si sono ribellati a due errori uguali e contrari: la concezione di un mondo fondato sul consumismo, l’arrivismo, il profitto; la concezione di un mondo appiattito nel collettivismo, nella pianificazione, nella soppressione dell’individualità».64 La secolarizzazione, il pluralismo e il consumismo sono costantemente tenuti presenti dalla rivista per in-dicare alle educatrici le vie più opportune per impostare dei percorsi educativi alternativi.

La critica di una civiltà che accelera i ritmi di sviluppo ma non sempre a favore della persona è chiara e senza ambiguità: «La civiltà della tecnica, che significa civiltà del benessere, del denaro, della vita troppo comoda, è anche la civiltà della strumentalizzazione dei giova-ni. Uno dei fenomeni più evidenti è oggi il livellamento della persona-lità».65

Si avverte fortemente la svolta socioculturale in atto: «Tutto fa pensare che siamo avviati verso una trasformazione profonda della

62 GIUDICI, I giovani d’oggi di fronte alla fede, in DMA 26 (1979)3, 75.

63 Cf BARBERI, La rabbia dei giovani, in DMA 26 (1979)5, 137

64 ID., Insieme per una ricerca di significato, in DMA 26 (1979)15, 467.

65 SONAGLIA, Don Bosco oggi, in DMA 17 (1969-’70)15, 14 numero unico.

cietà, per cui ad ogni individuo sarà data la possibilità di istruirsi da solo. Radio, cinema, TV, tempo libero hanno già largamente delineato un tipo di cultura senza più rotture con la vita. Il problema sta nel sa-pere se questa cultura, che sfugge ad ogni sistema, abdicherà del tutto ad ogni impegno educativo».66

Tra i fatti culturali emergenti con cui la rivista si confronta vi è quello dell’ateismo. Questo è presentato come un segno dei tempi, una sfida che provoca a comunicare con linguaggi più adeguati il mes-saggio rivelato e a vivere in modo coerente la vita cristiana. L’ateismo è così considerato uno stimolo alla testimonianza del Vangelo: «L’atei-smo chiede ai cristiani maggior coerenza, fede viva e matura, impegno più vigile di giustizia e di carità fraterna, integrale accettazione del Vangelo. Più che una confutazione degli errori, l’ateismo pratico di oggi esige una testimonianza di vita».67

La rivista pubblica approfondimenti sul marxismo, sull’esistenzia-lismo e tenta una lettura critica della rapida diffusione della spirituali-tà e delle religioni orientali nelle sociespirituali-tà occidentali. Attraverso questi contributi richiama la necessità di una testimonianza cristiana capace di coinvolgere le giovani.68 DMA tenta di porsi criticamente di fronte al mutamento sociale e culturale per sostenere l’impegno delle educa-trici che vengono pure sollecitate, come nel periodo precedente, a co-noscere le dinamiche evolutive delle diverse fasi della vita al fine di elaborare una proposta formativa fedele alla persona e adeguata al contesto in cui è inserita.