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pr telar as virtutes gignat. Così ce l’attefta un elafi

62 RAGIONAMENTO III

quando defìnerent affu tendere , comrnittendo pecca-tum veniale , peccarent mortaliter , quod nonefidi-cendum , quin Religio effiet laqueus ■ Sufficit ergo, quod babeant intentionem profìciendi , dando tarnen operam intentìone , wl habittt adperfecfionem * Syl-•uefier wrb. Religio z. nu. 3. Al mio credere , non fi può dilcorrer più fondato , nè fi può parlare più mite. L’efficacia del difiderio non baffiu, vi vuol l’opera ; dando tarnen operam ■ L’atto non èniciflàrio, ma l’abito è indifpenfabile ; habittt

adperfettionem . L’arrivo è cola ottima , rnaèfo- prabbondante ; il cammino è badante; ed è pur anche precifo ; babcre fiudium adperfieciionem con-

fequendam . Profiegue ancora a dichiararli più il medefimo Autore, a confolazione degli Scru- pulofi , ma a terrore de’Tepidi, ed a confulio- ne de’ Rilafciati. Procrea nec tenenftir Religtofi

niti, aut tendere ad perfeZionem per omnia opera confilior um , aut fiupererogationis ; fedfiolum per Ulti, qua fiunt fecundum Regalarti, f obfervantias fu<e Re-ligionis , ut bene notat ipfie Sylvefier I. c. Sanchez in fum. tom. 2. lib.6.cap-s. nu.z. Lezana t. i.par.i.c.i.

nu, S. ) dr ante illos S, Thomas, ubi finpra . Or qui fi metta l’attenzione ad udire, e la confiderazio- ne a capire ; e molto più , la rifleffione a trema­ re. Veruno fi Religtofus contemnit ea , qutbus veni-

tur adperfeZionem , peccat mortaliter contra prMe­ lfi™ frocuruodi perfezione™ . La difiderate più

chiara, piudiltinta, e più particolare s Udite

Ita quoque■ mortaliter peccai, quando tranfcreditur Regular» ( quamvis ad nullam culpam obliai} eo fi­

ne , uttmpediatperfieZionem . ltem p filter piatfut apudfe, nullo modo ‘^are de perfezione fuifiatus ,

aut

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aut fi in animum inducit , non progredì ad vitaper-

feflionem , ut fi dicer et : Nolo ad perfect ionem tende' re ; quia in hoc deficeret à fine fina profcjfionis .. Et tandem lethaliter peccaret , quando ejus pravo esem­ plo ad deprevatam vitam , vel relaxationem Regula, alios inducer et ■ Vide Eezam l.c. n. 1 o. uhi n.11. addìi, quod Retigiofus , qui habet propoftum operandi contra omnia fiatatafina Religioni! , vel pr&cìpua , ut flint oratìonis, filentii , jejunii , f-c. peccat mortalìter j licet illa fatata , fieu confiitutiones ad culpam morta- lem non obligent : Et ratio efl, quia talis Religiofius efl perniciofus Religioni fuopravo exemplo , & quan­ tum eft ex parte fua , velut procurat deftruci ionem

ipftts

-E perche la dottrina è molto a propofìto di quelche noi intendiam di provare, vogliam pu­ re tutta intera portarla ; accìoche voi, in uden­ dola , polliate a pieno perfuadervi di quanto noi fìam tenuti a dire , e Voi obbligati a fare . Cosi dunque profiegue . Deniquc potefi peccare Religio­ fus contrapraceptum tendendi ad perfect ionem , quan­ do transgreditur leges fitta Religioni! ex animo, aut voluntate non fe fùbfcìendi ìlhs , aut Superioribus pr acipientibus ; nam cenfetur tunc peccare ex con­ templi ■ Vel ettam potefi contemnere perfect icnern,

confequenter morialiter peccare, & eft, quando Religiofus omnia media ad ilium fnern fibi vult abdi­ care, quantum in feeft, & folnrn cavere a mortali- bus , quia nollet abftinentias , nec vigilias, nccpau- pertatem, & hu]ufrnodi - Caterum fc concludendum puto, cum Sylvefiro, ubi fupra , in fine , fcilicet, quanditt Religiofo placet fbi unum medium , quo ten- dat ad perfeffionem, non effe extra fiatum falutis ,

64 RAGIONAMENTO III. quia. licet tcneatur ad intentìonem tendendi, non ta­ me» currendi ad perfetfionem ; quale ajftrtum mini valde confolatorium videtnr pro Religions timorati!) & fcrupulofts. Vide Armili, verb. Reltgio nu.^.ti. 12. dr 13. Per intelligenza di quefte ultime pa­ role , e di altre ancora rapportate più fopra, io dico ; che per l’acquifto della perfezione vi fon molte cofe da fare, molte altre da evitarli ; quel­ le come ajuti ad un tanto acquifto , quefte co­ me impedimenti . Trattandoli delle prime , è in libertà di ciafcuno di fervirfi di quelle , che più a lui faranno in grado ; Tempre non però dee preferire le ordinate nella fua Regola • Sono di quella fatta le aftinenze, le vigilie , i flagello i cilizj, le meditazioni più prolifle, le carità più continue, le pellegrinazioni più lunghe , i fi- Jenzj più rigidi ; defle quali cofe non a tutte le perfone fi può dare una medefima regola, non effendo tutte di una fteffa complefsione , umore, temperamento,applicazione, ftùdio,ed eferci-

zio , al qual vengano dal Superiore addetti. In tal cafo dunque, balta che adempivano quanto Vien loro preferirlo dalla lor Regola • e nel di piu acciano quanto loro farà per permettere, o 1 ubbidienza o le fOrze, 0 ancorrr cJezione Ior prZVC|Onfer-ata dal confi8Iio prudente di chi regg le lor coicienze. Ma intorno alle feconde

imnS" ’ C Che fonO aì!a Perfc' Sa hitut?ii1itfrT£f’il obbl,gazione è la medefi- ma in tutti di fcanfarle, di ruggirle, di vincerle. Tali fono 1 moti fregolati delPiL • ' ln<?er 5-dec alla ragione fuQmare A

jplla iinou? t-i-nr,,™ 11 are ’ rrafcorls aftìdui della lingua, troppo hbera nei fUOpadarc. Ia_,

AL CHIOSTRO. 65 poco cuflodia de’ fenfi , la niente guardia del cuore ; La concupilcibile, che troppo facilmen- tefiattacca, l’irafcibile, che troppo vivamente fi accende ; l’amor propio , che Tempre vuol vincere ; il propio parere , che Tempre vuoi pre­ valere ; l’attacco al piacere , all’ onore , aha ro­ ba, alla {lima , alla gloria , alla fama; la tra leu- ragine infomma, or nella mortificazione inte­ riore, or nella meditazione cotidiana , or nella uniformità a Dio , o a chi tiene il luogo di Dio, or nell’clevazion della mente, e del cuore all’ amabile Topra tutti gli amabili ; e fopra tutto la mancanza de! difiderio di approfittarli Tempro più nella virtù , del fervore nel far bene ciò , che ordinariamente fi fa , nell’ amore verfo Dio , e verfo del Profilino, £hc fono della perfezione.; il fine. Quelle cole dunque fono indifpenfabili a tutti, che fono obbligati a farli perfetti , ed a correre all’acquifto della perfezione ; le primo fono arbitrarie. E la ragione fie chiarifsima. ; poiché fenza alcuna delle prime cofe può Tiare la perfezione ; può ella Rare fenza tanti digiuni, fenza tante vigilie, fenza tante difcipiine : Ma non può afiolutamente Ilare fenza delle fecon­ de . Può Ilare Perfezione ed amor propio ? Per­ fezione ed attacco? Perfezione ed impazienza, c fuperbia , e negligenza , e tepidezza, ed amo­ re difordmato? Almen nell’abito, fe non nell’ atto , come or’ora diremo?

Dunque , direte Voi, ogni piccol moto di pafsione fregolata farà contraria alla noftra per­ fezione;

e

ballerà l’efièr veduti , o impazienti, ©iracondi, o divertiti, per efièrgiudicati