• Non ci sono risultati.

Le chiavi di accesso culturale al mondo degli allievi Aut prodesse volunt, aut delectare poetae,

aut simul et iucunda et idonea dicere vitae. (I poeti si propongono di giovare o di dare piacere, oppure di dire a un tempo cose piacevoli e utili alla vita). Orazio, Ars Poetica, 343-4.

Per affrontare in modo adeguato l’attività educativa occorre porsi delle doman- de decisive circa le mete, gli allievi, gli ostacoli e le leve, il percorso, l’approccio ed il modo di intendere il valore del lavoro.

Quali mete vogliamo raggiungere?

È la domanda più importante, a cui si cerca in prevalenza di rispondere riferen- dosi ai traguardi formativi dettati dall’ordinamento. Ma la scomparsa dei “program- mi” ha portato a documenti basati su una formulazione allo stesso tempo inquietan- te e vaga; inquietante perché lasciano intuire che non si possono semplicemente tra- durre in unità didattiche, vaga perché la loro formulazione è tale da giustificare una varietà considerevole di interpretazioni.

Vediamo ad esempio la prima competenza storico-sociale ed il suo apparato di abilità e conoscenze:

Comprendere il cambiamento e la diversità dei tempi storici in una dimensione diacroni- ca attraverso il confronto fra epoche e in una dimensione sincronica attraverso il confronto fra aree geografiche e culturali

ABILITÀ

• Riconoscere le dimensioni del tempo e dello spazio attraverso l’osservazione di eventi sto- rici e di aree geografiche

• Collocare i più rilevanti eventi storici affron- tati secondo le coordinate spazio-tempo • Identificare gli elementi maggiormente signi-

ficativi per confrontare aree e periodi diversi • Comprendere il cambiamento in relazione

agli usi, alle abitudini, al vivere quotidiano nel confronto con la propria esperienza personale

• Leggere – anche in modalità multimediale – le differenti fonti letterarie, iconografiche, documentarie, cartografiche ricavandone in-

CONOSCENZE

• Le periodizzazioni fondamentali della storia mondiale

• I principali fenomeni storici e le coordi- nate spazio-tempo che li determinano • I principali fenomeni sociali, economici

che caratterizzano il mondo contempo- raneo, anche in relazione alle diverse culture

• Conoscere i principali eventi che consen- tono di comprendere la realtà nazionale ed europea

• I principali sviluppi storici che hanno coinvolto il proprio territorio

Indubbiamente si tratta di un elenco che a prima vista può spaventare, specie se lo leggiamo con una chiave “accademica”. Ma subito dopo, ci accorgiamo che, aldi- là delle periodizzazioni fondamentali della storia e le diverse tipologie di fonti, non sono indicati contenuti definiti, bensì espressioni generiche rette dall’aggettivo “prin- cipali”: fenomeni, eventi, sviluppi, tappe. Ciò significa che la definizione dei saperi essenziali va fatta nel Centro di Formazione e che diverse possono essere le strategie e le metodologie per perseguirli:

1. Posso puntare sul “corredo minimo” vale a dire un “bigino” della Formazione Professionale magari tratto da un manuale semplificato, come ce ne sono in com- mercio.

2. Posso selezionare solo i temi chiave (i nuclei del sapere) come ad esempio l’in- dustrializzazione, la città, la globalizzazione, le religioni, i diritti umani, le guer- re, le tecnologie, la popolazione, i sistemi politici, lo sviluppo, l’energia, e pro- porre per ciascuno di essi approfondimenti che consentano agli allievi un’espo- sizione un po’ più ricca, con un corredo di mappe concettuali e riferimenti ad eventi storici, tabelle di dati, comparazioni.

3. Posso definire un percorso a tappe annuali che inizia dal territorio nazionale, per poi estendersi alla realtà europea fino a concludere con un orizzonte mondiale, sulla base di strutture storiche come i sistemi politici, la cultura, l’economia, i co- stumi, la vita quotidiana.

4. Posso centrare ogni anno su temi macro come le due Guerre mondiali, la crisi economica, il Medio oriente ed intorno a questi cercare tutti i possibili collega- menti con i nuclei del sapere.

Probabilmente, il primo ed il secondo approccio non incontreranno un grande en- tusiasmo (eufemismo) da parte della classe, mentre gli altri due si prestano ad un me- todo più attivo che consente di mobilitare la curiosità ed il desiderio di scoperta auto- noma da parte degli allievi. Stiamo quindi ponendoci una domanda che corrisponde al criterio con cui scegliere il giusto approccio: quali allievi mi trovo di fronte e come posso interessarli e coinvolgerli? Riprenderemo questo quesito poco oltre, anche per- ché abbiamo corso un po’ troppo avanti. Infatti, dobbiamo guardarci innanzitutto dalla dimenticanza fondamentale propria dei sistemi educativi: gli scopi fondamentali del nostro insegnamento intesi come qualità e disposizioni umane che desideriamo solle- citare nei nostri allievi. A questo proposito, serve formulare diversamente la domanda iniziale, nella seguente trilogia: quali benefici reali può apportare la storia ai nostri al- lievi? Come contribuisce a renderli più liberi? In che modo posso vedere “vivo” in lo- ro il senso storico? Dobbiamo trovare innanzitutto nella storia la chiave di volta su cui impostare il nostro lavoro, ma la dobbiamo cogliere come guadagni che migliorano la vita dei nostri allievi. La questione può essere distinta in due parti:

formazioni su eventi storici di diverse epo- che e differenti aree geografiche

• Individuare i principali mezzi e strumenti che hanno caratterizzato l’innovazione tecnico scientifica nel corso della storia

• Le principali tappe dello sviluppo dell’in- novazione tecnico-scientifica e della con- seguente innovazione tecnologica

– Di quali benefici reali ed apprezzabili è capace la storia, in riferimento ad un al- lievo mediamente poco interessato (non ai pochi che per diligenza o per passio- ne si pongono in un atteggiamento positivo nei confronti nostri e dei contenuti che intendiamo insegnare loro).

– Cosa c’è nella storia di attraente, tale da risultare interessante per i nostri allievi? Stiamo avvicinandosi al centro della questione, vale a dire il valore reale della co- noscenza storica come corredo personale in grado di migliorare in modo sensibile – ovvero percepibile come gusto ed utilità – la vita dei nostri allievi.

È il tema del senso storico, e con esso di tutte le scienze umane, che può essere definito come ampliamento dell’orizzonte soggettivo entro una dimensione di spazio tempo che abbraccia la contemporaneità riferita all’intero pianeta ed il pas- sato specie per ciò che riguarda le principali vicende storiche, i personaggi più im- portanti, le trasformazioni e le rivoluzioni accadute nel tempo che hanno segnato la vicenda storica e plasmato il presente; che sostiene la capacità di collocare fatti, problemi e riflessioni odierni entro un quadro più ampio di relazioni che aiuta a comprendere come, accanto ad un movimento progressivo nel corso del tempo, si coglie un andamento ciclico che spiega il riproporsi di molte questioni simili in tempi diversi. Il primato del presente e la dimenticanza di ciò che è avvenuto prima di ieri, tipici di una forma di comunicazione mediatica stressata sui registri della spettacolarizzazione e della drammatizzazione della notizia, che rimane nel con- tempo superficiale64.

Ma per completezza, vogliamo fornire una riflessione sia pure sintetica riferita alle altre aree della cultura.

Circa il senso della letteratura, ci rifacciamo a quanto affermato da Todorov, per il quale la letteratura è ordinata alla vita buona, nel senso che il suo valore si coglie nella capacità di rendere la vita più vera, dotata delle parole e delle imma- gini adeguate a rappresentare ciò che si esperisce ed in grado di vedere nella realtà non solo ciò che è prosaico e gretto, ma a rivelare le tracce anche poco appariscenti che indicano la grandezza dell’uomo e la fecondità dell’esistenza. Essa aiuta a

64Uno dei casi più clamorosi di cronaca politica trattata con un approccio storico assolutamente

approssimativo è quello della cosiddetta “Primavera araba” espressione tramite la quale mobilitazioni delle piazze nel paesi del Nordafrica e del Medio Oriente sono state viste dalla grandissima parte dei media occidentali come avvisaglie dell’avvento di regimi politici di tipo democratico secondo la formu- la occidentale. Per poi scoprire che in Egitto a beneficiarne sono stati i Fratelli Musulmani il cui credo politico è ben lontano dagli standard democratici, in Siria sia il regime sia molti gruppi di oppositori so- no egualmente dediti a massacri della popolazione, in Libia la caduta e morte di Gheddafi ha lasciato il posto ad una guerra per bande in cui si è infilato lo Stato islamico che in tal modo è divenuto un nostro inquietante confinante. Chi ragiona nel modo seguente “se è successo così a noi, con i vari movimenti di liberazione nazionali, allo stesso modo accadrà a qualsiasi altro Paese del mondo” mostra una grave as- senza di senso storico che si riscontra nel credere nella (infondata) concezione normativa del percorso delle democrazie occidentali.