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Tutta la roba ha saltato nell ' aria , il cibo , i libri , le bottiglie , i palloni 20 Ma all‟angolo ho incontrato un tipo grande , stracaricato con roba

Elisa Corino, Carla Marello

19. Tutta la roba ha saltato nell ' aria , il cibo , i libri , le bottiglie , i palloni 20 Ma all‟angolo ho incontrato un tipo grande , stracaricato con roba

carissima . Oro intorno al collo , occhiali grande , cane grande , e severo come lui.

In 18-20 roba viene riempito semanticamente da una post-modificazione che specifica il contenuto – e con esso la sfumatura di significato – dell‟incapsulatore, restringendone la portata (similmente a quanto avviene per cosa nei dati di Lala, 2010: 75).

In particolare 18 e 19 rientrano nell‟accezione più generica di ‹‹1. qualsiasi oggetto o insieme di oggetti›› (Il nuovo De Mauro), mentre 20 può essere ricondotto a ‹‹2b.estens., l‟insieme dei beni, di ciò che si possiede›› (Il nuovo De Mauro).

Laddove la parola generica occorre accompagnata dai lessemi che la riempiono di significati legati ai referenti indicati dal disegno, la sua posizione è – nei dati osservati – sempre cataforica: non sono presenti contesti in cui roba sia usato come incapsulatore anaforico di un elenco.

Tuttavia 21 dimostra che ci sono casi in cui roba è usato come dispositivo di ripresa anaforica, ma la parola rimane vaga e opaca: le due occorrenze sono chiaramente legate dal punto di vista informativo al fatto che il protagonista ha appena fatto la spesa, ma al lettore è richiesto un processo inferenziale e non è dato sapere cosa ha comprato il personaggio.

21. ha appena fatto la spesa e tornava con il suo cane pillolo piccolo e tranquillo . Fuori il suo zaia zainetto c ' erano due palloncini : veramente per i suoi bambini . Un ' altro uomo , più grande e forte era caricato della roba un po¬ ' + strana dal supermercato in una mano , il pallone in un‟altra e aveva la roba sulla schiena in zaino .

Tra gli usi che emergono dai dati, si nota poi quello di ‹‹6a.estens., faccenda, incarico›› (Il nuovo De Mauro), usato da un apprendente in un passaggio della vignetta “Sogno”

22. Ma improvvisamente si è rivelato che quella donna era una collega dell ' uomo , gli chiedeva quella donna una roba da fare .

7 Gli stimoli iconici usati per elicitare i testi di VALICO sono disponibili alla pagina

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Il Profilo della lingua italiana (Spinelli, Parizzi, 2010) annovera roba nella lista lessicale del livello B2 (Nome collettivo – roba, folla), anche se non ne specifica usi e accezioni. In effetti anche in VALICO la parola ha un uso marginale alle prime annualità e possiamo tracciare una progressione che mette in luce l‟aumento della sua frequenza in annualità intermedie e avanzate, anche se ci pare che essa compaia già prima del livello B2, in testi della seconda annualità le cui caratteristiche che possono rientrare nell‟A2. Il caso 23, ad esempio, presenta significativi errori di accordo (un ragazzo con una biciletta e una cane cammina, altro direzione), non c‟è complessità sintattica né varietà nell‟uso dei tempi verbali. Eppure roba è presente ben due volte.

23. Un ragazzo con una bicicletta e un cane cammina sulla strada vicino di un angolo , mi sembro che porti la roba di un negozio che si chiama ' Da Gino ' a una cliente .# Allo stesso tempo un uomo forte, grande , e brutto , cammina dall ' altro direzione . Il ragazzo non è accorto dell ' altro , che è vestito con le cose in modo che fa paura ; catene , occhiali di motociclista , e con un cane aggressivo . Quando raggiungiano raggiungiamo l ' angolo si sbattono contro se stessi . Tutta la roba cadono per terra , l ' uomo è molto arrabiato . xx Una donna che guarda della sua finestra prendere prende un ' po delle cose che pù " beccare , e xxx perfino il suo gatto xxxx cane è in grado di cavare un paio di calzino .

La possibile spiegazione è ancora una volta connessa con il contatto linguistico e la permanenza in Italia. La fig. 1 illustra la progressione nella frequenza del termine generico nelle varie annualità di studio e la mette in correlazione con la (non) permanenza in Italia degli apprendenti che ne fanno uso:

Figura 1. Correlazione tra la frequenza di roba e la permanenza in Italia nelle varie annualità

Al primo anno si riscontrano pochissime occorrenze, ma notiamo che tutti gli apprendenti che usano roba sono stati in Italia per periodi prolungati. Le occorrenze crescono con l‟aumentare delle annualità. I dati del terzo anno segnalano una stretta correlazione tra la permanenza e la presenza del termine, mentre al quarto sembra che la competenza sia ormai tale per cui il contatto con i nativi non è più decisivo.

Provvisoriamente potremmo affermare che la contaminazione dello scritto con una forma tipica dell‟orale quale la parola passe-partout analizzata sia il risultato del contatto

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linguistico e di un uso acritico da parte degli apprendenti che non ne identificano il corretto contesto diamesico d‟uso.

2.3. La via lessicale meno facile e tecnologica

Caratteristica del parlato è la bassa densità lessicale (cfr. Voghera, 2010), cioè l‟uso limitato di parole diverse fra loro rispetto al numero delle occorrenze. Quindi cercare le basse frequenze e gli hapax potrebbe portare a trovare tracce di interazione orale con gli italofoni8.

Abbiamo individuato un hapax, cittino, in un testo raccolto a Torino e scritto da un apprendente universitario che indica come lingua madre spagnolo e inglese e che ha trascorso 10 mesi a Torino.

La parola cittino esiste in italiano; i dizionari monovolume contemporanei (Zingarelli, 2016; Devoto, Oli, 2011; Sabatini, Coletti, 2005) la riportano, come voce toscana diminutivo di citto. Come lemma è presente nel Tommaseo, Bellini, 1879 con il significato di „ragazzino‟ .

citto ‹cìt·to› s.m. (f. -a), tosc. ~ Bambino, ragazzo. • DIM. cittìno ETIMO Da piccitto, variante di piccino

DATA prima metà sec. XV (Devoto, Oli, 2011)

citto [cìt-to] s.m. (f. -ta) tosc.

In alcune zone della Toscana, bambino, ragazzino dim. cittino

ETIM voce del l. infantile sec. XVI (Sabatini, Coletti, 2005)

CITTINO S. m. Dim. di CITTO. Voce popolare. Ragazzino, Piccolo ragazzo. Red. Voc. Aret. (Mt.) (Tommaseo, Bellini, 1879)

Nella BIZ ci sono due esempi in cui ha il significano di „bambino piccolo, lattante‟9. Si veda nella figura 2 il testo in cui appare cittino insieme alle caratteristiche dello scrivente così come appaiono a chi interroga VALICO attraverso la ricerca della parola [word = „cittino‟].

Il contesto in cui cittino è usato dall‟apprendente in VALICO (‹‹Quindi ho aspetatto un cittino per vedere se il machio andaba via.››) può far pensare che sia il modo in cui l‟apprendente ha adattato il piemontese cicinin „un pochino‟ orecchiato a Torino, magari confondendosi con il piemontese cit „piccolo‟, associato dall‟apprendente con l‟inglese little che compare nell‟espressione a little, un po‟. Un percorso complesso per spiegare un

8 Definiamo questa via tecnologica, perché si tratta di un tipo di dati che vanno estrapolati da chi ha

allestito il corpus e tali estrapolazioni non sono procedure comprese fra le normali possibilità di query on line proposte all‟utente di corpora. Per una discussione sugli hapax in quanto dubbia misura di ricchezza lessicale in corpora di apprendenti si veda Gallina, 2015: 97.

9 Dalla BIZ: ‹‹ha il piacere d‟una balia che dà il latte, governa e alleva un cittino senza rogna›› (Aretino);

‹‹balia che allattasse un cittino›› (Ortensio Landi) e un terzo contesto in cui cittino corrisponde a citino ‹‹cittino le scritture sante fuor di proposito›› (Bargagli).

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hapax che altrimenti non si saprebbe come sia giunto nello scritto del disinvolto apprendente.

Figura 2. Testo in cui occorre „cittino‟