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Charles Klopp, La violenza collettiva e il senso del male nella narrativa di Antonio

Capitolo II- Una prima interpretazione dell’opera di Antonio Tabucchi Varietà tematiche

2.8 Charles Klopp, La violenza collettiva e il senso del male nella narrativa di Antonio

di Antonio Tabucchi

«CAHIERS D’ÉTUDES ITALIENNES», N.3 (2005), pp. 115-123

L’articolo si sofferma su storie di violenza collettiva descritte da Tabucchi nei racconti I pomeriggi del sabato (1981), Gli incanti (1985) e Capodanno (1991), che mettono in scena ragazzi discendenti diretti dei protagonisti degli scontri armati degli Anni di Piombo. Charles Klopp pone attenzione anche verso i racconti Piccoli equivoci

senza importanza (1985), Cambio di mano (1985) e Il battere d’ali di una farfalla a New York puo’ provocare un tifone a pechino?” (1991), dove invece sono i personaggi stessi

ad aver compiuto atti di sopraffazione al tempo della seconda guerra mondiale.

Complessivamente, Tabucchi ha considerato l’argomento della violenza politica degli anni difficili in Italia in cinque dei suoi scritti: nei due romanzi, Il piccolo naviglio393 (1978) e Tristano muore394 (2004), e nei tre racconti, Dolores Ibárruri versa lacrime

393«I primi due romanzi di Tabucchi, Piazza d’Italia del 1975 e Il piccolo naviglio del 1978, furono scritti

e pubblicati durante gli anni di piombo. Anche se non trattano eventi contemporanei, i primi romanzi tabucchiani sono fra i più politici di tutta la sua produzione. Diversamente da Piazza d’Italia, che fu ristampata diverse volte ed ebbe una seconda edizione nel 1993, Il piccolo naviglio non fu ripubblicato in italiano dopo il 1978. Nella Lettre à Christian Bourgois che funziona da premessa alla traduzione francese del 1999, Tabucchi spiegò che dopo di aver pubblicato Il piccolo naviglio in italiano, non aveva “ni la volonté ni la patience de prendre les ciseaux d’une jardinière qui s’efforce de rendre plus ‘domestique’ une plante un peu sauvage du jardin”. Nelle sue “conversaciones” in lingua spagnola, inoltre, con Carlos Gumpert Melmosa del 1995, Tabucchi definì il suo romanzo “una especie de entrenamiento, de taller de aprendizaje […] sólo un ejercicio”. Nonostante questi giudizi un po’ negativi dalla parte del suo autore, sono convinto che questa “pianta selvatica” ovvero “esercizio” sia importante per l’argomento critico che stiamo svolgendo qui a Grenoble» (CHARLES KLOPP, Terrorismo e anni di piombo in Littérature et «

temps des révoltes», «Italie», 1967-1980, p. 1).

394Charles Klopp scrive a proposito di Tristano muore che «Il romanzo consiste, in gran parte, delle

memorie di un ex-partigiano gravemente malato e spesso in preda a deliri. Lui racconta queste memorie ad un giornalista venuto per registrare le sue testimonianze frammentarie e spesso un po’ confuse. Principale fra i ricordi del moribondo è un episodio accaduto durante la guerra partigiana. In questo episodio il narratore, Tristano, è diventato un eroe per aver ammazzato tutto un drappello di soldati tedeschi che avevano appena ucciso il comandante della sua brigata, un americano di idee politiche non condivise da Tristano, nonché suo rivale in amore.» (Ivi, p. 4) e ancora lo studioso scrive che: «Dopo la conclusione della guerra, Tristano, ormai un riluttante eroe nazionale e sempre scapolo e solitario, adotta un ragazzo spagnolo. Ama questo ragazzo intensamente e cerca di farlo crescere – esattamente come ha fatto il padre di Piticche in Dolores Ibarruri versa lacrime amare – nell’ambito delle proprie convinzioni politiche. Diversamente da Piticche, però, che decide di seguire la strada politica anticonformista già battuta dal padre, il figlio adottivo di Tristano non segue l’esempio paterno. Invece di darsi all’attivismo rosso, diventa un

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amare395 del Gioco del rovescio (1981), Piccoli equivoci senza importanza della raccolta omonima del 1985, e Il battere d’ali di una farfalla a New York può provocare un tifone

a Pechino? Tratto da L’Angelo nero (1991)396.

Il vero motore di questi racconti, osserva Charles Klopp, non è la violenza “storica”, ma la malvagità stessa degli uomini intesi come esseri umani: un male intrinseco alla vita, del quale Tabucchi parla quasi in maniera ossessiva all’interno dei suoi romanzi e racconti. Per questi motivi, Charles Klopp presenta ai lettori una rassegna di opere tabucchiane in cui è possibile ravvisare il tema della violenza in tutte le sue forme. Charles Klopp intende soffermarsi significativamente sugli episodi di «violenza collettiva»,397 precisando che:

Nella narrativa di Antonio Tabucchi la violenza collettiva è una presenza frequente. I suoi scritti, nell’opinione di una critica inglese, «nascondono una conoscenza acuta della crudeltà e della violenza nei rapporti umani che smentisce la loro superficie raffinatamente letteraria» (Burns, p. 61). Questa osservazione si applica in modo particolare alla più recente raccolta di racconti di questo autore, Si sta facendo sempre più tardi, del 2001. Il tema della violenza, e della violenza collettiva in particolare non è però nuovo nella narrativa di Tabucchi. Già nel 1975, in Piazza

d’Italia, il suo primo romanzo, gran parte dell’azione è ambientata durante le guerre ottocentesche

del Risorgimento, le incursioni colonialistiche italiane in Africa, le guerre imperialistiche fasciste, e, alla fine, l’occupazione tedesca e la lotta armata contro il Fascismo fra il 1943 e il 1945. Nel romanzo forse più letto di questo autore, Sostiene Pereira, del 1994, un’altra guerra, quella civile

terrorista nero unendosi giovanissimo a un gruppo di neofascisti spagnoli spietati e pericolosi» (Ivi, pp. 4- 5).

395 «Dolores Ibárruri versa lacrime amare è ambientato durante gli anni Settanta come sappiamo da

un’allusione all’inizio del racconto ad un telegramma ricevuto dall’anziana donna che ne è la narratrice. Il messaggio di auguri nel telegramma proveniva da suo figlio, un uomo cercato dalla polizia per attività terroristiche e che finisce ucciso – “trucidato” dice la madre – dalle forze dell’ordine. Nel racconto, che accade dopo la morte violenta di quest’uomo, il figlio amato è rievocato dalla madre in una descrizione della sua infanzia e giovinezza che lei fornisce ad un giornalista venuto ad intervistarla.» (Ivi, p. 2).

396 Anche Cambio di mano tratto da Piccoli equivoci senza importanza ha un assassino politico come

protagonista dell’azione.

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in Spagna, è una presenza cruciale, anche se vista solo di scorcio in una narrazione ambientata non in Spagna ma a Lisbona nel 1938.

Charles Klopp sarà interessato, all’interno del suo articolo, ad analizzare gli episodi di violenza e le loro varie manifestazioni. A tal proposito, Klopp dice di voler prendere in esame «due gruppi di racconti»398, dapprima intende analizzare tre narrazioni incentrate

sulla guerra in secondo luogo, altre che invece «trattano del terrorismo».399 Per quanto riguarda il primo gruppo di racconti (I pomeriggi del sabato, 1981; Gli incanti, 1985 e

Capodanno, 1991), Klopp sostiene che «tutti e tre hanno come protagonisti non i

partecipanti alle ostilità che si sono appena concluse, ma dei discendenti di tali protagonisti»400 si tratta di ragazzi giovanissimi che cercano di riflettere sul vero significato della violenza poiché essa ha portato via per sempre ed ucciso i loro padri.

In tutti e tre i racconti sugli anni di piombo e sul terrorismo invece, - Piccoli

equivoci senza importanza (1985), Cambio di mano (1985), Il batter d’ali di una farfalla

a New York può provocare un tifone a Pechino? (1991) – i protagonisti hanno partecipato

in prima persona a «atti di violenza»401 in passato tuttavia, nel corso delle storie, i tre terroristi riflettono sul senso delle loro azioni, sulle loro scelte in «un momento che può essere detto di pentimento».402 Charles Klopp decide coscientemente di incominciare la

sua analisi partendo proprio dal secondo gruppo di racconti citati in apertura, cioè quelli che affrontano la questione del terrorismo, un argomento così delicato e urgente, che si ricollega significativamente all’attualità. Per queste motivazioni, Charles Klopp decide di inaugurare il suo studio partendo proprio dal racconto che dà il titolo alla raccolta 398 Ivi, p. 115. 399 Ibidem. 400 Ivi, pp. 115-116. 401 Ivi, p. 116. 402 Ibidem.

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omonima, Piccoli equivoci senza importanza, in cui viene messo in scena un processo – l’ambientazione è pertanto quella di un’aula di tribunale. In questa udienza sono presenti due amici che si trovano a ricoprire due posizioni «diversissime nella società»403. Uno è infatti il giudice; l’altro l’imputato in «un processo che riguarda a quanto pare il terrorismo»404. L’evolversi degli eventi è filtrato dal punto di vista della voce narrante – ora affermato giornalista- compagno anche lui di università degli altri due. Il trio trascorreva molto tempo a leggere insieme l’Antigone di Sofocle, a corteggiare la stessa ragazza, a ridere felici. La voce del narratore pertanto è animata da un grande senso di rimpianto per «ciò che avrebbe potuto avvenire», ma non si è mai verificato, a causa, forse, di «piccoli equivoci»,405 equivoci che, se da un lato potevano sembrare privi di importanza, dall’altro, hanno influenzato le loro vite in maniera decisiva, facendoli ritrovare in un’aula di tribunale dove un amico fa addirittura da giudice all’altro; Federico, diventato giudice, deve giudicare Leo, accusato probabilmente di terrorismo; Tonino, voce narrante del racconto, assistendo al processo, ricorda gli anni spensierati in cui erano amici, riportando alla memoria le loro canzoni preferite, le loro letture, riflettendo alla fine che, nella vita, tutto può essere definito solo come un piccolo equivoco senza importanza o, meglio ancora, senza rimedio ed irreversibile.

Il racconto, continuamente in bilico fra passato e presente, esprime una convinzione che l'autore nutre da sempre nei confronti della vita: l’uomo pensa di essere artefice del proprio destino, quando in realtà è prigioniero dell’equivoco, del caso, dei fatti che avvengono senza un reale perché, e non riuscirà mai ad individuare nella vita un disegno intelligente e sensato, anzi, se c’è, esso appare piuttosto arbitrario e sconclusionato. Infatti

403 Ibidem. 404 Ibidem. 405 Ibidem.

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Tonino può solo osservare le conseguenze delle scelte dei suoi più amici, scelte che, se in un primo momento potrebbero apparire “prive di importanza”, se si riflette bene, non sono affatto così: infatti, il destino ha riunito in un'aula di tribunale questi due amici, secondo il ruolo che ciascuno di loro ha scelto per se stesso, o forse, sarebbe più corretto dire, che gli è capitato di scegliere: ad esempio, a causa di “un piccolo equivoco senza rimedio”, Federico si è ritrovato a studiare legge, per diventare poi giudice. Il futuro per Tabucchi, come sottolinea Klopp nella sua analisi, è generato da una serie di equivoci che, in fondo, non è possibile né scegliere né prevedere, perché sono senza rimedio.

In molti libri di Antonio Tabucchi, processi, investigazioni, aule di giustizia sono importanti per i significati simbolici che racchiudono, queste specifiche ambientazioni sono infatti funzionali, non tanto a rintracciare un colpevole, quanto a cercare di portare il lettore a riflettere, trasmettendogli sempre nuovi interrogativi. Charles Klopp cerca di individuare le intenzioni profonde di uno scrittore che ama muoversi quasi sempre entro le stesse ambientazioni:

Tabucchi cerca di capire, in altre parole, non chi ha compiuto un’azione determinata ma perché gli uomini (e in Si sta facendo sempre più tardi anche le donne) sentano il desiderio e abbiano la capacità di fare agli altri del male, un male estremo e spesso apparentemente immotivato. Si passa, in altre parole, da un’investigazione contingente e legale a considerazioni etiche e metafisiche.406

Charles Klopp riflette peraltro sulle infinite potenzialità della «mente»,407 infatti, mentre la vita appare come irreversibile, la mente riesce ad immaginare «ciò che sarebbe potuto essere» se non fossero capitati i cosiddetti «piccoli equivoci» - solo apparentemente senza importanza- in realtà, infatti, essi sono in grado di influenzare la vita di ogni uomo senza

406 Ivi, p. 117. 407 Ibidem.

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che costui se ne accorga. Le storie «senza importanza» di Tabucchi si trasformano in una riflessione intorno al caso e alla scelta. Quello dello scrittore, è un tentativo di osservare gli interstizi che attraversano, senza che nessuno se ne accorga, il tessuto dell'esistenza. Il racconto Piccoli equivoci senza importanza offre uno spunto di riflessione importante. Charles Klopp afferma infatti che «la fantasia creativa e indagatrice è liberissima di tornare indietro e considerare ciò che sarebbe potuto essere».408 Uno degli amici, inverosimilmente, ha preso una strada diversa dagli altri, scegliendo di dedicare la sua vita al terrorismo. Lo sguardo attraverso cui Tabucchi osserva gli eventi secondo Charles Klopp è disincantato. Incolpando il caso e i piccoli equivoci - di cui nessuno è mai consapevole fino in fondo- lo scrittore cerca di dare un senso al vissuto e alla sua arbitrarietà.

Il secondo racconto analizzato da Charles Klopp è Cambio di mano ambientato nella metropolitana di New York durante una rappresentazione di uno spettacolo,

Rigoletto. Il racconto è suddiviso in tre “scene”, che è possibile definire come dei veri e

propri “atti”. Cambio di mano si svolge in un'atmosfera spionistica, nella quale si narra la vicenda di Franklin, che a New York opera per conto di un'associazione politica. Charles Klopp cerca di sintetizzarne la trama in questo modo, una trama che parla di una donna dall’insolito nome «Sparafucile come ti pare» e il protagonista della storia scopre di essere lui stesso il bersaglio di Sparafucile. In pratica, il protagonista è un agente segreto che resta vittima del suo lavoro, ingannato alla fine da un gioco di false identità in cui resta intrappolato nel tentativo di ovviare alla solitudine. Charles Klopp offre un ritratto efficace della donna omicida:

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l’assassino è […] una bellissima donna presente allo spettacolo, e che milita nella stessa organizzazione sovversiva di cui fa parte anche il protagonista. Questa donna, che si suppone complice del protagonista nello scambio di una somma di denaro necessaria alle loro attività politiche, alla fine del racconto uccide il suo complice.409

Il batter d'ali di una farfalla a New York può provocare un tifone a Pechino? è il

terzo racconto analizzato da Charles Klopp ed è ancora una volta una storia costruita per gioco, che finirà tuttavia per diventare seria ed irreversibile. I personaggi del racconto sono il fantomatico signor Farfalla e l'ambiguo dottor Coscienza; questi sottopone a un pressante interrogatorio il signor Farfalla per estorcergli una (falsa) confessione riguardo un suo ipotetico coinvolgimento in un omicidio. Dalla ricostruzione immaginaria e forzata di questo omicidio, scaturiscono delle riflessioni sul tema della menzogna e della finzione letteraria. Charles Klopp commenta in questo modo la figura del Signor Farfalla, definito che un personaggio due volte letterario che deve ricoprire la parte del terrorista e poi addirittura quella del pentito:

In questo modo il «Signor Farfalla» di questo racconto diventa un personaggio fittizio, una figura due volte letteraria, costretta a trasformarsi da verme terrorista (come avrebbero detto i suoi sorveglianti) in farfalla pentita. Ciò che conta per coloro che lo manipolano non è la verità delle informazioni che un giorno Farfalla fornirà su certi atti terroristici (un assassinio politico, pare) ma la verosimiglianza della sua storia. In questo senso, veri terroristi sono coloro che tengono prigioniero il loro fantoccio politico, vere vittime sono i fatti storici travolti e distrutti dalla «farfalla».410

409 Ibidem. 410 Ivi, p. 118.

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C. Klopp, peraltro, precisa che in questo racconto che si fa strada un personaggio peculiare, quello del malvagio «pentito»:

[…] si assiste alla costruzione di un ruolo politico molto più contemporaneo: quello del pentito. In questo caso il pentito è costruito da autorità politiche – non si capisce bene se governative, paragovernative, o anti-governative – in vista di un futuro processo in cui il loro pentito fornirà importanti testimonianze.

In questi tre racconti è evidente che a Tabucchi non interessa trattare il problema del terrorismo in sé. Charles Klopp deduce che: «Non è tanto il terrorismo degli anni di piombo quanto i terrori della vita di tutti i tempi che gli stanno a cuore»411. Tabucchi vorrebbe far capire ai lettori infatti che la vita è una costruzione che avrebbe potuto benissimo prendere tutt’altra direzione. Tuttavia «se è possibile, in un racconto, far tornare indietro il tempo e immaginare ipoteticamente, o al rovescio, un’azione o una serie di azioni diversissime da quelle che sono realmente accadute, non è così nella vita»412. Questa irreversibilità sostanziale delle nostre vite, il fatto che non si possa tornare indietro, il fatto che le scelte dell’uomo siano per certi versi, irreversibili, tutte queste riflessioni, si trovano al centro del pensiero di Vladimir Jankélévitch, un filosofo caro a Tabucchi e da lui citato direttamente o indirettamente in molti suoi scritti.

A questo punto Charles Klopp, decide di parlare del secondo gruppo di racconti, quelli che prendono in considerazione la violenza, la brutalità, il sadismo, durante la seconda guerra mondiale in Italia. Charles Klopp decide di incominciare la sua analisi da

I pomeriggi del sabato scrivendo che:

411 Ibidem. 412Ibidem.

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I tre racconti dedicati da Tabucchi alla seconda guerra mondiale hanno in comune il fatto di avere tutti e tre dei bambini come protagonisti. Così prima di tutto ne I pomeriggi di sabato del 1981. L’io narrante di questo racconto è un bambino ansioso di conoscere la storia di suo padre, uomo morto prima che il ragazzino avesse potuto veramente conoscerlo. La storia del padre morto in guerra è presentata in modo molto frammentario: si può dedurre tuttavia che doveva essere già un ufficiale nel’41, prima di partire per il servizio militare, quando era solo fidanzato con la mamma, visto che la servitù lo chiamava «il signorino ufficiale»; e che doveva essergli poi accaduta (durante o poco dopo la guerra) una «disgrazia», cioè la morte, morte probabilmente vergognosa e forse violenta.413

Accantonato il tema del terrorismo, I pomeriggi del sabato è il primo racconto

propriamente di «guerra» che Klopp decide di analizzare all’interno del suo articolo. Il bambino protagonista di I pomeriggi di sabato ha all’incirca dodici anni, mentre si può supporre che suo padre sia morto in guerra una decina di anni prima tramite una serie di indizi sparsi qua e là all’interno del racconto. Nell’estate del 1956 il ragazzo trascorre le vacanze recandosi in un luogo di mare, con la madre e la sorella più giovane in una villa della Toscana. Trascorre i mesi estivi studiando il latino in vista di un esame di riparazione che si terrà in autunno. Tuttavia un sabato pomeriggio arriva un ciclista misterioso. Torna anche il sabato successivo e così accade per il resto delle settimane. Il bimbo nota che costui vuole parlare con sua sorella. Il testo non è molto chiaro, infatti, del contenuto della conversazione si apprende solo che il ciclista «voleva qualcosa qui di casa»414. Benché non sia mai detto esplicitamente nel racconto di cosa si parlasse, un

lettore attento a decodificare tutti gli indizi (per tutta la ricostruzione dei fatti, rimando al V capitolo del presente lavoro) comprende che il misterioso ciclista è un ex- compagno

413 Ivi, p. 119.

414TABUCCHI, I pomeriggi di sabato in Il gioco del rovescio, Milano, Feltrinelli, 1988 (prima edizione

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di guerra del padre scomparso. Charles Klopp condivide pertanto la l’interpretazione che considera l’uomo in bicicletta come:

un ex-compagno di guerra del padre scomparso, e che ciò che egli vuole «dalla casa» è un suo cimelio, forse il basco militare portato dal padre durante la guerra. E questo berretto, volentieri consegnato dalla madre al ciclista il sabato successivo, è probabilmente quello degli ufficiali della X MAS, famosa flottiglia della marina italiana che durante la guerra ormeggiava nel vicino porto di La Spezia. La X MAS divenne, come noto, un’unità importante nell’esercito repubblichino di Salò.415

Si comprende, decodificando i vari indizi che Tabucchi nasconde nel testo, che il papà del bambino era stato un fascista di Salò. Il ragazzino avverte pertanto un grande senso di delusione perché avrebbe desiderato, invece, che suo padre fosse morto schierandosi dalla parte dei giusti e non nel «campo»416 considerato «sbagliato»417. Essendo morto il padre, tra la madre e il ragazzino nasce una situazione sessualmente ambivalente – che Freud aveva definito “complesso edipico”. Charles Klopp mostra come, in questo racconto, la guerra, venga affrontata in tutte le sue sfaccettature, cioè soprattutto dal punto di vista delle ripercussioni, collettive ma anche individuali. Il fascismo, le stragi che ne derivarono, le numerosi morti innocenti furono un trauma, non solo per coloro che le vissero, ma anche per le generazioni successive. Infatti, le «colpe» del padre sono state tramandate ad un bambino costretto a lottare d’ ora in poi con due «materie scottanti»418,