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Valentim Fernades, conosciuto anche come Valentim Ferandes Alemão (il tede- sco) o Valentim Fernandes di Moravia, fu un editore e traduttore tedesco vissuto a Lisbona tra il 1495 e il 1518, anno quasi certo della sua morte.

Si stabilì in Portogallo probabilmente per sfruttare le sue capacità di tradut- tore, fu infatti nominato da re Manuel I “pubblico notaio” dei suoi compatrioti a Lisbona, trovandosi a ricoprire una specie di carica di delegato nella stesura di contratti, donazioni e testamenti dei mercanti tedeschi che trattavano affari nel- la capitale portoghese. La sua notorietà è però data dalla sua attività di editore e di divulgatore delle notizie riguardanti le esplorazioni geografiche portoghesi, sopratutto attraverso la corrispondenza che intrattenne con mercanti e banchie- ri tedeschi all’inizio del XVI secolo, a cui dava notizie sulle scoperte portoghesi in Africa e in Oriente. Di particolare rilievo fu la sua corrispondenza con l’u- manista Konrad Peutinger210 a cui probabilmente l’opera che analizzeremo era indirizzata o dal quale era forse persino stata commissionata.

Il Códice Valentim Fernandes é una miscellanea di testi copiati e scritti dall’e- ditore tedesco Valentim Fernandes che raccoglie svariate relazioni riguardanti le esplorazioni portoghesi in Africa e in Oriente 211. La data di redazione del ma-

noscritto è incerta ma si situa nei primi anni del secolo XVI. Trattandosi di una raccolta; l’ideazione, l’organizzazione e la stesura dell’opera devono aver impe- gnato l’autore probabilmente per vari anni. Vi sono comunque dei singoli testi di cui gli storici portoghesi hanno ritrovato gli originali, che sono riusciti a datare. I più moderni di questi risalgono al 1506 e 1507, perciò è certo che la redazione della miscellanea fu successiva a quegli anni e circoscritta a quel periodo.

Nella miscellanea sono presenti svariate relazioni e descrizioni, oltre che mappe di isole 212. Il codice contiene testi molto importanti per lo studio delle esplorazioni portoghesi. In particolare la Cronica da Guiné, descrizione e narra- zione delle esplorazioni enrichine ad opera di Gomes Eanes de Zurara, cronista

210Konrad Peutinger fu un umanista, diplomatico e antiquario tedesco vissuto tra il 1465 e

il 1547. Divenne famoso come antiquario e raccolse una delle più grandi biblioteche private dell’Europa. Precursore ed esperto di epigrafia romana fece tra l’altro pubblicare la Historia Lan- gobardorum di Paolo Diacono. Trattò anche di cartografia con lo studio e la copia di una mappa romana delle strade militari dell’impero. Fu un personaggio molto legato alla corte imperiale tedesca. Intratteneva stretti rapporti con l’imperatore Massimiliano I d’Asburgo e attraverso il matrimonio con una figlia di Anton Welser, banchiere di Carlo V, divenne agente diplomatico dell’imperatore.

211Jose Pereira da Costa, Códice Valentim Fernandes, Academia Portuguesa da História, Lisboa,

1997.

212La mappe contenute nell’opera si riferiscono solamente alle isole descritte mentre non vi

ufficiale della corte di re Alfonso V213. Opera commissionata dallo stesso princi-

pe Enrico e scritta tra il 1452 e 1453. Si tratta della versione ufficiale dei viaggi enrichini, scritta con uno stile agiografico e celebrativo. Rappresenta la princi- pale fonte storica riguardante la figura di Enrico e le esplorazioni geografiche del periodo. Del codice fanno parte anche le memorie del navigatore ed esploratore portoghese Diogo Gomes. Dettate oralmente e trascritte dal cartografo tedesco Martin Behaim214in latino, sono conosciute con il titolo di De Prima Inuentione

Guineae (della prima scoperta della Guinea). Le memorie raccontano del viaggio dell’esploratore portoghese in Africa nel 1462 in cui visitò le regioni del Rio dos Barbacins e l’arcipelago di Capo Verde, esplorato assieme al navigatore genove- se Antonio da Noli, anche lui a servizio della corona portoghese215. Nel codice

di Valentim Fernandes sono contenuti anche una guida di navigazione generale delle coste dell’Africa Occidentale e una ulteriore guida specifica che descrive la rotta per il Castello di São Jorge da Mina; la relazione di viaggio di Don Franci- sco de Almeida216attorno all’Africa e una descrizione dell’Isola di Diu, fortezza e avamposto portoghese in India.

Per questo lavoro sono stati utilizzati invece altri due testi contenuti nel co- dice, più inerenti al periodo studiato e alla relativa area geografica. Il primo è anonimo ed è intitolato Cepta e sua costa (Ceuta e la sua costa), diviso in due sezioni: quaderno primeiro e quaderno segundo (primo quaderno e secondo qua- derno). Descrive la costa africana, non limitandosi però alla costa mediterranea di Ceuta, come suggerisce ingannevolmente il titolo, ma continuando la descri- zione anche della costa occidentale d’Africa fino all’attuale regione della Sierra Leone.

Il secondo è invece una descrizione delle isole atlantiche, dalle Azzorre alle isole di São Tomé e Principe, descrivendo tra l’altro le Canarie e l’arcipelago di Capo Verde. Intitolata Das Ilhas do Mar Oceano (Delle Isole del Mare Oceano) fu redatta sulla base di un’intervista fatta personalmente da Valentim Fernandes a un marinaio portoghese di nome Gonçalo Pires. Comprende tra l’altro una collezione di mappe delle isole descritte.

Il Codice di Valentim Fernandes rimase impubblicato finché lo storico tede- sco Johann Andreas Schmeller non lo scoprì nel 1847 nella Biblioteca Nazionale

213Si veda anche: Gomes Eanes de Zurara, José De Bragança (Introdução, anotações e glossário

de), Crónica de Guiné, «Biblioteca Historica», Civilisação, Porto, 1937.

214Conosciuto anche con il nome di Martino di Boemia (1459 – 1507), fu un marinaio, arti-

sta, cosmografo, astronomo, filosofo, geografo ed esploratore tedesco al servizio del regno di Portogallo tra il 1480 fino alla sua morte.

215Da tenere in mente la differenza tra Antonio da Noli e Antioniotto Usodimare, di cui

abbiamo già parlato.

216Francisco de Almeida, nobile portoghese, esploratore e comandante militare, primo gover-

natore e viceré dell’India Portoghese. Divenuto eroe nazionale per le sue azioni contro le flotte musulmane nell’Oceano Indiano, specialmente nella battaglia di Diu del 1509.

di Monaco (Bayerische Staatsbibliothek in München) e lo pubblicò217. Da quel

momento in poi ne vennero fatte numerose copie ed edizioni, sopratutto a cu- ra della Academia Portuguesa de História. In particolare quella dello studioso portoghese Antonio Baião, del 1940218.

Per questo lavoro è stata utilizzata l’edizione portoghese del 1997 di José Pereira da Costa. Questa edizione comprende la risistemazione dei codici effet- tuata da Luís de Albuquerque. Questo studioso nelle sue ricerche si rese conto che l’ordine dei testi era stato alterato nell’opera di inquadernamento. L’opera è stata così nuovamente rieditata dall’Accademia Portoghese di Storia, ripristi- nando la coerenza originaria dei manoscritti, restituendo all’opera la logica della narrazione, sia cronologica che geografica.

D’ora in avanti, quando in questo lavoro citeremo passi o ci riferiremo a que- sta fonte, per evitare un eccessivo impiego di note a piè di pagina, utilizzeremo la dicitura: (Cepta e sua costa, in: Códice Valentim Fernandes, pag.), o (Ylhas do Mar Oceano, in: Códice Valentim Fernandes, pag.).

217Johann Andreas Schmeller “Ueber Valentim Fernandez Alemão und seine Sammlung von

Nachrichten über die Entdeckungen und Besitzungen der Portugiesen in Afrika und Asien bis zum Jahre 1508, enthalten in einer gleichseitigen portugiesischen Handschrift der köngl. Hof- und Staats-Bibliothek zu München.”, in: Abhandlungen der Philosophisch-Philologischen Classe der Königlich Bayerischen Akademie der Wissenschaften, Vol. 4, Part. 3., Munich, 1847.

Edizione digitalizzata e consultabile on-line in Google Books. Si veda la sitografia per il riferimento preciso.

218António Baião, O Manuscrito ’Valentim Fernandes’, Academia Portuguesa da Historia, Lisboa,