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2. Storia e fisionomia del Festival Sete Sóis Sete Luas

2.4. La mission e le caratteristiche del Festival

2.4.2. La mobilità

Fin dalla prima edizione l’idea è stata di portare gli artisti iberici in Toscana e quelli italiani in Alentejo. Ancor prima che esistesse ufficialmente la rete, il principio della mobilità era uno dei capisaldi e delle ragioni d’essere fondanti di questa manifestazione. All’interno del circuito, che va progressivamente arricchendosi di anno in anno, viene promossa dal festival la mobilità, sia degli artisti, che degli operatori culturali67. Per operatori culturali68 s’intendono tutti i professionisti coinvolti nell’organizzazione degli eventi culturali ed artistici. Sebbene non esista ancora una definizione69 ufficialmente riconosciuta per tale ruolo, ed un conseguente albo dedicato alla figura professionale di operatore culturale si tratta di un profilo lavorativo che dalla

66 I dieci paesi che hanno sottoscritto il protocollo nel 2016 sono stati: Brasile, Capo Verde, Croazia, Francia, Israele, Italia, Marocco, Portogallo, Slovenia e Spagna.

67 Sul sito è descritta anche la promozione della mobilità del pubblico, ma questo aspetto si lega più al turismo culturale, di cui al punto D.

68 Altra figura è quella del “Manager Culturale”, che negli ultimi tempi sta destando molta attenzione, e a inizio 2016 è stata ufficialmente riconosciuta dal MiBACT. Per un approfondimento, rimando a: “Il

Mibact riconosce la figura del manager culturale”, Cfr. http://insideart.eu/2016/01/15/il-mibact-

riconosce-la-figura-del-manager-culturale/, e http://www.managerculturali.it

69 “L’OPERATORE CULTURALE svolge attività di mediazione tra il sistema artistico e culturale (artisti, finanziatori, stakeholders, critici, giornalisti) e i vari tipi di pubblico che fruiscono delle iniziative organizzate, attraverso la gestione di un progetto culturale (project management) che comprende interventi di tipo gestionale, programmatorio, organizzativo e di servizio. A partire dall’analisi del contesto in cui deve operare, l’operatore culturale ne individua le esigenze culturali e cura gli aspetti organizzativi necessari a sviluppare l’idea di partenza e la realizzazione operativa del progetto.” Cfr: http://www.atlantedelleprofessioni.it/ita/Professioni/Operatore-e-Operatrice-culturale.

L’Atlante delle Professioni è un progetto dell’Università degli studi di Torino: “L'Atlante delle professioni è un osservatorio delle professioni in uscita dai percorsi universitari, uno strumento a disposizione dei giovani e delle famiglie, dei Corsi di Laurea e dei servizi di placement, delle imprese e delle istituzioni.” Cfr. http://www.atlantedelleprofessioni.it/ita/Che-cos-e

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metà dagli anni Novanta si è diffuso esponenzialmente, parallelamente al numero di manifestazioni di cui si occupa. È possibile inoltre che nella mobilità siano coinvolti anche lavoratori volontari, soprattutto per quanto concerne le attività estive, ossia quelle più consistentemente concertistiche.

La particolarità di questa manifestazione è che rende turisti gli artisti, promuovendo il viaggio di questi all’interno del proprio circuito, ma in termini del tutto particolari. Difatti, anche grazie all’edificazione dei centri culturali, la mobilità degli artisti non è prevista in una semplice ottica lavorativa, ma viene promossa in modo che l’artista possa immergersi nella realtà in cui viene invitato e possa goderne, non semplicemente vendendo quindi la sua prestazione artistica, ma soprattutto nel contempo ottenendo un’esperienza di comprensione e scambio autentico con il luogo di accoglienza, attraverso le opportunità offerte da residenze artistiche e altre attività connesse, a loro volta organizzate secondo questa stessa ottica.

La lista degli scambi degli artisti70 è davvero lunga, ed è composta da professionisti afferenti alle più disparate aree culturali ed arti performative, che vanno così a comporre il portfolio artistico del festival che spazia da musicisti, registi di teatro e di cinema, scultori, pittori, fotografi, scrittori, compositori, giornalisti71, cantanti, attori, street

artists, artisti di strada, fino a racchiudere ballerini e danzatori. Il principio che detta la

mobilità prevede che nessun artista si esibisca nella propria terra d’origine allo scopo di garantire lo scambio culturale di cui il Festival si fa promotore.

Il Festival a sua volta non è tuttavia insensibile nei confronti delle problematiche e dei timori connessi che una certa declinazione di tale cultura dello scambio può suscitare nelle comunità locali coinvolte. Alla domanda di Marcello Sacco: “L’espansione del Festival ha mai creato problemi non tanto organizzativi quanto di identità culturale? Sono mai state sollevate critiche in questo senso?”

Marco Abbondanza a tal proposito nel 1999 rispondeva:

“A volte ci si dimentica di dare uno sguardo collettivo al Festival, elemento che è poi una delle sue caratteristiche più originali, ed è per questo che

70 Nel corso di tutto l’elaborato userò la parola “artisti” per designare l’insieme dei vari professionisti coinvolti dal festival nella sua programmazione, quindi dai cuochi, ai pittori, ai cantanti e musicisti. 71 La mobilità dei giornalisti fu promossa nell’ambito del programma Interreg meddoc, al quale il Festival partecipò nel 2005.

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sorgono questioni “nazionalistiche” o “regionaliste”, del tipo: perché non vediamo artisti italiani a Pontedera o portoghesi a Montemor-o-Novo? Ecco, il Festival sollecita domande e questioni sull’identità culturale di ogni paese coinvolto, però vuole proporre la differenza culturale, considerando più interessante per il pubblico di ogni paese le proposte artistiche nuove provenienti dagli altri paesi. Per rispondere a questo tipo di obiezioni, gli artisti portoghesi sono presenti, ma nelle sezioni di Italia, Spagna e Capo Verde. C’è quindi una strategia più complessa di quella di un Festival tradizionale, che si svolge in uno spazio e in un tempo ben definiti. Inoltre, lo sforzo verso un’identità di questo tipo ha dato dei risultati, come nel caso di Pontedera, dove l’insistenza sulla promozione della cultura portoghese ne ha fatto un evento nazionale riconosciuto, e sono state pure vinte le presunte obiezioni per le quali un pubblico di una città piccola come Pontedera si sarebbe “stancato” assistendo tutti gli anni ad iniziative di cultura lusofona: al contrario, il pubblico si è addirittura appassionato al tema, con un sempre crescente entusiasmo.”72