GENESI E RISTRUTTURAZIONI DELLA RIVISTA “DA MIHI ANIMAS”
ORIGINE E LINEE PORTANTI DELLA RIVISTA
4. Gli obiettivi
L’obiettivo iniziale della rivista è chiaramente espresso nel foglio informativo che annunciava la nascita di DMA. Le ideatrici del nuovo servizio avevano l’intento, come ho già detto, di fornire materiali di-dattici per sostenere la preparazione catechistica delle suore e pro-muovere una migliore organizzazione di tutte le attività dell’oratorio.
Per questo motivo l’opuscolo ciclostilato presentava iniziative concre-te per le quattro domeniche di ogni mese, forniva orientamenti sem-plici, tuttavia precisi, per gli incontri di catechesi e per la formazione delle giovani che appartenevano alle associazioni religiose. Completa-va questo quadro generale la proposta di giochi e passatempi,
52 Il coinvolgimento diretto delle insegnanti avvenne attraverso la rubrica: Parlia-mo della nostra scuola condotta da Maria Grazia Caputo attualmente responsabile dell’associazione di volontariato VIDES (cf ad esempio CAPUTO Maria Grazia, Attuali-tà di una pastorale della scuola oggi, in DMA 21 [1973]10, F2, 5-7).
53 CALOSSO, “Da Mihi Animas”, in DMA 31 (1984)4, 227.
zione di letture da consigliare alle ragazze, di teatri da mettere in sce-na, di canti allegri e originali.54
Nell’intervista, già citata, Fernanda Ramella afferma che DMA non aveva l’obiettivo di offrire proposte teoriche, ma semplicemente quel-lo di rispondere ai bisogni concreti che nascevano nella preparazione dei diversi momenti di vita dell’oratorio: catechistico, ricreativo, asso-ciativo e liturgico-ecclesiale. La preoccupazione di fondo erano le ra-gazze da intrattenere e da formare in un clima salesiano di libertà, di calore, di famiglia e di gioia.55
Le prime programmazioni di DMA esplicitano gli obiettivi della rivista negli anni 1952-’54. Gli scopi elencati sono i seguenti:
– promuovere l’unità e contemporaneamente lo scambio di idee fra le educatrici;
– dare orientamenti senza soffocare la creatività di persone o co-munità;
– favorire i contatti tra i diversi oratori dell’Ispettoria e le relazioni tra le ragazze.
Queste mete venivano anche collegate alla convinzione che l’ora-torio doveva diventare parte viva della parrocchia.56
Facendo una ricognizione complessiva della rivista si nota che an-che gli obiettivi, come le motivazioni e i destinatari, variano in rela-zione ai bisogni e al cambio socioculturale.
Dalla consultazione delle programmazioni annuali, emerge che una nuova esplicitazione delle mete della rivista si presenta solo nel
1973-’74. In questa annata l’obiettivo di DMA è direttamente collegato al tema proposto dalla Conferenza Episcopale Italiana: Evangelizzazione e Sacramenti.57 La programmazione riporta poi in modo preciso gli obiettivi delle singole rubriche che a quel tempo costituivano la strut-tura della rivista.
54 Cf Note storiche della rivista, 1 Foglio informativo della rivista “Da Mihi Ani-mas”, in APGFMA, DMA/1.
55 Cf CALOSSO, “Da Mihi Animas”, in DMA 31 (1984)4, 219.
56 Cf Note di programmazione fino al 1973/’74, “Da Mihi Animas” (per gli oratori) in APGFMA, DMA/1, 1-2.
57 L’obiettivo generale che la rivista si propone è espresso nel modo seguente:
«Evangelizzazione e Sacramenti come esperienza di fede-vita a livello personale e co-munitario» (Note di programmazione fino al 1973/’74, “Da Mihi Animas” piano
1973-’74, in APGFMA, DMA/1, 1).
Anche nei decenni precedenti, tuttavia, si possono individuare, at-traverso gli articoli pubblicati, le mete specifiche della rivista, benché non risultino esplicitamente tematizzate. Si tratta di una serie di obiet-tivi motivata da esperienze e bisogni particolari. Ad esempio, quando DMA divenne l’organo di stampa del Centro Catechistico Internazio-nale perseguì l’obiettivo di rinnovare il volto delle Pie Associazioni Giovanili,58 di intensificare la formazione catechistica delle suore e di fornire strumenti adeguati per comprendere in modo critico le sfide poste dai mezzi della comunicazione sociale.59
Tra il 1970 e il 1980, le formulazioni degli obiettivi sono di volta in volta diverse, ma la realtà puntualizzata è sempre la formazione per-manente delle suore per un’azione pastorale sempre più unitaria.60
Negli anni Ottanta le mete si presentano in continuità con le linee di fondo seguite nel decennio precedente; tuttavia, vi sono specifica-zioni in riferimento alle diverse tematiche che di anno in anno vengo-no affrontate dalla rivista. Nel 1982 la redazione si propone di riserva-re un’attenzione particolariserva-re alle FMA di media cultura. Alcuni son-daggi informali avevano evidenziato infatti una certa difficoltà, da par-te delle lettrici, nella comprensione degli articoli. Era quindi necessa-rio orientarsi verso modalità comunicative più semplici, che potessero raggiungere le suore non dotate di una cultura approfondita.
58 Le Pie Associazioni Giovanili erano gruppi di impegno e di formazione. Negli anni Cinquanta-Sessanta erano quattro i gruppi che confluivano nelle associazioni delle FMA. Santi Angeli (8-12 anni); S. Maria Mazzarello o Giardinetto di Maria (pre-adolescenti); Figlie di Maria Immacolata con la sezione «Aspiranti» (adolescenti - gio-vani); Associazione Missionaria: Apostolato dell’Innocenza col gruppo «Propagandiste missionarie».
59 Cf ad esempio: L’unione, in DMA 12 (1965)1, F3, 30.
60 Nel 1977 l’obiettivo è così formulato: «Offrire un aiuto per un’azione pastorale sempre più unitaria e rispondente alle attese di oggi, con particolare riferimento al documento dei vescovi: ‘La catechesi del nostro tempo’» (Programmazioni dal 1974/’75 al 1980, Da Mihi Animas 1977, in APGFMA, DMA/3). Nel 1978 non c’è una vera e propria formulazione di obiettivo, ma piuttosto una dichiarazione: «La ri-vista è per la formazione permanente e deve quindi aiutare a crescere. La riri-vista deve dare alla suora la capacità di lavorare con le ragazze» (Programmazioni dal 1974/’75 al 1980, Programmazione DMA 1978, in APGFMA, DMA/3). Nel 1980 troviamo: «For-mare le suore per la pastorale nei diversi ambienti» (Programmazioni dal 1974/’75 al 1980, Programmazione DMA 1980. Allegato B, in APGFMA, DMA/3).
Nella programmazione svoltasi nell’estate del 1981 viene inoltre ri-chiamata un’altra intenzionalità della rivista in quel periodo: porsi come mediazione tra l’ambito teorico dell’azione pastorale e quello della prassi.61
A partire dal 1983 le mete della rivista risentono dell’influsso diret-to del CG XVII. Nel verbale che raccoglie il lavoro di programmazio-ne di DMA 1983 si legge: «Le indicazioni operative del Capitolo (par-ticolarmente in campo pastorale) sollecitano a riprogettare la santità per evangelizzare con un volto nuovo e a promuovere un’animazione e una formazione continua».62
Salvare l’unità, la gradualità e la continuità del discorso pastorale sono invece gli scopi che scaturiscono dall’incontro redazionale del-l’aprile 1984 tenutosi a Milano.63
Negli anni successivi gli obiettivi vengono formulati in relazione al-le prospettive di fondo che orientano la rifal-lessione tematica proposta di anno in anno dalla rivista.
Elisabetta Maioli, Consigliera generale per la Pastorale Giovanile nel sessennio 1984-’90, in una lettera a tutte le Ispettrici dell’Istituto, richiamando la natura di DMA – strumento di formazione pastorale – dichiara che è precisa intenzione della rivista di contribuire alla cresci-ta del senso di appartenenza all’Istituto.64
Nel 1988, in accordo con la prospettiva tematica individuata in oc-casione del centenario della morte di don Bosco (1988), la redazione si propone di aiutare le comunità delle FMA ad entrare in modo signi-ficativo nella cultura del tempo, stimolandole a trovare gesti, parole e segni che rispondano più da vicino alle esigenze dei giovani.65
Per il 1989 gli obiettivi della rivista emergono dalle riflessioni
61 Cf Programmazione dal 1981 al 1983, Incontro di programmazione DMA 1982 (Saltino, 2-5 agosto 1981), in APGFMA, DMA/3.
62 Programmazione dal 1981 al 1983, Incontro redazionale DMA. Programmazione tematica 1983/1, in APGFMA, DMA/3.
63 Cf Programmazione 1985, Incontro redazionale DMA. Sintesi della riflessione di gruppo, in APGFMA, DMA/3.
64 Cf Programmazione 1987, Lettera di Elisabetta Maioli all’Ispettrice e all’équipe ispettoriale. Roma 8 settembre 1986, in APGFMA, DMA/3.
65 Cf Programmazione 1988, Programmazione Da Mihi Animas 1988, in APGFMA, DMA/3.
divise nelle verifiche triennali che seguirono il CG XVIII. L’orienta-mento quindi fu di aprirsi con più coraggio nei confronti della scelta dei giovani poveri, che caratterizza il carisma salesiano, e di promuove-re una verifica seria della qualità delle risposte dell’Istituto ai bisogni della gioventù.66 L’anno successivo, nell’imminenza del CG XIX, la redazione si propone di tenere presenti i poli previsti per la riflessione capitolare: l’educazione della donna e la nuova evangelizzazione.67
Nella lettera di presentazione della tematica scelta per il 1991, Eli-sabetta Maioli afferma che la rivista vuole offrire percorsi educativi che aiutino le/i giovani ad essere protagonisti di una nuova cultura ca-pace di valorizzare la differenza.68
Nel CG XIX viene costituito all’interno del Consiglio generale l’Ambito per la comunicazione sociale. DMA entra così in un proget-to comunicativo più ampio, che intende rendere la formazione e l’in-formazione realmente accessibili al maggior numero di FMA.69
Da questa breve panoramica mi sembra emergano due livelli di obiettivi, uno di ordine più generale, strettamente collegato alle finali-tà della rivista e uno più specifico, in relazione alle tematiche annuali approfondite dalle sue pagine.