• Non ci sono risultati.

IL CENTRO DOCUMENTALE DI MILANO: “METODO ED ANIMA” 1 Cenni storici

Elisabetta Banfi

2. IL CENTRO DOCUMENTALE DI MILANO: “METODO ED ANIMA” 1 Cenni storici

La documentazione utilizzata per l‟analisi proviene dal Centro Documentale di Milano dell‟Esercito Italiano5, già Distretto Militare del capoluogo lombardo. Il Distretto di Milano si costituì il 16 dicembre 1870 e dal 1898 ebbe sede presso la caserma Magenta in via Vincenzo Monti, dove è ospitata anche la caserma XXIV Maggio, sede dell‟antico panificio militare e dell‟attuale Centro Documentale. Nel corso degli anni, in seguito alla ristrutturazione avvenuta in seno alle Forze Armate, i Distretti vennero gradualmente disciolti e riconfigurati in altri Enti. Nel 1995, ad esempio, con la soppressione dei Distretti di Pavia e di Monza, Milano subentrò alle competenze territoriali di questi ultimi. Il Distretto Militare di Milano, poi, venne a sua volta soppresso nel 2007 e riconfigurato in Centro Documentale. Se con la sospensione della leva (in seguito all‟entrata in vigore della legge n. 226 del 23 agosto 2004) sono cessate le specifiche funzioni di selezione dei giovani e del loro reclutamento obbligatorio, tra le numerose attività di pertinenza del Centro Documentale fondamentali sono la conservazione e la gestione della documentazione matricolare dei cittadini che hanno prestato servizio militare e che risiedevano nelle zone di competenza territoriale dell‟Ente al momento del compimento del diciassettesimo anno di età: qui, infatti, sono conservati i fascicoli matricolari relativi al personale congedato dell‟Esercito Italiano (Ufficiali, Sottufficiali, Graduati e Militari di Truppa). Il Centro rappresenta oggi lo “sportello dell‟Esercito” verso il cittadino e svolge in prevalenza attività documentale, informativa e di servizio ed è competente per le province di Milano, Pavia, Lodi, Monza e Brianza.

4 Le informazioni di questo paragrafo sono state reperite presso il Centro Documentale di Milano, che ne ha gentilmente concesso l‟utilizzo.

5 L‟indagine non sarebbe stata possibile senza l‟autorizzazione concessami dal Centro Documentale di

Milano alla consultazione e all‟utilizzo di materiale archivistico originale di carattere storico-militare e matricolare. Ringrazio pertanto il Comando Militare Esercito Lombardia e il Centro Documentale per aver accolto la mia richiesta. In particolare, per la loro gentilezza e disponibilità, il mio grazie più sincero va al Colonnello Mauro Arnò, Capo Centro Documentale, al Tenente Colonnello Francesco Cardullo, Capo Sezione Matricola e Disciplina, al 1° Maresciallo Giuseppe Santoro, Capo Sezione Archivi.

123

2.2.

Il patrimonio storico e documentale

Oltre alla documentazione matricolare sopra ricordata, negli archivi dell‟Ente si trovavano migliaia di fogli matricolari risalenti agli anni del secondo conflitto mondiale, che nel corso del tempo sono stati esaminati e riordinati, prima di essere versati all‟Archivio di Stato del capoluogo lombardo, dove hanno trovato una collocazione definitiva. A tale proposito, occorre ricordare che i fogli matricolari di tutti i militari – ad esclusione degli Ufficiali – devono essere versati per legge agli Archivi di Stato territorialmente competenti, a partire da 70 anni dopo la classe di leva.

Il “Foglio matricolare e caratteristico” è una sorta di carta d‟identità militare di ogni Soldato e Sottufficiale; per gli Ufficiali tale documento è denominato “Stato di servizio” ed è molto più consistente. Il foglio riporta la partecipazione del soldato a eventuali Campagne di guerra, le Note caratteristiche, i Dati e contrassegni personali e, infine, tutti i dati inerenti all‟Arruolamento, servizi e promozioni ed altre variazioni matricolari come, ad esempio, il Reparto di appartenenza, i possibili cambiamenti di Compagnia, le zone in cui egli aveva prestato servizio, eventuali ferite e degenze ospedaliere, ecc. Per ogni soldato venivano compilati due fogli matricolari, detti Primo originale e Secondo originale, su cui erano annotati periodicamente tutti i dettagli della carriera, dall‟arruolamento fino al congedo illimitato, dispersione o decesso: uno dei fogli era conservato presso la Sezione Matricola del Corpo di appartenenza e l‟altro presso il Reparto a cui il militare veniva assegnato. Quando il militare veniva congedato o moriva, i due esemplari venivano restituiti al Distretto di leva dell‟interessato.

Nel fascicolo personale di ogni soldato, oltre alla documentazione inerente alla carriera, è possibile rinvenire certificati, verbali, fogli notizie, atti di notorietà, ma anche lettere e cartoline. La corrispondenza può trovarsi in essi contenuta per due motivi principali. In primo luogo, poteva accadere che l‟ufficio preposto alla censura giudicasse inopportuno quanto scritto dal soldato o dal parente e di conseguenza non restituisse la lettera alle Poste per l‟inoltro al destinatario; essa veniva di conseguenza trattenuta e inserita nel relativo fascicolo. Un‟altra via utilizzata dagli uffici della censura era quella di annerire con china o eliminare materialmente (ritagliando o sfregiando) le parti di testo “incriminate” prima di decidere se far recapitare o meno il documento, che spesso non veniva comunque consegnato. In secondo luogo, la presenza di corrispondenza nei fascicoli è giustificata dal fatto che fossero proprio le famiglie a consegnarla ai Distretti Militari stessi. Questo avveniva perché durante la permanenza al fronte o in prigionia del soldato e in caso di dispersione o decesso i parenti potevano ricevere dallo Stato un sussidio economico o una pensione di guerra. Era però necessario presentare al Distretto, insieme ai documenti richiesti, anche l‟ultima testimonianza scritta che attestasse la presenza del congiunto in zona di operazioni. Questa corrispondenza in seguito non veniva più restituita alle famiglie ed è per questo che può accadere di ritrovarla tuttora nei fascicoli personali. In seguito alla soppressione del Distretto Militare di Monza (vd. supra), migliaia di testimonianze epistolari e di documenti burocratici, accumulatisi durante gli anni del conflitto per i motivi appena ricordati, vennero trasferiti a Milano. Nel corso degli anni questo materiale è stato poi riordinato e studiato ed è tuttora conservato presso il Centro Documentale milanese.

Per raccogliere il campione utilizzato nello studio ho lavorato sulla corrispondenza di guerra e di prigionia di soldati provenienti dalle attuali province di Milano, Monza e Brianza e Pavia, corrispondenza esaminata sotto forma di lettere, cartoline e biglietti

124

postali in franchigia; la maggior parte dei dati rinvenuti riguarda comunque le cosiddette scritture dei semicolti, posizionabili lungo un continuum linguistico molto variegato.