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“L’INDAGINE SUI CONSUMI DELLE FAMIGLIE”

2.10. I valori assunti dall’indice NIC negli anni 2008-2013

2.10.6. Classificazione COICOP/NIC “Abbigliamento e calzature”

Nel 2008 l’indice NIC raggiunge una situazione di stabilità per quanto concerne la classificazione COICOP “Abbigliamento e calzature”. Infatti, i valori tendono a oscillare tra l’1,60% e l’1,80% e il tasso di crescita tendenziale medio annuo è pari al +1,70%. Per alcuni capi si verifica una diminuzione della pressione inflazionistica. Si citano a titolo esemplificativo la camiceria e la maglieria esterna (peso nel paniere di 0,8475%) e la calzetteria sempre nel medesimo segmento (0,3282%). In entrambi i casi i prezzi di listino subiscono un rallentamento del -1,60%. Le conseguenze maggiori si manifestano a livello di volumi. Nella prima casistica si rileva una riduzione del -2,90% mentre nella seconda una caduta del -4%212. In controtendenza si segnalano gli abiti

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Il tasso di crescita tendenziale evidenziato nei mesi di marzo e aprile per i vini di qualità è del +2,20% e del +2,30%; per gli spumanti si parla, invece, del +2,30% in entrambi i periodi temporali.

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Le altre macroregioni evidenziano dati inferiori alla media nazionale: nel Nord-Ovest si parla del 2,03%, nel Centro e nel Sud dell’ 1,90% e nelle Isole addirittura dell’1,80%.

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confezionati per uomo (peso dell’1,5556% con un valore tendenziale medio annuo del +1,76%) e per donna (0,6836% con +1,53% rispetto al 2007). A livello territoriale solo le macroregioni Nord-Ovest, Sud e Isole evidenziano un dato superiore a quello nazionale (rispettivamente +1,78%, +2,34% e +1,81%), con le eccezioni di Valle d’Aosta (+1,19%), Lombardia (+1,52%), Puglia (+1,40%) e Sardegna (+1,29%)213. Addirittura la regione Basilicata presenta un dato negativo pari al -0,03%. Il fenomeno di stabilità dei prezzi si nota anche a livello locale. Infatti nel capoluogo lucano di Matera, nel II trimestre, tutti i prezzi dei prodotti denotano un certo equilibrio. Ad esempio gli abiti confezionati segnalano una variazione tendenziale dello 0,20%, camiceria e maglieria dello 0,40% e calzature dell’1,10%214. A Padova per l’abbigliamento si rileva annualmente un dato dell’1,30% e per le calzature del 3,10%. Le cause principali di questi risultati dipendono dal costo dei servizi di riparazione e dalla riduzione dei consumi delle famiglie per effetto della crisi economica e della forte inflazione215. Infine a Lecco nel mese di novembre gli unici aumenti degni di menzione sono quelli per il pigiama invernale di donna (+9,10%) e del cappotto di donna (+2,60%)216.

L’anno 2009 si apre con un dato tendenziale pari a quello registrato a dicembre 2008 (+1,60%). Durante l’intera annata si delineano delle lievi riduzioni pari al -0,10%/ -0,20% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. A novembre-dicembre si raggiunge il valore minimo pari all’1%. Il tasso di crescita tendenziale medio calcolato su base annua risulta essere pari al +1,28% con una perdita del -0,42%. L’aggregazione in cui si denota il maggior rincaro è “Servizi per l’abbigliamento” (+3,41% su base annua e peso nel paniere pari allo 0,3272%), mentre quella che presenta una maggiore spinta verso la deflazione è “Altre calzature” (+0,35% con peso dello 0,6032%). A controbilanciare queste spinte al ribasso sussistono i prodotti del comparto biancheria, in particolare biancheria per uomo (+1,33% rispetto al 2008 con peso nel paniere pari allo 0,2508%), per donna (+1,55% con peso dello 0,6847%) e altra biancheria (+1,27% con 0,1327% di importanza). Si sottolinea nel settore della pelletteria l’orientamento dei

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Il Nord-Est e il Centro sottolineano una variazione tendenziale media annua pari all’1,48% e all’1,12%. 214 Fonte: http://www.bas.camcom.it 215 Fonte: http://www.pd.camcom.it 216

Si registra nel mese una variazione tendenziale dell’1,10% e congiunturale dello 0,10% [fonte: http://www.lc.camcom.gov.it].

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consumatori verso i prodotti di fascia bassa che determina un brusco decremento del prezzo medio di listino (-9,20%) in tutti i segmenti217. La situazione delle macroregioni resta invariata rispetto al 2008218.

Nell’anno 2010 l’inflazione rimane stabile con dati pari allo 0,90%-1% per il capitolo COICOP/NIC analizzato. Quest’epoca temporale viene ricordata soprattutto per i rincari che subisce la materia prima cotone (+65%), valore che supera persino l’oro che si attesta a un livello pari al 24%219. Questo fenomeno non dipende da una bolla speculativa, ma da due fattori. Sul fronte della domanda si osserva un aumento dei consumi pari al 5% e dal lato dell’offerta una decelerazione della produzione pari al -7%. Di conseguenza si crea un eccesso di domanda sull’offerta pari a 2,8 milioni di tonnellate. Il rapporto ICAC sottolinea che, però, questo rialzo influisce in misura ridotta sui prezzi al consumo. Si parla del 10% per un paio di jeans da 20$. Inoltre nel settore pelletteria, al contrario dell’annata precedente, si sottolinea una tendenza ad acquistare anche i prodotti di fascia media-alta, rialzando il prezzo medio di listino del +7,20%. I maggiori incrementi si denotano per prodotti aventi un brand noto, in particolare borse da donna (+9,90%) e zaini scolastici (+20,50%)220. Per quanto concerne le macroregioni la situazione non muta221. Alcuni risultati interessanti si

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Il settore della pelletteria mostra i primi sintomi di ripresa dopo la crisi del 2008. Si segnala una variazione positiva per quanto concerne i volumi di vendita (+4,20%) e una negativa in termini di spesa (-5,70%). Essa ammonta a 716 milioni di euro e il maggior contributo a tale risultato viene fornito dalla voce borsa per donna (435 milioni di euro) [fonte: http://www.assocalzaturifici.it].

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Le variazioni tendenziale medie annue sono pari all’1,50% per il Nord-Ovest, all’1,06% per il Nord- Est, allo 0,65% per il Centro, all’1,56% per il Sud e al 2,06% per le Isole. Le eccezioni sono rappresentate dall’Emilia-Romagna (+1,47%), dalla Toscana (+1,56%), dall’Umbria (+1,53%), dalla Sardegna (+0,76%) e da Puglia e Basilicata che registrano addirittura un dato negativo (-0,76% e -0,73%). A Bologna nel mese di aprile si osserva un dato superiore a quello regionale e nazionale (+1,70% rispetto a +1,60% degli altri due casi). Anche la variazione congiunturale è positiva (+0,40%), in quanto si stanno lanciando sul mercato le nuove collezioni primavera-estate [fonte: http://www.bo.camcom.gov.it]. In Toscana la città che segnala i maggiori rialzi su base annua è Livorno (+1,90%) seguita da Pisa (+1,40%). Firenze, invece, rileva leggeri incrementi di prezzo (+0,30%) [fonte: http://www.tos.camcom.it]. A Cagliari, infine, nel mese di novembre si evidenzia una variazione tendenziale inferiore a quella della Sardegna e al dato nazionale (+0,20% comunque in aumento rispetto al mese precedente). Non sussistono cambiamenti significativi ad esclusione della voce “Calzetteria” (+1,70%)

[fonte: http://www.ca.camcom.it].

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Fonte: http://www.ilsole24ore.com

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Si precisa che nel secondo semestre la spesa sostenuta dalle famiglie italiane ammonta a 785 milioni di euro con una variazione positiva del 9,50% rispetto allo stesso periodo temporale del 2009 [fonte: http://www.assocalzaturifici.it].

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Le macroregioni Nord-Est e Centro segnalano un tasso di crescita tendenziale medio calcolato su base annua inferiore a quello nazionale (+0,47% e +0,51% rispetto al +0,95% dell’Italia). Per le rimanenti ha luogo l’accadimento inverso. Si registrano variazioni pari allo 0,98% per il Nord-Ovest, all’1,49% per il Sud e all’1,46% per le Isole. Le eccezioni sono rappresentate dalle regioni Lombardia per il Nord-Ovest

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registrano a livello locale. In Basilicata, nel II semestre, si manifesta una significativa crescita dei prezzi per la voce “Servizi per l’abbigliamento”, addirittura un dato tendenziale del 4,50% a dicembre, superiore del 2% alla media nazionale222. A Roma, invece, si osserva nel medesimo mese una valore tendenziale dello 0,80%. I maggiori rincari riguardano le voci “Servizi per l’abbigliamento” (+1,60%) e “Riparazione

calzature” (+1,20%)223. Anche in Lombardia si raggiungono i medesimi risultati. In questa regione si presenta una situazione eterogenea a livello territoriale. I dati oscillano tra -1,50% di Cremona e +4,10% di Bergamo224.

Il mese di gennaio 2011 si apre con lo stesso valore rilevato a dicembre 2010, ovvero l’1%. In seguito si alternano fasi di leggeri rialzi e di caduta, finché nel mese di ottobre il dato si attesta al 2,80%. Permane una logica di stabilità per i mesi restanti dell’anno. Questo dipende essenzialmente dall’applicazione della manovra finanziaria che prevede l’aumento di un punto percentuale dell’aliquota ordinaria Iva (il passaggio dal 20% al 21%). Per il capitolo analizzato si osservano rincari annuali pari a 8€ per i single, a 18€ per una coppia con un solo figlio, a 22€ per una con due figli e a 21€ per quadri e impiegati225. Di conseguenza, su base annua, si rileva un incremento dei prezzi di vendita del +2,90% per la voce “indumenti” e del +2,10% per “scarpe e altre

calzature”. Anche nel settore della pelletteria si notano gli effetti. Nel periodo

temporale considerato diminuiscono i volumi di vendita (-3,30%), ma si assiste a una crescita della spesa complessiva sostenuta (+1,70%). Le causali sono rappresentate dal fenomeno sopracitato e dall’affiancamento e coordinamento nel mix di vendita di prodotti di fascia bassa, medio-alta e alta di prezzo. Si determina così un incremento dei prezzi del segmento alto di gamma, in particolare delle borse da donna (il prezzo medio cresce del +9%)226. Per quanto concerne le macroregioni si può rilevare che solamente il Sud presenta un dato superiore a quello nazionale (+2,77% rispetto a +1,70%)227. Infatti, a titolo esemplificativo si cita il comune di Cagliari. Nel mese di agosto evidenzia un dato tendenziale dello 0,20% con una perdita del -0,20% rispetto al mese

(+0,83%), dall’Umbria per il Centro (+1,07%), dall’Abruzzo, Puglia e Basilicata per il Sud (rispettivamente -0,04%, +0,40% e +0,48%) e dalla Sardegna per le Isole (+0,60%).

222 Fonte: http://www.bas.camcom.it 223 Fonte: http://www.rm.camcom.it 224 Fonte: http://www.lom.camcom.it 225 Fonte: http://www.federconsumatori.it 226 Fonte: http://www.assocalzaturifici.it 227

Le altre macroregioni registrano variazioni tendenziali medie annue inferiori. Nel Nord-Ovest si parla dell’1,48%, nel Nord-Est dell’1,20%, nel Centro dell’1,37% e nelle Isole dell’1,66%.

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precedente. In Sardegna si segnala l’1,10%, mentre in Italia l’1,40%. A livello di singole regioni seguono questo trend Valle d’Aosta (+2,63%), Liguria (+1,82%), Lazio (+1,91%), Sicilia (+1,73%) e tutte le regioni del Sud. Interessante è il caso del comune di Padova che sottolinea un andamento similare a quello nazionale. Nel I semestre si assiste a leggere oscillazioni e poi a una rapida accelerazione dovuta all’arrivo dell’autunno/inverno. I maggiori rincari li subiscono i beni “felpa uomo” (+7,50%) e

“maglia intima uomo” (+6,70%). Una riduzione della pressione inflazionista si

manifesta per “body neonato” (-4,40%) e “camicia uomo” (-3%)228.

Nel I semestre del 2012 l’inflazione per il capitolo “Abbigliamento e calzature” è stabile a un livello 2,80%-3%. Poi si produce un leggero decremento e nel mese di ottobre si registra una brusca caduta fino all’1,60%. Negli ultimi mesi dell’anno i valori oscillano tra l’1,40% e l’1,60%. L’aggregato abbigliamento sottolinea un dato tendenziale medio annuo pari al 2,66% (+0,91% rispetto al 2011) e le calzature un valore del 2,04% (+0,67%)229, al contrario, invece, della voce “servizio riparazione e

noleggio abiti” (+2,45% con una riduzione del -0,35%). L’intero comparto risente

comunque dell’aumento dell’aliquota ordinaria dell’Iva e in termini congiunturali dell’effetto stagionalità (da settembre a dicembre)230. A livello di ripartizione territoriale si rileva che il Centro e il Sud presentano dati superiori a quelli nazionali (+2,85% e +3,32% rispetto a +2,56%)231, tranne Toscana (+1,67%), Umbria (+2,31%) e Molise (+1,87%). Addirittura la Basilicata presenta dati superiori di due punti percentuali rispetto alla media nazionale nel II semestre. In linea con le considerazioni appena effettuate è la città di Bergamo in cui si osserva nel mese di maggio un tasso di crescita tendenziale del +1,20% e uno congiunturale del -0,70%232. I rincari si verificano per le

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Fonte: http://www.pd.camcom.it

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Si precisa che per entrambi nei primi sei mesi dell’anno si osservavano valori elevati che poi diminuiscono. Per l’abbigliamento si è passati dal 3,10% all’1,60% mentre per le calzature dal 2,50%- 2,60% all’1,30%-1,40%. Anche in Basilicata si conferma questo trend. Per la prima voce a novembre- dicembre si segnala un dato del 2,20% (in estate era pari al +5%). Al contrario per la seconda nel medesimo arco temporale il 2,10% e nel primo semestre il 7% [fonte: http://www.bas.camcom.it].

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In tale arco temporale si segnalano rialzi di prezzo per le voci “pullover da uomo” (+3,11%), “guanti” (+2,70%) e “giacca da vento” (+2,60%). I valori negativi, invece, si registrano per camicia da uomo (-0,30%), da donna (-0,10%) e per l’abbigliamento femminile per il tempo libero (-4,60%).

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Nel Nord-Ovest si parla di un valore dell’1,98%, nel Nord-Est del 2,29% e nelle Isole del 2,41%. Le eccezioni per queste macroregioni sono rappresentate da Valle d’Aosta (+4,24%), Liguria (+3,05%), Trentino Alto Adige (+3,20%), Friuli Venezia Giulia (+3,31%) e Sicilia (+2,72%).

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voci “indumenti per neonato” (+0,90%) e “calzature uomo” (+2,80%). Il fenomeno opposto accade per “servizi di lavanderia” (-5,30%), “riparazione scarpe e abiti” (-3%) e “calzature neonato e bambino” (-1,10%)233. Bologna, invece, nel mese di luglio contempla un risultato (+4,80%) maggiore di quello regionale (+3,10%) e nazionale (+3%). Si evidenziano riduzioni di prezzo per scarpe e altre calzature e per altri articoli e accessori per l’abbigliamento234.

Nel 2013 prosegue il processo deflattivo avviato nell’ultimo periodo del 2012. L’inflazione raggiunge quota +0,70% per quanto riguarda il capitolo analizzato. Gli aggregati abbigliamento e calzature segnalano una variazione tendenziale media nei primi quattro mesi pari rispettivamente all’1,20% e allo 0,85% con una perdita del -1,46% e del -1,19%. I maggiori rincari si denotano per gli indumenti per donna (+1,23% mediamente) e bambino (+1,13%) e per i servizi di riparazione e noleggio abiti (+1,65% con una perdita del -0,80% rispetto ai primi quattro mesi del 2012). In diminuzione cambiamenti significativi si verificano solo per il capitolo di spesa

“calzature per donna” (-0,10% a marzo). A livello territoriale i tassi di crescita

tendenziali scendono e si riconferma il trend dell’anno precedente235. La realtà locale tende a imitare i risultati conseguiti a livello nazionale. Infatti, il comune di Perugia manifesta nel mese di aprile una variazione congiunturale stabile ma in leggero rialzo rispetto al 2012 (+1,20%)236.