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Reg. mi- Noi nella noftra Regola leggiamo : Hor tentar nini.

delti nuntius mattdatum peragit, ef penetrai, qua

caro non pervenit. Dove due olìèrvazioni fog- giugne il noftro P. Peirini, degne di efìer da tutti noi avvertite; una, che fi parli nel rap­ portato palio , non delia vocale , ma delìaj mentale orazione, eh’è per l’appunto la Me­ ditazione ; l’altra, che non fia di efTà un nu­ do configlio, ma un quali precetto, che ob­ blighi in tutti i tempi ; perche le ammonizio­ ni, che fon egative, feguitano la natura de’ precetti, che iono altresì negativi, i quali ob- Com Re-n ^’Sano ’n °on; tempo . Hertatttr fngulos fui

rd T.'s.T Ordini! Fratrcs, ut Grattanti mentalis (ludium non

oportet femper orare, (f'nunquam defeere ; L«r.lS.

ru. i. Ponitur antem hac adhortatio per modum nc- gationn ; monitiones negativa fequuntur ntl- turam praceptorum neoativorum . nua Mio-ant

Per-. CJtPer-.

AL CHIOSTRO. l6l Perfetto ? E non può eflèr Perfetto fenza l’e- fercizio delie virtù ? E non può delle virtù avere nè l’efercizio, nè l’acquifto , fenza la Me­ ditazione ? Odali l’accennato Grifoftomo ; ar- joc ,

bùror itaque cunclis effe manifeftum, quod fmpli- citer imponìbile ft abfque pr «cationi! prof dio cutn virtute degerc , cumque hac bu\us vit<e curfum pe- ragere. Alle quali parole par che avelie 1’ oc­

chio il Serafico S. Bonaventura, quando fcrif-

le ; Supra modum cupienti etiam prof cere Sponfe Bonav. de

Ghrifli efi neceflfarìum, ut affiduis orationum fin- pei'fca.vi- diis, £>~ devotionibtts animum fuum exerceat-, quia c:eL‘‘t‘5, re vera Religiofus, orationem non frequentane a fi- due , non foltim efi mifer , & inutilis, quinimmo coram Deo fert animam rnortuarn in torpore vivo.

E con maggior chiarezza, le parole dei Gri- foftomo allegando , e fplegando , il celebro Maeftro di fpirìto, Ludovico de Ponte, fcrifi- fe ; Oratio mentalis , tefe Ghryfoflomo , libro de Lud.

orando Deum, efi anima, & fpiritus vitx religio-

fee , ac perfect « , qua confervat , auget , perficit ciaf. 7'c. cafitatem, paupertatem , & obedìentiam , 6" mu- ‘ tuam inter omnes confitnttionem, ac reliquas vir- tutes hu]us fiatus proprias • Ed il Cardinal Gae­

tano, parlando in rigore anche di fcuola, non lafciò di fcrivcre a comune ammaeltramento di tutti noi , che profelfiamo vita religiofo, e Riamo in atto di acquiftare vita perfetta ;

Eat hufitfimodi nanque meditationibus , qua quoti- Cajetaii.». diami effe debent Religiofis, & fpiritualtbus Perfo- f nis, omiffo ve; ahum orationum multilaquio voluti- tarlo, devoti;, aluque confequentergignuntur vir- tutes-, nec Religitfi , aut Rehgioft , > lì>^“

162 RAGIONAMENTO VII.

etiam nomine vocari poteft , qui faltem femel in die ad hujufmodi fie non transfert. ffuomodo nan- que effecìtis fine tanfi, finis abfque medio, infiula- ris portus abfque navigatione , habert nequit ; fa net Religio in adlu abfque freqnentatis aclibus fua- rum caufarum, mediorum, ac vehiculorum. Par-

mi, che per farci conofeere il noftro debito, fenza ombra di dubbiezza , che ce l’ofcuri, non fi polla parlare più chiaro, nè più accer­ tato.

E qui per maggiore chiarezza anche io mi fpiego ; che io non intendo parlare a tut­ ti i Criftiani, ma a’ foli Religiofi ; i quali del­ la vita perfetta anno il precetto , quando gli altri Criftiani ne an fidamente il configlio. Onde dico, che l’Orazione mentale agli altri Criftiani è di configlio, a’Religiofi è di pre­ cetto . Fu refia de’ Meftàliani, e rinnovata po- feia dagl’illuminati , e pur’anche rifufcitatau da’ moderni Quietifti ; 1 quali collantemente aderivano , che l’orazione mentale folle di precetto divino , e che lenza quella niuno fi P° . e, falvare . Ma parlavan’efsi di tutti i Fe­ de ì, a quali non afsifte certamente quello de-

lto 1 afioluta nicifsità ftmplictter, come par­ lati le: fenolo ; ma folameme fi dà loro per

' j ?ce ad efsi nìcilfaria fecundum "ed akli dee?’^tendere il Cardinal d. Lau-che’l’orazione mentale0110"’ ^and° dÌC°n°’ ed aleutamente nSflanaV lemP1,ccmc"? ’ terna falutc ■ cioè s> ? ?" COnie8u,re 1 CT del leccio , i quall a™‘ndono JeSh Uom’nl

-1 anno il configlio ad elìer

per-AL CHIOSTRO.

i63

perfetti, non il precetto; e perciò ancora anno il configho di orar mentalmente, e meditare, non il precetto. Ma per quella ftelTa ragione deeli diverfamente difeorrere degli Uomini del Chioftro ; perche avendo efsi il precetto di efser perfetti, lìccomc da noi in altro no» Aro Ragionamento fu dimoftrato , ne ficgue che della mentale orazione di meditazione abbian pur* anche il precetto ; non potendo fenza di edà elTer perfezione, comeche fenza di elfa pofla edere eterna falute , in chi della^ perfezione non tiene il debito . Confermo quan­ to ò detto, con quanto da S. Ilìdoro fi è ferir­

lo ; Qmnìs profecius ex Lecitene , efi medttatione S. Ifìd. Iib. procedili ; qu# cnim nefeimus , ledlione difeimus-, 3' ^ent-c-8-

qu# autem didicimus, meditationibus conferwtmus.

Con quanto da Cafsiano fu. aderito ; Omnis Mo- CafRan. muchi finis , cordifque perfiecìio , ad )ugem , atqtte Coll-9,c-1* indifruptam orationis perfeverantiam tendit ;

efi

quantum human# fragibtati conceditur, ad immo- bilem tranquillitatem mentis, ac perpetuar» nititur puritatem . Con quanto l’accennato S. Ilìdoro dice , in pruova pur’ anche di ciò, che noi pro­ ponemmo; cioè che fia la meditazione atta-, a dar Tarmi al Religiofo, che combatte nel

Chioftro ; Hoc efi remedium e]us , qui vitiorum s.ifìd. Iib.

tentamentis exxftuat, ut quoties quolibet tangitur i.knt.c.o. vilio, toties ad orationem fe fiubdat -, quia frequens

gratto vitiorum impugnationem extinguit. E in fat­ ti è sì annelTa la meditazione alla Perfezione, che per via ordinaria, e fenza miracolo, non può efta fenza la meditazione acquiftarfi . O noi ia confideriamo nella fua integrità , cioè

i64 RAGIONAMENTO VII. nelle virtù, nella cui unione e completò elìa integralmente confitte ;

c

ficcome lenza la me­ ditazione non poffiam fare delle virtù l’acqui- fto , così neppure della perfezione il pollia­ mo fperare . Come noi acquifterem le virtù, fenza che di ette confideriamo 1’ eccellenza, le bellezze, i meriti, che anno apprettò Dio, e le ragioni , che feco portano al confegui- mento della felicita celcfte ? Se non le medi­ tiamo efercitate da Grillo, che venne in ter­ ra a praticarle a noftro ammaeftramento, o noftro efempio ? Se non penfìamo alle brut­ tezze , alle vergogne , alle pene de’ vizj op- polti ; nel cui confronto rifatta con maggior iuftro il lor bello, e fi accende con maggior fòrza il noftro amore? Se non ponderiamole ricompenlc , che Iddio tien preparate a chi l’efercita , cd i gattiglili che tien pronti per chi le trattura ? O noi confideriamo la Perfe­ zione nella fua ettenza, cioè nell’intima unio­ ne, che fi fa per ella dell’Anima con Dio; e ficcome non può l’anima unirli con Dio len­

za meditarlo, c fenza amarlo , così non puoi- 1 meditazione avere della Perfezio­ ne» j- enza • Come l’anima amerà il più ama- nnl rn l’Utt' amabili, fe noi confiderà, le tutto Pam’ le, non fel rapprefenta degno di

X

ri, r,°"? Com' « ad 'flotte ad cuore ! Com ,,C'na ’ ‘ c°Ua

A pone, e col^r" d‘ Cflo’ fe ad elfo "0“ il co„ottrà °LS'"e,re «llfoffetto ? Come

AL CHIOSTRO. l6$ e non riflette a que* bcnefizj , che amabile il ranno a noi ?

Ma fc non forte la Meditazione un mez­ zo propio , e ancor prccifo , per fare della.. Perfezione 1acquifto , perche dunque vien’et- fa in tutte le Religioni importa da’ Santi lor Fondatori , non puramente come configlio, ma eziandio come precetto? Perche vien’efla, sì gelofamente oflervata, ed efattamente con- fervata in tutte le Religioni , non folamente quelle , che fono offèrvanti, ma ancor quelle, che pajon rimefle, ed al comun dir, rilavia­ te ? Perche i Sommi Pontefici in ogni tempo rinnuovano i lor fantifsimi decreti, per cui a

tutti gli Ordini Regolari l’efercizio della Can­ ta meditazione efpreflamente fi ordina , e ri- gorofamente la fua trafgrefsion fi punifee ? Per­ che da’ Vefcovi più zelanti vien comandata-, alle Monache, alla lor cura foggette ; a’ Che­ tici, che fono ne1 Seminar) adunati; infino a* Vefcovi ftefsi, eh’eran Cuoi fuffraganei, ordi- nolla il S.Cardinal Borromeo, Arcivefcovo,e

Metropolitan di Milano ? Bifogna dunque di­ re , che lenza di effà non porta chi vive nel Chioftro, e vive col debito di ertèr perfetto, corrifponder bene al fuo flato , e foddisfaro infieme al fuo dovere . Il perche difle molto bene il noftro Padre Peirini ; Vnde Religio, peyrìi

orationem mentalem non habet, Relìgio non efi ; non folttm quia caret aliquo pracepto divino , de quo ftitira dixi ; fed etiarn , quia dato, quod non ejfet datum prxceptum de or at ione mentali, ut a voca­ li eft feparata, caret aliquo medio, &

inftrttmen-166 RAGIONAMENTO Vìi. ts potifimo perfieclicnis affequendte ; bxc enim vix fine mentali oratione afiequi potefi ; ut ait Alvarez de vit.Spir. tom.3- bb. i. p. 3. c. 1. Quare batic fententiam docent, & fuse probant Alvar, lo. cit. Servat. t. 1. catech. uovit. ledi. 108, Gazeus ad R.eg. S. Pachom. ar. io. Qaracciol. in not. ad cap-7. i.p. Confi, Cler. Tbeat. Vbi multa ad hoc propofi- tum f Suar. toni» 2. de Selig, lib. 2. c. 4. num. 8. A Ponte c. i$. cit. E tralalciando tante altro pruove , che fono fuori di noi , parliam fol- tanto di quelle, che pofsiam darne noi freisi. Noi sì, qualora ci mettiamo a meditare, non veggiam que’difetti, che prima Rimavamo, o non eflère in noi, o pur’eflèrvi minutilsimi, e da non dover farfene alcun conto , e gli Icuo- priam nella loro grandezza; e conolciam l'im­ portanza, eh’è in noi ad emendarcene, ed il pregiudizio, che può in noi nafccrc , fe no trascuriamo 1’ emenda ? Noi , che per avven­ tura faremo col cuore in borafea , c eoliamen­ te in rivolta, o a cagione di una parola,che Ila capace di generare rifentimento , o di un gefto , che poffa apportare difprezzo , noiu ifperimentiamo , che appena ci mettiamo a meditare, e ci Tentiamo il fereno nella men­ te, e la calma nel cuore? Noi, che apprende­ remo duro il travaglio, ed infoffnbile il pati- Inrhe0?, 110713111 P°* lc88icr° 1>UnO > « 1 ^ItrO il molt“"h’ep”“roi p'atTwd™0 * P‘n6re del peccato, che „„„ Pa fUof ’moìro'cte dovremmo patire anche noi • r □ □ r del peccato, eh'è noftro a p’ 10 (OcidlsfaZ!°n

r v «omo ? E non è perciò ve­

ri!’-AL CHIOSTRO. i<j7 rifstmo quanto su tal propofito fcrifte Bernar­

do ; Confideratio rerum particularium , mentem, Bern.Iib.r. de qua oritur , purìfaat, regit affeffus , dìrigit affus, cie7Confil'" corrigit excefjus , componit mores , vitam honefiaty

& ordinat , agenda praordinat, affa recogitat, ut

nihil in mente refideat incorreffum , aut correffit- ne egens. Her ry?, qua in profperis adverfd prA- fentit , in adverfis quafi non f'entit ? Dove noi troviamo il follievo per tutti gli accidenti im- provifi, che potefìero mai difturbare la noftra pace ? Dove il confuolo in tutte le tribulazio- ni, che poflbn mai afìàlire il noftro cuore.» ? Proteftava S. Ignazio di Lojola , che fe mai di- fttutta fi folle la Compagnia, da lui inftitui- ta , gli ballava un folo quarto di orazione-» mentale , per rimirarne con occhio afeiutto

la perdita . Se cadiamo in piccoli difetti, ove ricorriamo per trovar forze a riforgere , per trovar’armi a difendercene ? Se incontriamo gravi difficoltà , chi ci dà V animo per fupe- rarle ? Se ci combattono fiere tentazioni, chi ci dà il vigor per refiftere? Affermava S. Lo­ renzo Giuftiniani, niente valer più per met­ ter freno all’uomo nelle cofe della terra , e_> per mettergli le ali per le cofe dei Cielo, che

l’orazione mentale. Nihil aptius Deum poffdere S. Eaur. facit ) tf mentem refrenaty quarn attenta medita- can, con»

tio y quA in oratione proponitur . Hac Jtquidem cor nub.c. atnovet ab exterioribus, (f cad fe redire compellit.

E quindi è , che il noftro Spirito nella.» Meditazione truova non fidamente le armi per combattere, ma ancor le forze per vincerò- Onde dicea S. Bernardo , che lono cosi con

i6S RAGIONAMENTO VII. nefle l’orazione, e la meditazione, che l’una ci fa conolcere quel, che ci manca , i’altra., cel fa ottenere -, l una ci apre la mente a ve­ dere le noftre piaghe, l’altra ci muove il cuo­ re per ottenerne le medicine ; luna ci mette in mano le armadure per rcfiftcre a’ noftri Ni­ nnici , J’ altra ci mette in tefta le corone per avergli già fuperati. Son’cflè due piedi di un medefimo Spirito , coll’un de’quali fi cam­ mina al cimento , coll’altro fi perviene al trion­ fo ; quello muove il pafiò per ributtare Taf- lialto , quello il ferma per riportarne la pal­ ma ; coll’uno s’incontra il duello, coll’altro

Ber. fer-1. fi calpefta il Nimico . Afcendatnus velut duobus quibufdam pedibus, Meditatone, & Oratone. Mt‘ ditatto Jìquidem docet, quid defit ; Oratio ne defih ebtinet : Meditatone agnofcimus immmentia nobis peritila , & Oratione evadimus , Combatte GiO- fuè contro di cinque Re Amorrei , e già fta vicino a vincergli, e reftar Padrone, e del ba­

gaglio , e del campo. Ma che ? Si arma con- tro di lui la notte, che vola precipitola a con­ trattargli le meritate palme . Ella è 1’ unico Rampo , in CU1 fperano j ,Ornici Regnanti; ma eg ì non à armi, che fien propie a difpu- cnnr^°IaanCOr quefto Pafl'° • Che farà dunque fue armi le116 ’ che non puo 'ducere colio fperano di può prendere dall* Ora-z C ? notte • n°n de le forze ; onde ° t *’°nc Je arm* ’ nc Pre”T fperanza, comanda al SoVe' <drUCI3 C d-i comanda colla voce • » 6 ’ c lC fcrmi »e 1

’ c col cuore parche co­ ma