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2. Storia e fisionomia del Festival Sete Sóis Sete Luas

2.8. Le arti promosse ed una breve restrospettiva

2.8.2. Il cinema

Lisbona fu eletta nel 1994 Capitale della Cultura in Europa. Per quest’occasione dall’Alentejo il Festival si spostò anche nella grande città, creando un doppio calendario di eventi.

I primi protagonisti appartenenti al mondo del cinema coinvolti nel progetto furono due registi italiani, i fratelli Taviani, che furono accolti dal festival in occasione delle celebrazioni a Lisbona. Nelle prime edizioni, come ho già menzionato, l’intento era di dare più luce agli artisti provenienti dalla toscana, e anche il coinvolgimento dei due celebri registi avvenne in quest’ottica. Venne quindi organizzata una rassegna dei film più significativi dei due fratelli, con una seconda tappa a Montemor-o-Novo, che all’epoca era la sede in Alentejo del Festival. Il coinvolgimento di due figure di così alto spicco rappresentava un passo in avanti per il Festival, e si andava ad inserire in una precisa politica di Marco Abbondanza, che negli stadi iniziali di questa manifestazione riteneva necessaria una “legittimazione artistica” di livello, con il coinvolgimento di grandi nomi del panorama italiano e portoghese.

Proseguendo, l’edizione del 1995 fu davvero un’ottima annata per il Festival e si può affermare che a esserne protagonista fu proprio il Cinema. In Italia venne il regista portoghese Jõao Botelho, portando a Pontedera il suo cinema indipendente, portavoce esemplare di produzioni che mal riescono a stare a galla nell’epoca degli high concept

movies126 americani. In questi primi anni furono spesso invitati a Pontedera registi di

cinema indipendente lusitano, come ad esempio nel 1998 un altro grande portoghese, Paulo Rocha, o l’anno seguente Pedro Costa, rendendo SSSL davvero una manifestazione di nicchia, mèta di autentici cinefili per questi appuntamenti. L’evento veramente formidabile per il 1995 fu tuttavia la partecipazione di un altro grandissimo nome della cinematografia italiana che, dopo i fratelli Taviani nell’edizione precedente,

126 “[…]Il blockbuster si caratterizza per essere un high concept movie, prodotto dalla grande vendibilità, adatto ad essere esperito su diversi supporti e venduto su tutti i mercati interni e stranieri. L’high concept movie può esser frammentato e riproposto in differenti contesti ludici o di intrattenimento. È caratterizzato da una storia semplice e lineare, con personaggi chiari e assegnabili a categorie valoriali ben riconoscibili, tanto stilizzati da poter essere riassunti in poche parole e diventare presto dei claim efficaci nelle campagne pubblicitarie: ogni film deve avere un look riconoscibile, ben definito, di impatto. Si assiste ad una sinergia che fa leva sulle pratiche di consumo, sulla disponibilità e capacità dei consumatori di prodotti culturali di utilizzare svariati media. […]” Tratto da: G. Pescatore,

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concesse generosamente il suo tempo ad una manifestazione che ancora doveva farsi un nome riconosciuto127. Il regista Bernardo Bertolucci128 infatti, con grande sorpresa degli organizzatori, accettò l’invito di recarsi nelle campagne portoghesi ad incontrare il pubblico ed a presentare la sua opera. Quello che tra i suoi film colse l’attenzione degli spettatori alentejani129 fu il film Novecento, epopea di un’Italia contadina, il cui racconto si srotola in 50 anni di storia italiana.

L’anno seguente fu poi invitato in Portogallo Michelangelo Antonioni. Il regista ferrarese, insignito del premio Oscar alla carriera l’anno precedente, si recò a Montemor-o-Novo per incontrare il pubblico nell’ambito della proiezione di un documentario realizzato in collaborazione con la moglie, Enrica Fico, intitolato Fare un

film è per me vivere e per una rassegna delle sue pellicole più celebri.

In seguito ospiti del Festival furono ancora attori e registi di spicco. Nel 1997 Maria de Madeiros, giovane attrice portoghese appena assurta a star internazionale grazie alla partecipazione al film, ormai cult, di Quentin Tarantino, Pulp Fiction, andò a Pontedera per una serie d’incontri con gli interpreti programmati nell’ambito di un ciclo di “cinema sotto le stelle” organizzato dal festival in collaborazione col Comune, e fu in quell’occasione accompagnata dal regista Manuel de Oliveira, che presentava una serie di suoi film nell’ambito della rassegna all’aria aperta. Fece la sua presenza in quest’occasione anche lo scrittore Antonio Tabucchi.

Da ricordare inoltre anche com’è stata aperta l’edizione del 2011 del Festival. Il suo primo Presidente onorario, José Saramago, era venuto a mancare l’anno precedente. Ad inaugurare l’edizione italiana a Pontedera è stato il documentario del regista portoghese Miguel Mendes, José e Pilar, che narra gli ultimi anni di vita del premio Nobel e rappresenta il suo intimo testamento spirituale, con una grande dedica d’amore alla moglie spagnola e alla vita.

127 Da notare che alle prime edizioni i registi offrivano a titolo gratuito il loro tempo, essendogli offerto solo il viaggio e alloggio. SSSL era una neonata manifestazione culturale, e se non fosse stato per la generosità e la curiosità degli ospiti, uniti all’ottima capacità di persuasione degli organizzatori, difficilmente avrebbe potuto toccare vette così alte.

128 Bertolucci all’epoca aveva appena concluso il suo lavoro sulla Trilogia orientale, essendosi rifugiato nella ricerca di ispirazione lontano dall’Europa dagli anni ’80, dicendo di aver fatto un “esilio volontario” dall’Italia, che nulla gli offriva in quel periodo.

129 Per l’identità e storia contadina del popolo di questa zona del Portogallo forte è stata l’attenzione e la vicinanza a quest’opera cinematografica.

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Negli ultimi anni le partecipazioni di esponenti del mondo cinematografico sono andate sempre più diminuendo e non hanno più registrato quella centralità che invece possedevano in principio, ma questo è avvenuto anche perché il progetto SSSL è andato sempre più connotandosi nella direzione della promozione dello scambio interculturale principalmente nell’ambito della musica e delle arti visive.