dio ai celefte, può tenere un ben fitnigiiantc rapporto ; Ma ciò che vaie , quando facciamo, che nel terreno entri di nuovo il ferpente , e nel celefte comparila un* aitra volta il dragone . Il celefte paradifo anche da Crifto fuchiamato
Diferto, in quelle mifteriofe parole ; nonne di-Lue. n. 4. mittit nonagintanovent in defèrto ? fe il vogliami
credere al Pontefice S. Gregorio ; dimittit nona- Gregor. gintanovem in deferto , quia, fìtte et Angelorum cho- ,wm--G- ros reliquit in cado . Ma fe poi nel noftro Diferto
entrerà , o pecora infetta , che ci contamini l’ovile, o lupo ingordo, che fel divori , o ma rtino rabbiofo, che il dilaceri ; penfate voi , che polla più eflo aver rapporto alia beatitudine di colafufo, e alla fua gloria ? Manifeftò la fua-. gloria anche Crifto, mentre in quella carne mor tale cercava a tutto potere occultarla. Ma a chi manifeftolla ? A Gente forfè , che, oziofa nel le piazze , perdeva quel tempo , eh’ è il foio prezzo da poter farne la compra? Nò. Forfè ad Uomini , che affaccendati nelle corti , cer cali fedamente quella gloria , eh’ è un barlume , e perdon quella, eh’ è della luce il fonte ? Nò. Forfè a Perfone , che affaticati negli Efcrciti , tra morti c tra piaghe, cercai! di viver fempre nel mondo immortali ? Nò . Manifsflolla a pochi Appostoli, ma non già nel pubblico , nel fegre- to ; non già in mezzo agli altri, in difparte da tutti ; non nelle pianure efpolle ad ogni lguar- do , in un monte fegregato da ogni occhio .
Duxit illos in montem cxcelfumfìorfìtm , & i." efi ante ecs . E quello, ai parlar del Abu
,00 RAGIONAMENTO V.
Jenfc » ftimò egli il luogo più atto a far
cornpa-Abuien, rire in terra la gloria fua , riempe ad oftcnden- fùc. cium locum glena, cioè la folitudine, più rimo-
ta dal commerzio degli uomini ; il Difcrto , più fegregato dalla frequenza delle genti ; il Monte più alto , e più lontano dal concorfo delle tur be . Ma fenza allegorie ; non fu anch’egli il Pre- corfor di Grillo, che lì feceabitador delle lelve, prima che avelie conofcimento degli uomini ? Non fu ancor Grillo Hello, che fi ritirò nel Di fcrto , prima che cominciafiè a predicare nel mondo ? E ciò fu alno, che un dar’ efempio a noi , del quanto a noi giovi la lolitudine, ch'eligemmo , fe in ella viviamo lontani da-< quegli uomini, che fuggimmo, feguellrati da quelle perfone , che abbandonammo, privi di quelle con verlàzioni, che lafciammo ? Tanto, e non meno, ci fa fentire Gregorio di Nazian-orJaTpal 20 ^oannes w deferto, ò' jpfe, ut attiones
te. multitudini , humanaque frequenti# , ita. preces f^eti ’ locifque ab hominum commercio femotìs, fere tnbuebat. Hoc exemplo praferibens, ac veiut atei ege promulgarli t nobts quoque nonnunquarn fa-** .ipfaD,z airm"s ’ “
mini-, SI fS Kori Q1'
ftam diftaecati dagli uomini P J che n01^ tro ? Quelli, è véro no ’ Che fon dl den" fpirito , converfando con nr COntarmnano io
dano, converfando effi CQn Ù’ ma cel raffrcd’ to anche Moisè , qu-nt4n n°V £ra
nelDifet-’ Sbando per colà il
Po-AL CHIOSTRO. JOi Popolo Ebreo , che fuggiva dalla tirannia dell’ Egitto , parea , che in certo modo fìguraflè an che noi, che fuggiamo l’Egirto del fecolo, e_> damo nei Diferto della Religione . .E pure ba- itògli forfè il ritrovarli in quella erma folitudine, lontano da Faraone , e dalia fua Reggia, lenza il commerzio delle Città, e degli uomini, che le compongono, fenza la converlàzionc delle Cor ti, e de'Signori, che ie frequentano ? Mainò. Anzi dai mezzo de’ fuoi ftefiì Ebrei fugli di uo po partire, fe voiea con Dio parlare ; e girne in un monte , folitario ed alto , dove Iddio da un roveto prodigiofo , che ardeva sì, ma non abbruciava, gli comparve infìeme, e gli parlò.
Apparuit ei Dominus in fiamma ignis de medio rubi. Exod.j. ?• Dove molto a proposto l’Oleaftro . Audis hie, ©leaf. his.
quibus bominibus, & ics quibus locis, Deus
creta, reveletè Nempe deferta loca incolentibus. Non bafta a noi dunque , Padri , e Fratelli miei, che viviamo lungi da’rumori del Secolo, fuo ri delle brigate del mondo, liberi dalle tirannie delle Corti, dalle turbe delle Città, dalle com- bncole delle piazze ; e die viviamo in un* Ere • mo, qual* è per l’appunto il noftro Chioftro, dove nulla vi penetra , che abbia fentore di Egitto, e confervi attaccamento con Faraone. Non bafta ; fe dentro quefto fteflò chioltro non à ciafcun di noi il fuo Sinai , dentro la
io2 RAGIONAMENTO V.
Per quello comparv’ egli a Moisè nel fuoco,
perche, al parlar di Anaftagio Smaita, è pro pio del fuoco il girne in alto , e lungi dalle Anaft.Syn. balìe cofe di quefta terra . Arbttror idfari, quod Exam,1'1-'' folas ex rebus terrenis loca fuperiora appetat , d*
perfequatur. Per quello fi fe fentire ancor nel
Roveto, perche, allo fcrivere del Lippomano, entro quell’ albero non può entrare uccello, fenza perder le piume ; efempio a noi , che» nelle noftte celle , ove fono i noftri roveti, non debbon con no- entrare le piume deilea umane corrifpondenze , e delle civili eonvcr- fazioni , perche tolto da elle poi partirà , ed andranne lungi , quel caro Iddio , che vi abi ta , e eh’ è tanto gelofo , di ogni altra com pagnia , quanto è amante di ftarfene con noi Elppo- fo|i . enim rubus arbor ferilis , & fenticofa,
Padiìl. a/n epuam avis etera deplumationem intrare non poteft,
Habac.cj. Hebrai dictent, crefeens in deferto , à quo no-
ana j". dite', mine fa arbore Mons Sjnai nomen accepit , in J7. mi..;. qU0 Dorninns apparerò dignatus e[l . Che ferve dùnque , che ferve ftar tutto dì rinchiufo nel chioltro, e non iftar mai nel di nella cella fer rato ? Dentro il Moniftero, ma fuor della Itan-za ? Lontano dagli uomini, che fon nel feco
la , ma fempre accompagnato con quelli , che
fon nell’eremo? Quello è un voler'eifere nel Dilèrto, come il Popolo degli Ebrei, ma non già come Moisè , che n’era il Duce. E pure Iddio a Moisè, non al Popolo , compariva^, pfcl.7c.16. e parlava. Dove il real Profeta dice ■ Quoniat» non cagnoni literaturam, introtbo in potential Do
mini', leggono i Settanta, quoniam non cognomi
ne-___ ___
AL CHIOSTRO. 103 negocìntiones. E vogliono additarci , che Uomi ni di negozj, di faccende, di affari , non fo no atti a trattare con Dio . Se fono di abilita a negoziare con gli uomini, per quello fìefio non poflono aver difpofizione a poter fario con Dio . Non cognovi negociationes } introibo in potentias T)omini . E pure fe quella dote li pre
gia nel mondo , onde gli Uomini fi dicono di deflrczza, e di prudenza ; qui tra noi non fi ftima, perche qui non altra deftrezza fi cu ra , che quella , che affi in governare i fuoi appetiti ; non altra prudenza , che quella , che moftrafi in regger le propie paflìoni . Uomini dunque di maneggi, di negozj, di faccende, rè fan pel Chioftro, nè fan per Dio ; il Chio ftro vuole i fuoi uomini diftaccati dagli uo mini ; Iddio li vuole attaccati totalmente a Dio . Così fono coloro , che nè dentro , nè fuori i nollri fagri recinti , cognofeunt negocin- tiones -, c però cfsi foli introibunt in potentini
Do*
mini.
E quindi è, che Ja Spofa, cioè l’Anima, non cerca il fuo Spofo , cioè Dio , nè per le ftrade , nè per le piazze ; come il cercò una^ volta , ma in vano, Ja fagra Spofa de’ Canti
ci. Surgam , & circuito Civitatem ; per vicos cant.j. x platens quorum quern diligtt anima men ; quxjivi
tllum, gjr non invent’ Ah nò; fe vuol* ella tro varlo, fi allontani da’ que’luoghi, dove fi av vicinano gli uomini; fi diftefìi da quegli altri, dove gli uomini fi unifeono; fugga in fine da quelli, dove corrono gli uomini . Crifto nelle piazze ? Nò , dice Ambrogio , non può
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!04 RAGIONAMENTO V-Ambra/: vatfi. Non in foro Ghrifius reperii tir : Non efi e nino
bb.de vìi- circumfioraneus. Gbriflus enirn efi pax , in foro lites . Ghriftus inflitta e ft , in foro ini quit as.
Ghriftus operator eft , in foro inane otium . Ghri ftus charitas eft , in foro obtreffatio . Ghriftus fi fa eft , in foro fans, atque perfidia . Ella ubhi-
difce, c’l fa . Abbandonale piazze, fugge 1c ftrade, fi allontana dalle Città, e fi ricovra_< in un Chioftro . Qui dunque dovrebbe tro
varlo, perche qui è la folitudine, qui è il di fetto . Sì , è vero ; vuol non però anche Id dio , che non fi contenti la Spola di ritirarli fo! nel diferto , ma che quivi proecuri ancor di falire più in alto , s’ella vuol rinvenirlo. Così egli ravvisò pofcia la lagra Spofa , chej nelle piazze no! rinvenne , ed il trovò nel di-
•»
Siam nel Diferto di. quefto chioftro , è Vero ma fe farem femore ni elfo colle ali tarpate, fenza mai dare un volo , per girne lungi da gl’ intoppi, che fono anche in elio , e che c’im- pedifeon fempre l’unirci al noftro bene , mai noi troveremo, mai noi goderemo. Egli non è nel piano, o di un Corridojo, o di un Sa lone, o di una Galleria ; egli è nell’alto. Bi- logna dunque volare, oer rinvenirlo F
vola-AL CHIOSTRO. I0S
della nollra Chiefa , ov’ egli nel fagro ciborio Ita come in prigione , e vuol* cflère vifitato dalle noftre anime , per cui amore fta quivi fagramcntalmcnte, c realmente rinchiufo. Que lla folitudine e nicillària che fi abbia ancor nel diferto , s’egli fi vuol ritrovare ; perche, alloferiverc di Filone; natura, enim comparatum eft, Phii.lib.de
ut qui Deum invenire cupiunt , amicarti ei folitu- Abr3ham* dinem diligati t. Se altri non fi accollano a noi,
noi non ci accolliamo ad altri ; perche oltre all’ impedire i noftri voli, impediremo ancora gli altrui. Se altri non metton piede nella nollra-. cella , non illendiamo noi il paftò in quella de gli altri ; perche quello farebbe , e lafciar Dio lolo nella nollra , e farlo partir dall’altrui. Se altri vogliono Ilare foli, e lafciano anche noi che lliam foli ; a che impedire la lor folitudine, e la nollra ? A che raffreddare il nollra fervore , e Ì loro ? A che rallentare i noftri avanzi, ed i loro progrelfi ? Qui Deum invenire cupiunt, ami- cani ei felitudinem diligane • Così portoli! ciafcun’ altro, che in quello ftelfo chiollro , ove noi fiamlcpolti, per morire al mondo, e vivere a Dio, anch’egli fi fepellì ; c fi fepellì in guifa_, che mai non ufcì fuori da elio , per girne in trac cia di gente, che avea già abbandonata ; che^ mai non divagò per elfo , per ritrovar nel chio llro quello, elle avea lafciato nel mondo . Sono uomini , così quelli , che vivono fuor di noi , come quelli, che vivon con noi ; con quella fo la differenza , che quelli non vivono, come vi- viamnoi, e quelli vivono, come noi viviamo. Nel rimanente, fe elfi fi cercano non per fine
IO5 RAGIONAMENTO V. di Dio, fono uomini anch’ effi , che ci dittac- can da Dio . E però la folitudine del noftro cor po vuole, che noi viviamo diftaccati da effi, c che effi vivano diftaccati da noi.
Batto forfè ad Abramo il gran precetto, che gli diede Iddio, di ufoire dalla fua terra, dalla fua parentela, dalla fua cafa, per farlo fo- litario in guifa , che fotte capace d’intendere il Cenai, i. fuo divino linguaggio ? Egrcdere de terra tua , &
de cognations tua, de domo Patrie tui. Non ba- een.17. i. ftò ; gli foggiunfe pur' anche ; Et veni in terrarn, quarti monftravero tibi. Ed allora fu , eh’ egli ot tenne il gran dono, di camminare avanti a Dio,
Gen,11.17 ed eflcr Perfètto. Ambula coram me, & efto Per* feftus. Allora fu, che gli comparve Iddio , s gli parlò nel cuore ; apparati Dominus Abraham .
Phil. I. e. Onde Filone ; Pojlquam totam dornum egrejfus eft, aittextusi vìfum et Dm. Allora fu finalmen
te eh'egli finì di piacere a Dio, c d’incontrarej tutto il fuodivin gradimento; Onde l’Appo-
adRom.i. fido ; hoc tttique non diceretur, ft in domo Patris Deo piacere potuiffìt. Cominciammo ancor noi a dare il primo pattò nel gran cammino del la noitra perfezione, quando abbandonammo, e patria, c cada, e parenti , e amici, e ave ri, e cu etti, e poffetto, e fperanza : quando lafdammo mfino tutti noi fteffi , non aven do pm ne volere , nè non volere , e fbl vo- vette0 Tfc ChC l altrUÌ Siudizi° ci preferi-do ci mettemmo fono FS? * Djo^U3n' 0«“‘ atU£“ 1 “Sbuffi?