UNA PROPOSTA DI EDUCAZIONE CRISTIANA
IL MODELLO DELL’ACCENTUAZIONE CATECHISTICO-ORATORIANA
5. L’oratorio, ambiente prioritario dell’azione educativa
Nell’arco di tempo 1953-’70 l’oratorio è considerato il luogo prio-ritario dove si svolge l’azione educativa in fedeltà al metodo di don Bosco. Nella rivista troviamo solo rari riferimenti all’ambito della scuola o a quello del collegio.
L’intervento educativo viene attuato nell’oratorio secondo le mo-dalità proprie di quel tempo e, come ho cercato di sottolineare, ha di mira la formazione umana e cristiana delle giovani. Viene valorizzata la vita associativa e la tradizione salesiana, che si serve del gioco, del teatro, della musica e delle passeggiate per equilibrare formazione umana e cristiana.
Nelle associazioni promosse dalle FMA le mediazioni
172 ID., Dai gruppi d’interesse all’Associazione Giovanile Mariana, in DMA 17 (1969-’70)11, F2, 40.
173 Cf CALOSSO, Per una catechesi alle adolescenti, in DMA 17 (1969-’70)7, F1, 166.
che della formazione delle ragazze sono: l’adunanza e la conferen-za.174
Se si consultano le proposte formative delle Pie Associazioni Gio-vanili si costata che vengono utilizzate come modalità operative la conferenza, in genere mensile, e l’adunanza settimanale, che prevede incontri su temi diversi: morale spicciola, corretto comportamento e conoscenza delle verità del cristianesimo.175
L’oratorio, ambiente privilegiato a cui sono collegate le associazio-ni giovaassociazio-nili, viene defiassociazio-nito «opera educativa all’altezza dei tempi, [...]
scuola di preghiera e di virtù»;176 luogo in cui si combatte il materiali-smo ateo e si fonda la fedeltà ai principi della morale e della fede;177 ambiente che propone attività formative attraverso la catechesi, le adunanze delle Pie Associazioni Giovanili e esperienze di tipo ludico-ricreative.178
La necessità di un programma adeguato e una buona organizzazio-ne delle attività vengono più volte richiamate dalla rivista, che attra-verso la rubrica Prevedere. Le quattro Domeniche del mese accompa-gna lungo l’anno le varie attività dell’oratorio.179
174 Domenico Sigalini, oltre alle modalità menzionate, fa notare che fino agli anni Sessanta altre mediazioni tipiche dell’azione pastorale di quel periodo erano l’uscita (classica esperienza degli Scouts), il raggio (prima evoluzione delle adunanze verso gli incontri di gruppo sperimentate da Gioventù Studentesca), le leve del lavoro (interes-santi iniziative delle ACLI per gli apprendisti) (cf SIGALINI Domenico, Pastorale gio-vanile [storia], in ISTITUTO DI TEOLOGIA PASTORALE, Supplemento alla prima edizione del Dizionario di Pastorale Giovanile, a cura di Midali Mario - Tonelli Riccardo, Leu-mann-Torino, Elle Di Ci 1992, 123).
175 Cf ad esempio Pie Associazioni Giovanili, in DMA 7 (1960)8, 16-17; ID., in DMA 12 (1964-’65)6, F3, 2-5. Nell’oratorio vengono proposte con frequenza anche campagne contro la moda e la stampa laicista (cf Prevedere, in DMA 6 [1959]4, 7).
176 I nostri grandi problemi, in DMA 2 (1955)1, 15. Per la relazione oratorio - Pie Associazioni Giovanili cf COLLINO, L’oratorio centro di catechesi e scuola di catechisti, in DMA 7 (1960)3, 12-13.
177 Cf l.cit.
178 Nell’editoriale del novembre 1956 la rivista riporta uno scritto dell’Arcive-scovo di Milano Giovanni Battista Montini in cui si ribadiscono gli scopi e i mezzi educativi dell’oratorio. Egli menziona esplicitamente la ricreazione, il cinema, lo sport, il teatro, il turismo, le letture, le colonie, le gare (cf In confidenza, in DMA 3 [1956]9, seconda di copertina).
179 Cf SUPPARO, Capita così anche nel vostro oratorio?, in DMA 8 (1961-’62)1, F1, 11.
Le tipologie presentate da DMA sono quelle dell’oratorio festivo e, nei mesi estivi, dell’oratorio feriale, quest’ultimo rivolto alle ragazze che non hanno la possibilità di partecipare alle colonie, altra modalità tipica del tempo per l’intrattenimento formativo della gioventù nel pe-riodo delle vacanze estive.180
In un articolo del 1955, in linea con la più autentica tradizione educativa salesiana, si afferma: «Che cos’è l’Oratorio? è una casa dove si impara a conoscere, amare e servire Dio, ove si gioca e si sta allegri, ove si impara ad amare tutti e a gustare la gioia di servire la Chiesa e il Papa».181
In un altro testo del 1960 l’oratorio è descritto come palestra di vi-ta, finestra aperta sul mondo. L’autrice dell’articolo sottolinea: «In es-so le anime giovanili vengono per ritemprarsi nello spirito, ma anche per portare i loro problemi di lavoro, di studio, di ambiente familiare e sociale, sicure di trovare sempre una mano che indica loro la via, un cuore che sa comprenderle, che sa amarle per l’eternità ma anche per il tempo, e che fa di tutto per aiutare la loro evoluzione sia sopranna-turale che umana».182 L’oratorio è il luogo della relazione educativa, dell’accoglienza, della fiducia reciproca tra suore e ragazze e spazio della direzione spirituale.183
Nella seconda metà degli anni Sessanta la rivista, riprendendo gli orientamenti pastorali di Giovanni Battista Montini circa questo am-biente, sottolinea che l’oratorio deve rinnovarsi in relazione alle muta-te condizioni sociali e deve essere aperto a tutmuta-te le ragazze, senza limiti di età, di condizioni, di cultura.184
L’oratorio in questo periodo diventa gradualmente il luogo del pro-tagonismo giovanile; seguendo le indicazioni del Decreto sull’Apostolato dei Laici del Concilio, vengono affidate alle giovani più responsabili al-cuni compiti formativi, come la catechesi e l’assistenza alle bambine.185
180 Cf I nostri grandi problemi, in DMA 2 (1955)6, 13-15.
181 Prevedere, in DMA 2 (1955)5, 11.
182 COLLINO, L’Oratorio istituzione democratica, in DMA 7 (1960)2, 16.
183 Cf ad esempio Problemi di oratorio, in DMA 5 (1958)9, 14; COLLINO, L’ora-torio: luce di verità, in DMA 7 (1960)4, 9-10; SUPPARO, Inganni e illusioni. Educazione e Direzione spirituale, in DMA 9 (1962)6, F1, 5-7.
184 Cf RAMPINI, Oratorio in rassegna, in DMA 15 (1967-’68)9, F4, 1.
185 Cf ID., Sapersi far aiutare, in DMA 15 (1967-’68)10, F4, 2.
Sul finire degli anni Sessanta viene riaffermata, attraverso gli arti-coli della rivista, la validità del gioco e del teatro considerati come at-tività tipiche dell’oratorio. DMA incoraggia, tuttavia, ad intraprendere la strada dell’aggiornamento: «Attingendo all’insostituibile tesoro di sapienza e di esperienza del passato, facendo attenzione ai segni dei tempi si tratta di scoprire quella formula nuova che ci metta nelle condizioni di adeguare il passo [...] al ritmo della gioventù».186
Oltre alle tradizionali attività, vengono assunte come nuove moda-lità educative i cinedibattiti, le orchestrine, il discoforum. Dal punto di vista operativo trovano spazio, nell’oratorio, anche lezioni di taglio, di disegno, di ceramica, di economia domestica, di lingue e di pronto soccorso. I tentativi e le esperienze innovative sperimentate un po’
ovunque sono diffuse dalla rivista con l’intento di sollecitare la creati-vità apostolica e un’impostazione delle atticreati-vità più aderenti alle nuove situazioni di vita.
Il CG Speciale XV del 1969 rilancia l’oratorio come opera princi-pale dell’Istituto FMA e traccia nuove prospettive per questo ambien-te educativo, ambien-tese a valorizzare i principi dell’associazionismo e della dinamica di gruppo, la dimensione comunitaria dell’esperienza attra-verso la costituzione del consiglio d’oratorio, e la catechesi come ver-tice delle finalità pastorali dell’Istituto.187